Gino Donè Paro

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Gino Donè Paro

Gino Donè Paro (San Biagio di Callalta, 18 maggio 1924San Donà di Piave, 22 marzo 2008) è stato un partigiano e rivoluzionario italiano, unico europeo ad aver partecipato alla rivoluzione cubana come imbarcato sul Granma.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da una famiglia di poveri braccianti il 18 maggio 1924, nella casa colonica situata al civico numero 6 dell'attuale via 25 aprile, nel paesino di Rovarè, una piccola frazione del Comune di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso da Vittorio Donè (1900-1975) e Carolina Emma Paro (1899-1936). All'anagrafe italiana il suo nome di nascita è Gino Giacomo Donè (Giacomo quello del nonno paterno). Successivamente sul passaporto italiano compare solamente Gino Donè, mentre all'anagrafe cubana, dopo il primo matrimonio, verrà registrato come Gino Donè Paro, prendendo anche il cognome materno, come d'uso nei Paesi di lingua spagnola.

La Resistenza in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo le scuole divenne militare. L'8 settembre 1943, all'annuncio dell'armistizio, si trovava a Pola, capoluogo della allora italiana Regione Istriana. Tornato via mare a Venezia diventa combattente nella Brigata Partigiana Piave, e nel 1944, ventenne, entra nella Missione Alleata Nelson operante nell'area della Laguna Veneziana. Nel 1945 termina la guerra e nel 1946 riceve un encomio solenne deciso dal generale in capo britannico Harold Alexander. Nel 1947, con la tessera dell'anno 1948, risulta essere tra i cofondatori della Sezione Provinciale Veneziana dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia).

L'emigrazione a Cuba[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1948, disoccupato, emigrò dapprima in Francia, Belgio e Germania. Si recò in seguito a Cuba partendo da Amburgo e passando dal Canada. Nel 1951 trovò lavoro all'Avana come carpentiere per la costruzione della nuova grande Plaza Civica (l'attuale Plaza de la Revolución). In città trascorreva il tempo libero sulle gradinate dell'Università, per affinare la lingua parlando con gli studenti. Fu qui che cominciò a sentire parlare di Fidel Castro e della sua iniziale attività politica universitaria. Nella capitale cubana conobbe anche Ernest Hemingway ed ebbe modo di parlare con lui della propria regione di origine perché lo scrittore statunitense aveva dimorato in Veneto durante la prima guerra mondiale lungo le rive del fiume Piave, dalla quale esperienza aveva tratto il libro Addio alle armi, e successivamente per la stesura del romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi.

I contatti con i rivoluzionari[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1952, seguendo la ditta per cui lavorava, Gino si trasferì nella città di Trinidad de Cuba, dove conobbe Norma Turino Guerra, che diventerà la sua prima moglie. Norma era amica di Aleida March de la Torre, futura seconda moglie di Ernesto Che Guevara de la Serna. Norma e la sua famiglia simpatizzavano per il progressista Partito Ortodosso Cubano, nel quale era dirigente il neolaureato avvocato Fidel Castro. In quel periodo Fidel era esiliato in Messico e stava cercando giovani fidatissimi per arruolarli nel suo nuovo Movimento del 26 luglio. Venuto a conoscenza che a Trinidad c'era un giovane italiano che aveva fatto il partigiano in Italia, Fidel lo volle incontrare per parlargli della spedizione che egli stava preparando, al fine di liberare Cuba dal dittatore Batista. Tra il 1955 e il 1956, furono numerosi i viaggi di Doné tra Cuba e il Messico, portando soldi e missive, grazie al suo passaporto italiano che non generava sospetti alle frontiere. In quanto ex soldato ed ex partigiano, collaborò agli addestramenti militari in Messico diretti da Fidel. In quel periodo divenne amico del giovane medico argentino Ernesto Guevara (da tutti detto "Che", ma da lui sempre chiamato "Ernesto"), il quale, racconterà poi Donè, gli confidò che se non avesse incontrato Fidel sarebbe emigrato in Italia per specializzarsi per la cura dell'asma (di cui soffriva) nella facoltà di medicina dell'Università di Bologna. Il 25 novembre 1956 Donè fu tra gli 82 volontari imbarcati sul Granma, che salparono dal porto messicano di Tuxpan per sbarcare nell'Oriente Cubano, alla Playas de las Coloradas, ai piedi del Monte Turquino alto quasi 2.000 metri, nella selvaggia Sierra Maestra, nell'attuale provincia orientale cubana di Granma. Insieme con l'italiano Gino c'erano 78 cubani, più altri tre stranieri (cioè l'argentino Che, il messicano Alfonso Guillén Zelaya Alger e il dominicano Ramón Emilio Mejías Del Castillo). A bordo del battello Granma Gino era il più anziano degli 82, e aveva il grado di tenente nel Terzo Plotone comandato da Raúl Castro (fratello di Fidel).

