La niña santa

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La niña santa
Una scena del film
Titolo originaleLa niña santa
Paese di produzioneArgentina, Paesi Bassi, Italia, Spagna
Anno2004
Durata106 min
Generedrammatico
RegiaLucrecia Martel
SceneggiaturaJuan Pablo Domenech e Lucrecia Martel
ProduttoreLita Stantic
Produttore esecutivoPedro Almodóvar
Casa di produzioneEl Deseo, Lita Stantic Producciones
Distribuzione in italianoTeodora Film
FotografiaFélix Monti
MontaggioSantiago Ricci
MusicheAndres Gerszenzon
ScenografiaGraciela Oderigo e Fernando Brun
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La niña santa è un film del 2004 diretto da Lucrecia Martel, presentato in concorso al 57º Festival di Cannes.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

All'Hotel Termas, un albergo fatiscente nella cittadina argentina di La Ciénaga, le amiche adolescenti Amalia e Josefina iniziano ad esplorare la loro sessualità appena sbocciata, cercando di conciliarla con il loro fervente cattolicesimo. Amalia vive con la madre divorziata, proprietaria dell'hotel, e suo zio Freddy. In questo periodo, nella mente di Amalia, gli impulsi spirituali e sessuali si mescolano inestricabilmente.

All'hotel si svolge un convegno di medici. Un giorno, nella calca che assiste all'esibizione di un musicista che suona il theremin, il dottor Jano, convegnista e ospite dell'albergo, molesta sessualmente Amalia. La ragazza è sconvolta, ma prende l'azione dell'uomo come un segno che il Cielo le ha dato una missione: redimere il dottor Jano dal suo comportamento inappropriato. Successivamente, il medico sposato e di mezza età diviene l'oggetto del desiderio di Amalia, che incomincia a spiarlo.

Alla fine, mentre il convegno volge al termine, Amalia e Josefina sono mostrate insieme nella piscina dell'albergo, lasciando lo spettatore nell'incertezza su ciò che sia successo tra Amalia e il medico.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

La sceneggiatrice e regista Lucrecia Martel ha dichiarato: "Il film non è rigorosamente autobiografico, ma ciò che vi ho inserito è la mia esperienza personale della vita, i miei ricordi. Da adolescente ero una persona molto religiosa. Pensavo di avere una relazione speciale con Dio, o con qualsiasi cosa ci fosse lassù. Ora non credo più nei miracoli, ma credo nell'emozione che provi davanti a un miracolo – l'emozione di qualcosa d'inaspettato che viene rivelato a te."[2]

La Martel usò varie inquadrature fisse o di stacco per separare fisicamente spazi e scene del film.[3]

Il film fu interamente girato a Salta, la città natale della Martel in Argentina.[4]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film uscì in Argentina il 6 maggio 2004.[5] Fu ammesso in concorso e presentato internazionalmente al Festival di Cannes 2004 il 16 maggio.[6]

Il film fu proiettato anche in altri festival cinematografici, tra i quali quello di Karlovy Vary,[7] di Toronto,[8] di Helsinki, di Londra,[9] di Hong Kong,[10] e di Reykjavík.[11]

Esordì negli Stati Uniti al New York Film Festival il 10 ottobre 2004,[12] e al Seattle International Film Festival il 20 maggio 2005.[13] La Fine Line Features le diede una distribuzione limitata il 29 aprile 2005.[5]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

A. O. Scott, critico cinematografico del New York Times, definì il film "un'opera seconda elusiva, febbrile e tuttavia affascinante." Apprezzò anche l'approccio artistico della regista Martel ai film, e scrisse: "Il suo stile visivo è similmente obliquo, quando inquadra i personaggi attraverso porte semiaperte, ad angoli insoliti e movimenti di camera asimmetrici. La signora Martel esplora i misteri dei sensi fino a un livello che è in qualche modo sconcertante. [I sensi] sono gli strumenti che abbiamo per conoscere noi stessi, gli altri e il mondo, ma ci portano anche fuori strada, portandoci dolore, piaceri e confusione in egual misura."[14]

