Beng Mealea

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Beng Mealea
Prasat Beng Mealea
Beng Mealea
CiviltàImpero Khmer
UtilizzoTempio
StileImpero Khmer
Localizzazione
StatoBandiera della Cambogia Cambogia
ComuneAngkor
Dimensioni
Superficie27,512
896,875 
Amministrazione
PatrimonioCandidato alla lista dei patrimoni dell'umanità
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 13°28′35″N 104°14′18″E / 13.476389°N 104.238333°E13.476389; 104.238333

Beng Mealea (in lingua khmer:ប្រាសាទបឹងមាលា, Prasat Beng Mealea) è un tempio nello stesso stile di Angkor Wat, che si trova 40 km in linea d'aria ad est del gruppo principale di Angkor, in Cambogia.

Il tempio[modifica | modifica wikitesto]

Pianta di Beng Mealea, da un disegno di D'apres Leon de Beylie (1849-1910). In rosso il percorso parzialmente attrezzato utilizzato di solito per visitare il tempio.

Il suo nome attuale significa "stagno del loto"[1]. Si trova sull'antica strada reale che conduceva al Preah Khan Kompong Svay, attualmente percorribile solo con moltà difficoltà da esperti[2]. Dista un'ottantina di km di strada da Siem Reap e il suo raggiungimento è stato facilitato dalla risistemazione delle strade a partire dal 2005, a seguito di un'iniziativa privata volta allo sfruttamento turistico del complesso di Koh Ker[3].

Beng Mealea è un tempio induista dedicato a Visnù, ma vi si trovano scolpiti anche alcuni motivi buddisti[1]. Non se ne conosce la storia, ma dallo stile architettonico e scultoreo identico a quello di Angkor Wat gli studiosi hanno attribuito la sua costruzione al regno di Suryavarman II, nella prima metà del XII secolo. Le dimensioni del complesso sono molto inferiori a quelle di Angkor Wat: la galleria che costituisce la recinzione più esterna misura 181m per 152m[4], il che lo situa comunque tra i maggiori templi angkoriani. Si trovava inoltre al centro di una città racchiusa da un fossato di ben 1025 m per 875 m, ampio 45 metri.

Il materiale principalmente usato è l'arenaria. Beng Mealea dista circa 7 km in linea d'aria da Phnom Kulen, dove si trovavano le cave d'arenaria utilizzate per la costruzione di Ankgor, ed è probabile che vi transitassero i materiali da costruzione, trasportati per vie d'acqua canalizzate all'uopo[1]. Attualmente il tempio è in pessimo stato di conservazione, non essendo stato sottoposto a restauri estesi né ripulito dalla vegetazione, ma questo garantisce qualche emozione in più nella visita. Già dalla sua scoperta, la qualità delle decorazioni e dell'architettura hanno attirato l'attenzione degli studiosi francesi, che gli hanno dedicato diversi studi[5][6][7].

Beng Mealea è orientato ad est, ma ha entrate in corrispondenza di tutti e quattro i punti cardinali ed attualmente si approccia dal lato sud, che tra l'altro presenta costruzioni aggiuntive tra il recinto più esterno e quello mediano. Il progetto del complesso è costituito di base da tre gallerie concentriche, unite da chiostri cruciformi, come nell'Angkor Wat, ma a differenza di questo ha un solo livello, non presenta cioè i livelli sovrapposti caratteristici dei templi-montagna.

Edifici secondari, noti come "biblioteche", giacciono ad entrambi i lati della strada sopraelevata principale che lo attraversa da est a ovest, ornata ai lati da balaustrate nagā. Architravi e frontoni riportano raffigurazioni di scene della mitologia induista, come l'agitazione dell'Oceano di Latte e il sorgere di Visnù dall'uccello divino Garuḍa.

Status UNESCO[modifica | modifica wikitesto]

Il sito è stato proposto come candidato alla lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO il 1º settembre 1992, nella categoria culturale[8].

Beng Mealea

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Freeman & Jacques, 2006, pp.220-223.
  2. ^ Ray, Nick. Cambogia. Lonely Planet. 2006 (5ª ed.italiana)
  3. ^ (EN) Ancient capital of Koh Ker [collegamento interrotto] (abstract), in The Phnom Penh Post, 16 ottobre 2008. URL consultato il 18 ottobre 2009.
  4. ^ Rooney, 2005, pp.255-258.
  5. ^ (FR) Jean de Mecquenem, Les bâtiments annexes de Bĕn Mãlã, in BEFEO, vol. 13, 1913, pp. 1-22, ISSN 0336-1519 (WC · ACNP).
  6. ^ (FR) George Coedès, Note sur l'iconographie de Bĕn Mãlã, in BEFEO, vol. 13, 1913, pp. 23-28, ISSN 0336-1519 (WC · ACNP).
  7. ^ (FR) Jean Boisselier, Bĕn Mãlã et la chronologie des monuments du style d'Ankor Vat, in BEFEO, vol. 46, 1952, pp. 187-226, ISSN 0336-1519 (WC · ACNP).
  8. ^ Ensemble de Beng Mealea - UNESCO World Heritage Centre

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) (EN) Michael Freeman, Jacques, Claude, Ancient Angkor, River Books, 2006, ISBN 974-8225-27-5.
  • (EN) Dawn F. Rooney, Angkor: Cambodia's wondrous khmer temples, 5ª ed., Odissey, 2005, ISBN 978-962-217-727-7.

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