La Rivoluzione cubana[modifica | modifica wikitesto]

Subito dopo lo sbarco del 2 dicembre 1956 ai piedi della Sierra Maestra, Gino Donè Paro venne mandato a cercare Che Guevara, il quale era in preda a un forte attacco di asma. Sapendo come intervenire in quanto sua moglie Norma era asmatica, egli gli praticò un energico massaggio e gli salvò la vita[1]. Il 5 dicembre 1956, dopo il primo imprevisto combattimento ad Alegria de Pio (e dopo il massacro della metà dei compagni granmisti, e dopo la dispersione dei sopravvissuti), Gino tornò clandestinamente nella città di Trinidad dalla moglie Norma. Poi raggiunse la vicina città di Santa Clara de Cuba dove, assieme ad Aleida March de la Torre programmò un attentato nella sede del comandante generale batistiano della città. Mentre i due stavano per lanciare un paio di bombe nella residenza gremita di persone e di bambini per le festività natalizie, Gino decise di annullare l'attentato dicendo ad Aleida: "la rivoluzione si fa contro l'esercito, non contro il popolo" (tale episodio è ricordato in un libro biografico della March). Ricercato dalla polizia batistiana, i locali capi castristi del "Movimento 26 Luglio" dettero l'ordine a Gino di scappare salpando da Trinidad, con meta prima il Messico e poi gli Stati Uniti d'America.

Negli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1959, dopo il trionfo della rivoluzione castrista Donè tentò di ritornare a Cuba, ma ebbe problemi burocratici con il console cubano di New York al fine di ottenere il permesso di rientro che aveva smarrito. Non riuscendo a rientrare a Cuba, col consenso di Norma, divorziò e si risposò con un'amica di Norma: la militante antimperialista portoricana Antonietta De La Cruz, avente cittadinanza statunitense, abitante in Florida, e più vecchia di lui di quasi vent'anni. Nel 1962, nel periodo della cosiddetta crisi dei missili di Cuba, Gino inviò a Cuba una lettera in cui manifestava la volontà di tornare a combattere ma non ricevette risposta[1]. Il segretario personale di Fidel, l'avvocato e moncadista-granmista Jesus Sergio Montanè Oropesa, che era uno dei pochissimi a essere segretamente in contatto con Gino, lo invitò ufficialmente all'Avana da metà novembre a metà dicembre 1995, in occasione delle celebrazioni per il 39º anniversario dello sbarco del Granma, e qui Donè fu ospitato per un mese in una residenza del Consiglio di Stato cubano. L'anno successivo (alle imponenti celebrazioni per l'importante 40º anniversario dello sbarco del Granma) Gino fu nuovamente invitato da Montanè all'Avana, ma fu costretto a non accettare l'invito perché egli doveva assolutamente accudire l'anziana moglie gravemente ammalata (praticamente in fin di vita nella loro casa di Boynton Beach, vicino a Palm Beach in Florida).

