Utente:Desmodromico/Sandbox4
Ducati 749 | |
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Una Ducati 749 appartenente alla "prima serie" (ante 2005) | |
Costruttore | Ducati |
Tipo | Sportiva stradale |
Produzione | dal 2002 al 2007 |
Sostituisce la | Ducati 748 |
Sostituita da | Ducati 848 |
Stessa famiglia | Ducati 999 |
Modelli simili | Honda CBR 600RR Kawasaki ZX-6RR Suzuki GSX-R600 Triumph Daytona 650 Yamaha YZF R6 |
La Ducati 749 è una moto sportiva prodotta dall'azienda motociclistica italiana Ducati dal 2002 al 2007. Questo modello è strettamente legato alla 999, con la quale condivide numerosissime componenti estetiche e meccaniche, compresi impianto di scarico e filtri dell'aria.
Al contrario di quanto si potrebbe supporre, il nome del modello non indica la cilindrata della motocicletta che era, almeno nei primi modelli, ancora di 748cc.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Così come la 999, era completamente regolabile ed adattabile alle esigenze del guidatore: oltre alle classiche regolazioni delle sospensioni, la moto consentiva di modificare la posizione di sella, pedane e perno del forcellone, l'inclinazione del cannotto di sterzo e l'altezza del retrotreno. All'epoca del debutto, insieme alla [[]], era l'unica delle concorrenti a montare la forcella anteriore a steli rovesciati, accessorio poi dilagato su tutte le moto della categoria.
Questa moto porta al debutto il motore Testastretta di 748cc mai utilizzato sulla Ducati 748, ancora dotata del vecchio Desmoquattro. La nuova unità presentava misure caratteristiche più spinte, con maggiore alesaggio e corsa più corta; caratteristiche che consentivano tra le altre cose di ridurre gli stress meccanici e di montare valvole di maggior diametro. La nuova moto, già nella versione più economica, montava infatti valvole di aspirazione e scarico più grandi di quelle utilizzate dalla 748R, versione più sportiva del precedente modello.[1]
Ulteriori differenze con il modello precedente erano nelle dimensioni: la nuova moto era 65mm più lunga e 50mm più stetta della 748. Montava inoltre dischi dei freni anteriori più sottili (4,5mm contro 5mm) e la larghezza del telaio era stata ridotta a soli 345mm. L'interasse aumentava di 10mm, da 1.410 a 1.420.[2]
Nonostante le numerose differenze, la 749 presentava tutti gli elementi caratteristici dei modelli Ducati dell'epoca: telaio a traliccio in tubi d'acciaio, motore bicilindrico a L e distribuzione desmodromica comandata da una cinghia dentata.
Versioni
[modifica | modifica wikitesto]La moto è stata prodotta in quattro differenti versioni tutte omologate Euro II: base, Dark, S e R che si differenziavano per potenza, componentistica e prezzo al pubblico.
La versione principale, in commercio dagli ultimi mesi del 2002. Montava sospensioni regolabili Marzocchi all'anteriore e Boge al posteriore ed era disponibile in versione biposto (con telaietto reggisella in acciaio) o monoposto (con telaietto in alluminio).
Fin dal debutto è stata affiancata dalla versione "S", caratterizzata da sospensioni Showa e pedane regolabili, era anch'essa disponibile con sella biposto o monoposto.
Questi due modelli, equipaggiati con motore da 103 cv, si differenziano ulteriormente a partire dal 2004, anno in cui viene montato sulla S un nuovo bicilindrico da 110 cv.
La "Dark" era la versione più economica del lotto. Disponibile dal 2004, era l'unica a non montare l'ammortizzatore di sterzo e veniva consegnata con le carene in nero opaco.
La versione "R", disponibile solo monoposto, era la più specialistica delle quattro e perciò utilizzata come base di partenza per le moto che avrebbero gareggiato nei campionati Supersport e Superstock 600. In vendita anch'essa dal 2004, era caratterizzata da sospensioni Öhlins, pinze dei freni anteriori radiali, forcellone con capriata di irrigidimento inferiore, serbatoio maggiorato a 18,3 litri e motore dal 118 cv in configurazione di serie. Anche la carenatura (costruita in carbonio anziché in plastica, come negli altri modelli) era leggermente differente, soprattutto nella forma dei convogliatori laterali e del parafango anteriore.
Nel 2005 viene effettuato un piccolo restyling della moto: vengono abbandonate le feritoie sul cupolino ai lati dei fari e tutte le versioni vengono dotate di parafango, convogliatori e forcellone simili a quelli già utilizzati sulla versione "R".
Prestazioni
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni
[modifica | modifica wikitesto]Caratteristiche tecniche
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Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Aldo Benardelli, Roberto Ungaro, Gruppo d'assalto, in Motociclismo, n. 2502, marzo 1997, pp. pp. 90-101.
- Marco Bencini, La rivincita, in Motociclismo, n. 2539, aprile 2000, pp. pp. 264-271.
- Federico Aliverti, Scommessa doppia, in Motociclismo, n. 2572, gennaio 2003, pp. pp. 122-127.
- Federico Aliverti, Riccardo Capacchione, Marco Marini, Marco De Marchi, Franco Perucchini, Caccia alla lepre, in Motociclismo, n. 2573, febbraio 2003, pp. pp. 128-145.
- Federico Aliverti, Gioco d'equilibrio, in Motociclismo, n. 2586, marzo 2004, pp. pp. 181-199.
- Silvano di Giovanni, Stagione incerta, in Motociclismo, n. 2586, marzo 2004, pp. pp. 248-253.
- Marco Marini, Assegni circolanti, in Motociclismo, n. 2588, maggio 2004, pp. pp. 221-229.
- Federico Aliverti, Federico Toti, Il prezzo della vittoria, in Motociclismo, n. 2609, febbraio 2006, pp. pp. 224-233.
Altri progetti
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