Tour della nazionale maschile di rugby a 15 dell'Italia 2001

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Italia in tour 2001
20 giugno 2001 ‒ 14 luglio 2001
Allenatore Brad Johnstone
Capitano Alessandro Moscardi
Destinazione Namibia
G V N P
Totali 2 2 0 0
Test match 1 1 0 0
Avversari nei test match
Nazionale G V N P
Namibia (bandiera) Namibia 1 1 0 0
Destinazione Sudafrica
G V N P
Totali 2 0 0 2
Test match 1 0 0 1
Avversari nei test match
Nazionale G V N P
Sudafrica (bandiera) Sudafrica 1 0 0 1
Destinazione Uruguay
G V N P
Totali 2 2 0 0
Test match 1 1 0 0
Avversari nei test match
Nazionale G V N P
Uruguay (bandiera) Uruguay 1 1 0 0
Destinazione Argentina
G V N P
Totali 2 0 0 2
Test match 1 0 0 1
Avversari nei test match
Nazionale G V N P
Argentina (bandiera) Argentina 1 0 0 1

A metà del 2001 la nazionale italiana di rugby intraprese un tour in Africa meridionale e Sud America, con destinazione i Paesi di, in ordine: Namibia, Sudafrica, Uruguay, Argentina.

Furono previsti otto incontri totali tra la terza settimana del mese di giugno e la seconda di luglio, di cui quattro test match ufficiali contro le nazionali dei Paesi visitati e quattro gare senza in riconoscimento del cap internazionale di volta in volta in preparazione ai match full international[1]. Tutti gli incontri ufficiali della tournée organizzata dalla Federazione Italiana Rugby, in collaborazione con le federazioni delle nazioni ospitanti e l'International Rugby Board, furono trasmessi in chiaro dalla Rai sui canali Rai 3 e RaiSat[1].

Il CT della nazionale Brad Johnstone selezionò un gruppo di 33 Azzurri, con una decina di giocatori presenti come riserve. Il gruppo nazionale si radunò a Tabiano Bagni (provincia di Parma) in data 8 giugno per un'amichevole contro l'All Stars team formato dai migliori giocatori del campionato italiano in programma allo stadio Fratelli Cervi[2]; la selezione italiana con diversi assenti abdicò 7-38[3]. A ridosso della partenza del 16 giugno dall'Aeroporto di Milano-Linate, Johnstone dovette rinunciare a Lo Cicero e Gritti; al loro posto vennero rispettivamente chiamati Arancio e l'italo-australiano Giacheri[4].

Il tour si aprì tra le polemiche, causate da 25 defezioni per infortunio da parte di giocatori italiani del gruppo nazionale (p. es. Juan Manuel Queirolo); il numero elevato di assenze fu tale che l'allenatore neozelandese ed il presidente FIR Giancarlo Dondi si espressero favorevoli nell'effettuare controlli sanitari neutrali al fine di stabilire le reali condizioni fisiche di precarietà dei giocatori, con possibili interventi (sanzioni e sospensioni) da parte del giudice sportivo[5]. All'instabilità del gruppo azzurro, si aggiunsero le difficoltà di una trasferta lunga e dispendiosa, avversari ostici e l'instabilità della giuda tecnica con Johnstone in scadenza contrattuale il 31 dicembre[5].

Arrivata a Windhoek, capitale della Namibia, l'Italia "XV" affrontò e superò la selezione Namibia President’s XV nel match di contorno marcando otto mete. Alla vigilia dell'incontro, ci fu l'ennesimo caso di forfait tra i giocatori azzurri: Stoica rinunciò ufficialmente alla partecipazione al tour causa infortunio, con alle spalle una polemica per il mancato arrivo del passaporto italiano promesso dalla FIR[6][7]. Soltanto due i precedenti tra le due nazionali: due sconfitte (7-17 e 19-33[8]) entrambe durante il tour 1991, con Carlo Checchinato unico superstite di quella squadra. Nel primo incontro ufficiale con la nazionale namibiana, il tecnico azzurro optò per qualche cambio nella formazione di partenza del match contro il XV presidenziale con due esordienti (Bortolami e Antoni), mentre i Welwitschias erano per larga parte professionisti in Sudafrica[9][10]. La nazionale italiana si impose col punteggio di 49-24 a 1600 m di quota grazie alla differenza mete marcate, sette mete a tre[11].

