Scampia

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Scampia
Carnevale di Scampia, veduta di Largo Dino Battaglia
StatoItalia Italia
Regione  Campania
Città Napoli
CircoscrizioneMunicipalità VIII
Codice postale80144
Superficie4,23 km²
Abitanti39 060 ab.
Densità9 234,04 ab./km²
Nome abitantiscampiesi
Mappa dei quartieri di Napoli
Mappa dei quartieri di Napoli

Coordinate: 40°54′00″N 14°14′24″E / 40.9°N 14.24°E40.9; 14.24

Scampia ([ʃkamˈpiːə] in napoletano) è un quartiere di Napoli, situato nell'area nord della città, appartenente alla Municipalità VIII.

Costruito a cavallo della seconda metà del Novecento, Scampia confina a Sud con i quartieri Piscinola (Via Cupa della Filanda, Via Tancredi Galimberti, Via Antonio Labriola, Via Pietro Gobretti, Via Oliviero Zuccherini) e Miano (Cupa Carbone, Via del Gran Paradiso, Via del Cervino, Via Ettore Ciccotti, Via Don Luigi Guanella) a Sud-Est col quartiere Secondigliano (Traversa Roma verso Scampia, Via Roma verso Scampia, Via Miano) ad est col comune di Arzano; a nord coi comuni di Casandrino e Melito di Napoli, e ad ovest col comune di Mugnano di Napoli.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere si trova nella periferia nord di Napoli, è delimitato da Via Miano e Via Comunale Limitone d'Arzano per il quartiere Secondigliano (e da una parte anche il quartiere Miano), mentre, da Via Vecchia Miano a Piscinola per il quartiere Piscinola.

Per i comuni Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casandrino la Strada Provinciale 1 (circumvallazione) è il confine tra le entità.

Il quartiere dispone di un unico polmone verde, parco Ciro Esposito, dedicato al tifoso del Napoli ucciso dal militante di estrema destra e ultras della Roma Daniele De Santis. Il parco pubblico è situato in Viale della Resistenza, proprio sotto le vele.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Antichità romane

«Napoli comincia a Scampia.»

(Titolo di un articolo di Roberto Saviano)

Scampia è il nome di un piccolo borgo rurale, che ricadeva nel vicino comune di Secondigliano. Sopravvivono alcuni resti di una villa di epoca romana a testimonianza dell'originaria vocazione agricola. Era, infatti, una terra ricca di alberi da frutto, specialmente noci e mele. Il primo nucleo abitativo moderno risale al secondo dopoguerra, ma il vero boom edilizio ci fu solo nel ventennio '70-'90 (oltre l'80% delle costruzioni risale a quel periodo), quando il quartiere fu costituito come 21ª circoscrizione di Napoli. Dal 2006 fa parte della VIII Municipalità del Comune di Napoli insieme ai quartieri limitrofi di Piscinola-Marianella e Chiaiano.

È uno dei quartieri più popolosi della città, nonostante il numero di residenti vada visto pesantemente al rialzo per via delle occupazioni abusive, non registrate all'anagrafe del Comune di Napoli e che, secondo alcune stime, raggiungono l'ordine delle migliaia di unità. Tali occupazioni abusive interessano finanche gli scantinati e i ballatoi.[1]

A Scampia si registra uno dei tassi di disoccupazione più alti d'Italia, pari al 50%-75% della popolazione attiva[2], anche se i dati ufficiali parlano di 61,1[3] -61,7%[4] nel censimento del 2009. Scampia è il primo quartiere di Napoli per disoccupazione, il secondo è Secondigliano con 55,7% di disoccupati[5].

Il principale freno allo sviluppo del quartiere è la massiccia presenza della criminalità organizzata: la camorra è fortemente attiva nella zona, controllando una notevole mole di lavoro nero, che si manifesta soprattutto col racket ed il traffico di droga.[6] Le Vele hanno costituito, negli anni, un'isola di criminalità ben protetta, isolata, nel quale le Forze dell'ordine godevano di un'autorità blanda, non potevano costituire, senza l'affiancamento di una politica sociale ed economica, la risoluzione delle tante problematiche presenti,[7] al punto da essere definita paradiso della droga.[8][9]

Nei primi anni '80 il fenomeno della droga a Scampia non era ancora agli enormi livelli raggiunti all'inizio del XXI secolo[10]. Diventarono enormi gli introiti della criminalità organizzata per la sola attività dello spaccio degli stupefacenti, quantificabile in milioni di euro[8].

