Biancaneve - E vissero felici e contenti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Biancaneve - E vissero felici e contenti
Biancaneve in una scena del film
Titolo originaleHappily Ever After - Snow White's Greatest Adventure
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1989
Durata75 min
Genereanimazione
RegiaJohn Howley
SoggettoJacob Grimm e Wilhelm Grimm (fiaba)
SceneggiaturaMartha Moran, Robby London
ProduttoreLou Scheimer, Milton Verret
Produttore esecutivoErika Scheimer, Robby London
Casa di produzioneFilmation
Distribuzione in italianoCecchi Gori Group
MontaggioJoe Gall, Jeffrey C. Patch, Rick Gehr
MusicheFrank Becker
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

Biancaneve - E vissero felici e contenti (Happily Ever After - Snow White's Greatest Adventure) è un film musicale d'animazione del 1989 diretto da John Howley e prodotto dalla Filmation.

La storia è una continuazione della fiaba Biancaneve dei fratelli Grimm. Biancaneve e il principe sono tuttavia gli unici personaggi della fiaba originale a comparire anche nel film. La pellicola è scollegata dallo speciale natalizio Buon Natale Biancaneve, precedentemente prodotto dalla Filmation.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La principessa Biancaneve e il suo amato Principe si preparano a sposarsi dopo la vittoria sulla regina cattiva, matrigna di Biancaneve. Il malefico stregone Lord Malizia fa visita a sua sorella, la regina cattiva, ma arrivato al castello apprende la sua morte dallo specchio magico e dai servitori animali della regina, tra cui il gufo Sgrufo e il pipistrello Pipsy. Infuriato, lo stregone giura vendetta. Il giorno dopo, Biancaneve e il Principe vanno ad invitare i Sette Nani alle loro nozze, e si fermano su un prato a raccogliere fiori, quando vengono attaccati da Malizia trasformato in un uccellaccio. Lo stregone cattura il Principe, mentre Biancaneve riesce a fuggire nel bosco e raggiunge la casetta dei Sette Nani, dove incontra le loro cugine, le Sette Nane: Fangosa, Radiosa, Bocciola, Marina, Selvaggia, Lunella e Fulminella. Biancaneve scopre anche che adesso nella casetta i Nani non ci vivono più, hanno aperto una miniera nuova e si sono trasferiti. Per aiutare Biancaneve le Nane decidono di portarla da Madre Natura.

Arrivate da Madre Natura, quest'ultima rimprovera Fulminella per non essere in grado di padroneggiare correttamente i suoi poteri, accusa anche le altre Nane di usare impropriamente i loro poteri e le minaccia di portarglieli via come punizione. Il gruppo viene attaccato a sorpresa da Lord Malizia, ma Madre Natura gli spara un fulmine, facendolo tornare alla sua forma umana. Prima di andarsene, Malizia informa Biancaneve che il principe è prigioniero nel suo castello. Biancaneve e le Nane si recano al castello di Malizia nel Regno della Cattiva Sorte, incontrando lungo la strada l'Uomo ombra, uno strano umanoide ammantato. Malizia manda i suoi lupi contro Biancaneve e le Nane, che riescono a sconfiggerli con l'aiuto dell'Uomo Ombra.

Malizia si tramuta nuovamente in uccellaccio e riesce finalmente a catturare Biancaneve e a portarla nel suo castello. Le Nane si intrufolano nel castello e respingono gli scagnozzi di Malizia, inclusi Sgrufo e Pipsy. Intanto, Biancaneve si riunisce con il Principe, che inizia a comportarsi in modo strano e la conduce attraverso un passaggio segreto per scappare. Biancaneve capisce che in realtà quel Principe è Lord Malizia trasformato. Lo stregone tenta di gettare un mantello magico su Biancaneve per pietrificarla, ma viene attaccato dall'Uomo Ombra, che però viene sopraffatto e apparentemente ucciso da Malizia.

Mentre tenta nuovamente di pietrificare Biancaneve, Malizia viene attaccato dalle Sette Nane, che sembrano avere la meglio, finché non vengono pietrificate da lui. L'unica a salvarsi è Fulminella, che finalmente riprende il controllo dei suoi poteri e salva Biancaneve. Biancaneve, con l'aiuto di Fulminella, riesce a sconfiggere Lord Malizia gettandogli addosso il mantello e pietrificandolo nel mezzo della transizione tra la sua forma umana e quella di uccellaccio. Le Nane tornano alla normalità mentre Biancaneve piange l'Uomo Ombra, credendo di aver perso sia lui che il Principe. All'improvviso, l'Uomo Ombra si trasforma nel Principe e si risveglia. Il Principe rivela a Biancaneve che Malizia gli aveva lanciato un incantesimo e che ha continuato a vegliare su di lei durante il suo viaggio. Poi Biancaneve e il suo Principe sono pronti per il loro matrimonio, e Biancaneve vuole che al loro matrimonio vengano le Sette Nane e anche i Sette Nani.

