Pietre d'inciampo nelle Marche: differenze tra le versioni

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| Via Bernabei, 12
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| '''Alberto Pacifici''' nacque a [[Firenze]] il 18 ottobre 1870. Era figlio di Angelo Pacifici. Coniugato con Elena Levi. La coppia aveva almeno due figlie: Emma (nata l'11 settembre 1899 a Firenze) ed Ada (nata il 5 luglio 1907 a Siena). Divenne il Rabbino di [[Pesaro]] dal 1904 al 1906 e di [[Siena]] dal 1907 al 1911. Era il Vice-Rabbino di [[Senigallia]] 1920 e Chazan di Ancona. Il 23 maggio 1943 fu arrestato a Firenze. Due giorni dopo anche le sue figlie furono arrestate. Tutte e tre venivano detenuti nel carcere di Firenze e poi al [[campo di Fossoli]]. Il padre anziano e le due sorelle furono deportati con il convoglio n. 13 al [[campo di concentramento di Auschwitz]], partendo da Fossoli il 26 giungo e arrivando ad Auschwitz il 30 giugno 1943. Alberto Pacifici e sua figlia Ada non sono sopravvissuti alla [[Shoah]]. Secondo la pagina web ''Rabbini Italiani'' Alberto Pacifici "muore ucciso nella Shoà ad Auschwitz il 30.6.1944".<ref>Rabbini Italiani: ''[http://www.rabbini.it/alberto-pacifici/ Alberto Pacifici]'', consultato il 21 gennaio 2019</ref><ref>[[Centro di documentazione ebraica contemporanea]]: {{Cita web|http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-5981/pacifici-alberto.html|titolo=''Pacifici, Alberto''|accesso=21 gennaio 2019}}</ref><ref>[[Centro di documentazione ebraica contemporanea]]: {{Cita web|http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-6328/pacifici-emma.html|titolo=''Pacifici, Emma''|accesso=21 gennaio 2019}}</ref><ref>[[Centro di documentazione ebraica contemporanea]]: {{Cita web|http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-5980/pacifici-ada.html|titolo=''Pacifici, Ada''|accesso=21 gennaio 2019}}</ref>
| '''Alberto Pacifici''' nacque a [[Firenze]] il 18 ottobre 1870. Era figlio di Angelo Pacifici. Coniugato con Elena Levi. La coppia aveva almeno due figlie: Emma (nata l'11 settembre 1899 a Firenze) e Ada (nata il 5 luglio 1907 a Siena). Divenne il Rabbino di [[Pesaro]] dal 1904 al 1906 e di [[Siena]] dal 1907 al 1911. Era il Vice-Rabbino di [[Senigallia]] 1920 e Chazan di Ancona. Il 23 maggio 1943 fu arrestato a Firenze. Due giorni dopo anche le sue figlie furono arrestate. Tutte e tre venivano detenuti nel carcere di Firenze e poi al [[campo di Fossoli]]. Il padre anziano e le due sorelle furono deportati con il convoglio n. 13 al [[campo di concentramento di Auschwitz]], partendo da Fossoli il 26 giugno e arrivando ad Auschwitz il 30 giugno 1943. Alberto Pacifici e sua figlia Ada non sono sopravvissuti alla [[Shoah]]. <ref>Rabbini Italiani: ''[http://www.rabbini.it/alberto-pacifici/ Alberto Pacifici]'', consultato il 21 gennaio 2019</ref><ref>[[Centro di documentazione ebraica contemporanea]]: {{Cita web|http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-5981/pacifici-alberto.html|titolo=''Pacifici, Alberto''|accesso=21 gennaio 2019}}</ref><ref>[[Centro di documentazione ebraica contemporanea]]: {{Cita web|http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-6328/pacifici-emma.html|titolo=''Pacifici, Emma''|accesso=21 gennaio 2019}}</ref><ref>[[Centro di documentazione ebraica contemporanea]]: {{Cita web|http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-5980/pacifici-ada.html|titolo=''Pacifici, Ada''|accesso=21 gennaio 2019}}</ref>

L'unica della famiglia che poteva sopravvivere la persecuzione degli ebrei era Emma Pacifici.
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Pietra d'inciampo in Ancona, 2018

Questa pagina contiene l'elenco delle pietre d'inciampo poste nelle Marche. Esse commemorano il destino di persone uccise, deportate, espulse o spinte al suicidio ad opera del regime nazista. Le pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono una iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig che ha già posato più di 62.000 pietre in tutta Europa.

