Castello di Sperlinga

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Castello di Sperlinga
Principato di Sperlinga
Il Castello di Sperlinga
Ubicazione
StatoRegno di Sicilia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
CittàSperlinga
IndirizzoVia Castello
Coordinate37°45′56.7″N 14°21′13.48″E / 37.765749°N 14.353745°E37.765749; 14.353745
Mappa di localizzazione: Sicilia isola
Castello di Sperlinga
Informazioni generali
Tipomilitare
Stilemedievale
Inizio costruzioneXI secolo
Costruttorenormanni
Materialeroccia arenaria
Primo proprietarioPedro De Lemanno
Condizione attualeRestaurato
Proprietario attualeComune di Sperlinga
Visitabile
Sito webwww.castellodisperlinga.it
Informazioni militari
UtilizzatoreMuseo
Funzione strategicadifensiva
Termine funzione strategica1283
Comandanti storiciPetro de Alemanno
Azioni di guerraGuerre del Vespro
Eventi"La battaglia di Sperlinga", nel 1283 angioini resistono assediati per oltre un anno. Il 27 luglio 1943 battaglia tra alleati e tedeschi.
Noteinfrastrutture per funzioni astronomiche tra cui il "silos delle 12 nicchie"
[1]
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Il castello di Sperlinga è un castello medievale costruito sulla roccia che domina la cittadina di Sperlinga in provincia di Enna, scavato nella roccia arenaria, ricavato da un unico monolite sopra grotte di templi sacre che risalgono a 4.000 anni fa. È dotato di una particolare edificazione nella roccia arenaria.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

(LA)

«Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavit»

(IT)

«Ciò che fu stabilito dai Siciliani, solo Sperlinga lo negò»

Il basamento rupestre del castello (dal greco "Spelaìon" poi latinizzato in "Spelunca" ovvero grotta) fu strutturato dalle popolazioni indigene sicule, in cui le grotte scavate nella roccia, venivano utilizzate come sepolcri.

Sperlinga divenne sede di una ampia comunità di Longobardi che arrivano in Sicilia dal Nord Italia nel XII secolo, lombarde, ancora oggi infatti la lingua locale è un particolare dialetto detto "gallo-italico".

L'inizio dell'edificazione si fa risalire tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, sotto i normanni. I primi documenti sull'esistenza del borgo e del suo Castello sono del 1080. Lo storico Michele Amari ne La guerra del vespro siciliano,[2] individuò dei documenti che avvalorano la tesi dei soldati angioini a Sperlinga capeggiati da "Petro de Alemanno o Lemanno", resistettero, nel 1283 per quasi un anno all'assedio dell'esercito aragonese. Il Castello, in quel periodo, era di proprietà dello stesso Petro de Lemanno che attese invano gli aiuti angioini, durante la guerra del Vespro. I soldati di Carlo I d'Angiò vi trovarono quindi rifugio, all'interno della sua struttura interamente scavata nella roccia, in cui si avverte la magia di questo luogo e si apprezza il misticismo che lo pervade, è come entrare in un altro mondo, in cui nulla è decorazione e tutto ha un messaggio da raccontare. Ancora ci si chiede come sia stato possibile scavare questa dura roccia per ricavare le diverse stanze che compongono il castello, su cui si tramandano numerose leggende secolari.

Terminato il conflitto, il castello fu assegnato nel 1324 dagli aragonesi alla famiglia Ventimiglia, che lo possedette per oltre due secoli. Il feudo era attraversato dalle trazzere regie che permettevano collegamenti con Messina, Palermo, il monte Altesina ed Enna. Nel 1597, il Castello di Sperlinga venne comprato dal barone Giovanni Forti o Gianforte Natoli[3]. Giovanni Forti Natoli, la comprò per 30834 feudi, dal principe di Castelbuono Giovanni Ventimiglia il giorno 29 agosto 1597[4]. Re Filippo IV concesse per lui e per i suoi discendenti, il titolo di principe erigendo nel 1626 la baronia a principato, e il privilegio di "potervi fabbricare terre"[5]. Intorno al castello crebbe un centro commerciale che interessò tutto il territorio circostante[6][7][8][9]. La proprietà passò poi al figlio Francesco Natoli e Orioles.

Da questi nel 1658 venne acquistato dalla famiglia Oneto, duchi di San Silvestro, dal 1666 duchi di Sperlinga[10] insigniti dal re Carlo II di Spagna. La famiglia Natoli mantenne il titolo di principi di Sperlinga anche in seguito alla vendita del castello. Giovanni Stefano Oneto, investito del titolo di duca di Sperlinga, fece erigere a Palermo Villa Sperlinga[11]. Nel 1680 passò al figlio Domenico Oneto e Spatafora che, senza figli, lo lasciò al fratello Francesco Oneto e Spatafora nel 1698.[12]

Nel 1862 passò alla famiglia del barone Nunzio Nicosia, che nel 1973 lo cedette al comune di Sperlinga.

Nel 1932 l'artista Maurits Cornelis Escher visitò Sperlinga realizzando un disegno della grotta del castello.

