Melito di Napoli
Melito di Napoli comune | ||
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Il comune di Melito di Napoli | ||
Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Città metropolitana | ![]() | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Luciano Mottola (ff) dal 23-11-2020 | |
Territorio | ||
Coordinate | 40°55′N 14°14′E / 40.916667°N 14.233333°E | |
Altitudine | 89 m s.l.m. | |
Superficie | 3,81 km² | |
Abitanti | 37 904[1] (30-6-2019) | |
Densità | 9 948,56 ab./km² | |
Comuni confinanti | Casandrino, Giugliano in Campania, Mugnano di Napoli, Napoli, Sant'Antimo | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 80017 | |
Prefisso | 081 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 063045 | |
Cod. catastale | F111 | |
Targa | NA | |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] | |
Cl. climatica | zona C, 1 194 GG[3] | |
Nome abitanti | melitesi | |
Patrono | Santo Stefano protomartire | |
Giorno festivo | Giorno variabile: è il lunedì successivo alla seconda domenica del mese di ottobre | |
Cartografia | ||
Posizione del comune di Melito di Napoli nella città metropolitana di Napoli | ||
Sito istituzionale | ||
Melito di Napoli (pron.: melìto, Melito 'e Napule in napoletano) è un comune italiano di 37 904 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Territorio[modifica | modifica wikitesto]
Situato a nord di Napoli ai limiti dei quartieri di Scampia e Secondigliano, è di fatto inglobato nella periferia settentrionale della metropoli partenopea, inoltre confina anche con i popolosi comuni di Sant'Antimo, Casandrino e Giugliano in Campania.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Le origini[modifica | modifica wikitesto]
I documenti storici raccolti sembrano accostare l'origine del nome di Melito a quello dell'antica Mellano. Federico II dichiarò Melito casale di Napoli, insieme ad altri paesi che sorgevano intorno alla città e fino al 1800 Melito veniva chiamata casale di Napoli. Nato come piccolo villaggio e in epoca remota, Melito non poteva lasciare di sé molte notizie storiche; inoltre il Casale era nato a pochi chilometri da Napoli. Il Casale non ha mai avuto mura di difesa, né castelli, né fortezze di alcun genere. Tutto ciò denota che questo "villaggio" sorse in una zona sicura e priva di imminenti pericoli.
Il fossato di Napoli[modifica | modifica wikitesto]
Melito, secondo lo studioso Chianese, deriverebbe il suo nome da "Mellito" che nella bassa latinità significò "fossato profondo". Al tempo del Ducato Napoletano e anche prima, come confine territoriale esisteva un "fossato di Napoli" che divideva il territorio di Napoli da quello di Capua. Questo fossato partiva dalla campagna di Giugliano, attraversava la masseria "Signorelli" (attuale zona corrispondente alla via Signorelli) e giungeva nell'attuale via Roma, percorrendola fino all'attuale via Lavinaio. Inizialmente il "fossato" assume importanza al tempo del Ducato di Napoli per le continue battaglie contro i Normanni e successivamente acquisisce valore in quanto esso veniva a costituire una vera e propria difesa per il territorio di Napoli. Nel tempo, quindi, al nome di Mellito di Napoli (vale a dire "fossato di Napoli") si preferì quello attuale di Melito di Napoli.
Fu feudo della famiglia Della Tolfa, poi divenne dei Caraccioli di Santobono, dai quali passò ai Caraccioli di Celenzo, poi ai Muscettola e dopo ai Colonna.[4]
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa di Santa Maria delle Grazie[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa di Santa Maria delle Grazie è situata nella centrale Piazza Santo Stefano, il complesso è stato ristrutturato nel 1775[5], quando l'edificio fu riedificato interamente sui resti di una vecchia chiesa cadente (risalente presumibilmente al 987).
Colonne di Giugliano[modifica | modifica wikitesto]
Le Colonne di Giugliano, poste all'estremità nord del Paese nella parte confinante appunto con Giugliano in Campania, sono un punto di riferimento geografico per gli abitanti melitesi oltre che un monumento alla storia passata.
Le due colonne, presumibilmente del XIX secolo, sono in piperno, dotate di due lapidi[6] e sormontate da due pigne. Esse rappresentano l’ingresso a Giugliano e alla nuova via Campana (Corso Campano) che porta a Pozzuoli.
Altri monumenti[modifica | modifica wikitesto]
- Chiesa di San Vincenzo Romano
- Chiesetta di San Nicola, probabilmente antecedente al 1074[7]. Di proprietà privata.
- Lapide del 1921 commemorativa dei caduti della Grande guerra.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]
Al 31 dicembre 2015 risultavano 585 residenti stranieri nel comune di Melito di Napoli, pari all'1,55% della popolazione totale.
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Istruzione[modifica | modifica wikitesto]
Scuole[modifica | modifica wikitesto]
A Melito sono presenti tre scuole secondarie di primo grado: la Sibilla Aleramo, la Marino Guarano e la Montalcini e due scuole elementari: la Giovanni Falcone e la Santo Stefano. La cittadina è dotata inoltre di una scuola secondaria di secondo grado: il liceo Scientifico - Linguistico e di scienze umane Immanuel Kant.
Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]
La Biblioteca comunale è situata nella centrale piazza S. Stefano.
