Franziskus Wolf

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Franziskus Wolf, S.V.D.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato2 febbraio 1876 a Borbeck
Ordinato presbitero5 febbraio 1899
Nominato vescovo16 marzo 1914 da papa Pio X
Consacrato vescovo28 giugno 1914 dal cardinale Felix von Hartmann
Deceduto23 febbraio 1944 (68 anni) a Hollandia
 

Franziskus Wolf (Borbeck, 2 febbraio 1876Hollandia, 23 febbraio 1944) è stato un vescovo cattolico e missionario tedesco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Monsignor Franziskus Wolf nacque a Borbeck il 2 febbraio 1876 ed era figlio del minatore Heinrich Wolf e di sua moglie Johanna (nata Klumberg).

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

Crebbe nella sua città natale dove frequentò la scuola elementare per sette anni.[1]

Il 12 aprile 1890 padre Arnold Janssen lo ammise al liceo interno della casa madre della Società del Verbo Divino di Steyl. Trascorse il periodo del noviziato e compì gli studi di filosofia e teologia dal 1895 al 1899 nella Casa delle Missioni "San Gabriele" a Mödling, vicino a Vienna.

Il 5 febbraio 1899 fu ordinato presbitero. Il 16 marzo 1899 padre Arnold Janssen lo assegnò alla missione in Togoland che raggiunse il 2 maggio successivo.[2] Nel 1911 divenne il superiore regionale locale della sua congregazione.

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto fotografico di monsignor Franziskus Wolf.
La cattedrale lignea di San Michele Arcangelo a Alexishafen ai tempi del vescovo Wolf.
La residenza del vescovo Wolf ad Alexishafen.

Il 16 marzo 1914 papa Pio X lo nominò vicario apostolico del Togo e vescovo titolare di Biblo. Ritornò in Europa e ricevette l'ordinazione episcopale il 28 giugno successivo a Steyl dal cardinale Felix von Hartmann, arcivescovo metropolita di Colonia, co-consacranti il vescovo di Roermond Laurentius Josephus Antonius Hubertus Schrijnen (Schrynen) e il vescovo ausiliare di Münster Theodor Kappenberg.

A causa dello scoppio della prima guerra mondiale e dell'occupazione militare del Togoland, il vescovo Wolf non poté tornare in Africa. Cercò di governare il suo vicariato dall'Europa principalmente tramite il suo rappresentante locale, il pro-vicario Anton Witte, che, tuttavia, non aveva ricevuto l'ordinazione episcopale. Nel 1916 la colonia tedesca fu divisa tra Regno Unito e Francia e tutti i chierici tedeschi vennero dichiarati prigionieri di guerra ed espulsi. Padre Witte e un confratello lasciarono il paese per ultimi, il 10 gennaio 1918. Dopo la guerra, la Santa Sede realizzò che le colonie non sarebbero tornate alla Germania nel prossimo futuro e quindi papa Benedetto XV nel 1921 assegnò la missione del Togo alla Società delle missioni africane, una congregazione di origini francesi.[3] Nel gennaio del 1921 monsignor Wolf si dimise dall'incarico e l'11 gennaio 1921 il papa chiamò a succedergli Jean-Marie Cessou, in qualità di amministratore apostolico. Il 20 marzo 1923, Cessou fu nominato vicario apostolico del Togo, un incarico che mantenne fino alla sua morte, avvenuta il 3 marzo 1945.

Nel 1922, il territorio dei missionari verbiti della Nuova Guinea tedesca, che dal 1914 al 1921 fu sottoposta all'amministrazione militare australiana, venne affidata in amministrazione fiduciaria all'Australia.

Il 24 novembre 1922 papa Pio XI lo nominò vicario apostolico della Nuova Guinea Orientale. Il 15 agosto 1923 raggiunse la missione accompagnato dal delegato apostolico in Australia, l'arcivescovo Bartolomeo Cattaneo (1866-1933).[4] Essendo un tedesco, gli fu permesso di entrare solo con un permesso speciale concesso dall'autorità di occupazione australiana. Il vescovo Wolf risiedeva ad Alexishafen,[5] appena a nord di Madang, la stazione centrale dei missionari verbiti fondata nel 1905 dal suo predecessore padre Eberhard Limbrock e sede della missione dal 1909.[6] Il complesso fu completamente distrutto da un raid aereo il 1º settembre 1943. Della cattedrale in legno costruita nel 1939 dai missionari verbiti e dedicata a San Michele Arcangelo rimasero unicamente le fondazioni e una scala.[7]

