Lost in the Flood: differenze tra le versioni

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'''''Lost in the Flood''''' è una [[canzone]] del [[cantautore]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Bruce Springsteen]], pubblicata nel 1973 sul suo [[Album discografico|album]] di debutto, ''[[Greetings from Asbury Park, N.J.]]''.
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== Storia ==
== Storia ==
Registrata nel giungo del 1972 ''Lost in the Flood'' è una delle canzoni di ''Greetings from Asbury Park, N.J.'' pensate per essere suonate con l'accompagnamento della band.<ref name=Carlin8>{{cita|Carlin|cap. 8}}</ref>
Registrata nel giugno del 1972, ''Lost in the Flood'' è una delle canzoni di ''Greetings from Asbury Park, N.J.'' pensate per essere suonate con l'accompagnamento della band.<ref name=Carlin8>{{cita|Carlin|cap. 8}}</ref>


L'unico contributo di [[Steven Van Zandt]] al disco, pur non accreditato, fu il rumore di tuono provocato da l'arrabbiato futuro chitarrista della [[E Street Band]] mentre colpiva il suo amplificatore e che poi fu sovrainciso all'inizio di ''Lost in The Flood''. Van Zandt, che era uno dei migliori amici di Springsteen e faceva parte del gruppo di musicisti con i quali il cantautore aveva condiviso anni di gavetta nella Bruce Springsteen Band e nei precedenti [[Steel Mill]], fu subito escluso dalle registrazioni dell'album, sacrificio necessario per salvare il compromesso trovato tra il leader e il suo ''management''. Non è ben chiaro il motivo per cui non entrò a far parte del progetto: secondo il manager e produttore [[Mike Appel]] la decisione fu dello stesso Springsteen che non sentiva il bisogno di avere un altro chitarrista; secondo altri fu invece Appel che lo volle escludere per limitarne l'influenza su Springsteen. In ogni caso Van Zandt era impegnato in quel periodo nella band di accompagnamento del gruppo vocale [[doo-wop]] [[The Dovells]] e di fatto l'unico membro del gruppo che poteva sostenersi economicamente con la musica.<ref name=Carlin8/><ref name=Kir53>{{cita|Kirkpatrick|p. 53}}.</ref><ref name=GiovLost>{{cita|Giovanazzi|''Lost in the Flood''}}.</ref>
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La canzone fu eseguita con regolarità nei primi anni, per poi scomparire dalla scaletta dei concerti dopo il 1975, con rare apparizioni nella [[Darkness Tour|tournée del 1978]], e per essere poi ripresa nel 2000 alla fine del ''[[Reunion Tour]]'' della E Street Band.<ref name=BLost>{{cita web|titolo=Lost in the Flood|sito=Brucebase|url=http://brucebase.wikidot.com/song:lost-in-the-flood|lingua=en|accesso=7 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190507123804/http://brucebase.wikidot.com/song:lost-in-the-flood|dataarchivio=7 maggio 2019|deadurl=no}}</ref> L'unica esecuzione in quel ''tour'' fu poi inclusa nell'album dal vivo ''[[Live in New York City (Bruce Springsteen)|Live in New York City]]''.<ref name=LNYC>{{cita disco|artista=Bruce Springsteen and the E Street Band|wkartista=Bruce Springsteen|titolo=Live in New York City|wktitolo=Live in New York City (Bruce Springsteen)|etichetta=Columbia Records|distributore=|catalogo=C2K 85490}}</ref>
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== La canzone ==
== La canzone ==
Musicalmente il brano è una ballata dall'incedere solenne dominata dall'accompagnamento di pianoforte di [[David Sancious]], con la sezione ritmica che entra dopo la prima strofa in un crescendo che si conclude con il solenne organo dello stesso Sancious. Secondo Springsteen ''Lost in the Flood'' (letteralmente "persi nel diluvio") è un brano in parte autobiografico, il tentativo di descrivere le forze nagative che avevano contraddistinto la storia della sua famiglia, così come il tema, per lui centrale in quel periodo, dello "sprecare la vita". Il tema della vita "buttata via" viene sviluppato attreverso storie cupe e frammentarie di personaggi pittoreschi e improbabili come era tipico nelle prime canzoni di Springsteen.<ref name=GiovLost/> La canzone è comunque influenzata dalla guerra in Vietnam, evento che aveva colpito molto il cantautore in particolare dopo la morte di Bart Haynes, il batterista dei The Castiles, il suo primo gruppo, ucciso in combattimento nel 1967 ed è anche una prima riflessione sull'irrealizzabilità del "[[sogno americano]]".<ref name=Carlin2>{{cita|Carlin|cap. 2}}</ref><ref name=Marsh209>{{cita|Marsh|p. 209}}</ref><ref name=Kir94>{{cita|Kirkpatrick|p. 94}}.</ref> Il testo, visionario e cupo, narra del ritorno a casa di un veterano in un mondo desolato abitato da «licantropi vestiti a festa» e da «suore calve che corrono incinte per le sale del Vaticano». Il brano contiene anche una prima citazione automobilistica, fatto ricorrente nel corso di tutta la carriera di Springsteen, in questo caso una Chevy Stock guidata da Johnny il Santo che nelle sue sfrenate corse lungo le strade del New Jersey non lascia olio per terra, ma sangue. Numerosi sono i riferimenti dissacranti alla religione. Si tratta dell'unico caso apparso su disco, dopo che il cantautore, nel corso del 1972, aveva scritto molte canzoni, rimaste inedite, che prendevano di mira il cristienesimo per come lui stesso l'aveva vissuto in gioventù ai tempi della frequentazione della scuola cattolica della sua città.<ref name=Colobati473>{{cita|Colombati|p. 473}}</ref>
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==Discografia==
==Discografia==

Versione delle 12:10, 8 ott 2019

Lost in the Flood
ArtistaBruce Springsteen
Autore/iBruce Springsteen
GenereRock
Pubblicazione originale
IncisioneGreetings from Asbury Park, N.J.
Data1973
Durata5:17

Lost in the Flood è un brano musicale del cantautore statunitense Bruce Springsteen, pubblicato nel 1973 sul suo album di debutto, Greetings from Asbury Park, N.J..