Generalmente, le pietre d'inciampo sono posizionate di fronte all'edificio dove le vittime hanno avuto la loro ultima residenza autogestita. Le prime pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate il 12 gennaio 2017 ad Ancona ed Ostra Vetere.

Le tabelle sono parzialmente ordinabili; l'ordinamento avviene in ordine alfabetico seguendo il nome.

Immagine Scritta Indirizzo Vita
QUI ABITAVA
FERRUCCIO ASCOLI
NATO 1897
ARRESTATO 27.4.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 30.8.1944
Corso Giovanni Amendola, 51 Ferruccio Ascoli nacque l'11 agosto 1897 ad Ancona. Era il figlio di Carlo Ascoli e Ida Vivanti. Fu arrestato il 27 aprile 1944 a Serrapetrona (Macerata) e detenuto prima nel carcere di Macerata e poi al campo di transito di Fossoli. Il 26 giugno fu deportato con il convoglio n. 13 al campo di sterminio di Auschwitz, dove fu ucciso il 30 agosto dello stesso anno.[1]
QUI ABITAVA
EUGENIA CARCASSONI
NATA 1886
ARRESTATA 19.2.1944
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA
Via Astagno, 10 Eugenia Carcassoni nacque il 14 novembre 1886 a Ancona. Era la figlia di Giacomo Carcassoni e coniugata con Guido Loewenthal (vedi sotto). Fu arrestata a Appignano (Macerata) il 19 febbraio 1944, detenuta nel carcere di Macerata, trasferita al campo di transito di Fossoli e deportata con il convoglio n. 9 al campo di sterminio di Auschwitz il 5 aprile 1944. Fu probabilmente assassinata immediatamente dopo il suo arrivo il 10 aprile 1944.[2]
QUI ABITAVA
DANTE COEN
NATO 1910
ARRESTATO 26.7.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 4.4.1945
BUCHENWALD
Via Astagno, 18 Dante Coen, figlio di Arrigo Coen (nato 1879) e Ilde Portaleone (nata 1881), nacque il 24 agosto 1910 a Ancona. Aveva almeno nove fratelli e quattro sorelle, Aldo (nato 1899), Bruno (nato 1905), Manfredo (nato 1907), Attilio (nato 1908), Nello (nato 1909), Remo (nato 1912), Umberto (nato 1914, vedi sotto), Franco (nato 1915) ed Enzo (nato 1921), Romilde (nato 1902, vedi sotto), Dina (nata 1913), Lina (nata 1919) e Floretta (nata 1924).[3] Dante Coen sposava Angelina Giustacchini. La coppia aveva una figlia, Ornella (nata il 23 giugno 1944 a Milano). Dante Coen fu arrestato a Milano il 26 luglio 1944, detenuto al carcere di Milano e deportato il 2 agosto 1944 con il convoglio n. 14 nel campo di sterminio di Auschwitz. Lì arrivò quattro giorni dopo. Il suo numero di matricola fu 190841. Fu assassinato il 4 aprile 1945 nel campo di concentramento di Buchenwald.[4][5]

La sorella Romilde e il fratelli Umberto furono assassinati ad Auschwitz. La sorte degli altri congiunti è sconosciuta.

Corso Garibaldi, 28 Enrica Coen era la figlia di Giuseppe Coen e Elisa Volterra. Nacque a Ancona il 23 agosto 1888. Aveva almeno una sorella maggiore, Edi, nata il 11 marzo 1881. Si sposava con Mosè Coen, un cuoco (vedi sotto). Fu arrestata – insieme con la sorella e con il cognato Raffaele Levi – a Roma il 16 ottobre 1943. Tutte e tre furono detenuti nel Collegio Militare di Roma e poi deportati con il convoglio n. 2 al campo di sterminio di Auschwitz, partendo da Roma il 18 ottobre ed arrivando ad Auschwitz il 23 ottobre 1943. Nessuno di loro è sopravvissuto alla Shoah. Enrica Coen, la sorelle ed il cognato furono assassinati dal regime Nazista immediatamente dopo il loro arrivo.[6][7][8]

Il marito fu arrestato il 12 maggio 1944. Anch'egli fu assassinato ad Auschwitz.

