Akechi Mitsuhide

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Akechi Mitsuhide

Akechi Mitsuhide[1], 明智 光秀? (Mino, 10 marzo 1528Shimamoto, 2 luglio 1582), è stato un generale giapponese.

Fu leader del clan Akechi e uno dei più importanti generali al servizio del daimyō Oda Nobunaga, di cui causò la morte. Viene ricordato come "il traditore più famoso nella storia del Giappone".

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'ascesa[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nella provincia di Mino, fu un amante della poesia e del cha no yu[2], e compì le sue prime imprese militari al servizio di Ashikaga Yoshiaki e Asakura Yoshikage. Mitsuhide iniziò a servire Oda Nobunaga nel 1566 dopo la conquista da parte di quest'ultimo della provincia di Mino; nel 1571, in qualità di suo vassallo, ricevette in feudo il territorio di Sakamoto (con rendite pari a 100.000 koku)[3].

Ben presto divenne uno dei più fidati uomini di Nobunaga e ricevette l'incarico di pacificare la regione di Tamba e porla sotto al controllo del suo signore; le sue campagne militari contro i clan locali ebbero successo e una volta conquistato il territorio ricevette come ricompensa il castello di Kamiyama situato proprio in quella regione e divenne il governatore della provincia di Hyūga[2].

Il tradimento[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1579 conquistò il castello di Yakami appartenente a Hatano Hideharu e negoziò con lui i termini per la pacificazione, tuttavia Nobunaga disattese gli accordi presi dal suo vassallo e fece giustiziare Hideharu. Questo gesto fu avvertito come una grave offesa dal clan Hatano, che si vendicò nei confronti di Mitsuhide uccidendone la madre, che era stata inviata come ostaggio durante le trattative[4]. Questo fu probabilmente uno dei motivi che portarono al tradimento nei confronti di Nobunaga: il 21 giugno 1582 Nobunaga si rifugiò nell'Honnō-ji, un tempio di Kyoto, per sfuggire al tentativo di colpo di Stato di Mitsuhide e quest'ultimo appiccò le fiamme all'edificio. Non si sa con certezza se Nobunaga morì a causa dell'incendio o se fece in tempo a compiere seppuku prima di essere sopraffatto dal fuoco[5].

Quando si diffuse la notizia della morte di Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu radunarono i propri eserciti e si misero all'inseguimento di Mitsuhide con l'intento dichiarato di vendicare Nobunaga, ma in realtà con lo scopo di diventarne il successore. Hideyoshi fu il primo a trovarlo e lo sconfisse nella battaglia di Yamazaki, durante la quale Mitsuhide fu ucciso da un bandito chiamato Nakamura Chōbei[6]. Per le circostanze della sua morte venne soprannominato Jūsan-kobū (it: Shōgun dei tredici giorni)[2].

Secondo una teoria Mitsuhide non perse la vita nella battaglia di Yamazaki, riuscendo invece a salvarsi e a cominciare una nuova vita come monaco con il nome di Nankobo Tenkai.[senza fonte]

Riferimenti nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Il personaggio di Akechi Mitsuhide, per la sua figura ambigua e difficilmente collocabile, è stato più volte citato all'interno di opere narrative, cinematografiche e in alcuni videogiochi.

Una delle rappresentazioni più note lo vede come uno dei protagonisti della saga videoludica Samurai Warriors. Nel corso dei vari titoli viene analizzato il suo profilo psicologico, diviso tra i suoi doveri di samurai e la conseguente fedeltà al suo signore e i propri ideali di pace e giustizia. Il tradimento, secondo gli sceneggiatori, fu dovuto alla perdita di fiducia da parte di Mitsuhide nei confronti di Oda Nobunaga, di cui aveva preso a deprecare i metodi sanguinari con i quali portava avanti la sua causa. Mitsuhide compare come personaggio rilevante anche nei videogiochi Pokémon + Nobunaga's Ambition e Devil Kings (nome occidentale di Sengoku Basara), oltre che del suo seguito Sengoku BASARA: Samurai Heroes.

Nel fumetto Billy Bat di Naoki Urasawa, Mitsuhide viene avvicinato dal pipistrello nero, motivo per il quale probabilmente verrà spinto a tradire Oda.

Compare anche nell'ultimo episodio dell'anime Drifters, profilandosi come acerrimo nemico del protagonista Oda Nobunaga.

Viene interpretato da Hidetoshi Nishijima nel film del 2023 Kubi dedicato all'incidente di Honnō-ji.

Nel terzo capitolo della saga videoludica di Onimusha della Capcom, Akechi Mitsuhide è lo zio del protagonista Samanosuke Akechi, prescelto dal clan Oni per sconfiggere Oda Nobunaga, reincarnazione del Re degli Inferi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per i biografati giapponesi nati prima del periodo Meiji si usano le convenzioni classiche dell'onomastica giapponese, secondo cui il cognome precede il nome. "Akechi" è il cognome.
  2. ^ a b c (EN) Louis Frédéric, Japan encyclopedia, traduzione di Käthe Roth, Harvard University Press Reference Library, p. 18, ISBN 0-674-01753-6.
  3. ^ (EN) Philip Nicoloff, Sacred Kōyasan: a pilgrimage to the mountain temple of Saint Kōbō Daishi and the Great Sun Buddha, State University of New York Press, 2008, p. 97, ISBN 0-7914-7259-0.
  4. ^ (EN) Stephen Turnbull, The samurai tradition, Vol. II, Routledge, 2000, p. 149, ISBN 1-873410-22-0.
  5. ^ (EN) Stephen Turnbull, Samurai Commanders (2): 1577-1638, illustrazioni di Richard Hook, Osprey Publishing, 2005, p. 8, ISBN 1-84176-744-1.
  6. ^ (EN) Stephen Turnbull, The Samurai Swordsman: Master of War, Tuttle Publishing, 2008, p. 50, ISBN 4-8053-0956-3.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Scheda biografica, su samurai-archives.com. URL consultato il 23 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2010).
Controllo di autoritàVIAF (EN32835761 · ISNI (EN0000 0000 2280 9717 · CERL cnp00561890 · LCCN (ENn82109986 · GND (DE12077366X · J9U (ENHE987012091258305171 · NDL (ENJA00626567 · WorldCat Identities (ENlccn-n82109986