Coordinate: 42°43′42″N 13°18′30″E

Colle (Arquata del Tronto): differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Ho aggiunto la parola umidità
Riga 69: Riga 69:


=== Chiesa di Santa Maria della Rocca, localmente detta Chiesa di Sant'Amico ===
=== Chiesa di Santa Maria della Rocca, localmente detta Chiesa di Sant'Amico ===
La chiesa di Santa Maria della Rocca, <ref name="Diocesi di Ascoli"/> detta anche chiesa di Sant'Amico, è stata edificata a quota 1300 slm, sulla sommità della costa di arenaria denominata «''Rocca''» che sovrasta il centro abitato. Il piccolo edificio religioso, raggiungibile solo a piedi, é stato eretto nel luogo che la tradizione popolare indica come quello in cui s'inginocchiava a pregare sant'Amico. <ref name="Galiè-Vecchioni, pag. 47"/><br> La prima consacrazione del luogo di culto è avvenuta con l'inaugurazione del 9 giungo 1930. Negli anni che seguirono la piccola fabbrica fu ingrandita e riaperta il 30 agosto 1933. <ref name="P. Settefrati, Sant'Amico, p. 13"/>
La chiesa di Santa Maria della Rocca, <ref name="Diocesi di Ascoli"/> detta anche chiesa di Sant'Amico, è stata edificata a quota 1300 slm, sulla sommità della costa di arenaria denominata «''Rocca''» che sovrasta il centro abitato. Il piccolo edificio religioso, raggiungibile solo a piedi, é stato eretto nel luogo che la tradizione popolare indica come quello in cui s'inginocchiava a pregare sant'Amico.<ref name="Galiè-Vecchioni, pag. 47"/><br> La prima consacrazione del luogo di culto è avvenuta con l'inaugurazione del 9 giugno 1930. Negli anni che seguirono la piccola fabbrica fu ingrandita e riaperta il 30 agosto 1933. <ref name="P. Settefrati, Sant'Amico, p. 13"/>


Nella chiesa, fino a qualche anno fa, era ancora celebrata la [[messa|funzione liturgica]] il giorno [[22 maggio]], festa calendariale di [[Rita da Cascia|santa Rita]] da [[Cascia]].<br>
Nella chiesa, fino a qualche anno fa, era ancora celebrata la [[messa|funzione liturgica]] il giorno [[22 maggio]], festa calendariale di [[Rita da Cascia|santa Rita da Cascia]].

Attualmente, nel mese di [[settembre]] si celebra la "''Fiaccolata''" in onore della Madonna. I fedeli si dispongono a [[croce]] lungo il lastrone di rocce, in prossimità dell'edificio religioso, e stringono in mano una fiaccola accesa. Nelle ore notturne questa celebrazione crea una suggestiva immagine luminosa visibile sia dal paese e sia dalle montagne limitrofe. I partecipanti scendono a serpentina verso il paese per congiungersi alla [[processione]] e recarsi nella piazza di Colle per assistere alla celebrazione della messa.
Attualmente, nel mese di settembre si celebra la "''Fiaccolata''" in onore della Madonna. I fedeli si dispongono a croce lungo il lastrone di rocce, in prossimità dell'edificio religioso, e stringono in mano una fiaccola accesa. Nelle ore notturne questa celebrazione crea una suggestiva immagine luminosa visibile sia dal paese e sia dalle montagne limitrofe. I partecipanti scendono a serpentina verso il paese per congiungersi alla [[processione]] e recarsi nella piazza di Colle per assistere alla celebrazione della messa.


===Chiesa di San Michele Arcangelo o Chiesa di Santa Maria in Chiarino===
===Chiesa di San Michele Arcangelo o Chiesa di Santa Maria in Chiarino===

Versione delle 11:58, 17 apr 2019

Colle
frazione
Colle – Veduta
Colle – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Marche
Provincia Ascoli Piceno
Comune Arquata del Tronto
Territorio
Coordinate42°43′42″N 13°18′30″E
Altitudine1 115 m s.l.m.
Abitanti148[1] (2001)
Altre informazioni
Cod. postale63096
Prefisso0736
Fuso orarioUTC+1
Nome abitanticollacchiani
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Colle
Colle

Colle, chiamato anche Colle d'Arquata è una frazione di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno, nella regione Marche ed appartiene all'ente territoriale della Comunità montana del Tronto.