Corso Garibaldi, 28 Mosè Coen era il figlio di Giuseppe Coen e Elda Volterra. Nacque a Ancona il 24 novembre 1891. Divenne cuoco e sposava Enrica Coen (vedi sopra). Fu arrestato a Roma il 12 maggio 1944 e detenuto nel carcere di Roma e poi al campo di Fossoli. Veniva deportato nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio n. 13, partendo da Fossoli il 26 giugno e arrivando ad Auschwitz il 30 giugno 1944. Non è sopravvissuto alla Shoah.[9]

La moglie di Mosè Coen è stata assassinata già al 23 ottobre 1943, anche lei ad Auschwitz.

Via Astagno, 18 Romilde Coen, figlia di Arrigo Coen (nato 1879) e Ilde Portaleone (nata 1881), nacque il 20 marzo 1902 a Ancona. Aveva almeno dieci fratelli e tre sorelle, tra di loro Dante (nato 1910, vedi sopra) ed Umberto (nato 1914, vedi sotto). Sposava Federico Volterra, figlio di Leopoldo Volterra e Clara Ascoli, nato a Modena il 3 settembre 1899. Secondo Yad Vashem la coppia divorziava. Romilde Coen fu arrestata a Caramagna Piemonte, una piccola città 36 chilometri sud di Torino, al 21 marzo 1944. Veniva detenuta al carcere di Torino, dove erano già in custodia l'ex-marito e il fratello Umberto. Tutte e tre furono trasferiti al campo di Fossoli e poi deportati con il convoglio n. 5 al campo di sterminio di Auschwitz, partendo da Fossoli il 5 aprile e arrivando ad Auschwitz il 10 aprile 1944. Non si sa se gli ex sposi o sorella e fratello si sono incontrati durante la detenzione o durante il trasporto. Romilde Coen non è sopravvissuta alla Shoah. Non si sa dov'è stata assassinata.[10][11][12]

Il marito è stato ucciso ad Auschwitz il 31 marzo 1944. Anche suo fratello, Ezio Volterra, nato il 20 gennaio 1892 a Modena, è stato assassinato ad Auschwitz. CDEC cita il 6 agosto 1944 come data della sua morte.[13]

Anche il fratello Umberto fu assassinato ad Auschwitz. Un altro fratello, Dante, poteva sopravvivere la sua sosta ad Auschwitz, pero è stato assassinato a Buchenwald negli ultimi giorni del regno Nazista. La sorte degli altri congiunti è sconosciuta.

Via Astagno, 18 Umberto Coen era un figlio di Arrigo Coen (nato 1879) e Ilde Portaleone (nata 1881). Nacque il 24 agosto 1910 a Ancona. Aveva almeno nove fratelli e quattro sorelle, tra di loro Dante (nato 1910, vedi sopra) e Romilde (nato 1902, vedi sotto). Sposava Matilde Negro. Umberto Coen fu arrestato a Torino il 18 marzo 1944 e prima detenuto al carcere di Torino. Tre giorni dopo lì arrivò anche la sua sorella Romilde, pero non si sa se si sono incontrati. Anche l'ex-marito di Romilde era arrestato nello stesso prigione. Tutte e tre furono trasferiti al campo di Fossoli e poi deportati con il convoglio n. 5 al campo di sterminio di Auschwitz, partendo da Fossoli il 5 aprile e arrivando ad Auschwitz il 10 aprile 1944. Umberto Coen non è sopravvissuto alla Shoah.[14]

La sorella Romilde fu ugualmente assassinata ad Auschwitz, il fratello Dante a Buchenwald. La sorte degli altri congiunti è sconosciuta.

QUI ABITAVA
ACHILLE GUGLIELMI
NATO 1879
MORTO 4.12.1943
DURANTE L'ARRESTO
CASTIGLIONE DEI PEPOLI
Villa Gusso
Via Santa Margherita, 5
Achille Guglielmi, figlio di Gustavo Guglielmi e Amelia Beer, nacque il 23 marzo 1879 a Urbino. Fu un proprietario terriero nei dintorni di Ancona. Coniugato con Elsa Zamorani (vedi sotto). La coppia aveva due figli, Gino (vedi sotto) e Gustavo. Residenvano a Bologna ed erano membri della Comunità ebraica di Bologna. Morì durante l'arresto il 4 dicembre 1943 a Castiglione dei Pepoli.[15]

Anche la moglie ed il figlio Gino furano assassinati dal regime Naziste. Il figlio Gustavo poteva sopravvivere perché sposato con una ariana.[16][17]

