Palazzo Podestà

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Coordinate: 44°24′39.74″N 8°55′59.81″E / 44.411039°N 8.933281°E44.411039; 8.933281
Palazzo Podestà
Il ninfeo nel cortile interno

Il palazzo Podestà o di Nicolosio Lomellini è un edificio sito in via Garibaldi al civico 7 nel centro storico di Genova, inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in tale data Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Cenni storici e descrizione

Fu costruito tra il 1559 e il 1565 da Giovanni Battista Castello detto il "Bergamasco" e da Bernardo Cantone per volere di Nicolosio Lomellino, esponente di una famiglia in piena ascesa economica e politica. Agli inizi del Seicento la proprietà passò alla famiglia Centurione che effettuò una ristrutturazione interna, poi ai Pallavicini, ai Raggi ed infine ad Andrea Podestà, più volte sindaco di Genova tra il 1866 e il 1895.

La facciata, dove si percepisce la forte presenza del Bergamasco, è movimentata da una ricca decorazione a stucco, con erme maschili alate, a sorreggere la cornice marcapiano del pianterreno; nastri e drappi a reggere, al primo piano, trofei d'armi; ghirlande e mascheroni a coronamento delle finestre, con figure classiche entro medaglioni ovali, al secondo.

Anche nell'apparato festoso di stucchi dell'atrio a pianta ovale è evidente l'intervento del Bergamasco, che seppe introdurre a Genova le suggestioni della più aggiornata cultura manierista.

Il cortile aperto è delimitato ai lati dalle ali posteriori del palazzo, mentre le terrazze sovrastano un grandioso ninfeo realizzato nel Settecento su disegno di Domenico Parodi. Un giardino si apre verso il monte, eretto sfruttando il declivio della collina retrostante.

In due salotti del piano nobile Giacomo Antonio Boni affrescò Giove e la capra Amaltea e Domenico Parodi Bacco e Arianna. Di Lorenzo De Ferrari è la decorazione a stucco e ad affresco con figure di divinità sulla volta della galleria. Il salone decorato da Tommaso Aldovrandini, è arricchito dalla serie di tele con Storie di Diana eseguita da Marcantonio Franceschini.

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