Bruncu Spina

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Bruncu Spina
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Sardegna
Provincia  Nuoro
Altezza1 829 m s.l.m.
Prominenza178 m
Isolamento3,66 km
CatenaMassiccio del Gennargentu
Coordinate40°00′56.72″N 9°18′14.29″E / 40.015754°N 9.303969°E40.015754; 9.303969
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Sardegna
Bruncu Spina
Bruncu Spina

Il Bruncu Spina, con i suoi 1.829 metri è la seconda vetta più elevata della Sardegna dopo punta La Marmora[1]. Si trova nel massiccio del Gennargentu, in provincia di Nuoro, nel territorio amministrativo dei comuni di Villagrande Strisaili e Desulo. La porzione territoriale in capo al comune di Villagrande Strisaili è stata concessa in enfiteusi perpetua al comune di Fonni[2].

Sulla cima della montagna si trovava un osservatorio astronomico, attualmente ridotto allo stato di rudere[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Origine e significato del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo in sardo può essere tradotto con l'espressione in lingua italiana "cima del cardo". Tale denominazione è riconducibile alla presenza, sulla montagna, di specie erbacee appartenenti alla famiglia della Asteraceae. Secondo altri (Massimo Pittau - Toponimi della Sardegna meridionale) il toponimo significa "cima della spina" e fa riferimento alla Prunus prostrata che vi vegeta.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Le precipitazioni sono concentrate nei mesi autunnali, invernali e primaverili[4]. Durante la stagione invernale si verificano frequenti precipitazioni nevose, ogni anno si superano i due metri di neve e in alcuni punti, grazie ai venti, si accumulano nevai di svariati metri (durano nevai fino a maggio/giugno). I mesi di gennaio e febbraio sono quelli in cui si verificano le nevicate più copiose, con forti nevicate anche in marzo (01/03/2016, 70 cm di neve) e aprile[5].

Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista floristico-vegetazionale le pendici della montagna si presentano ricoperte da formazioni a macchia bassa che sono il risultato dei processi di degradazione della vegetazione originaria a causa del pascolo eccessivo e dell'uso indiscriminato del fuoco come strumento per ottenere nuove superfici utili all'allevamento[6]. Le formazioni boschive a leccio (Quercus ilex) possono essere ritrovate a altitudini inferiori 1.400 metri mentre la roverella (Quercus pubescens) si ritrova in piccoli gruppi isolati e radi, in associazione al ginepro rosso (Juniperus oxycedrus). Ad altitudini superiori si ritrovano popolamenti dominati da specie arbustive che assumono un portamento strisciante per via delle condizioni climatiche non favorevoli. Le specie maggiormente rappresentate sono la radica (Erica arborea), la ginestra di Corsica (Genista corsica), il ginepro nano (Juniperus nana), il timo (Thymus herba-barona) e la crespolina maggiore (Santolina insularis). Nelle vallate le sponde dei torrenti sono caratterizzate dalle foreste a galleria formate da ontano nero (Alnus glutinosa)[4]. Va inoltre segnalata la presenza della rara Lamyropsis microcephala, specie endemica della Sardegna. Vegeta sulle pendici del Bruncu Spina, in un areale stimato di circa 100 [7].

La fauna e rappresentata da uccelli quali l'aquila reale (Aquila chrysaetos), l'aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus), il nibbio reale (Milvus milvus) ed il grifone (Gyps fulvus). I mammiferi sono invece rappresentati dal cinghiale (Sus scrofa), dalla volpe (Vulpes vulpes ichnusae), dalla martora (Martes martes) e dal gatto selvatico (Felis lybica sarda)[8].

Sci[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Comprensorio sciistico Bruncu Spina.

Sulle pendici della montagna è possibile praticare lo sci. Lungo il versante di Fonni (Separadorgiu) è installato un impianto di risalita dotato di uno skilift mentre, sul versante di Desulo (s'Arena) è invece installato un tapis roulant lungo 300 metri. La stagione sciistica normalmente dura 2-3 mesi (da dicembre a marzo) e richiama diverse migliaia di persone.

Escursionismo[modifica | modifica wikitesto]

La vetta del Bruncu Spina può essere raggiunta percorrendo alcuni sentieri escursionistici, curati dall'Ente Foreste della Sardegna. Lungo il tragitto si trovano diversi punti panoramici ed aree attrezzate per la sosta. I percorsi attraverso i quali è possibile raggiungere la cima sono:

  • Gennargentu T-721 - Percorrendo questo sentiero è possibile giungere fino alla Punta La Marmora, seguendo il Sentiero Italia con il quale si interseca. Lungo il sentiero si trovano delle aree di sosta e dei punti di ristoro, nonché un rifugio montano. La lunghezza del percorso è di 5,3 km per un dislivello di 149 metri, percorribili mediamente in un'ora e mezzo[9];
  • Arcu Artilai - Bruncu Spina T-721A - Il percorso conduce al Bruncu Spina, fino alla quota 1829, imboccando una deviazione lungo il sentiero Gennargentu T-721. Si sviluppa per circa 800 metri, con un dislivello di 168 metri, percorribile in circa trenta minuti. Lungo il tragitto si trovano aree di sosta, punti di ristoro ed un rifugio montano[10];

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ignazio Camarda (1988), p.269.
  2. ^ Monte Novu, su comune-fonni.it. URL consultato il 16 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2010).
  3. ^ (EN) André Heck, Italy, in StarGuides Plus: a world-wide directory of organizations in astronomy and related space sciences, Dordrecht, Kluwer Academic Publishers, 2004, pp. p.327, ISBN 978-1-4020-1926-5. URL consultato il 29 ottobre 2010.
  4. ^ a b Monte Novu sul sito SardegnaForeste, su sardegnaambiente.it. URL consultato il 29 ottobre 2010.
  5. ^ Piero Angelo Chessa, Alessandro Delitala, 7. La neve, in Il clima della Sardegna, Sassari, Chiarella, 1997, pp. 17-20, ISBN non esistente. URL consultato il 18 ottobre 2010.
  6. ^ Ignazio Camarda (1993), p.280.
  7. ^ (EN) Lamyropsis microcephala, su Top 50 Campaign Mediterranean Island Plants, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources. URL consultato il 28 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2013).
  8. ^ Massiccio del Gennargentu, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 29 ottobre 2010.
  9. ^ Sentiero Gennargentu T-721, su sardegnaambiente.it. URL consultato il 29 ottobre 2010.
  10. ^ Sentiero Arcu Artilai - Bruncu Spina T-721A, su sardegnaambiente.it. URL consultato il 29 ottobre 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ignazio Camarda; Andrea Cossu (a cura di), Capitolo 11. Area culminale del Gennargentu (PDF), in Biotopi di Sardegna. Guida a dodici aree di rilevante interesse botanico, Sassari, Carlo Delfino Editore, 1988, pp. 267-286, ISBN non esistente.
  • Ignazio Camarda (a cura di), Montagne di Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1993, ISBN 88-7138-072-X.
  • Mirta Morandini, Salvatore Cuccuru, I monti del Gennargentu (PDF), in Cascate e gole in Sardegna, Cagliari, GEOS, 1999, ISBN non esistente. URL consultato il 29 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2012).

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