Da rilevare ancora oggi che all'interno del castello, vi siano escavazioni progettate per funzioni astronomiche, tra cui la gestione della penetrazione del sole nel solstizio di inverno e d'estate e un silos dalle 12 nicchie con funzione di orologio solare.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Salvatore Tramontana, Gli anni del Vespro: l'immaginario, la cronaca, la storia, EDIZIONI DEDALO, 1989, p. 55, ISBN 978-88-220-0525-0. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  2. ^ Un periodo delle istorie siciliane del sec. XIII, 2 volumi. Parigi, Baudry, 1843,
  3. ^ Castello di Sperlinga - Storia Castello di Sperlinga - Famiglia Ventimiglia
  4. ^ Francesco Maria Emanuele e Gaetani (march di Villabianca.), Della Sicilia nobile. [With] Appendice, 1754. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  5. ^ Vito Maria Amico, Dizionario topografico della Sicilia, tipografia di Pietro Morvillo, 1856. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  6. ^ [Franco Maria Ricci, Enciclopedia della Sicilia, Ricci, 2006 - 1038 pagine
  7. ^ [1] Gioacchino Lanza Tomasi, Enzo Sellerio, Officine Lito-Tipografiche I.R.E.S., 1968 - 207 pagine
  8. ^ Collezione di monografie illustrate: serie Ia-Italia artistica, Istituto italiano d'arti grafiche, 1907. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  9. ^ Touring club italiano, Sicilia, Touring Editore, 1989, ISBN 978-88-365-0350-6. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  10. ^ Castello di Sperlinga - Storia Castello di Sperlinga - Famiglia Oneto
  11. ^ i cognomi del sud, su www.ilportaledelsud.org. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  12. ^ Francesco San Martino De Spucches e Mario Gregorio, LA STORIA DEI FEUDI E DEI TITOLI NOBILIARI DI SICILIA DALLA LORO ORIGINI AI NOSTRI GIORNI - VOLUME SETTIMO RISTAMPA 2013, Lulu.com, 13 aprile 2013, ISBN 978-1-291-38529-8. URL consultato il 5 ottobre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vincenza Balistreri, Le "licentiae populandi" in Sicilia nel secolo XVII, 1979, I.L.A. Palma (presso Biblioteca di Harvard, 18 ed.). - Pagina 91
  • "La guerra del vespro siciliano, o un periodo delle istorie siciliane del sec. XIII", 2 volumi. Parigi, Baudry, 1843
  • Sylvie Pollastri, "Noblesse provençale en Sicile pendant Charles d'Anjou"
  • Archivio storico messinese, Volumi 7-8, Società messinese di storia patria, 1906, pgg 82
  • Green M Jeffrey, Jeffrey M. Green, Largest Island In The Sea, 2010 - Pagina 75
  • Salvatore Carmelo Trovato, Studi linguistici in memoria di Giovanni Tropea, Edizioni dell'Orso, 2009, Pagina 524
  • Sicilia, Touring Club Italiano, 1989
  • Archivio storico italiano, Volume 1, Volume 74 - Pagina 295
  • Vito Maria Amico, Dizionario topografico della Sicilia - Pagina 542
  • Gioacchino Lanza Tomasi, Castelli e monasteri siciliani, Editore Enzo Sellerio, 1968 - Pagina 107
  • Giovanni Paternó-Castello, Nicosia, Sperlinga, Cerami, Troina, Adernò, 1907
  • Francesco Maria Emanuele e Gaetani (march. di Villabianca), Della Sicilia nobile. Appendice, 1754, Pagina 84, 342
  • Francesco Maria Emanuele Gaetani, Si ha la Storia del Baronaggio di questo regno di Sicilia, 1754
  • Corrado Ricci, Collezione di monografie illustrate: serie Ia-Italia artistica, 1907
  • Vincenzo Castelli di Torremuzza, Fasti di Sicilia, Volume 2, Giuseppe Pappalardo, 1820 - Pagina 173
  • Maria Giuffrè, Città nuove di Sicilia, XV-XIX secolo, 1979 - Pagina 228
  • Michele Amari, “La guerra del vespro siciliano, o Un periodo delle istorie siciliane del sec. XIII", 2 volumi. Parigi, Baudry, 1843
  • Giuseppe Galluppi, Nobiliario della città di Messina, 2007, Pagina 133
  • Salvatore Tramontana, Gli anni del Vespro: l'immaginario, la cronaca, la storia
  • Domenico Ligresti, Feudatari e patrizi nella Sicilia moderna: (secoli XVI-XVII), 1992
  • Matteo Collura, Sicilia sconosciuta
  • Archivio storico messinese, Volumi 7-8, 1906, Pagina 280
  • Caterina Napoleone, Franco Maria Ricci, Enciclopedia della Sicilia, 2006 - Pagina 931
  • Giovanni Battista Romano Colonna, La Congiura De I Ministri Del Re Di Spagna, Contro La Fedelissima, Volume 3
  • Atti della Gran Corte dei Conti delegata: 1843. Primo semestre

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