Il suo impianto urbano è costituito da numerose abitazioni, molte delle quali conservano mura in pietra ed alcune mostrano sugli architravi il simbolo del sole raggiante con il cristogramma della sigla medioevale IHS, grafema del nome di Gesù, scalpellato al centro di un cerchio. Si tratta del trigramma diffuso dal minore francescano san Bernardino da Siena durante le sue predicazioni in questa zona, avvenute nel XV secolo.[2] È noto per essere l'unico borgo dell'arquatano dove si pratica ancora oggi l'arte del carbonaio ed, insieme a Spelonga, è annoverato come il paese più popolato del comune.
Si raggiunge lasciando la via Salaria a Trisungo, proseguendo per la SP20 e superando i paesi di Faete e Spelonga.

Geografia fisica

Il centro urbano è immerso nel verde dei boschi, con lo sguardo rivolto a sud, nella zona dell'alta valle del Tronto ad un'altitudine di 1.115 m s.l.m., [3] la più elevata fra tutte le frazioni del comune arquatano [4] e della provincia ascolana. [5] Situato tra le alture della riva destra del fiume Tronto si trova accanto alla gola del torrente Chiarino ed in prossimità del Passo di Chino. Il paese è circondato dalle vette della Laga, quali: il monte Comunitore (1695 s.l.m.), il monte Macera della Morte (2073 s.l.m.) e Pizzo di Sevo (2419 s.l.m.). Come l'intero comune di Arquata estende il territorio tra due parchi nazionali: il Parco nazionale dei Monti Sibillini e il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Torrente Chiarino

Il corso d'acqua scende dal monte Macera della Morte. Con il suo percorso segna il confine territoriale tra le regioni Marche e Lazio, dividendo la Provincia di Ascoli Piceno da quella di Rieti. Scorre tra rocce e boschi fittissimi in direzione Grisciano dove diventa affluente di destra del fiume Tronto. [6] [7]
L'idronimo esprime la caratteristica limpidezza delle sue acque. Giulio Amadio scrive che per questo torrente è stato adottato l'uso del diminutivo per distinguerlo dal Torrente Chiaro che, nei pressi di Ascoli, è affluente di sinistra del Tronto e, per qualche tratto, segna la linea di confine tra Marche ed Abruzzo. [8]

Clima

Il clima di Colle è quello tipico dell'Appennino centro-settentrionale, caratterizzato quindi da temperature rigide durante i mesi invernali, con frequenti nevicate e gelo intensi. I mesi estivi risultano miti, mai troppo caldi. Le piogge sono distribuite durante tutte le stagioni con maggiore frequenza nei mesi freddi. La gradevolezza del clima estivo richiama l'afflusso di molti villeggianti che scappano dalla calura delle città per trovare un po' di fresco tra questi monti.

Storia

Medioevo

L'eremitaggio nella Valle del Chiarino
Durante il periodo altomedievale il fenomeno eremitico si diffuse anche nelle zone montuose del comprensorio arquatano. Tra i religiosi che scelsero di vivere e pregare nel silenzioso isolamento dei boschi della valle del Chiarino,in prossimità del paese di Colle, si ricordano sant'Amico di Avellana, sua sorella santa Adelpha, san Petrone, [9] il beato Corrado da Offida, fra Pietro da Macerata ed Angelo Clareno, noto anche come fra' Angelo da Cingoli o Angelo da Fossombrone. [10] Il primo ad arrivare in queste terre fu sant'Amico che visse nella grotta che divenne, due secoli dopo, la dimora di frate Angelo Clareno. [6] [11]

Sant'Amico di Avellana, eremita a Colle di Arquata

Affresco datato 1494 che ritrae sant'Amico di Avellana tra due Madonne, presso il Santuario dell'Icona Passatora

