Palazzo Pantaleo Spinola

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Palazzo Pantaleo Spinola
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoVia Giuseppe Garibaldi, 2
Coordinate44°24′39.24″N 8°56′05.05″E / 44.4109°N 8.934736°E44.4109; 8.934736
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1558
Inaugurazione1558
Usouffici
Realizzazione
ArchitettoBernardo Spazio
Pietro Orsolino
AppaltatorePantaleo Spinola
 Bene protetto dall'UNESCO
Le Strade Nuove ed il complesso dei Palazzi dei Rolli di Genova
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2006
Scheda UNESCO(EN) Genoa: Le Strade Nuove and the system of the Palazzi dei Rolli
(FR) Scheda

Il palazzo Pantaleo Spinola o palazzo Gambaro è un edificio sito in via Garibaldi al civico 2 nel centro storico di Genova, inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in tale data Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. L'edificio è oggi sede del Banco di Chiavari e della Riviera Ligure.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu eretto dall'architetto Bernardo Spazio e proseguito poi da Pietro Orsolino fino alla fine dei lavori, nel 1558, per Pantaleo Spinola, che morì nel 1536 senza mai abitare il palazzo. Successivamente agli Spinola fu proprietà dei Giustiniani e quindi dei Gambaro, che fecero coprire le nudità delle figure sopra il portale[1]. Oggi è sede di una banca.

Fu incluso da Rubens nell'edizione del 1652 dei Palazzi di Genova[2].

Domenico Piola, Paolo Brozzi "L'offerta a Giove delle chiavi del tempio di Giano"

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La facciata, dalle linee assai semplici, è movimentata dal ritmo delle finestre, dall'aggetto dei balconi e soprattutto dal portale sormontato da due statue marmoree, allegoria della Prudenza e della Vigilanza. Il piano terreno è riccamente affrescato con episodi biblici realizzati nei primi decenni del Seicento da Giovanni Carlone: Susanna e i vecchioni, Il giudizio di Salomone, La fine di Assalonne. Fu una delle ultime opere dell'anziano Carlone, ancora attardato su stilemi tardomanieristi. Di notevole pregio la bussola a vetri, realizzata nel 1923, in forme Dèco.

Al piano superiore si trovano affreschi cinquecenteschi dei fratelli Semino e Calvi. Le opere più celebri sono tuttavia i cicli di affreschi di Domenico Piola e Giovanni Battista Carlone, fra i più alti esiti del barocco genovese. Nel salone del piano nobile, al quale si accede salendo un elegante scalone, la volta fu affrescata a fine Seicento, con un soggetto mitologico raffigurante L'offerta a Giove delle chiavi del tempio di Giano, con un significato allegorico inneggiante alla pace, eseguito dal genovese Domenico Piola e dall'emiliano Paolo Brozzi, specialista in quadrature prospettiche. Anche le decorazioni degli altri salotti sono ispirate alla storia romana. Sempre Piola, artista dominante nel secondo Seicento a Genova, è autore della volta con Le sibille mostrano la vergine Maria ad Augusto, reinterpretazione in chiave cristiana di temi pagani, contornata da episodi raffiguranti Le stagioni. In altri due salotti fu attivo Giovanni Battista Carlone, con Episodi della vita di Lucrezia, di Coriolano, e con il Ratto delle sabine[1].

Dal salone si accede alla terrazza, nel cui ninfeo si trovava un tempo il celebre gruppo marmoreo raffigurante il Rapimento di Elena, uno dei capolavori della scultura barocca eseguito dal marsigliese Pierre Puget e oggi conservato nel Museo di Sant'Agostino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Proposal for the inscription of Genoa Le Strade Nuove and the System of the Palazzi dei Rolli in the Unesco World Heritage List, Volume I - Dossier, p. 88 e seg.
  2. ^ PP. Rubens, Palazzi moderni e Palazzi antichi Palazzi di Genova, 1652, pubblicate da Jan Van Meurs ad Anversa.

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