A fronte delle notevoli difficoltà socio-economiche del quartiere, gli enti locali, che conducono una lotta alla criminalità e riqualificazione urbana (con l'abbattimento di alcune Vele), sono in difficoltà nel risolvere gli annosi problemi di esso.

Nonostante la maggior parte di servizi sia di natura pubblica (Comune, ASL, UTB), si sono radicate nella cultura del quartiere anche delle aggregazioni in forma di comitato: per la casa, per l'abbattimento delle Vele, per i LSU e per i Bros. Oltre a questi, vi sono gli attori del volontariato e del terzo settore che hanno attivato diversi servizi per la prevenzione ed il contrasto all'emarginazione quali, ad es., la scuola di calcio “Arci Scampia”, il progetto “Finestra adolescenti” e l'associazione “Aizo” per l'integrazione sociale delle popolazioni nomadi[11].

All'interno del quartiere, infatti, vi sono due campi rom con 1500[12]-1600 abitanti[2]. La loro presenza ha creato spesso delle tensioni con la popolazione locale, come è successo nel 1999[13] e nel 2008. A seguito delle tensioni il comune di Napoli decise di spostare i campi Rom sulla via circumvallazione esterna[14].

Case popolari a Scampia

Il 3 gennaio 2006, inoltre, la giunta Iervolino ha istituito “Napolinord”, la società di trasformazione urbana con capitale sociale di 500 milioni di euro[15].

Sfruttando dei fondi europei, nel 2008 sono stati presentati vari progetti per riqualificare la zona, in primis la costruzione di una sede distaccata della facoltà di medicina della Federico II.[16]

Università degli Studi di Napoli Federico II, sede di Scampia.

Il Complesso universitario di Scampia è stato inaugurato nel mese di ottobre 2022, ubicato in Viale della Resistenza in un edificio di forma circolare, sorto sulle macerie della vela H. La struttura ospita il corso triennale e magistrale per le professioni sanitarie della facoltà di Medicina e Chirurgia con i corsi di laurea di Scienze della nutrizione e dietetica.

Il 3 maggio 2016, gli abitanti del quartiere hanno visto la prima delle nuove assegnazioni abitative per lo sgombero e riqualificazione delle Vele.[17]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Vele di Scampia

Le Vele di Scampia furono edificate in momenti di piena emergenza post-terremoto, come parte delle cosiddette zone 167.[18]. Esse sono divenute famose come emblema del degrado di periferia.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Ville e parchi[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

A Scampia si svolge uno dei più importanti cortei di Carnevale[19] della città di Napoli.

Ogni anno si svolge qui il Premio Secondigliano (quartiere adiacente a Scampia), che premia tutte le persone nate in questi due quartieri e che si distinguono in campo artistico (letteratura, teatro e musica).

All'inizio del 2019 vengono inaugurati due nuovi murales "Pasolini" e "Angela Davis" proprio a Scampia di Jorit. Il murale di Pasolini è accompagnato dalla seguente citazione:

«Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, della mutria cretina, della serietà ignorante. Sii allegro.

T’insegneranno a non splendere.

E tu splendi, invece.»

(Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane)

È presente l'associazione Vo.di.Sca (Voci di Scampia), di Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo, che ha rilevato la storica casa editrice Marotta e Cafiero editori, trasferendone la sede dal quartiere di Posillipo a Scampia, trasformando la società in una casa editrice indipendente open source.

La casa editrice si è anche lanciata nel campo musicale con l'etichetta discografica indipendente Marotta&Cafiero Recorder, pubblicando oltre 10 cd musicali e un vinile.

Nel 2013 apre nell'ottocentesco Teatro Bellini di Napoli, la libreria Marotta&Cafiero Store, gestita da sole donne.

Nel 2014 inaugura il Marotta&Cafiero Store, prima libreria del quartiere Scampia.

Nel 2016 viene rifondata a Scampia la casa editrice Coppola editore, fondata nel 1984 da Salvatore Coppola a Trapani. Casa editrice nota per il suo impegno nel contrasto alla criminalità organizzata e per aver inventato i "Pizzini della Legalità".