Il ritorno in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2003, dopo avere abitato e lavorato in Florida, doppiamente vedovo e senza figli, decise di ritornare in Italia, prima a San Donà di Piave, poi a Noventa di Piave (a casa della sorella Teresa), dove vivevano molti suoi parenti. Si iscrisse al Circolo Italia-Cuba di Venezia e si ri-iscrisse alla Sezione Anpi di San Donà di Piave (che egli aveva cofondato nel 1945). In Veneto ritrovò vari compagni antifascisti conosciuti durante la Resistenza nella Laguna Veneziana. Nel frattempo, erano stati ricostruiti i dettagli sulla sua movimentata vita, grazie alla ventennale ricerca giornalistica effettuata dal bolognese Gianfranco Ginestri per conto della Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara, presieduta dall'editore romano Roberto Massari e anche grazie alle ricerche del cubano Arsenio García Dávila, storico-granmista. Queste informazioni sono state poi inserite nei faldoni dell'Archivio Storico delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR), che conserva 82 dossier sugli 82 granmisti.

Il primo maggio 2004 Gino partecipò con l'amico Arsenio Garcia Davila alla grande sfilata popolare dell'Avana, durante la quale furono entrambi solennemente decorati. Al suo ritorno fu festeggiato in tutta Italia dai partigiani dell'Anpi, dai soci della Fondazione Che Guevara e dai membri dei 60 circoli dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.

Nel 2005 ritornò alcune volte a Cuba, accompagnato dai coproduttori torinesi del documentario Cuba Libre: el desembarco del Granma a lui dedicato, che volevano ripercorrere i luoghi della sua esperienza cubana. In tale filmato (nella parte girata a Bayamo il 26 luglio 2005, durante la commemorazione degli attacchi castristi alle caserme batistiane di Santiago de Cuba e di Bayamo) si vedono Gino e Fidel, entrambi commossi, che si abbracciano e si baciano. Per Donè fu il penultimo dei suoi viaggi a Cuba (ritornò a dicembre dell'anno successivo per la commemorazione del 50º anniversario dello sbarco del Granma) e per Fidel fu una delle ultime apparizioni in pubblico prima del malore che lo fece dimettere da tutti gli incarichi politici e statali.

Nel 2006 e 2007 vari giornali italiani si occuparono della storia di Gino, pubblicando numerosi articoli a lui dedicati[2].

Nel 2008 Gino Donè Paro morì improvvisamente in una clinica di San Donà di Piave la sera del 22 marzo, alla vigilia di Pasqua, circondato dai familiari più stretti (sorelle e nipoti). Al suo funerale (avvenuto a Spinea il 27 marzo, dove fu cremato) parteciparono centinaia di compagni provenienti da tutta Italia, unitamente ad alcuni funzionari dell'ambasciata cubana di Roma, che avevano fatto pervenire quattro grandi corone di rose rosse da parte Fidel Castro, di Raul Castro, dell'ambasciata cubana e dei granmisti sopravvissuti, oltre a molta gente comune.

La sepoltura a Cuba[modifica | modifica wikitesto]

Quand'era in vita la sua volontà era quella di essere sepolto a Cuba con i suoi compagni del Granma. Il 27 novembre 2023 sono arrivate all'aeroporto Josè Martì de L'Avana con una delegazione Italiana le sue ceneri che sono state consegnate ufficialmente allo stato cubano. Il 2 dicembre 2023 nella ricorrenza dello sbarco del Granma, con tutti gli onori militari e di stato si è tenuta alla presenza delle più alte cariche dell'esercito cubano (tra i quali Ramiro Valdés Menéndez, José Ramón Machado Ventura, Álvaro López Miera, Silvio Herrera Herrera e altri ancora), dei compagni di spedizione ancora in vita (Gilberto Garcia e Victor Dreke), di Labañino e Gonzalez Llort de "Los Cinco" eroi dello stato cubano, di una delegazione di alto profilo del Partito Comunista Cubano, le più alte cariche dell'ICAP, di rappresentanti dell'Ambasciata Italiana a L'Avana e dell'Ambasciata Cubana a Roma, del presidente dell'Associazione Nazionale d'Amicizia Italia-Cuba con una delegazione di rappresentanti e per la famiglia un pronipote di Gino con moglie e figlia, la tumulazione ufficiale delle ceneri presso l'altare dei veterani dell'indipendenza al cimitero monumentale de Cristobal Colòn a L'Avana, dove sono presenti anche le spoglie di quasi tutti gli altri Granmisti precedentemente deceduti. Non erano presenti il presidente di Cuba Miguel Diaz-Canel Bermudes, né Raul Castro Ruz perchè impegnati istituzionalmente all'estero ma hanno offerto le loro singole corone di fiori alla cerimonia, assieme a quelle degli spedizionari del Granma, dell'ICAP (Istituto Cubano di Amicizia tra i Popoli), dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, presso il centro culturale Fidel Castro Ruz a L'Avana, si è tenuta una commemorazione informale per ricordare Gino come ognuno degli intervenuti l'aveva conosciuto. Qui erano presenti alcuni rapresentanti del governo, del partito comunista nazionale e dell'esercito, di giornalisti sia cubani che stranieri, dei rappresentanti dell'ICAP e dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, dell'ex ambasciatore Cubano in Italia degli anni '90, dei familiari di Gino, di scrittori, cantanti e scrittori sia cubani che stranieri e di Aleida March la vedova di Ernesto Guevara, molto amica di Norma la prima moglie di Gino.

