Muhammad V del Marocco
Muhammad V محمد الخامس | |
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Re del Marocco | |
In carica | 17 novembre 1927 - 26 febbraio 1961 (33 anni) |
Predecessore | Se stesso come Sultano (Sultano del Marocco) |
Successore | Ḥasan II |
Nome completo | محمد بن يوسف بن الحسن العلوي Muḥammad b. Yūsuf b. al-Ḥasan al-ʿAlawī |
Nascita | Fās, Marocco, 10 agosto 1909 |
Morte | Rabat, Marocco, 26 febbraio 1961 (51 anni) |
Luogo di sepoltura | Mausoleo di Mohammed V |
Casa reale | alawide |
Padre | Yūsuf del Marocco |
Madre | Lallā Yāqūt |
Consorte | Lallā Hanila bint Maʾmūn Lallā ʿAbla bint al-Ṭāhar Lallā Bāhiya bint ʿAntar |
Figli | Lallā Fatima Zohra Re Hasan II Lallā 'A'isha Lallā Malika Moulay Abdellah Lallā Nuzha Lallā Amina |
Religione | Islam |
Moḥammed V (in arabo: محمد الخامس, Muḥammad al-khāmis; Fès, 10 agosto 1909 – Rabat, 26 febbraio 1961) fu Sultano del Marocco dal 1927 al 1953. Dopo un esilio tra il 1953 e il 1955, fu di nuovo riconosciuto Sultano al suo rientro in patria e Re del Marocco dal 1957 al 1961. Era figlio del sultano Yūsuf, alla cui morte egli ascese al trono, e apparteneva alla dinastia alawide.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Famiglia[modifica | modifica wikitesto]
Era il più giovane dei quattro figli di Mulay Yūsuf (Youssef), sultano del Marocco dal 1912 al 1927 sotto il protettorato francese.
La prima moglie di Mohammed V fu Lallā Hanila bint Maʾmūn (sposato nel 1925). Ebbero una figlia, Lallā Fatima Zohra.
La sua seconda moglie fu Lalla ʿAbla bint al-Ṭāhar (sua cugina di primo grado) da cui ebbe cinque figli: il futuro re Hasan II, Lallā ʿĀʾisha (Aicha), Lallā Malika, Moulay Abdellah e Lallā Nuzha.
La terza moglie fu Lallā Bāhiya bint ʿAntar, madre della sua ultima figlia Lallā Amina.
Sultano del protettorato[modifica | modifica wikitesto]
Alla morte di suo padre nel 1927, un anno dopo la fine della Guerra del Rif, venne scelto dalle autorità francesi al posto dei suoi due fratelli maggiori.
Nel 1940, il governo di Vichy sotto controllo nazista durante la Seconda guerra mondiale, emise molti decreti per escludere gli ebrei dalle funzioni pubbliche. Il Sultano Mohammed V si rifiutò di far applicare le leggi antisemite in Marocco, e in segno di sfida nel 1941 invitò tutti i rabbini del regno alle celebrazioni dell'anniversario della sua salita al trono[1].
Esilio[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 agosto 1953 la Francia obbligò Mohammed V e la sua famiglia all'esilio in Madagascar, a seguito del suo appoggio dato agli indipendentisti dell'Istiqlāl che volevano l'indipendenza del Marocco. Un suo parente, Mohammed Ben Arafa, fu posto sul trono.
Mohammed V e la sua famiglia furono trasferiti in Madagascar nel gennaio 1954. Mohammed V tornò dall'esilio il 16 novembre 1955, riconosciuto ancora come legittimo Sultano dopo la sua opposizione attiva al Protettorato francese sul suo Paese.
Re del Marocco[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 1956 negoziò con la Francia e con la Spagna la piena indipendenza del Marocco. Tuttavia al Paese diventato indipendente mancavano alcuni territori (Tangeri che gli verrà restituita a ottobre dello stesso anno, Sidi Ifni, Tarfaya e Sahara Occidentale), lasciando deluse le aspettative degli indipendentisti dell'Istiqlāl. Nell'agosto 1957 Mohammed V assunse il titolo di Re, in sostituzione del titolo di Sultano.
Sin dai primi anni Mohammed V si impegnò subito per dare al Paese istituzioni democratiche, redigendone una prima bozza costituzionale, allo scopo di migliorare lo Stato marocchino con un particolare riguardo alla modernizzazione del Paese ed alla diffusione dell’istruzione e della cultura.
