Provincia di Napoli (1806-1860)

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Provincia di Napoli
Informazioni generali
Nome ufficialeProvincia di Napoli
CapoluogoNapoli
484.000 ca abitanti (1861)
Dipendente daRegno di Napoli
Regno delle Due Sicilie
Suddiviso in4 distretti
43 circondari
69 comuni
73 villaggi
Amministrazione
Organi deliberativiIntendente
Consiglio d'intendenza
Consiglio provinciale
Evoluzione storica
Inizio1806
CausaL. 132 del 1806 del Regno di Napoli
Fine1860
CausaUnità d'Italia
Preceduto da Succeduto da
Terra di Lavoro Provincia di Napoli
Cartografia

La provincia di Napoli è stata un'unità amministrativa di primo livello del Regno di Napoli e delle Due Sicilie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Già in età preromana era popolata dagli osci, fu poi dominata lungo le coste dagli etruschi e in seguito colonizzata dai greci, che insediatisi ad Ischia e Cuma, fondarono le colonie più settentrionali (VIII secolo a.C.).

In epoca classica fece parte della I Regio augustea con i municipi di Cuma (Cuma), Puteoli (Pozzuoli) e Neapolis (Napoli).

Dopo il crollo dell'impero romano il territorio divenne bizantino, nacque il Ducato di Napoli (VI secolo, si articolava in cinque distretti: Territorium Plagiense, Territorium Puteolanum, Ager Neapolitanum, Territorium Nolanum e Liburia; questi ultimi due furono a lungo contesi dai longobardi di Benevento). L'avvento del dominio normanno di Ruggero II di Sicilia, sancì la fine del ducato: da allora il territorio rientrò nella vasta regione geografica Terra di Lavoro, fu soggetta prima agli Svevi, poi agli Angioini e quindi agli Aragonesi.[1]

Dal 1503 al 1714 fece parte del Viceregno spagnolo, passò per breve tempo sotto il dominio austriaco e, a partire dal 1734, fu assegnata ai Borbone; durante il dominio francese, la provincia fu ufficialmente istituita da Giuseppe Bonaparte re di Napoli.[2]

Istituzione della provincia[modifica | modifica wikitesto]

Con la legge n.° 132 del 1806 Sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno, varata l'8 agosto, riformò la ripartizione territoriale del Regno di Napoli sulla base del modello francese. La disposizione normativa, inoltre, stabiliva che la provincia sarebbe stata suddivisa in tre distretti, che costituivano unità amministrative di secondo livello, mentre la definizione dei circondari (terzo livello amministrativo) e l'individuazione dei comuni che vi sarebbero rientrati veniva rimandata a disposizioni successive[3]. Negli anni successivi (tra il 1806 ed il 1811), una serie di regi decreti, infatti, completò il percorso d'istituzione della nuova provincia con la specifica dei comuni che in essa venivano inclusi e la definizione dei limiti territoriali e delle denominazioni di distretti e circondari in cui veniva suddivisa la provincia stessa.

Con decreto n.° 154 bis dell'11 gennaio 1808, veniva definito il numero dei circondari[4] nei quali era ripartita la provincia di Napoli e si precisava la composizione dei circondari stessi, individuando i comuni rientranti in ciascuno di essi[5]. L'anno successivo, Gioacchino Murat, con decreto n.° 271 del 28 gennaio 1809, contenente la divisione in distretti ed in rispettivi circondarj della provincia di Napoli, dava attuazione ai circondari definiti dodici mesi prima; inoltre si stabiliva che i circondari sarebbero stati raggruppati in quattro distretti e non più in tre come specificato nel 1806[6]. Nel 1811, la riforma amministrativa avviata da Giuseppe Bonaparte e continuata da Murat giungeva a conclusione: con il decreto n.° 922 del 4 maggio 1811, si ebbe una riorganizzazione nella distribuzione dei comuni e, quindi, nella composizione dei circondari, che mutò marginalmente la struttura provinciale[7].

Dal 1º gennaio 1817 l'organizzazione amministrativa venne definitivamente regolamentata con la Legge riguardante la circoscrizione amministrativa delle Provincie dei Reali Domini di qua del Faro del 1º maggio 1816.

Confini[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Terra di Lavoro e Principato Citra.

La nuova provincia di Napoli, dunque, venne costituita per distacco dall'antica Terra di Lavoro: la legge n.° 272 dell'8 dicembre 1806, infatti, individuava i comuni che, assieme alla capitale, venivano scorporati da quest'ultima circoscrizione, per formare la neonata provincia partenopea[8]. Il decreto n.° 154 bis dell'11 gennaio 1808, poi, estese il territorio alla provincia, aggregando ad essa diversi altri comuni, tutti distaccati sempre dalla Terra di Lavoro, eccezion fatta per i comuni di Gragnano, Lettere, Pimonte e Casole, distaccati dalla provincia di Principato Citra; mentre era "restituito" alla Terra di Lavoro il comune di Ottajano[5] (che, comunque, ritornò, in seguito, a far parte della provincia di Napoli)[7].