Madre Natura permette alle Sette Nane di andare alle nozze di Biancaneve, e quando torneranno riprenderanno le loro vecchie mansioni. Infine, Madre Natura accoglie Sgrufo e Pipsy, diventati buoni, come suoi nuovi apprendisti.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film entrò in produzione nel 1986[1] e fu realizzato nell'estate del 1987, durante la quale la Disney restaurò e ridistribuì sul grande schermo il suo Biancaneve e i sette nani, pubblicizzandolo ampiamente anche sulle riviste del gruppo, come Topolino. La pellicola venne completata nel 1988.[2]

Ai personaggi prestarono la voce attori di grido come Irene Cara (nel ruolo di Biancaneve, in uno dei primi casi di color-blind casting), Edward Asner, Zsa Zsa Gábor, Tracey Ullman, Malcolm McDowell.

Alcuni dei titoli inizialmente scelti per il film erano: Snow White and the Realm of Doom, Snow White in the Land of Doom e Snow White and the Seven Dwarfelles. La Disney costrinse tuttavia la Filmation a mutarlo in Happily Ever After - Snow White's Greatest Adventure, lasciando il nome della protagonista nel sottotitolo per non dare l'idea che si trattasse di un seguito del lungometraggio Disney. I sette nani vennero inoltre sostituiti dalle loro cugine, così da non dover creare delle "copie" dei nani della Disney, che avrebbero molto probabilmente deluso le aspettative del pubblico.[3] Alcuni dei gadget per il film vennero comunque rilasciati sotto il titolo di Snow White in the Land of Doom.

Filmation aveva precedentemente pensato di creare una serie di sequel dei Classici Disney, ma solo questo film e I sogni di Pinocchio del 1987 furono completati.

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. The Baddest (musica di Ashley Hall, con testo di Stephanie Tyrell) - interprete: Edward Asner
  2. Thunderella's Song (musica di Richard Kerr, con testo di Stephanie Tyrell) - interprete: Tracey Ullman
  3. Mother Nature's Song (musica di Barry Mann, con testo di Stephanie Tyrell) - interprete: Phyllis Diller
  4. Love is the Reason (musica e testo di John Lewis Parker) - interprete: Irene Cara

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Diverse concause ritardarono l'uscita del film. Debuttò nelle Filippine il 30 giugno 1989 con il titolo Snow White: The Adventure Continues.[4] Negli USA sarebbe dovuto uscire nel giugno 1990.[1] Ma a causa di diverse controversie legali legate sia alla casa di distribuzione che alla Disney, la pellicola arrivò nei cinema statunitensi solo il 28 maggio 1993 per la First National, in concomitanza con l'ottava redistribuzione cinematografica del lungometraggio Disney.[2] Nelle sale italiane il film arriva il 10 novembre 1989 distribuito da Cecchi Gori Group.[5]

Date di uscita[modifica | modifica wikitesto]

Le date di uscita internazionali sono state:

Edizione italiana[modifica | modifica wikitesto]

L'edizione italiana è doppiata da CDC sotto la direzione di Flaminia Jandolo e con dialoghi di Alberto Piferi. Le canzoni vennero lasciate in inglese sottotitolate, mentre Love is the Reason fu lasciata in versione strumentale.

Edizioni home video[modifica | modifica wikitesto]

Negli Stati Uniti il film fu edito in VHS e in Laserdisc per la Worldvision. Successivamente è stato distribuito in DVD dalla 20th Century Fox Home Entertainment in un'edizione censurata, nella quale alcune fugaci scene di violenza sono state goffamente "mascherate" tramite dei fermo immagine, degli zoom, o reinserendo scene tratte da altre parti del film.

In Italia Cecchi Gori distribuì il film anche in VHS nel 1990 tramite RCS Films & TV; mentre in DVD è stato distribuito da Memory Technology sotto vari nomi, e da Quadrifoglio, nella versione Fox censurata.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

La critica non diede un giudizio favorevole sul film, lamentando la trama dozzinale e l'animazione quasi amatoriale. La domanda principale era se il film fosse tecnicamente un seguito del lungometraggio Disney o no. Nel tentativo di salvare la pellicola, la distribuzione commercializzò anche una linea di bambole e giocattoli prodotti dall'azienda Lucky Bell ritraenti i personaggi del film, alcuni dei quali furono distribuiti gratuitamente da McDonald's con l'Happy Meal. Nel 1991 era anche stata pianificata l'uscita di un videogioco per Nintendo Entertainment System, che rimase però inedito. Una nuova versione per Super Nintendo venne finalmente rilasciata un anno dopo l'uscita del film. Ma in fin dei conti, Happily Ever After fu scarsamente apprezzato anche dal pubblico, con un incasso al botteghino di soli 3.299.382 dollari.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Douglas L. McCall, Film Cartoons: A Guide to 20th Century American Animated Features and Shorts, McFarland, 11 settembre 2015, ISBN 978-1-4766-0966-9. URL consultato il 6 luglio 2022.
  2. ^ a b (EN) Facebook, Twitter, Show more sharing options, Facebook, Twitter, LinkedIn, Someday the Film Will Come, su Los Angeles Times, 17 maggio 1993. URL consultato il 2 luglio 2022.
  3. ^ (EN) Non-Disney 'Snow White' Sequel Has Unhappy Box-Office Opening, su AP NEWS. URL consultato il 2 luglio 2022.
  4. ^ Manila Standard - Google News Archive Search, su news.google.com. URL consultato il 27 giugno 2022.
  5. ^ l'Unità, 10 novembre 1989, p. 22. URL consultato il 4 maggio 2024.
  6. ^ AFI|Catalog, su catalog.afi.com. URL consultato il 2 luglio 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]