Il santo, vissuto tra il X e l'XI secolo, era un monaco benedettino di origine camerinense, che aveva avuto il permesso dai suoi superiori di condurre vita eremitica. Dopo aver trascorso buona parte della sua esistenza nell'Italia meridionale giunse in territorio ascolano per far visita ai confratelli che risiedevano nel monastero dell'Ordine di San Benedetto, nei pressi del torrente Chiarino. Restò a soggiornare «per qualche tempo» nella casa dei religiosi e decise di trattenersi a dimorare fra queste montagne. Scelse di appartarsi nella solitudine di una cella, lontana sette miglia dal convento che l'aveva ospitato, e si stabilì nella grotta situata tra i paesi di Colle e Poggio d'Api, ad una quota di circa 1500 metri m s.l.m., sul pianoro dove c'è la Sorgente (o Fonte) di Santa Maria di Chiarino, [12] la Fonte che per tradizione «dissetò il santo». Dalle parole di Serafino Razzi, vivente nel XVI secolo, si apprende che il romito restò per tre anni in completa solitudine ed in seguito fu raggiunto dai suoi discepoli. Insieme a questi confratelli eresse un altare, in onore di san Michele Arcangelo, protetto all'interno di una piccola capanna realizzata con i rami degli alberi, che fungeva da cappella dedicata a Santa Maria del Chiarino.[13] Dagli scritti di padre Giacinto Pagnani si apprende che il vescovo di Ascoli si recò più volte a far visita all'eremita durante la sua permanenza. [12] Alla figura del santo sono legate diverse tradizioni locali, una vuole che egli condividesse la sua vita solitaria con un asino che lo aiutava a trasportare la legna da ardere per riscaldare la grotta. La bestia da soma fu uccisa da un lupo che, redarguito dal santo, s'inginocchiò al suo cospetto e pentito sostituì l'asino cominciando a portare il legname necessario. Una narrazione piuttosto simile ricorda un miracolo attribuito a Francesco d'Assisi, vissuto due secoli più tardi, che ammansì il lupo a Gubbio. [14] La memoria della tradizione del frate eremita è divenuta, nel tempo, il tema di dipinti che ritraggono sant'Amico in compagnia del lupo. Nella chiesa di San Silvestro di Colle un affresco, ormai corrotto dall’umidità, eseguito dall'amatriciano Dionisio Cappelli, ritraeva l'effige del santo raffigurato, secondo la tradizione agiografica, con l'accetta in spalla ed il lupo pentito che, carico di legna e condotto a cavezza, lo aiutava in sostituzione del suo asino. [15] [16]
Un altro affresco in cui ricorrono le figure del santo e del lupo si trova all'interno del Santuario dell'Icona Passatora, nei pressi del paese di Retrosi di Amatrice. Anche in questo dipinto il santo reca con sé un'accetta da boscaiolo in spalla e conduce il lupo gravato del peso della legna a guinzaglio. [14]
Pasquale Settefrati riferisce di aver avuto modo di osservare il quadro, destinato alla chiesa di San Silvestro di Colle, dipinto da Paolo Lazzaretti, suo contemporaneo ed all'epoca vivente in Ascoli Piceno. L'artista aveva ritratto Sant'Amico, con il lupo carico di legna e l'ascia in spalla, genuflesso davanti alla Madonna col Bambino. Lo storico aggiunge che in questa rappresentazione il santo era vestito con l'abito bianco dell'Ordine cistercense e con un'aureola intorno alla testa. [16]

Un'altra memoria riporta che il cranio di sant'Amico sia conservato, insieme ai resti di sua sorella Adelfa, all'interno di un'urna murata nella chiesa di San Sebastiano. [9] Nell'aula liturgica, una lastra reca l'epigrafe che tramanda sia la presenza delle ossa di sant'Aldelfa e sia della testa del santo:

«S. AMICI CONF. CAPUT AC
S. ADELPHA VIR. OSSA SUPERIORES
HIC VENERARI SANCIVERUNT
A.D. MDCXX [9]»