Il suo territorio originale veniva così individuato: il confine rappresentato dal mar Tirreno andava da punta Campanella al lago di Patria; il confine meridionale ed orientale, invece, partendo proprio da punta Campanella, tagliava in due la penisola sorrentina e, lasciandosi a Oriente Angri e Scafati, abbracciava tutta l'area vesuviana; risalendo da Oriente a Settentrione, infine, la provincia comprendeva i territori di Pomigliano d'Arco, Caivano, Sant'Antimo e Giugliano fino a giungere nuovamente, a Occidente, al Patria, mantenne questo perimetro fino al 1927, anno in cui inglobò gran parte della provincia di Terra di Lavoro durante il Regime fascista.

Suddivisione ed evoluzione amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Province napoletane e Province del Regno delle Due Sicilie.

La provincia era suddivisa in successivi livelli amministrativi gerarchicamente dipendenti dal precedente. Al livello immediatamente successivo alla provincia individuiamo i distretti che, a loro volta, erano suddivisi in circondari. I circondari erano costituiti dai comuni, l'unità di base della struttura politico-amministrativa dello Stato moderno, ai quali potevano far capo i casali[9], centri a carattere prevalentemente rurale.

La provincia, dunque, comprendeva i seguenti distretti:

Durante il Regno d'Italia i distretti furono soppressi e sostituiti da quattro circondari.

Elenco dei presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Nominativo Carica Mandato Note
Inizio Fine
Andrea Coppola, Duca di Canzano Presidente 1808 1808 [10]
Duca di Sant'Isidoro Presidente 1808 1809 [10]
Presidente 1809 1825 [10][11]
De Jorio, Barone, Principe di San Nicandro Presidente 1825 1826 [11]
Carlo Filangieri, Principe di Satriano Presidente 1826 1827 [11]
Principe di Gerace Presidente 1827 1828 [11]
Marchese del Vasto Presidente 1828 1829 [11]
Duca di Serracapriola Presidente 1829 1830 [11]
Duca di Laurenzana Presidente 1830 1831 [11]
Duca di Renzano Presidente 1832 1833 [11]
Principe di Caramanico Presidente 1833 1834 [11]
Duca di Noja Presidente 1834 1835 [11]
Filippo Malaspina, Marchese Presidente 1835 1836 [11]
Carafa, Duca di Bruzzano Presidente 1836 1837 [11]
Gerardo Brancaccio, Principe di Ruffano Presidente 1837 1838 [11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia Provincia di Napoli italiapedia.it
  2. ^ Il decennio francese bicentenario.provincia.napoli.it
  3. ^ Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, Anno 1806, Napoli, Fonderia Reale e Stamperia della Segreteria di Stato, 1813, pp. 269-280, ISBN non esistente. URL consultato il 29 aprile 2012.
  4. ^ Il provvedimento stabiliva 28 circondari; solo in seguito verranno individuati ulteriori 12 circondari nei quali veniva suddivisa la città di Napoli, mentre negli anni successivi saranno aggregati alla provincia tre altri circondari.
  5. ^ a b Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, Anno 1808. Da gennajo a tutto giugno, Napoli, Fonderia Reale e Stamperia della Segreteria di Stato, 1813, p. 797, ISBN non esistente. URL consultato il 29 aprile 2012.
  6. ^ Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, Anno 1809. Da gennajo a tutto giugno, Napoli, Fonderia Reale e Stamperia della Segreteria di Stato, 1813, p. 179, ISBN non esistente. URL consultato il 29 aprile 2012.
  7. ^ a b Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, Anno 1811. Da gennajo a tutto giugno, Napoli, Fonderia Reale e Stamperia della Segreteria di Stato, 1813, pp. 193-260, ISBN non esistente. URL consultato il 29 aprile 2012.
  8. ^ Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, Anno 1806, Napoli, Fonderia Reale e Stamperia della Segreteria di Stato, 1813, p. 451, ISBN non esistente. URL consultato il 29 aprile 2012.
  9. ^ Nel Regno delle Due Sicilie, i centri abitati privi di autorità municipale erano chiamati "villaggi", tranne in Calabria Citeriore dove erano detti "rioni", in Abruzzo "ville", in Salerno e Napoli "casali". Gabriello De Sanctis, 1840, p. 29
  10. ^ a b c Consiglieri provinciali e Giunte (1806-1815), su Provincia di Napoli. URL consultato il 24 marzo 2019.
  11. ^ a b c d e f g h i j k l m Consiglieri provinciali e Giunte (1815-1860), su Provincia di Napoli. URL consultato il 24 marzo 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]