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
La specialità culinaria di Melito è il Samurchio[9], un salume ottenuto bollendo il sangue di maiale; la preparazione e il consumo del Samurchio, nonostante sia una pietanza quasi scomparsa dal territorio, sono parte integrante della tradizione melitese.
Economia[modifica | modifica wikitesto]
A Melito di Napoli è situata l'industria (Cafè do Brasil) che ha il marchio Kimbo Caffè, fondato nel 1963 a Napoli.
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Strade[modifica | modifica wikitesto]
Melito è attraversata dalla ex Strada statale 7 bis di Terra di Lavoro e dalla Circumvallazione Esterna di Napoli che attraversa il comune per poi condurre al Lago Patria (Giugliano). L'Asse Mediano collega Melito con i principali centri dell'hinterland, mentre l'Asse Perimetrale di Melito-Scampia, connessa all'Asse Mediano, collega Melito con la zona settentrionale del capoluogo (Scampia, Chiaiano, Capodichino-Secondigliano).
Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]
Melito è servito da autolinee in servizio pubblico svolte dalle società CTP e ANM che percorrono la viabilità provinciale.
Fra il 1882 e il 1959 la località era servita dalla tranvia Napoli-Aversa/Giugliano, gestita a cura della Société Anonyme des Tramways Provinciaux (SATP).
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
È stato Bernardino Tuccillo il primo sindaco eletto direttamente dal popolo nel 1995. L’esponente della sinistra la spuntò al ballottaggio contro Nicolangelo Pezone, che aveva chiuso in netto vantaggio il primo turno. Quattro anni più tardi il sindaco uscente fu battuto da Antonio Amente (centrodestra) al ballottaggio. Nel 2002 lo stesso Amente fu sfiduciato e si giunse ad elezioni anticipate nel 2003 con la vittoria di misura di Giampiero Di Gennaro ai danni di Tuccillo. Nel dicembre del 2005 il Comune di Melito, guidato da di Gennaro (centrosinistra), fu sciolto per infiltrazioni camorristiche e tornò al voto soltanto nel 2008, quando Antonio Amente (centrodestra) superò al ballottaggio la candidata del Partito Democratico Marina Mastropasqua. Nel gennaio del 2011 Amente fu nuovamente sfiduciato ed alle successive elezioni fu sconfitto da Venanzio Carpentieri (centrosinistra). L’amministrazione Carpentieri, viziata ‘dall’anatra zoppa’ restò in carica appena un anno e mezzo, ma nel 2013 l’esponente del Pd riconquistò la fascia tricolore, battendo al ballottaggio Amente. Lo stesso Amente però nel 2017, dopo che Carpentieri era stato nuovamente sfiduciato diventa per la quarta volta sindaco di Melito, superando al ballottaggio Pietro D’Angelo. Il 23 novembre 2020, Amente è però scomparso all’età di 69 anni, vittima del Covid, che aveva affrontato sin da subito in prima linea. Al suo posto il vice Luciano Mottola, sindaco facente funzioni di Melito fino alle elezioni del 2021.
Di seguito la lista dei sindaci.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1995 | 1999 | Bernardino Tuccillo | centrosinistra | Sindaco | |
1999 | 2002 | Antonio Amente | centrodestra | Sindaco | |
2002 | 2003 | Mariagrazia D'Ascia | commissario prefettizio | Sindaco | |
2003 | 2005 | Giampiero Di Gennaro | centrosinistra | Sindaco | |
2005 | 2008 | Commissione Straordinaria | effetti scioglimento | Sindaco | |
2008 | 2011 | Antonio Amente | centrodestra | Sindaco | |
2011 | 2013 | Venanzio Carpentieri | centrosinistra | Sindaco | |
2013 | 2017 | Venanzio Carpentieri | centrosinistra | Sindaco | |
2017 | 2020 | Antonio Amente | Liste civiche | Sindaco | [10][11] |
2020 | 2021 | Luciano Mottola (ff) | Liste civiche | Sindaco |
Sport[modifica | modifica wikitesto]
Ha sede nel comune la società di calcio Polisportiva Boys Melito, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.
Nel 2015 è stata organizzata la settima edizione della Maratona "Memorial Stefano Chiantese", 10 km di percorso per le vie della cittadina.
Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]
- Stadio comunale "Mimmo Marrone"
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2019.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Amato Amati, Dizionario corografico dell'Italia, Volume 5, Napoli, 1868, p. 25.
- ^ AA. VV., Vol. 21 - Raccolta Rassegna Storica dei Comuni - Anno 2007, p. 223 - 226.
- ^ Una lapide è danneggiata e l’altra dispersa.
- ^ Melito, la storia dimenticata: i 1000 anni della Chiesa di San Nicola, su melitonline.net.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Samurchio, su agricoltura.regione.campania.it.
- ^ Deceduto durante la carica amministrativa nel corso della pandemia di COVID-19
- ^ Covid, morto il sindaco di Melito Antonio Amente, su fanpage.it.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Antonio Jossa Fasano, Melito nella storia di Napoli: uno studio, una ricerca, Napoli, 1978.
- Gennaro Jaccarino, Cenno storico sul Casale di Melito, Giugliano in Campania, 1902.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Melito di Napoli
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.melito.na.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 157110868 |
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