Interviste in Italia e a Cuba[modifica | modifica wikitesto]

In un'intervista con il quotidiano comunista italiano Liberazione del 5 ottobre 2006, Gino Donè Paro disse che:

«Dal giorno del Desembarco in poi, noi superstiti abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, chi in una forma e chi in un'altra. Io che ero straniero ero il più indicato per starmene lontano da Cuba per fare ciò che nella Sierra Maestra non avrei potuto realizzare. C'era bisogno di addestramenti, collegamenti, informazioni, notizie, soldi, armi, e di molte altre cose ancora. Così, chi con armi e chi senza armi ha fatto quello che doveva fare. E anch'io»

Il 10 maggio 2010 la rivista Turisti per Caso ha pubblicato una intervista, effettuata da un'italiana con pseudonimo Vanity176, al granmista Arsenio Garcia Davila, grande amico di Donè, il quale, parlando di lui, ha dichiarato:

«Egli si adoperò insieme ad un gruppo di persone che lavoravano all'estero a favore della repubblica socialista cubana; Gino ha svolto questo compito per quasi 40 anni; e visse negli Usa servendo sempre la causa rivoluzionaria cubana»

Alcuni ricercatori storici hanno ipotizzato la possibilità che, mentre era lontano da Cuba, Donè fosse stato ingaggiato per svolgere, in giro per il mondo, compiti da agente dei servizi segreti cubani, allora diretti dal comandante Barbarossa amico di Gino (ma attualmente, naturalmente, non esistono conferme ufficiali da parte del governo cubano). Però c'è chi contesta l'ipotesi suddetta[3].

Il ricordo in Italia e a Cuba[modifica | modifica wikitesto]