Il Jaguar Tour 2001, noto così per ragioni di sponsorizzazione legate allo sponsor principale Jaguar, proseguì nel vicino Sudafrica contro la selezione South African Barbarians, formazione nella quale figuravano sette nazionali. A guidare l'Italia XV sul campo fu il pilone De Carli[12]. La selezione azzurra venne ampiamente sconfitta a East London per 11-42 reggendo solo 38’, poi due mete barbare consecutive scavarono il solco decisivo[13]. Tre giorni più tardi, gli Azzurri sfidarono gli Springboks a Port Elizabeth di fronte a 35000 spettatori. Il CT sudafricano Viljoen schierò una formazione con due esordienti[14], mentre nel XV italiano vennero operati tre cambi rispetto al match con la Namibia[15][16]. Come contro i Barbarians, l'Italia resse un tempo (9-17) abdicando con il punteggio finale di 14-60, concludendo la trasferta in Africa australe con una sconfitta preventivata nel match più ostico in programma[17].

Dopo il lungo trasferimento in America del Sud, la selezione italiana affrontò l'Uruguay "B" nella partita d'anticipo del test contro la nazionale uruguaiana[18]. A Punta del Este l'Italia XV, capitanata da De Carli e con un paio di non internazionali, superò di misura per 33-30 una selezione dove figuravano quattro giocatori che avevano preso parte alla Coppa del Mondo di rugby 1999[18][19]. Il 7 luglio a Montevideo nel terzo incontro ufficiale con i Teros, la formazione azzurra cambiò per quattro elementi rispetto alla sfida col Sudafrica: De Carli per Muraro in prima linea, Garozzo per Ongaro in terza, Francesio per Martin all'ala e Mazzuccato per Pez ad estremo[19]. Nel mezzo di un nubifragio, condizioni atmosferiche proibitive, gli Azzurri si imposero 14-3 grazie ad una meta di Perziano[20].

Arrivata a Salta, in Argentina, l'Italia XV affrontò l'Argentina A schierando le seconde scelte; capitano della formazione: il catanese Orazio Arancio[21]. L'Italia, mai in partita, subì una sconfitta pesantissima dagli argentini (62-12) guidati in mediana dalla coppia Miranda-Quesada[22]. Tre giorni più tardi a Buenos Aires, gli Azzurri disputarono l'ultimo test match contro i Pumas di fronte a 38650 spettatori. Il risultato finale non disattese i pronostici: dopo che gli italiani riuscirono a rimontare fino al 12-13 del 45’, l'Argentina uscì alla distanza vincendo 38 a 17[23].

La nazionale italiana terminò il tour con un bilancio di quattro vittorie a fronte di quattro sconfitte e due incontri ufficiali vinti su quattro. In generale, vennero vinti gli incontri in Namibia ed Uruguay, mentre vennero persi quelli in Sudafrica ed Argentina.

I test match ufficiali

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Windhoek
23 giugno 2001, ore 16:00 UTC+1
Namibia Namibia (bandiera)24 – 49
referto
referto 2
Italia (bandiera) ItaliaStadio Nazionale (1000 spett.)
Arbitro: Sudafrica (bandiera) Mark Lawrence

Port Elizabeth
30 giugno 2001, ore 17:00 UTC+2
Sudafrica Sudafrica (bandiera)60 – 14
referto
referto 2
Italia (bandiera) ItaliaTelkom Park (35000 spett.)
Arbitro: Francia (bandiera) Joël Dumé

Montevideo
7 luglio 2001, ore 15:30 UTC-3
Uruguay Uruguay (bandiera)3 – 14
referto
referto 2
Italia (bandiera) ItaliaGran Parque Central (1250 spett.)
Arbitro: Argentina (bandiera) Pablo Deluca

