Vai avanti tu che mi vien da ridere: differenze tra le versioni

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Versione delle 23:59, 31 dic 2013

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Lino Banfi in una scena del film.
Paese di produzioneItalia
Durata92 min
Generecommedia
RegiaGiorgio Capitani
SoggettoFranco Marotta
Sergio Nasca
Laura Toscano
SceneggiaturaFranco Marotta
Sergio Nasca
Laura Toscano
ProduttoreGalliano Juso
FotografiaGiorgio Di Battista
MontaggioAntonio Siciliano
MusichePiero Umiliani
ScenografiaElio Micheli
Interpreti e personaggi

Vai avanti tu che mi vien da ridere è un film del 1982 diretto da Giorgio Capitani.

Trama

Il Commissario Bellachioma è un volenteroso poliziotto che insieme al fido Cavicchioli cerca di distinguersi per impegno e dedizione al servizio, ma a causa della sua goffaggine non ne azzecca una. Un giorno l'ex moglie, risposatasi con un musicista di nome Gianni, prima di partire per la sua seconda luna di miele gli affida il suo cane San Bernardo e il loro figlio adolescente.

Ma il peggio deve ancora venire: l'agente riceve infatti la notizia che è stato trasferito a San Vito Alto, un paese in provincia di Trento, descritto dall'appuntato di turno come una sorta di avamposto siberiano (il suo predecessore è morto di polmonite a Ferragosto mentre c'erano 20° sotto zero, massima). Il paesino è anche descritto come "l'ultima stazione di polizia prima del confine". Il trasferimento deve essere effettuato in giornata, ma Bellachioma viene a sapere che l'indomani verrà a Roma uno sceicco che ha già subito numerosi attentati per la sua dichiarata intenzione di vendere petrolio a tariffe diverse da quelle degli altri paesi produttori.

L'unico sopravvissuto a questi attentati è il travestito Andrea[1]. Il commissario ritarda con una scusa la partenza e decide di indagare privatamente sul caso. È il primo a trovare Andrea, l'arresta e poi lo protegge, per sfuggire al killer del magnate del petrolio, che è anche sulle sue tracce. Stando insieme con lui se ne affeziona, ma non vuole ammetterlo. Andrea se ne accorge e gli rivela che non è un uomo, ma è una donna a tutti gli effetti: si è finta un travestito solo per sfuggire al killer. Il suo vero nome è Andrea Maria Richter ed è nata a Lugano, in Svizzera.

Il petroliere giunge a Roma protetto da un enorme servizio di sicurezza, ma l'assassino è comunque riuscito ad entrare a Villa Borghese, dove si tiene il ricevimento in suo onore. Bellachioma, con un intervento fortuito ma tempestivo, riesce a salvargli la vita. Di conseguenza il trasferimento viene cancellato e il commissario viene premiato con una medaglia: adesso può finalmente vivere con la sua amata, anche se nell'ultima scena il dubbio sul suo sesso rimane.

Curiosità

  • L'equivoco sull'identità sessuale di Andrea, nata a Lugano e pertanto di nazionalità svizzera, nasce dal fatto che nei paesi mitteleuropei Andrea è nome femminile, l'equivalente maschile è Andreas. È altresì vero che Lugano si trova nel Cantone Ticino, dove la lingua ufficiale è l'italiano, ma esso è popolato anche da svizzerotedeschi e da ticinesi di lingua madre italiana, ma di origini svizzerotedesche. Quindi è molto frequente trovare persone di lingua madre italiana, ma con nomi e cognomi tedeschi, oppure misti (nome italiano e cognome tedesco o viceversa). Lo stesso discorso vale per la lingua francese, anche se nomi e cognomi italofrancofoni sono un po' meno frequenti.
  • Il 20 novembre 2012 la Corte di Cassazione, sezione I, con sentenza n. 20385 ha stabilito la «natura sessualmente neutra» di Andrea, nome che pertanto può essere conferito a maschi e femmine.
  • Quando Lino Banfi entra nel locale di travestiti alla ricerca di Andrea, la canzone che si sente è la sigla nonché colonna sonora del film di Terence Hill Poliziotto superpiù.

Note

  1. ^ Andrea nel film è interpretato da una donna, (Agostina Belli), anziché da un vero transessuale

Collegamenti esterni

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