Negli inventari delle visite pastorali, avvenute nel XVI secolo, quest'urna non compare elencata. Gabriele Lalli è incline ad attribuirne la provenienza alla chiesa scomparsa di Santa Maria del Chiarino, dove la devozione religiosa venerava le reliquie dell'eremita. In effetti, è davvero poco probabile, come scrivono Galiè e Vecchioni, che parti del corpo del santo possano trovarsi a Colle perché deceduto e tumulato intatto nel paese di San Pietro Avellana come dichiarò l'Abate ordinario di Montecassino quando, il 22 settembre 1623, procedette alla ricognizione dei suoi resti mortali. [17]
Numerose testimonianze della particolare venerazione che hanno avuto i residenti per questo religioso si trovano e si conservano ancora ai nostri giorni in alcuni nomi, come: Fonte di Sant'Amico, Chiesa di Sant'Amico.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa di San Silvestro

La chiesa di San Silvestro, di epoca rinascimentale, ascrivibile al XV secolo, [18] si eleva fuori dal centro abitato, a circa 800 metri dal paese. Costruita sopra uno sperone di roccia a strapiombo sulla vallata, sorveglia l'intero territorio sottostante. È dedicata a san Silvestro papa e, con molta probabilità, è stata edificata su un sito precedentemente consacrato a culti naturalistici. [5]

Il piccolo edificio religioso è costituito da un'unica aula rettangolare che prende luce dalle due finestre che si aprono sui lati dell'ingresso al di sopra del quale si legge incisa la data 1510. L'ambiente è riccamente decorato con affreschi del XVI secolo e del XIV secolo, questi ultimi datati con certezza dopo i recenti restauri conservativi. [5] La maggior parte delle decorazioni pittoriche appartiene all'opera di Dionisio Cappelli, pittore nato ad Amatrice, in provincia di Rieti, nell'anno 1450 e molto attivo nelle zone limitrofe alla sua provenienza. [5] In questa chiesa ha dipinto anche la rappresentazione di sant'Amico, ultima opera che gli è stata attribuita [15] e le figure dei santi presenti nell'abside rettangolare quali: san Paolo, san Pietro, santa Caterina da Siena, la Madonna del Latte e san Silvestro col drago. Quest'ultimo santo è raffigurato seduto in atteggiamento benedicente sul trono pontificale, abbigliato con veste bianca, un mantello rosso, la tiara ed il pastorale. Ai suoi piedi, alzando il corpo, verso la sinistra dell'immagine, il drago. [15] Le pareti laterali presentavano altri affreschi del Cappelli che si sono degradati a causa dell'umidità. La piccola crocifissione del timpano appartiene anch'essa all'opera di Dionisio Cappelli. Alla sua base si legge:

«Questa facciata affatta pengere don Vincentio Maffa de Calabria retore de dea eclesia 1511 [15]»

Tra gli arredi appartenuti a questa chiesa si ricorda la statua della Madonna col Bambino, realizzata in cartapesta e terracotta «alla maniera dei madonnari abruzzesi», proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Chiarino, e qui esposta nella nicchia lungo la parete a sinistra dell'altare maggiore. L'opera è stata trafugata negli anni Ottanta del XIX secolo e mai ritrovata. [15]

Sul campanile a vela è posta una sola campana, di forma tubolare, che reca due iscrizioni in caratteri gotici. La prima, datata 1389, si sviluppa su un'unica riga. Il testo è racchiuso tra 3 linee (una superiore e due inferiori all'epigrafe), e posizionata sulla spalla. [19]

«+ I(n) no(m)i(n)e Do (min)i ame(n) an(n)o D(omin)i Ṁ CĊC LXXX IX»

La seconda scritta si legge composta in un'unica riga in prossimità della bocca della campana. È contenuta tra quattro line a rilievo disposte due superiormente e due inferiormente al testo che indica il nome di Nicola de Chiusura.[19]

«+ Maister Nicolaus de Chiusura me fecit»

Chiesa di San Sebastiano

L'edificio religioso si trova al centro del paese, è dedicato san Sebastiano, martire cristiano. La sua costruzione è riferibile al XI secolo. [18] Le notizie documentate risalgono al 1573, anno in cui è menzionata come oratorio in Collis Arquati. Nel 1580 è denominata in Villa Collis Bassae e misurava passi 6 per 3 ed aveva un'unica campana.