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

L'abitato è servito dalla stazione di Piscinola Scampia della linea metropolitana 11, anche conosciuta come linea Arcobaleno, ricostruzione della vecchia ferrovia Alifana Bassa che fu in servizio fino al 1976; tale relazione è gestita dall'Ente Autonomo Volturno (EAV). La stazione è integrata rispetto alla fermata omonima della linea 1 della metropolitana di Napoli.

Scampia è collegata con la contigua area urbana di Napoli dalle autolinee ANM, nonché con i comuni limitrofi mediante le linee della ex CTP.

Fra il 1882 e il 1959 la località era servita da una stazione della tranvia tranvia Napoli-Aversa/Giugliano, gestita dalla Société Anonyme des Tramways Provinciaux (SATP).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giorgio Bocca, Napoli siamo noi: il dramma di una città nell'indifferenza dell'Italia, Feltrinelli Editore, 2006, p. 81, ISBN 88-07-17116-3. URL consultato il 12 settembre 2011.
  2. ^ a b Ospite a Scampia - Noi Donne .org, su noidonne.org. URL consultato il 30 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2013).
  3. ^ Fonte: Pagina 15 del Corriere della Sera - 18 giugno 1995 - Articolo intitolato: Grandi città: l'Italia marcia a due velocità. Tanti figli e meno case nel Meridione Bologna la città con più anziani A Napoli (61%) il record disoccupati
  4. ^ Copia archiviata (PDF), su resources.regione.campania.it. URL consultato il 30 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2012).
  5. ^ Fonte: Pagina 15 del Corriere della Sera - 18 giugno 1995) - Articolo intitolato: Grandi città: l'Italia marcia a due velocità Tanti figli e meno case nel Meridione Bologna la città con più anziani A Napoli (61%) il record disoccupati
  6. ^ Chiara Marra, Mosaico Scampia, Lulu.com, pp. 67-71, ISBN 1-4710-3224-8.
  7. ^ Fabrizio Gatti, A Scampia ho visto gli zombie, in l'Espresso, 19 settembre 2012. URL consultato il 14 giugno 2017.
  8. ^ a b Amalia De Simone, Tra gli zombie del supermercato della droga più florido d'Europa - Video - Corriere TV, su corriere.it, 19 novembre 2012 (modifica il 8 febbraio 2013). URL consultato il 14 giugno 2017.
  9. ^ Marco De Rosa, Droga. Maxi sequestro alle Vele di Scampia, su LoStrillone.tv, 12 ottobre 2016. URL consultato il 14 giugno 2017.
  10. ^ Le Vele di Scampia, una storia lunga 54 anni nel cuore di "Gomorra", in Repubblica.it, 11 marzo 2016. URL consultato il 14 giugno 2017.
  11. ^ Pellecchia F. (2001) Viaggio nelle periferie: Scampia, “Volinforma: rivista bimestrale di cultura ed informazione per Napoli Città Sociale, Napoli, III, pp. 14-23.
  12. ^ Copia archiviata (PDF), su tesseramento.it. URL consultato il 30 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2014).
  13. ^ Napoli, i nomadi lasciano i campi
  14. ^ osservAzione - I vespri napoletani di Ponticelli Archiviato il 12 febbraio 2009 in Internet Archive.
  15. ^ ”Il Mattino”, 3 gennaio 2006, Nasce la società per la bonifica di Scampia, p. 28.
  16. ^ ”Il Mattino”, 15 gennaio 2012, Facoltà di Medicina a Scampia, ecco 20 milioni, p. 43
  17. ^ Comune di Napoli, Assegnati i primi alloggi agli abitanti delle Vele, 3 maggio 2016. URL consultato l'8 maggio 2016.
  18. ^ La vela è un elemento architettonico che indica uno spicchio della volta a crociera, cfr. Dizionario della lingua italiana “Zingarelli”, 2001, p. 1152
  19. ^ Comune di Napoli, Il magnifico Carnevale di Scampia, su multimediale.comune.napoli.it. URL consultato il 17 ottobre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Pugliese (a cura di), Oltre le Vele. Rapporto su Scampia, Napoli, Ed. Universitaria, 1999, ISBN 88-8338-014-2.
  • Manuela Migliaccio, Oltre le Vele, Roma, Sovera Edizioni, 2000, ISBN 88-8124-131-5.
  • Antonio Di Costanzo e Massimo Ravel, Scampia. Storia di un quartiere e di una faida, Napoli, Edizioni Cento Autori, 2013, ISBN 978-88-97121-65-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]