Politica estera[modifica | modifica wikitesto]
Il Marocco aderì all’ONU e alla Lega Araba, dichiarandosi solidale e dando sostegno politico agli algerini in lotta per l'indipendenza, ma questo non significò una rottura dei legami con la Francia, mentre fin da subito furono solidi e cordiali i rapporti con gli Stati Uniti.
Il Marocco provò a riconquistare Sidi Ifni, sotto occupazione spagnola, nell’ottobre 1957 con le armi, ma il conflitto fallì nel giugno 1958 per la reazione spagnola, sostenuta anche dai francesi. Ma, nonostante la sconfitta dell’intervento armato a Sidi Ifni, la Spagna, sempre nel 1958, restituì al Marocco la città di Tarfaya.
Morte[modifica | modifica wikitesto]
Il 26 febbraio 1961 il re Mohammed V morì improvvisamente per impreviste complicanze durante un intervento chirurgico, che gli procurarono un attacco cardiaco[2][3]; gli succedette al trono il figlio Ḥasan II.
Gli sono stati dedicati il Mausoleo di Muhammad V di Rabat, l'Aeroporto Internazionale Mohammed V di Casablanca e l'Università Mohammed V di Rabat, al pari di numerose università e vari spazi pubblici del Marocco. Esiste una "Avenue Mohammed V" in quasi ogni città marocchina.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze marocchine[modifica | modifica wikitesto]
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Gran maestro dell'Ordine della Sovranità |
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Gran Maestro dell'Ordine di Ouissam Alaouite |
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
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Collare dell'Ordine del Re Abd al-Aziz (Arabia Saudita) |
— 1960 |
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Gran Cordone dell'Ordine del Nilo (Egitto) |
— 1960 |
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Cavaliere di Gran Croce della Legion d'Onore (Francia) |
— 1927 |
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Collare del Reale e Distinto Ordine spagnolo di Carlo III (Spagna) |
— 4 novembre 1929[4] |
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Compagno dell'Ordre de la Libération (Francia) |
— 1945 |
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Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali (Giordania) |
— 1960 |
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Membro di Classe Eccezionale dell'Ordine al Merito del Libano (Libano) |
— 1960 |
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Gran Collare dell'Ordine di Idris I (Regno di Libia) |
— 1956 |
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Gran Collare dell'Ordine degli Hashemiti (Regno d'Iraq) |
— 1956 |
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Membro di I Classe dell'Ordine degli Omayyadi (Siria) |
— 1960 |
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Gran Collare dell'Ordine Imperiale del Giogo e delle Frecce (Spagna franchista) |
— 3 aprile 1956[5] |
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Comandante in Capo della Legion of Merit (Stati Uniti) |
— 1945 |
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Membro dell'Ordine del Sangue di Tunisia (Tunisia) |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Moroccan Jews pay homage to `protector' – Haaretz Daily Newspaper | Israel News. Haaretz.com. Retrieved on 2011-07-04.
- ^ Rivet Daniel, de Moulay Idrîs à Mohammed VI, in Histoire du Maroc, Biographies historiques, Fayard, 2012, p. 375, ISBN 2-213-67465-5, bnf:42757964 ..
- ^ https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d8/Gazette_de_lausanne_19610227_p08.jpg?uselang=fr
- ^ (p.211).
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato (PDF), su boe.es.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Muhammad V
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- David Bensoussan, Il était une fois le Maroc : témoignages du passé judéo-marocain, éd. du Lys, www.editionsdulys.com, Montréal, 2010 (ISBN 2-922505-14-6). Second edition : www.iuniverse.com, Bloomington, IN, 2012, ISBN 978-1-4759-2608-8, 620p. ISBN 978-1-4759-2609-5 (ebook); (EN) Muhammad V del Marocco, in Jewish Encyclopedia, New York, Funk & Wagnalls, 1901-1906.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 23495616 · ISNI (EN) 0000 0000 9866 5123 · LCCN (EN) n82151096 · GND (DE) 119548550 · BNF (FR) cb12224729t (data) · J9U (EN, HE) 987007310459905171 (topic) · WorldCat Identities (EN) lccn-n82151096 |
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