QUI ABITAVA
GINO GUGLIELMI
NATO 1911
ARRESTATO 5.12.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 6.2.1944
Villa Gusso
Via Santa Margherita, 5
Gino Guglielmi nacque il 18 settembre 1911 a Ancona. I genitori erano Achille Guglielmi (vedi sopra) ed Elsa Zamorani (vedi sotto). Laureato in giurisprudenza. Resideva in via Emilia Ponente n. 291 a Bologna. Non esercitava la sua professione, traendo sostentamento della proprietà terriera del padre vicino Ancona. Nel settembre 1943 la famiglia si spostò a Castiglione dei Pepoli. Lì il padre fu arrestato nel dicembre 1943 e morì nel arresto. Gino Guglielmi viveva con la madre, il fratello Gustavo e la cognata nella villa della famiglia. Fu arrestato insieme alla madre il 3 gennaio 1944, mentre il fratello rimase libero perché sposato con un'ariana. Madre e figlio furono detenuti prima nel carcere di Bologna, poi nel carcere di Milano. Furono deportati con il convoglio n. 6 al campo di concentramento di Auschwitz il 30 gennaio 1944. Tutte e due furono assassinati immediatamente dopo l'arrivo al 6 febbraio 1944, probabilmente nella camera a gas.[17][18]
QUI ABITAVA
ANDREA LORENZETTI
NATO 1907
ARRESTATO 10.8.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
MORTO DI STENTI
15.5.1945
Piazza Cavour, 10
Andrea Lorenzetti

Andrea Lorenzetti era un'antifascista, esponente del PSI milanese clandestino.

QUI ABITAVA
GUIDO LOWENTHAL
NATO 1882
ARRESTATO 19.2.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 10.4.1944
Via Astagno, 10 Guido Lowenthal, figlio di Carlo Loewenthal e Eugenia Piazza, nacque il 12 marzo 1884 a Milano. Coniugato con Eugenia Carcassoni (vedi sopra). Fu arrestato a Appignano (Macerata) il 19 febbraio 1944, detenuto nel carcere di Macerata, trasferito al campo di transito di Fossoli e deportato con il convoglio n. 9 al campo di sterminio di Auschwitz il 5 aprile 1944. Fu assassinato immediatamente dopo il suo arrivo il 10 aprile 1944.[19]
QUI LAVORAVA
ALBERTO PACIFICI
NATO 1870
ARRESTATO 23.5.1944
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 30.6.1944
Via Bernabei, 12 Alberto Pacifici nacque a Firenze il 18 ottobre 1870. Era figlio di Angelo Pacifici. Coniugato con Elena Levi. La coppia aveva almeno due figlie: Emma (nata l'11 settembre 1899 a Firenze) e Ada (nata il 5 luglio 1907 a Siena). Divenne il Rabbino di Pesaro dal 1904 al 1906 e di Siena dal 1907 al 1911. Era il Vice-Rabbino di Senigallia 1920 e Chazan di Ancona. Il 23 maggio 1943 fu arrestato a Firenze. Due giorni dopo anche le sue figlie furono arrestate. Tutte e tre venivano detenuti nel carcere di Firenze e poi al campo di Fossoli. Il padre anziano e le due sorelle furono deportati con il convoglio n. 13 al campo di concentramento di Auschwitz, partendo da Fossoli il 26 giugno e arrivando ad Auschwitz il 30 giugno 1943. Alberto Pacifici e sua figlia Ada non sono sopravvissuti alla Shoah. [20][21][22][23]
QUI LAVORAVA
GIACOMO RUSSI
NATO 1888
ARRESTATO 22.9.1943
DEPORTATO
MEPPEN
ASSASSINATO
Corso Giovanni Amendola, 51 (piazza S.Maria) Giacomo Russi nacque il 19 febbraio 1888 oppure 1889 ad Ancona. Suoi genitori erano Davide Russi e Sara Moscato ed aveva un fratello, Franco. Era di origine dalmata ed apparteneva alla comunità ebraica. La famiglia otteneva un'azienda farmaceutica e divenne comproprietario insieme con suo padre. Coniugato con Giuseppina Favali. La coppia aveva due figli, Sergio (nato 1923, vedi sotto) e Franca Luisa. Anche il figlio divenne collaboratore nell'azienda familiare. Il 22 settembre 1943 il padre ed il figlio furono prelevati a Camerano da una camionetta nazifascista. Tutte e due furono prima detenuti al carcere di Ancona e poi deportati al Lager Versen a Meppen, ai confini dell’Olanda. Era un campo lasciato alla desolazione.I detenuti dovevano dormire in giacigli di paglia e privi di coperte. Nonostante il freddo, non possedevano biancheria intima e portavano zoccoli olandesi. Erano esposti a tutte le forze della natura, ad animali, germi o malattie come cimici, dissenteria, gangrena, pidocchi, tubercolosi e una seria di malattie causate dalla scarsità e dalla orribile qualità del cibo. Fu impiegato in infermeria per le sue competenze. Probabilmente al 26 luglio 1944, giorno del loro trasferimento verso un altro campo, padre e figlio furono assassinati a Meppen.[24][25][26]

