Palazzo Giacomo Spinola

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Palazzo Giacomo Spinola
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoPiazza delle Fontane Marose, 6
Coordinate44°24′35.99″N 8°56′07.81″E / 44.409997°N 8.935503°E44.409997; 8.935503
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1445-1459
Inaugurazione1459
Usouffici
Realizzazione
AppaltatoreGiacomo Spinola
ProprietarioBanco di Sardegna

Il palazzo Giacomo Spinola o palazzo Giacomo Spinola di Luccoli è un edificio sito in Piazza delle Fontane Marose al civico 6 a Genova, inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in tale data Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Il palazzo è oggi sede del Banco di Sardegna.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Costruito per Giacomo Spinola tra il 1445 e il 1459 su lotti già edificati, è presente in tutti i rolli; tra gli anni 1576 e 1595 appartiene ad Antonio Spinola Marmari ma raggiunge la massima posizione nel 1614 con Giovanni Battista Spinola di Tomaso, letterato e doge della Repubblica di Genova nel 1613-1615. Agli inizi del XIX secolo appartiene agli Spinola.

Situato sulla piazza di Luccoli, nel XIII secolo, luogo marginale ma strategico perché vicino alla Porta di Santa Caterina, ha una facciata a fasce bicrome e nicchie con statue marmoree di familiari illustri, tre delle quali (la prima, la seconda e la quarta da sinistra) eseguite da Domenico Gagini da Bissone[1]. Nel XVI secolo, oltre alla sostituzione delle quadrifore per creare nuove finestre, si espande nell'isolato con una casa da reddito su via di San Sebastiano.

A metà del XIX secolo vengono imposti dal comune pannelli a bassorilievo per mascherare la stiratura delle botteghe verso il basso: una trasformazione della facciata prodotta prima dal generale livellamento della carrabile, dall'Acquaverde all'Acquasola, con parziale demolizione della piazza superiore degli Spinola (1816-1818 circa), poi richiesta dai raccordi successivi della nuova via Carlo Felice (1832 circa) con le vecchie quote della piazza.

Dopo le demolizioni illegittime per ammodernare le finestre nel 1903, gli architetti Alfredo D'Andrade e Marco Aurelio Crotta costruiranno le polifore del piano nobile, già sostituite da secoli con aperture rettangolari, come all'interno erano stati rilevanti i mutamenti alla scala (XVI secolo).

Altrettanto pesanti i lavori di fine Ottocento, introdotti dalla proprietà Migone per ridurre il palazzo a casa d'affitto, sino a moltiplicare vecchie contro soffittature mascherando il solaio ligneo originario del salone, su mensole recanti l'arme degli Spinola, che oggi è restituito da un progetto di recupero patrocinato dal Banco di Sardegna per collocarvi uffici e agenzia.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. Clario Di Fabio, "Nascita e rinascita della statuaria celebrativa laica a Genova fra Tre e Quattrocento. Opizzino, Giacomo Spinola di Luccoli e la parte di Domenico Gagini", in Medioevo: i committenti, I convegni di Parma, 13, atti (Parma, 21-25 settembre 2010), a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Milano, Electa, 2011, 623-641.

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