Sulla parete sinistra dell'aula liturgica vi è un'urna, costituita da un piccolo monumento in pietra arenaria di stile rinascimentale. Nella parte inferiore della lapide sepolcrale è scolpita una dedica, datata 1620. L'urna proviene dalla Chiesa di Santa Maria di Chiarino. Sul lato destro dell'altare è presente una nicchia in pietra scolpita, incassata nel muro, ove vi si legge: «Paolo Santolini 1721».

Il campanile a vela è disposto su due livelli ed accoglie due campane. La superiore, pur essendo priva di datazione, ha caratteristiche che lasciano ipotizzare ad Antonio Salvi che si possa trattare di un manufatto quattrocentesco o più tardo. [20] Le sue dimensioni, 45 cm di altezza e 47 di diametro, [21] la rendono più grande dell'altra. Presenta sulla superficie esterna vari ornamenti a rilievo descritti come: «una croce grigliata, ornata da due ramoscelli e racchiusa in un rettangolo; un tondo con un bassorilievo di san Giorgio che affronta il drago; una figura geometrica trilobata, corredata di immagini di santi e cartigli, inclusa in un cerchio.» [21] Sulla spalla del manufatto si legge l'iscrizione in caratteri gotici maiuscoli, tra linee a rilievo, che recita: [21]

«+ Myi : Mentem : sanctam : spontaneam : h(---) honorem : Deo : (et) : patrie : liberationem :»

Chiesa di Santa Maria della Rocca, localmente detta Chiesa di Sant'Amico

La chiesa di Santa Maria della Rocca, [18] detta anche chiesa di Sant'Amico, è stata edificata a quota 1300 slm, sulla sommità della costa di arenaria denominata «Rocca» che sovrasta il centro abitato. Il piccolo edificio religioso, raggiungibile solo a piedi, é stato eretto nel luogo che la tradizione popolare indica come quello in cui s'inginocchiava a pregare sant'Amico.[12]
La prima consacrazione del luogo di culto è avvenuta con l'inaugurazione del 9 giugno 1930. Negli anni che seguirono la piccola fabbrica fu ingrandita e riaperta il 30 agosto 1933. [13]

Nella chiesa, fino a qualche anno fa, era ancora celebrata la funzione liturgica il giorno 22 maggio, festa calendariale di santa Rita da Cascia.

Attualmente, nel mese di settembre si celebra la "Fiaccolata" in onore della Madonna. I fedeli si dispongono a croce lungo il lastrone di rocce, in prossimità dell'edificio religioso, e stringono in mano una fiaccola accesa. Nelle ore notturne questa celebrazione crea una suggestiva immagine luminosa visibile sia dal paese e sia dalle montagne limitrofe. I partecipanti scendono a serpentina verso il paese per congiungersi alla processione e recarsi nella piazza di Colle per assistere alla celebrazione della messa.

Chiesa di San Michele Arcangelo o Chiesa di Santa Maria in Chiarino

Risulta che S. Amico d'Avellana (secolo X – XI) condusse la sua vita da eremita nelle terre Umbro-Marchigiane, si stabilì su un pianoro a quota 1500 metri circa denominata Fonte Santa Maria Chiarino. Nei dintorni della sorgente vi sono ancora i resti di una cappellina costituita da un cumulo di pietre sormontate da una piccola croce.

In seguito nel 1200, alcuni frati francescani appartenenti agli Spirituali della Marca eressero, nello stesso punto, un piccolo eremo dedicandolo a Santa Maria Chiarino ma, di tutto ciò non si hanno notizie certe che i ruderi della chiesa di Santa Maria Chiarino siano gli stessi consacrati a San Michele Arcangelo.

Data la vicinanza al ruscello (Clareno), fra Angelo da Fossombrone aggiunse al suo nome quello di Clareno e fu il fondatore di un nuovo ordine religioso che prese il nome di congregazione Claretana. Questa confraternita ebbe diversi conventi fino al 1768 quando fu assorbita dai francescani per decreto pontificio.