  • A Gino Donè Paro sono dedicati dieci circoli politico-culturali in altrettante province italiane.
  • Dal 2008 (anno della morte di Donè) l'emittente slovena in lingua italiana Radio Capodistria ha in archivio un radiodramma a lui dedicato, Le ceneri di Gino, della scrittrice Katia Sassoni, del Circolo Italia-Cuba di Bologna.
  • Nel 2009 e nel 2010, nel primo e secondo anniversario della morte di Donè, è stato ricordato dall'Anpi e dal Circolo Italia-Cuba di Venezia.
  • A Cuba, il 22 marzo 2011, in occasione del terzo anniversario della sua scomparsa, Gino è stato commemorato dalle autorità cubane durante una solenne cerimonia avvenuta nel Museo della Rivoluzione della capitale, ove è stato proiettato il filmato Cuba Libre: el desembarco del Granma edito da "Mundo Latino" dell'Avana, a cura di Pier Carlo Porporato di Torino.
  • In Italia, a Venezia, il 22 marzo 2012, nel quarto anniversario della sua morte, Donè è stato ricordato dal locale Circolo Italia-Cuba presieduto da Giuliana Grando.
  • In Italia, a Bolsena, il 22 marzo 2013, in occasione del quinto anniversario della sua scomparsa, l'editore Roberto Massari ha pubblicato il primo importante libro biografico dedicato completamente alla vita di Gino Donè, L'italiano del Granma, scritto dalla narratrice bolognese Katia Sassoni, grazie alla ventennale ricerca storica effettuata dal giornalista Gianfranco Ginestri.
  • In Italia, il 22 marzo 2014, a Orvieto, la Fondazione Che Guevara ha ricordato il 6º anniversario della sua morte.
  • Il 18 maggio 2014 è stato festeggiato il 90º anniversario della nascita di Donè, a cura dell'Anpi, della Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara, della Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, del Comune di San Biagio di Callalta, della Provincia di Treviso e della Regione Veneto.
  • In Italia e a Cuba, per tutto l'anno 2015, è stato ricordato il 7º anniversario della morte di Gino Donè Paro, grazie a varie conferenze indette dalla giornalista perugina Gioia Minuti, direttrice del "Granma Italiano" con sede all'Avana e grazie a varie iniziative promosse dal giornalista bolognese Gianfranco Ginestri, direttore responsabile della rivista mensile El Moncada di "Italia-Cuba" con sede a Milano.
  • Inoltre, nel 2015-2016, il partigiano veneto Gino Donè Paro è stato ricordato anche in tre nuovi originali spettacoli teatrali-musicali. Il primo spettacolo è stato realizzato dal veneziano Giovanni Giusto. Il secondo spettacolo è stato messo in scena dal sardo Salvatore Panu con testi della bolognese Katia Sassoni. Il terzo spettacolo è stato realizzato dal piemontese Marco Mancin.
  • Nel 2016 la tessera nazionale della Associazione Italia-Cuba ha pubblicato al proprio interno una foto di Gino Donè con Fidel Castro, tratta dal video Cuba Libre: el desembarco del Granma edito da "Mundo Latino" dell'Avana nel 2006.
  • Nel 2016 in tutta Cuba (ma soprattutto a Bayamo, capoluogo della Provincia di Granma) viene ricordato il 60º anniversario dello sbarco del Granma a cui partecipò anche Gino Donè.
  • Nel 2017 a cura del Circolo Italia-Cuba "Celle Ligure Varazze" viene edito il libro di 112 pagine (con 17 foto di Carla Scotti) dal titolo In viaggio con Fidel, scritto dalla bolognese Katia Sassoni iscritta al Circolo Italia-Cuba di Parma.
  • Nel 2018, sulla rivista della Associazione Nazionale Italia-Cuba El Moncada di febbraio, la pagina 7 è dedicata al decennale della scomparsa di Gino Donè, con un articolo dal titolo "Il vero eroe dei due mondi".
  • Nel 2024, anno del centenario della nascita, l'Associazione Nazionale Italia-Cuba avrà come immagine della propria tessera d'iscrizione una foto di Gino e Fidel abbracciati.
  • Il primo numero 2024 della rivista nazionale dell'ANAIC "El Moncada" ha dedicato la prima pagina e un ampio spazio all'interno, alla sepoltura delle sue ceneri a Cuba.
  • La rivista dell'ANPI Nazionale ha dedicato un articolo a Gennaio 2024 alla sua sepoltura.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1945 encomio solenne Missione Alleata Nelson (UK)
  • 2004 decorato come Eroe Nazionale (Cuba)
  • 2006 medaglia 50° Anniversario dello sbarco del Granma (Cuba)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Documentario italo-cubano "Cuba Libre: el desembarco del Yate Granma", del 2006
  2. ^ Liberazione il 5 ottobre 2006, La Repubblica e L'Unità il 2 dicembre 2006, Lo Specchio il 27 gennaio 2007
  3. ^ Gino Donè, l'Italiano del Granma - Quaderno Che nº 9 del 2014, edito dalla Fondazione Che Guevara

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia in italiano[modifica | modifica wikitesto]

