Domenico Piola

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Volta della Sala dell'Autunno, Genova, Palazzo Rosso

Domenico Piola (Genova, 1627Genova, 8 aprile 1703) è stato un pittore italiano, tra i principali esponenti del barocco genovese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del mercante tessile Paolo Battista, Domenico era fratello dei pittori Pellegro (1617 - 1640) e Giovanni Andrea. Suoi zii paterni erano Giovanni Gregorio e Pier Francesco, anch'essi pittori.

Inizialmente fu apprendista nella bottega del fratello Pellegro, e alla morte di quest'ultimo si trasferì nella bottega di Giovanni Domenico Cappellino. Nel 1643 fu a Roma, probabilmente per studiare i maestri del passato[1].

Carro del Sole, Genova, Palazzo Rosso

Strinse amicizia con il maggiore artista genovese dell'epoca, Valerio Castello, del quale sarebbe divenuto successore nel campo delle grandi imprese decorative a Genova. Fra le sue prime importanti commissioni vi furono: nel 1647 il Martirio e gloria di san Giacomo per l’oratorio di San Giacomo della Marina a Genova, l'Ultima Cena (Albenga, Museo diocesano) e il celebre Carro del Sole (Genova, Musei di strada Nuova, Palazzo Rosso), dove è evidente l'ispirazione all'emiliano Giulio Cesare Procaccini[2].

Agli anni cinquanta del Seicento risalgono la decorazione della cappella del Crocifisso nella chiesa di San Domenico, la Natività per la chiesa di San Francesco a Recco, la Madonna e san Simone Stock della chiesa di Nostra Signora del Carmine a Genova dipinta in occasione della peste del 1657. Come frescante realizzò nella volta della chiesa di Santa Marta l'Adorazione dei pastori e nella villa di Giovanni Battista Balbi allo Zerbino, i soffitti di quattro salotti a tema mitologico.

Sposatosi con Maddalena Virzi, ebbe da lei 8 figli, Anton Maria, Paolo Gerolamo, Giovanni Battista, che seguirono le orme paterne, Andrea, divenuto religioso, e altre tre figlie, di cui Margherita sposò il pittore Gregorio De Ferrari, e un'altra una sposò lo scultore Anton Domenico Parodi.[3]

Impegnato con Valerio Castello nella vasta decorazione delle sale di palazzo Balbi Senarega, all'improvvisa morte di quest'ultimo (1659) ne ereditò i cantieri, divenendo titolare della più affermata botega pittorica a Genova e il maggior interprete delle grandi imprese decorative genovesi della seconda metà del XVII secolo; i Doria, gli Spinola, i Balbi e tutte le importanti famiglie della città si rivolgevano alla sua bottega per ornare i loro palazzi con le storie di eroi classici, di imperatori antichi, e allegorie mistiche per celebrare le virtù dei committenti, e per le maggiori commissioni religiose delle chiese e dei conventi della città. In collaborazione con Paolo Brozzi, quadraturista bolognese affrescatore esperto nella realizzazione di finte architetture, con cui aveva già collaborato nella Sala di Apollo per Francesco Maria Balbi, decorò il salone principale del Palazzo di Pantaleo Spinola con L'offerta a Giove delle chiavi del tempio di Giano, e nel 1666, iniziò la decorazione della Chiesa dei Santi Gerolamo e Francesco Saverio del collegio dei Gesuiti a Genova[4]. Per il principe Giovanni Andrea Doria eseguì tre dipinti raffiguranti l'Allegoria per il matrimonio Doria-Pamphilj (Genova, palazzo del Principe), per i protettori del Banco di San Giorgio la pala con la Madonna Regina di Genova con Gesù Bambino e san Giorgio per il banco stesso.

Nel 1672 tenne a battesimo il figlio dello scultore Filippo Parodi, Domenico, con i quali avrebbe in seguito collaborato per numerose opere scultoree e pittoriche. Il suo laboratorio, detta "Casa Piola", in salita San Leonardo, divenne la bottega artistica più importante della città[2].

Immacolata concezione, Basilica dell'Annunciata del Vastato

Numerosi furono i frontespizi di opere prestigiose da lui disegnati per l'incisione: il testo di Soprani, La vite de’ pittori, scoltori et architetti genovesi, l’Historia dell’augusta città di Torino di Tesauro, la Vita mirabile o sia varietà de successi spirituali osservate nella vita della B. Caterina, ecc.

Per Giovanni Francesco Brignole-Sale è autore della decorazione delle volte delle sale del piano nobile di Palazzo Rosso con Gregorio de Ferrari: sono di sua mano i salotti dell'Autunno e dell'Inverno. Nel Palazzo di Gio Battista Centurione dipinge l’affresco con Bacco e Arianna.

Nel 1690 è autore della decorazione a fresco che ricopre interamente l'interno della Chiesa di san Luca, parrocchia gentilizia delle famiglie Spinola e Grimaldi, in collaborazione con il quadriturista Anton Maria Haffner: l'Incoronazione della Vergine (Cupola), le Storie di S.Luca (Coro). Qui dipinge anche la statua lignea del Cristo Deposto di Filippo Parodi.

Secondo il Ratti[5], Domenico Piola morì l'8 aprile 1703 morì mentre stava lavorando alla pala raffigurante San Luigi Gonzaga in adorazione dell’ostia per la chiesa dei Ss. Gerolamo e Francesco Saverio e fu sepolto nella tomba di famiglia entro la chiesa di S. Andrea.

Collaborarono col Piola il cognato Stefano Camogli[6], i figli Paolo Gerolamo e Anton Maria, il genero Gregorio De Ferrari e i quadraturisti e stuccatori bolognesi Enrico e Antonio Haffner.

Opere (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E. Gavazza, Roma. Genova: appunti per una vicenda di cultura artistica tra Sei e Settecento, in La cappella dei signori Franzoni magnificamente architettata. Alessandro Algardi, Domenico Guidi e uno spazio del Seicento genovese, a cura di M. Bruno - D. Sanguineti, Genova 2013, pp. 7-9.
  2. ^ a b PIOLA, di Daniele Sanguineti - Treccanio, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 84 (2015)
  3. ^ Zanolla, p.16.
  4. ^ Realtà e illusione nell'architettura dipinta, Fauzia Farneti, Deanna Lenzi, Alinea Editrice, 2006, p. 167
  5. ^ C.G. Ratti, Delle vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova 1769, p. 47.
  6. ^ Domenico Piola 1628-1703. Percorsi di pittura barocca, catalogo della mostra a cura di D. Saguineti, Sagep, Genova , 2017

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jane Turner (a cura di), The Dictionary of Art. 24, pp. 835-837. New York, Grove, 1996. ISBN 1-884446-00-0
  • Virgilio Zanolla, Pellegro Piola, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1993.

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