Raimondo Peralta: differenze tra le versioni

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Fu il capostipite del ramo siciliano di una potente famiglia del [[XIV secolo]] signore incontrastato del [[Val di Mazara]] nel XIV e XV secolo
Fu il capostipite del ramo siciliano di una potente famiglia del [[XIV secolo]], signori incontrastati del [[Val di Mazara]] nel XIV e XV secolo


==Biografia==
==Biografia==

Versione delle 13:57, 5 mar 2017

Raimondo Peralta (in catalano Ramon de Peralta) (... – 1349) fu primo conte di Caltabellotta, barone di Peralta, ammiraglio dei regni della Corona d'Aragona e cancelliere del regno di Sicilia[1]. Fu il capostipite del ramo siciliano di una potente famiglia del XIV secolo, signori incontrastati del Val di Mazara nel XIV e XV secolo

Biografia

Raimondo era figlio di figlio di Filippo Saluzzo e di Sibilla Peralta, della quale aveva mantenuto il cognome.[2] Secondo il De Spucches invece è figlio di un intreccio familiare: il padre sarebbe Filippo Peralta, (fratello uterino di Costanza di Svevia, moglie di Pietro III di Sicilia), mentre la madre è Aldonza Fernandez, figlia di Eufemia di Aragona, a sua volta primogenita di Pietro II di Sicilia, nonché regina di Sicilia dal 1355 al 1357[3]

Partecipò alla conquista della Sardegna, in particolare all'assedio di Castel di Castro del 1323,[4] e alla fine del 1325 sostituì Francesco Carroz al comando delle forze di terra;[5] tuttavia l'ostilità reciproca tra i due costrinse il re a rimuoverli dai loro incarichi.

Si mise nel 1326 al servizio di suo cugino Federico III di Sicilia, impegnato nelle Guerre del Vespro contro gli angioini.[1]

Raimondo, che in prime nozze aveva sposato Aldonza de Castro, nel 1332 si unì in seconde nozze a Isabella (o Elisabetta), figlia naturale di Federico III e di Sibilla Sormella, prozia della madre Aldonza Fernandez. Dopo la morte di Isabella (1341) il conte si sposò in terze nozze con Allegranza Abbate, figlia di Enrico.

Tornò in Catalogna nel 1335, dove venne nominato ammiraglio e posto al al comando di una flotta progettata per difendere la Sardegna dai genovesi, impedendo lo sbarco angioino a Palermo, ma non riuscendo ad impedire la riconquista dell'isola di Djerba da parte dell'hafside Abu-Yahya Abu-Bakr II. Nel 1338, ottenne l'investitura della contea di Caltabellotta, Calatubo, Borgetto e Castellammare del Golfo cui si aggiunse nel 1340 Alcamo e Bonifato. Quello stesso anno fu nominato gran cancelliere del regno di Sicilia. Dopo aver invaso il regno di Napoli negoziò la pace con Giovanna I di Napoli nel 1347.

Morì nel 1349 durante le ostilità tra latini e catalani per il controllo della Sicilia iniziate nell'anno precedente.[1] Gli succedette il figlio Guglielmo.

Note

  1. ^ a b c (CA) Ramon de Peralta (XML), in Gran Enciclopèdia Catalana on line, Enciclopèdia Catalana. URL consultato il 4 marzo 2017.
  2. ^ Maria Antonietta Russo, PERALTA, conti di Caltabellotta, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 82, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
  3. ^ Francesco San Martino De Spucches, La Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalla loro origine ai nostri giorni, II, Palermo, Scuola tip. Boccone del popolo, 1924, pp. 75-76.
  4. ^ (ES) Jerónimo Zurita y Castro, cap. XLV, in Anales de la Corona de Aragón, vol. VI.
  5. ^ Mario Enrico Gottardi, Governare un territorio nel Regno di Sardegna. Il marchesato di Quirra. Secoli XIV-XIX, Università degli Studi di Cagliari, p. 25.

Bibliografia

Voci correlate

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