Dell'antico ermo e della cappella oggi non rimane quasi più traccia. Gli anacoreti ampliarono la piccola cappella e la dedicarono a Santa Maria Chiarino. È accertato che alla fine del 1500 era ancora officiata, poiché è menzionata e inventariata nella Visita del Vescovo d'Aragona. Lì si venerava una statua raffigurante Maria SS. seduta che teneva sulle ginocchia il Santo Bambino. Era realizzata in terracotta e cartapesta e modellata secondo lo stile dell'epoca dai Madonnari Abruzzesi.

Alla fine del 1700, a causa del degrado del luogo fu trasportata nella chiesa di San Silvestro a Colle e lì collocata in una nicchia sulla navata sinistra.

Questa effigie, secondo la tradizione popolare, scompare più volte dalla sua nuova dimora per essere poi ritrovata nella cappellina originaria tra i monti. Questo avvenne fino a quando non fu realizzata l'apertura di una piccola finestra rivolta in direzione della Chiesa di Santa Maria Chiarino.

Note

  1. ^ Dati Censimento ISTAT 2001, su dawinci.istat.it. URL consultato il 26 ottobre 2008.
  2. ^ N. Galiè, C. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., pag. 110.
  3. ^ N. Galiè, C. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., pag. 16.
  4. ^ N. Galiè, C. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., pag. 18.
  5. ^ a b c d N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., p. 103.
  6. ^ a b N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., pag. 50.
  7. ^ A. Bucciarelli, Dossier arquatano, op. cit., pag. 43.
  8. ^ G. Amadio, Toponomastica marchigiana, op. cit., pag. 72.
  9. ^ a b c N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., pag. 48.
  10. ^ A. Bucciarelli, Dossier arquatano, op. cit., pag. 54.
  11. ^ N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., pag. 51.
  12. ^ a b c N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., p. 47.
  13. ^ a b P. Settefrati, Sant'Amico di San Pietro di Avellana attraverso le immagini e i nomi, pag. 13.
  14. ^ a b N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., pag. 49.
  15. ^ a b c d e N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., p. 104.
  16. ^ a b P. Settefrati, Sant'Amico di San Pietro di Avellana attraverso le immagini e i nomi, pag. 12.
  17. ^ N. Galiè G. Vecchioni, Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, op. cit., pp. 48-49.
  18. ^ a b c Parrocchia di Sant'Agata di Spelonga, su diocesiascoli.it. URL consultato il 12 aprile 2019.
  19. ^ a b A. Salvi, Iscrizioni medievali in territorio ascolano, op. cit., pag. 54.
  20. ^ A. Salvi, Iscrizioni medievali in territorio ascolano, op. cit., pag. 56.
  21. ^ a b c A. Salvi, Iscrizioni medievali in territorio ascolano, op. cit., pag. 55.

Bibliografia

  • Giulio Amadio, Toponomastica marchigiana, Vol. I, Montalto delle Marche, Montalto Marche Editrice - Stabilimento Tipografico "Sisto V", 1951.
  • Narciso Galiè e Gabriele Vecchioni Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali, Società Editrice Ricerche s. a. s., Via Faenza 13, Folignano (AP), Stampa D'Auria Industrie Grafiche s.p.a., Sant'Egidio alla Vibrata (TE), Edizione marzo 2006, pp 18, 103-104. ISBN 88-86610-30-0
  • Pasquale Settefrati, Sant'Amico di San Pietro Avellana attraverso le immagini e i nomi, 1ª Edizione, dicembre 2008.
  • Antonio Salvi, Iscrizioni medievali nel territorio ascolano - Documenti epigrafici con relative note storiche, Roma, Istituto superiore di studi medievali Cecco d'Ascoli - Opus Fundatum «Latinitas», 2010.
  • Gabriele Lalli, Colle d'Arquata del Tronto Ricerca storica su una piccola comunità montana, Roma, pp. 61, 69,

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Marche: accedi alle voci di Wikipedia che parlano delle Marche