Storia

Registrata nel giugno del 1972, Lost in the Flood è una delle canzoni di Greetings from Asbury Park, N.J. pensate per essere suonate con l'accompagnamento della band.[1]

L'unico contributo di Steven Van Zandt al disco, pur non accreditato, fu un frastuono provocato dal futuro chitarrista della E Street Band mentre colpiva il suo amplificatore e che poi fu sovrainciso all'inizio di Lost in The Flood. Van Zandt, che era uno dei migliori amici di Springsteen e faceva parte del gruppo di musicisti con i quali il cantautore aveva condiviso anni di gavetta nella Bruce Springsteen Band e nei precedenti Steel Mill, fu subito escluso dalle registrazioni dell'album, sacrificio necessario per salvare il compromesso trovato tra il leader e il suo management. Non è ben chiaro il motivo per cui non entrò a far parte del progetto: secondo il manager e produttore Mike Appel la decisione fu dello stesso Springsteen che non sentiva il bisogno di avere un altro chitarrista; secondo altri fu invece Appel che lo volle escludere per limitarne l'influenza su Springsteen. In ogni caso Van Zandt era impegnato in quel periodo nella band di accompagnamento del gruppo vocale doo-wop The Dovells e di fatto l'unico membro del gruppo che poteva sostenersi economicamente con la musica.[1][2][3]

La canzone fu eseguita con regolarità nei primi anni, per poi scomparire dalla scaletta dei concerti dopo il 1975, con rare apparizioni nella tournée del 1978, e per essere poi ripresa nel 2000 alla fine del Reunion Tour della E Street Band.[4] L'unica esecuzione in quel tour fu poi inclusa nell'album dal vivo Live in New York City.[5]

La canzone

Musicalmente il brano è una ballata dall'incedere solenne dominata dall'accompagnamento di pianoforte di David Sancious, con la sezione ritmica che entra dopo la prima strofa in un crescendo che si conclude con il solenne organo dello stesso Sancious. Secondo Springsteen Lost in the Flood (letteralmente "persi nel diluvio") è un brano in parte autobiografico, il tentativo di descrivere le forze negative che avevano contraddistinto la storia della sua famiglia, così come il tema, per lui centrale in quel periodo, dello "sprecare la vita". Il tema della vita "buttata via" viene sviluppato attraverso storie cupe e frammentarie di personaggi pittoreschi e improbabili come era tipico nelle prime canzoni di Springsteen.[3] La canzone è comunque influenzata dalla guerra in Vietnam, evento che aveva colpito molto il cantautore in particolare dopo la morte di Bart Haynes, il batterista dei The Castiles, il suo primo gruppo, ucciso in combattimento nel 1967 ed è anche una prima riflessione sull'irrealizzabilità del "sogno americano".[6][7][8] Il testo, visionario e cupo, narra del ritorno a casa di un veterano in un mondo desolato abitato da «licantropi vestiti a festa» e da «suore calve che corrono incinte per le sale del Vaticano». Il brano contiene anche una prima citazione automobilistica, fatto ricorrente nel corso di tutta la carriera di Springsteen, in questo caso una Chevy Stock guidata da Johnny il Santo che nelle sue sfrenate corse lungo le strade del New Jersey non lascia olio per terra, ma sangue. Numerosi sono i riferimenti dissacranti alla religione. Si tratta dell'unico caso apparso su disco, dopo che il cantautore, nel corso del 1972, aveva scritto molte canzoni, rimaste inedite, che prendevano di mira il cristianesimo per come lui stesso l'aveva vissuto in gioventù ai tempi della frequentazione della scuola cattolica della sua città.[9]

Discografia

Note

  1. ^ a b Carlin, cap. 8
  2. ^ Kirkpatrick, p. 53.
  3. ^ a b GiovanazziLost in the Flood.
  4. ^ (EN) Lost in the Flood, su Brucebase. URL consultato il 7 ottobre 2019 (archiviato il 7 maggio 2019).
  5. ^ Bruce Springsteen and the E Street Band, Live in New York City, Columbia Records C2K 85490
  6. ^ Carlin, cap. 2
  7. ^ Marsh, p. 209
  8. ^ Kirkpatrick, p. 94.
  9. ^ Colombati, p. 473

Bibliografia

  • Peter Ames Carlin, Bruce, ebook, Milano, Mondadori, 2013, ISBN 978-88-520-3979-9.
  • Leonardo Colombati, Bruce Springsteen. Come un killer sotto il sole. Il grande romanzo americano, 5ª ed., Milano, Sironi Editore, 2011, ISBN 978-88-518-0140-3.
  • Paolo Giovanazzi, Bruce Springsteen. Tutte le canzoni, 1ª ed., Firenze, Giunti, 2016, ISBN 978-88-09-83771-3.
  • (EN) Rob Kirkpatrick, The Words and Music of Bruce Springsteen, Londra, Praege Publishing, 2007, ISBN 0-275-98938-0.
  • (EN) Dave Marsh, Bruce Springsteen - Two Hearts: The Definitive Biography, 1972-2003, Psychology Press, 2004, ISBN 978-0-415-96928-4.

Collegamenti esterni

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