Monsignor Wolf guidò il vicariato con successo e con grande impegno durante l'occupazione dell'isola da parte dei giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Essi negarono ai cristiani qualsiasi attività missionaria e dichiararono prigionieri di guerra gli stranieri. Essi vennero internati in condizioni disumane in campi collettivi. Anche il vescovo Wolf fu sospettato di essere una spia nemica. Numerosi chierici furono assassinati. Tra questi vi fu il vescovo Joseph Lörks.[8]

I giapponesi trasferirono il vescovo Wolf, molti altri confratelli e le suore in un campo di concentramento sull'isola vulcanica di Manam, dove vennero costretti a vegetare nelle condizioni più primitive. Il 26 gennaio 1944 furono trasferiti a causa dell'avvicinarsi del fronte di combattimento. Monsignor Wolf protestò senza successo poiché tre quarti dei missionari soffrivano di una grave forma di malaria e tutti erano malnutriti. La nave fu aggredita nottetempo dalla United States Air Force. I cristiani erano alloggiati sul ponte della nave da trasporto giapponese Yorishime Maru e a causa dell'attacco 27 suore, 12 fratelli laici e 7 preti morirono in pochi secondi. La maggior parte degli altri subì ferite.[9] Il vescovo Wolf morì nel campo di internamento giapponese di Hollandia il 23 febbraio 1944 a causa delle gravi ferite riportate.[10] Aveva 68 anni.

I missionari uccisi furono immediatamente sepolti vicino alla spiaggia mentre il vescovo Wolf e altri, che erano morti nel campo di Hollandia, furono sepolti nella zona boschiva. Poco dopo la fine della guerra, le truppe americane riesumarono i corpi e li trasferirono in bare di metallo a Finschhafen.[10] Nel 1947 le salme furono sepolte nel cimitero della vecchia missione di Alexishafen. In seguito in quel luogo fu eretto un monumento. Il vescovo Wolf, i cui resti vennero identificati inequivocabilmente, trovò il suo definitivo luogo di riposo nella cripta della cattedrale dello Spirito Santo di recente costruzione a Madang.[10]

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa cattolica ha incluso il vescovo Franziskus Wolf tra i testimoni della fede nel martirologio tedesco del XX secolo.