Kevin Thomas, critico del Los Angeles Times, scrisse: "[Il film] rivela lo stile, la visione e la sicurezza che sono i segni di una regista di vaglia." Disse anche della regista Martel: "un'artista raffinata e un'acuta osservatrice, la Martel gestisce un ampio cast con una facilità che fa il paio con la sua abilità narrativa, entro la quale fluiscono facilmente e implicitamente l'indagine psicologica e il commento sociale."[15]

La critica Ruthe Stein scrisse: "La Martel è brava specialmente nel rendere un ambiente claustrofobico, e lascia saggiamente ambigua la questione sulla complicità del medico nello stato delirante di Amalia. Egli non riesce ad accorgersi che sta iniziando a pedinarlo – un'indicazione della casualità dell'atto commesso con l'accompagnamento di un theremin."[16]

Il film ha un tasso d'approvazione del 77% su Rotten Tomatoes, sulla base di 62 recensioni.[17] L'opinione del sito recita: "Questo provocante dramma lirico mescola temi di sessualità proibita e fede nella redenzione con un tocco di umanesimo in uno stile memorabile, per quanto disorientante."[17] Su Metacritic, ha una media pesata di 75/100, sulla base di recensioni di critici, cosa che indica giudizi "generalmente favorevoli".[18]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

L'autorevole rivista del British Film Institute Sight & Sound l'ha indicato tra i trenta film chiave del primo decennio del XXI secolo.[20]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Official Selection 2004, su festival-cannes.fr. URL consultato l'8 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2016).
  2. ^ (EN) Sex and the saintly, in The Telegraph, 25 gennaio 2005 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2011).
  3. ^ (EN) Jeffrey M. Anderson, Interview with Lucrecia Martel: The Nature of Water, su Combustible Celluloid, 22 aprile 2005.
  4. ^ (EN) Demetrios Matheou, Lucrecia Martel: a catch-up primer on the Argentine's brilliant career to date, su BFI.org.uk, 14 maggio 2018. URL consultato il 23 marzo 2023.
  5. ^ a b (EN) The Holy Girl, su Box Office Mojo. URL consultato il 2 settembre 2023.
  6. ^ a b (EN) Festival de Cannes: The Holy Girl, su festival-cannes.com. URL consultato il 30 novembre 2009.
  7. ^ (EN) Holy Girl / La nina santa, su kviff.com. URL consultato il 2 settembre 2023.
  8. ^ (EN) Mixed Masters, Lost Girls; Front-Loaded Toronto Fest Offers Fewer Masterpieces, More Discoveries, su IndieWire, 22 settembre 2004. URL consultato il 23 marzo 2023.
  9. ^ (EN) Xan Brooks, The Holy Girl, in The Guardian, 22 ottobre 2004. URL consultato il 23 marzo 2023.
  10. ^ Hong Kong International Film Festival 47ª edizione, su filmitalia.org. URL consultato il 2 settembre 2023.
  11. ^ (EN) Brian Brooks, Reykjavik Fest Lures Filmmakers to Ambitious Event and Iceland's Remarkable Beauty, su IndieWire, 12 ottobre 2005. URL consultato il 23 marzo 2023.
  12. ^ (EN) The Holy Girl, su Film at Lincoln Center. URL consultato il 23 marzo 2023.
  13. ^ a b c La niña santa - La piccola santa (2004) Premi e festival, su MUBI. URL consultato il 2 settembre 2023.
  14. ^ (EN) A. O. Scott, The Stirrings of Sensuality for a Pilgrim on the Road, in The New York Times, 9 ottobre 2004, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP).
  15. ^ (EN) Kevin Thomas, 'The Holy Girl', in Los Angeles Times, 13 maggio 2005 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2005). Ospitato su Calendarlive.com.
  16. ^ (EN) Ruthe Stein, FILM CLIPS / Also opening today, in San Francisco Chronicle, 13 maggio 2005. URL consultato il 21 marzo 2023.
  17. ^ a b (EN) The Holy Girl, su Rotten Tomatoes. URL consultato il 21 marzo 2023.
  18. ^ (EN) The Holy Girl, su Metacritic. URL consultato il 23 marzo 2023.
  19. ^ (EN) Five Things You Didn't Know about Lucrecia Martel, su tvovermind.com. URL consultato il 23 marzo 2023.
  20. ^ (EN) Sight & Sound’s films of the decade, su mubi.com. URL consultato l'8 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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