  • Thomas Hugh, Storia di Cuba, Einaudi, Torino, 1973... ("Cuba or The Pursuit of Freedom", Eyre & Spottiswoode Ltd, London, 1971).
  • Aldo Garzia, Cuba Cultura, (Alle pagine 207-208 si dice che Gino è stato "scoperto" da Gianfranco Ginestri), Ed. Teti, Milano, 1997.
  • Aldo Garzia, Un italiano sul Granma con Fidel, (pp. 75–111, sul libro Vite ribelli), casa editrice Sperling & Kupfer, Milano, 2007.
  • Aleida March, Evocaciòn. La mia vita a fianco del Che, (qui Gino Doné Paro è citato nelle pagine 32-33), Bompiani Editore, 2007.
  • Pino Cacucci, Un po' per amore, un po' per rabbia, (Gino Donè Paro a Tuxpan in Messico, a pagina 288), Feltrinelli, Milano, 2008.
  • Ines Kainer, Cammino a La Higuera, (in questo libro Gino Donè Paro è citato alla pagina 28), Davide Zedda Editore, Cagliari, 2008.
  • Katia Sassoni, Le ceneri di Gino, testo radiodramma, per Radio Capodistria e per la Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara, 2008.
  • Katia Sassoni, Gino Doné Paro: ritratto di un ribelle italocubano, (130 pagine), per Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara, 2012.
  • Katia Sassoni, Gino Doné. L'italiano del Granma, (Biografia di 160 pagine), Roberto Massari Editore, Bolsena (VT), febbraio 2013.
  • Martina Manfrin, Gino Doné. Un italiano nella Rivoluzione Cubana, (Tesi di 130 pagine), per la Università di Padova, marzo 2013.
  • Martina Manfrin, Un italiano nella Rivoluzione Cubana, (Capitolo di 12 pagine), per la Fondazione Italiana Che Guevara, aprile 2013.
  • Davide Barilli, La nascita del Che, 4 racconti su Cuba; il 4° è dedicato a Gino, (180 pagine), Aragno Editore, Torino, gennaio 2014.
  • Roberto Speciale, Italiani a Cuba, (Gino Doné Paro è citato in vari capitoli), per la Fondazione Casa America di Genova, 2010-2014.
  • Gianfranco Ginestri e Roberto Massari, Quaderni della Fondazione Che Guevara, dal n. 4 al 9, Acquapendente (Viterbo), 2001-2014.
  • Gianfranco Ginestri, Cuba, guida turistica (Gino Donè Paro è citato nelle pagine 83-84). Edizioni Guide Moizzi, Milano, 2010-2015.
  • Gianfranco Ginestri e Katia Sassoni, Cuba-Libre (Testo per la rassegna "Italia-Cuba-Canta", su Gino Donè Paro e su altri personaggi italo-cubani). Circolo Italia-Cuba, Parma, 2015.
  • Gianfranco Ginestri e Angelo Giavarini, Gli 82 del Granma (Dossier con 82 nomi, 82 foto, 82 informazioni, sui partecipanti allo sbarco del Granma). Circolo Italia-Cuba, Parma, 2015.

Bibliografia in spagnolo[modifica | modifica wikitesto]