A Essen gli è intitolata la Bischof-Franz-Wolf-Straße.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Angaben zu den Eltern des Bischofs
  2. ^ (DE) Paul Steffen, Missionsbeginn in Neuguinea. Steyler Verlag, Nettetal 1995, p. 288.
  3. ^ Karl Müller: Geschichte der katholischen Kirche in Togo. Kaldenkirchen 1958.
  4. ^ (DE) Paul Steffen, Missionsbeginn in Neuguinea, Steyler Verlag, Nettetal 1995, p. 288.
  5. ^ Zu Alexishafen
  6. ^ (DE) Paul Steffen, Missionsbeginn in Neuguinea, Steyler Verlag, Nettetal 1995, pp. 192–193, 208.
  7. ^ (EN) Pacific Wrecks - Alexishafen Catholic Mission
  8. ^ (DE) Ralph Wiltgen, Aposteltod in Neuguinea. Der Tod des Bischofs Lörks und seiner Gefährten, Steyler Verlag, St. Augustin, 1966.
  9. ^ (DE) Paul Steffen, Steyler Missionare und Missionsschwestern (Gesellschaft des Göttlichen Wortes / Dienerinnen des Heiligen Geistes) in Papua Neuguinea (1941–1945), in: Helmut Moll (a cura di), Zeugen für Christus. Das deutsche Martyrologium des 20. Jahrhunderts, Schöningh, Paderborn, 6. erweiterte und neu strukturierte Auflage 2015, vol. 2, pp. 1518–1519.
  10. ^ a b c (DE) Georg Höltker, Wo in Neuguinea blieb die Leiche von Bischof Wolf? in: Neue Zeitschrift für Missionswissenschaft, Jg. 25 (1969), p. 189.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Johannes Thauren SVD: Die Missionen in Neuguinea (Apostolisches Vikariat Ost-Neuguinea und Apostolische Präfektur Mittel-Neuguinea). Verlag des Apostolischen Stuhles, Steyl 1931.
  • Anton Freitag SVD: Die Steyler Mission auf Neuguinea, ihre Katastrophe eine der größten Missionstragödien in der Missionsgeschichte. In: Ders.: Glaubenssaat in Blut und Tränen. Die Missionen der Gesellschaft des Göttlichen Wortes in Asien, Afrika, Ozeanien und Amerika am Vorabend des Zweiten Weltkrieges. Ihre Leiden und Schicksale in und nach dem Kriege. Steyler Verlagsbuchhandlung, Kaldenkirchen 1948. S. 271–309.
  • Sixta Kasbauer: Die aus großer Drangsal kommen. Aus den Kriegsjahren der Steyler Neuguinea-Mission. Missionsdruckerei, Steyl 1951.
    • Sixta Kasbauer: Tormenta sobre la mies. Misioneras Siervas del Espíritu Santo, víctimas de la Segunda Guerra Mundial en la Misión de Nueva Guinea. Misioneras Siervas del Espíritu Santo, Ed. Guadalupe, Buenos Aires 1987.
  • Karl Müller SVD: Geschichte der katholischen Kirche in Togo. Steyler Verlagsbuchhandlung, Kaldenkirchen 1958.
    • Karl Müller: Histoire de l'Église catholique au Togo. Saint Maurice, Valais / Éditions libraire Bon Pasteur, Lomé 1968. Traduit de l'allemand et adapté par Georges Athanasiadès.
  • Fritz Bornemann (Hg.): Geschichte unserer Gesellschaft (= Analecta SVD 54-2). Rom 1981. Darin S. 382–397: Papua Neuguinea.
  • Theo Aerts (Hg.): The martyrs of Papua New Guinea: 333 missionary lives lost during World War II. University of Papua New Guinea Press, Port Moresby 1994. ISBN 9980-84-053-6.
  • Paul Steffen: Missionsbeginn in Neuguinea. Die Anfänge der Rheinischen, Neuendettelsauer und Steyler Missionsarbeit in Neuguinea (= Studia Instituti Missiologici, Bd. 61). Steyler Verlag, Nettetal 1995. ISBN 3-8050-0351-X.
  • John Garrett: Where nets were cast. Christianity in Oceania since World War II. University of the South Pacific, Suva 1997. ISBN 982-02-0121-7. Darin S. 12–15: Catholic Divine Word Mission (SVD), mit ausführlichen Angaben zum Tod der deutschen Bischöfe Wolf und Lörks (in Englisch).
  • Frank Mihalik: Readings in PNG Mission History. A chronicle of SVD and SSpS mission involvement on mainland New Guinea between 1946 and 1996. Divine Word University Press, Madang 1999. ISBN 0-86935-063-3. Darin S. 40, 42, 168, 201, 213, 215, 258.
  • Paul Steffen: Die katholischen Missionen in Deutsch-Neuguinea. In: Hermann Joseph Hiery (Hg.): Die deutsche Südsee, 1884–1914. Ein Handbuch. Schöningh, Paderborn, 2., durchgesehene und verbesserte Aufl. 2002. ISBN 3-506-73912-3. S. 343–383.
  • Paul Steffen: Wolf, Franz SVD (1876–1944). Steyler Togo- und Neuguineamissionar und Missionsbischof. In: Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon (BBKL), Bd. 34 (2013). ISBN 978-3-88309-766-4. Sp. 1549–1557.
  • Paul Steffen: Steyler Missionare und Missionsschwestern (Gesellschaft des Göttlichen Wortes / Dienerinnen des Heiligen Geistes) in Papua Neuguinea (1941–1945). In: Helmut Moll (Hg.): Zeugen für Christus. Das deutsche Martyrologium des 20. Jahrhunderts. Schöningh, Paderborn, 6. erweiterte und neu strukturierte Auflage 2015. ISBN 978-3-506-78080-5. Bd. 2, S. 1518–1519.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Biblo Successore
Bernabé García Cezón, O.P. 16 marzo 1914 - 23 febbraio 1944 Ferdinando Fulgenzio Pasini, O.F.M.
Predecessore Vicario apostolico del Togo Successore
- 16 marzo 1914 - gennaio 1921 Jean-Marie Cessou, S.M.A.
Predecessore Vicario apostolico della Nuova Guinea Orientale Successore
Andrea Puff, S.V.D.
(amministratore apostolico)
24 novembre 1922 - 23 febbraio 1944 Guglielmo van Baar, S.V.D.
(amministratore apostolico)
Predecessore Amministratore apostolico della Nuova Guinea Centrale Successore
Teodosio Heikenrath, SS.CC. 1923 - 1928 Joseph Lörks, S.V.D.
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