Amilcare Dallagherarda

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Amilcare Dallagherarda, noto anche con lo pseudonimo di Bleki (Borgo San Donnino, 27 settembre 1923Castelletto di Fidenza, 13 novembre 1944), è stato un partigiano italiano insignito della Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.

Cippo posto sul luogo in cui furono uccisi "Bleki" e "Condor"

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Amilcare Dallagherarda "Bleki" partecipò alla lotta di resistenza come partigiano nel distaccamento "Barabaschi" della 31ª Brigata Garibaldi "Forni" che operava nel territorio parmense, principalmente sulla Via Emilia, che era una fondamentale arteria di comunicazione e rifornimento della Linea gotica.[1]

Morì insieme al compagno Fausto Fornaciari "Condor" durante un'azione di assalto ad una colonna tedesca sulla strada che collega Fidenza a Soragna presso Castelletto di Chiusa Ferranda a soli 21 anni.[1]

Gli fu conferita dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga[1] la Medaglia d'argento al valor militare alla memoria con Decreto Presidenziale del 6 agosto 1985.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«In un’azione di pattugliamento condotta con un compagno, imbattutosi in un’autocolonna tedesca, non esitava ad aprire il fuoco. Circondato e sopraffatto, rifiutava di arrendersi. Infine si prodigava nel soccorrere il compagno colpito a morte, cadendo egli stesso nel disperato tentativo di portarlo in salvo.»
— Castelletto di Fidenza, 13 novembre 1944[1][2]

Riconoscimenti e dediche[modifica | modifica wikitesto]

  • Ad Amilcare Dallagherarda è intitolata una via della città di Fidenza.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Amilcare Dallagherarda, in Donne e Uomini della Resistenza, ANPI (archiviato il 26 settembre 2023).
  2. ^ Gazzetta di Parma, 23 aprile 1986, pag. 20

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Amos Aimi, Aldo Copelli, Fidenza nella Resistenza, Piacenza, Grafiche Lama, 1984.
  • Amos Aimi, Storia di Fidenza, Parma, Battei, 2003.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]