Buenos Aires
14 luglio 2001, ore 15:40 UTC-3
Argentina Argentina (bandiera)38 – 17
referto
referto 2
Italia (bandiera) ItaliaStadio Ferro Carril Oeste (38650 spett.)
Arbitro: Galles (bandiera) Nigel Whitehouse

Gli altri incontri

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Windhoek
20 giugno 2001, ore 18:30 UTC+1
Namibia President’s XV 16 – 58
referto
Italia XVStadio Nazionale
Arbitro: Namibia (bandiera) Cameron Kotzé

East London
27 giugno 2001, ore 19:15 UTC+2
SA Barbarians42 – 11
referto
Italia XVAbsa Park Stadium (15000 spett.)
Arbitro: Sudafrica (bandiera) Jonathan Kaplan

Punta del Este
4 luglio 2001, ore 20:00 UTC-3
Uruguay B 30 – 33 Italia XVCampus municipale di Maldonado
Arbitro: Paraguay (bandiera) Christian Belmon

Salta
11 luglio 2001, ore 21:05 UTC-3
Argentina A62 – 12
referto
Italia XVPadre Ernesto Martearena (15000 spett.)
Arbitro: Nuova Zelanda (bandiera) Kevin Deaker

  1. ^ a b La tournée della nazionale in diretta sulla Rai, in La Gazzetta dello Sport, 13 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  2. ^ I convocati di Jonhstone per il tour estivo, in La Gazzetta dello Sport, 7 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  3. ^ Carlo Gobbi, Italia a lezione dalle All Stars, in La Gazzetta dello Sport, 10 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  4. ^ Anche Gritti lascia l'Italia. In arrivo Giacheri e Arancio, in La Gazzetta dello Sport, 15 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  5. ^ a b Andrea Buongiovanni, Italia, tour delle polemiche. Assenti a rischio squalifica, in La Gazzetta dello Sport, 17 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  6. ^ Esplode il caso Stoica, in La Gazzetta dello Sport, 19 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  7. ^ Andrea Buongiovanni, Da Stoica l'ennesimo forfeit, gioca una terza linea baby, in La Gazzetta dello Sport, 20 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  8. ^ italrugby, vai col tour, in La Gazzetta dello Sport, 23 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  9. ^ Domani sfida con la Namibia. Quattro cambi nell'Italia, in La Gazzetta dello Sport, 22 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  10. ^ Italia, primo test con la Namibia, in La Gazzetta dello Sport, 23 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  11. ^ Checchinato trascina un'Italia grintosa, in La Gazzetta dello Sport, 24 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  12. ^ Italia in campo con i Barbarians. Antipasto verso gli Springboks, in La Gazzetta dello Sport, 26 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  13. ^ Italia, ko sudafricano, in La Gazzetta dello Sport, 27 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  14. ^ Ecco gli Springboks, in La Gazzetta dello Sport, 28 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  15. ^ Deciso il XV azzurro che sfiderà il Sud Africa, in La Gazzetta dello Sport, 29 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  16. ^ L'Italia a lezione dagli Springboks, in La Gazzetta dello Sport, 30 giugno 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  17. ^ L'Italia sogna un tempo, poi crolla: 60-14, in La Gazzetta dello Sport, 1º luglio 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  18. ^ a b Johnstone lancia Faggiotto e Cavalleri, in La Gazzetta dello Sport, 3 luglio 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  19. ^ a b L'Italia promuove Garozzo e De Carli, in La Gazzetta dello Sport, 7 luglio 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  20. ^ L'Italia è più forte del nubifragio Segna Perziano e batte l'Uruguay, in La Gazzetta dello Sport, 8 luglio 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  21. ^ L'Italia affronta l'Argentina A, in La Gazzetta dello Sport, 10 luglio 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  22. ^ Troppo forte l'Argentina A. L'Italia cede di schianto, in La Gazzetta dello Sport, 12 luglio 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  23. ^ Oscar Piovesan, Italia, dura lezione anche dai Pumas, in La Gazzetta dello Sport, 15 luglio 2001. URL consultato il 1º ottobre 2021.

Collegamenti esterni

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