Ai due Russi fu dedicato un Memoriale, collocato nel 2008 al Cimitero Comunale di Ancona.

QUI LAVORAVA
SERGIO RUSSI
NATO 1923
ARRESTATO 22.9.1943
DEPORTATO
MEPPEN
ASSASSINATO
Corso Giovanni Amendola, 51 (piazza S.Maria) Sergio Russi nacque a Ancona il 16 agosto 1923. Suoi genitori erano Giacomo Russi (vedi sopra) e Giuseppina Favali. Divenne collaboratore nell'azienda farmaceutica della familiare. Il 22 settembre 1943 fu prelevato insieme al padre a Camerano da una camionetta nazifascista. Tutte e due furono prima detenuti al carcere di Ancona e poi deportati al Lager Versen a Meppen, ai confini dell’Olanda. Era un campo lasciato alla desolazione. Nonostante il freddo, non possedevano biancheria intima e portavano zoccoli olandesi. Erano esposti a tutte le forze della natura, ad animali, germi o malattie come cimici, dissenteria, gangrena, pidocchi, tubercolosi e una seria di malattie causate dalla scarsità e dalla orribile qualità del cibo. Probabilmente al 26 luglio 1944, giorno del loro trasferimento verso un altro campo, padre e figlio furono assassinati a Meppen.[25][27][28]

Ai due Russi fu dedicato un Memoriale, collocato nel 2008 al Cimitero Comunale di Ancona.

QUI ABITAVA
GINO TOMMASI
NATO 1895
ARRESTATO 9.2.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 5.5.1945
Via Isonzo, 146
Gino Tommasi

Gino Tommasi nacque il 19 settembre 1895 a Dogna. Divenne un ingegnere ed uno dei più noti partigiani dell'Marche. Il suo nome di battaglia fu comandante Annibale. Nella prima guerra mondiale partecipò come ufficiale della Territoriale. Finita la guerra si laureò in Ingegneria a Bologna. Poi si stabilisce ad Ancona e lavora nella sua professione. Immediatamente dopo l'armistizio ricevette mandato dalla Concentrazione antifascista di Ancona.[29] Si impegnò a fondo nell'organizzazione clandestina della lotta partigiana, venne comandante della 5ª Brigata Garibaldi "Ancona". A causa di una soffiata, venne sorpreso dai fascisti. Lo hanno prima rinchiuso nel carcere di Macerata e resistette alle torture dei suoi aguzzini. Finalmente i fascisti italiani lo consegnavano ai tedeschi. Fu trasferito al campo di Fossoli e di lì deportato al campo di concentramento di Mauthausen. Doveva fare lavori forzati nel sottocampo di Gusen. Morì probabilmente di stenti il 5 maggio 1945, giorno della liberazione.

La città Ancona ha dedicato una via cittadina al suo onore. La Repubblica Italiana gli ha assegnato la Medaglia d'oro al valor militare.

QUI ABITAVA
ELSA ZAMORANI
NATA 1883
ARRESTATA 5.12.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 6.2.1944
Villa Gusso
Via Santa Margherita, 5
Elsa Zamorani, da Amilcare Zamorani ed Emma Sanguinetti, nacque il 4 giugno 1883 a Bologna. Sposava Achille Guglielmi (vedi sopra), un proprietario terriero nei dintorni di Ancona. La coppia aveva due figli, Gino e Gustavo. Residevano per lungo tempo a Bologna ed erano membri della Comunità ebraica della città. Il 1 settembre 1943 la famiglia acquistò una villa a Castiglione dei Pepoli, probabilmente per essere più lontani dai occupatori dell'Italia. Nonostante, il marito fu arrestato nel dicembre 1943 e morì nel arresto. La vedova viveva con il figlio Gino nel primo piano della loro villa, mentre il figlio Gustavo e la sua moglie occupavano il secondo piano. Lì fu arrestata insieme al figlio Gino il 3 gennaio 1944. L'altro figlio è rimasto libero perché sposato con un'ariana. Madre e figlio furano detenuti prima nel carcere di Bologna, poi nel carcere di Milano. Furono deportati con il convoglio n. 6 al campo di concentramento di Auschwitz il 30 gennaio 1944. Tutte e due furono assassinati immediatamente dopo l'arrivo al 6 febbraio 1944, probabilmente nella camera a gas.[16][17]