  • Jesus Montanè Oropesa y Melba Hernandez Rodriguez, Album Expedicionarios Granma, (Foto messicane di Felix Elmuza), Habana, 1959.
  • Fernando Sanchez Amaya, Diario del Granma, Festival popular de divulgacion revolucionaria, Editorial Tierra Nueva, Habana, 1959.
  • Magaly Chacon Romero y Marta Veronica Alvarez Mola, (historiadoras de la Far), De Tuxpan a la Plata, Editorial Orbe, Habana, 1979.
  • Georgina Cuervo Cerulia y Ofelia Llenin del Alcazar, Granma: Rumbo a la libertad, Casa Editorial Gente Nueva, Habana, 1983.
  • Pedro Alvarez Taibo, La epopea del Granma, 30° desembarco del Granma, Oficina Publicaciones Consejo Estado, Habana, 1986.
  • Pedro Alvarez Tabio, Diario de la guerra, Dal 2 dicembre 1956 al 19 febbraio 1957, Oficina del Consejo de Estado, Habana, 1986.
  • Juan Almeida Bosque, Desembarco, Editorial de ciencias sociales, Edicion José Quintana Lara, Ediciones Politicas, Habana, 1988.
  • Alberto Ferrera Herrera, El Granma: La aventura del siglo, Centros Historia Militar Cubana, Editorial Capitan San Luis, Habana, 1990.
  • Katiuska Blanco Castineira, Despues de lo increible, Primera Edicion 1993 y Segunda 1994, Casa Editorial Abril, Habana, 1993-94.
  • Autori Vari, Diccionario Enciclopedico de la Historia Militar de Cuba, Ediciones de la Far Cubana y Ediciones Verde Olivo, Habana 2001.
  • Marta Veronica Alvarez Mola y Sergio Ravelo Lopez, Renacer de la esperanza: Expedicion del Granma, Edit-Politica, Habana, 2005.
  • Heberto Norman Acosta, La palabra empenada, Oficina de Publicaciones del Consejo de Estado, 2 libros, Edit, Habana, 2005 y 2006.
  • Heberto Norman Acosta, El retorno anunciado, Ediciones Cubanas de Oficina de Publicaciones del Consejo de Estado. Habana, 2011.
  • Fidel Castro Ruz y Katiuska Blanco, Guerrillero del tiempo, (Donè e Ginestri sono citati alle pagg. 363-364), Editora Abril, Habana, 2011.
  • Nicolas Garofalo, Gino Doné Paro: un italiano nella spedizione del Granma, Convegno presso la Casa Garibaldi: 25 ottobre 2014, Casa Editrice Società Dante Alighieri, Avana, 2015.
  • Gioia Minuti e Roberto Vallepiano, Gino Doné Paro: l'italiano del Granma, Conferenza alla Casa Garibaldi: 20 febbraio 2015, Casa Editrice Società Dante Alighieri, Avana, 2015.

Video[modifica | modifica wikitesto]

  • Syusy e Patrizio con Gianfranco Ginestri, Cuba (Foto Gino Granmisti), Video: turisti per caso, 1994.
  • Syusy e Patrizio intervistano Ginestri all'Avana sul tema Gino Doné Paro, Video: archivio t.p.c., 1994.
  • Roberto Montagner, Una intervista a Gino Doné Paro, video di 1 ora, Edizioni Cgil Venezia, 2001.
  • Roberto Montagner, Archivio dell'intervista a Gino Doné Paro, 10 ore, Archivio Cgil Venezia, 2001.
  • Guido Sapienza, Gino Doné Paro, partigiano, video di 10 minuti, in web su youtube, filmato nel 2006.
  • Guido Sapienza, Archivio video intervista Gino Doné Paro, 10 ore, archivio privato, filmato nel 2006.
  • Franco Guarino, Con Gino Doné Paro, video di 10 minuti, in web su youtube, filmato girato nel 2006.
  • Sandro Esposito, Ricordo di Gino Doné Paro, video di 20 minuti, in web su youtube, filmato nel 2006.
  • Claudio Tura, Incontro con Gino Doné Paro, video di 30 minuti, in web su youtube, filmato nel 2006.
  • Red Ronnie, Gino Doné Paro (Su Guevara), Edizioni "Roxy Bar", Bologna, 2006. (DVD, 30 minuti).
  • Borroto-L'Abbate, CubaLibre: DesembarcoGranma, MundoLatino-LibLab, 2006. (DVD, 60 minuti).
  • Enrico Coletti, Una Vita segreta per Fidel, "Luce", Roma, 2007. (DVD, video di 90 minuti).
  • Enrico Coletti, Un italiano per Fidel, "Surf-Film & HD-Film", Roma, 2011. (DVD, 90 minuti).

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • Salvatore Panu (cantastorie sardo-bolognese) nello spettacolo "Cuba Libre" scritto da Katia Sassoni (2015-2016).
  • Giovanni Giusto (veneto) produttore, autore, attore, musicista, regista dello spettacolo "Revolucion" (2015-2016).
  • Marco Mancin (attore piemontese) propone lo spettacolo teatrale "Gino Donè Il Partigiano che salvò Che Guevara", lo spettacolo ha debuttato a Gattinara (Vercelli) il 24.04.2016.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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