Suo nome è ricordato su una Lapide della Comunità Israelitica in via Mario Finzi di Bologna.[30]

Immagine Scritta Indirizzo Vita
QUI ABITAVA
GADDO MORPURGO
NATO 1920
ARRESTATO 7.12.1943
ASSASSINATO 5.9.1944
CAMPO D'AVIAZIONE DI FORLÍ
Via Mazzini, 42 Gaddo Morpurgo nacque il 31 marzo 1920 a Gorizia. Suoi genitori erano Donato Moisè Morpurgo e Maria Treves. Aveva un fratello maggiore, Giulio (1913-1981). Fu arrestato a Ostra Vetere il 7 dicembre 1943 e poi detenute a Pesaro. Morì in eccidio il 5 settembre 1944 a Forlì quando la SS uccise dieci uomini ebrei al locale campo di aviazione presidiato dalla Guardia Nazionale Repubblicana.

Il primo figlio del suo fratello, nato nel 1947, è stato chiamato Gaddo.[31]

Date di collocazione

Le pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate dall'artista personalmente:

  • il 12 gennaio 2017: Ancona (Corso Giovanni Amendola 51), Ostra Vetere
  • il 11 gennaio 2018: Ancona (Via Astagno 10, Via Isonzo 146, Via Santa Margherita 5)
  • il 17 gennaio 2019: Ancona (Via Astagno 18, Via Bernabei 12, Corso Garibaldi 28, Piazza Cavour 10)

Il 25 gennaio 2018 il comune di Ancona organizzò una cerimonia per l'inaugurazione delle sette nuove pietre d'inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig.

Note

  1. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Ascoli, Ferruccio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017., con un ritratto
  2. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Carcassoni, Eugenia, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  3. ^ Un ritratto della famiglia mostra i genitori con quindici bambini, vedi CDEC: Arigo Coen con famiglia, consultato il 21 gennaio 2019
  4. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Dante, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 giugno 2017.
  5. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Ornella, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 giugno 2017.
  6. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Enrica, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  7. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Edi, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  8. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Levi, Raffaele, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  9. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Mosè, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  10. ^ Yad Vashem: Romilde Volterra, consultato il 21 gennaio 2019
  11. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Romilde, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  12. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Volterra, Federico, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  13. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Volterra, Ezio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  14. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Coen, Umberto, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2017., con un ritratto
  15. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Guglielmi, Achille, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  16. ^ a b Centro di documentazione ebraica contemporanea: Zamorani, Elsa, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  17. ^ a b c Centro di documentazione ebraica contemporanea: Guglielmi, Gino, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  18. ^ Ci portano via: GUGLIELMI GINO, consultato il 4 giugno 2018
  19. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Loewenthal, Guido, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017., con un ritratto
  20. ^ Rabbini Italiani: Alberto Pacifici, consultato il 21 gennaio 2019
  21. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Pacifici, Alberto, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  22. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Pacifici, Emma, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  23. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Pacifici, Ada, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  24. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Russi, Giacomo, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  25. ^ a b Ilaria Triggiani: La memoria contro ogni discriminazione - martedì 26 gennaio 2016, Ancona 2017 (Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, 220), pp. 61-77, qui cit. secondo Pietre della memoria: 6499 - Pietre d’inciampo per Giacomo e Sergio Russi – Ancona, consultato il 6 giugno 2018
  26. ^ Yad Vashem: Giacomo Russi, consultato il 7 giugno 2018
  27. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Russi, Sergio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
  28. ^ Yad Vashem: Sergio Russi, consultato il 7 giugno 2018
  29. ^ Cfr. Ruggero Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Ancona, Affinità elettive, 2005, pagg.13-14
  30. ^ Ci portano via: ZAMORANI ELSA, consultato il 4 giugno 2018
  31. ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea: Morpurgo, Gaddo, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 4 giugno 2017.

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