Maria d'Aragona (1503-1568)

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Maria d'Aragona
Medaglia di Maria d'Aragona, Leone Leoni, Museo del Louvre, Parigi
Marchesa consorte del Vasto
Stemma
Stemma
In carica1523 - 1546
PredecessoreLaura Sanseverino
SuccessoreIsabella Gonzaga
Altri titoliGovernatrice consorte di Milano
NascitaIschia, 1503
MorteNapoli, 1568
Luogo di sepolturaNapoli, Basilica di San Domenico Maggiore
DinastiaTrastámara-Napoli
PadreFerdinando d'Aragona
MadreCaterina Castellana de Cardona
ConsorteAlfonso III d'Avalos
FigliFrancesco Ferdinando
Innico
Cesare
Carlo
Maria
Antonia
Giovanni
Beatrice
ReligioneCattolicesimo

Maria d'Aragona (Ischia, 1503Napoli, 1568) fu marchesa del Vasto come consorte di Alfonso III d'Avalos e governatrice consorte di Milano dal 1538 al 1546. Promotrice delle lettere e protettrice di letterati, fondò numerosi salotti letterari e diede vita ad un cenacolo culturale frequentato da molti poeti.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma di famiglia

Era figlia di Ferdinando d'Aragona, duca di Montalto, e di Caterina Castellana de Cardona, figlia del duca Raimondo de Cardona.

Maria d'Aragona nacque nel castello di Ischia e vi dimorò a più riprese nel corso della sua vita, entrando in contatto con l'atmosfera di grande fervore culturale della corte ivi mantenuta da Costanza d'Avalos. Fu qui che Maria conobbe Sannazaro, Tansillo e Bernardo Tasso, che l'avrebbero intrattenuta in seguito nei suoi salotti di Napoli, Milano e Pavia. Conobbe inoltre la poetessa Vittoria Colonna, che aveva sposato ad Ischia nel 1509 il nipote di Costanza d'Avalos, Fernando Francesco.

Nel 1523 Maria d'Aragona sposò il marchese Alfonso d'Avalos marchese del Vasto. Questi era un militare decorato al servizio dell'imperatore Carlo V, che nel 1538 lo nominò governatore di Milano. La famiglia lasciò Napoli per un palazzo a Milano. Il marchese del Vasto era un rinomato generale dell'imperatore Carlo ed avrebbe partecipato ad importanti episodi bellici del suo tempo, quali la battaglia di Pavia e la conquista di Tunisi

Negli anni Trenta del Cinquecento, Maria, Giovanna d'Aragona, Costanza d'Avalos (da non confondere con la zia omonima), Vittoria Colonna e Giulia Gonzaga divennero discepole del teologo Juan de Valdés. Il gruppo assisteva alle sue lezioni-discussioni sulle Scritture a casa di Juan a Chiaia. Il gruppo assisteva anche alle prediche di Bernardino Ochino, predicatore della riforma radicale. Dopo che Carlo V promosse il marchese del Vasto a Governatore, Maria rimase fedele al discepolo di Valdés, Pietro Carnesecchi e continuò a tenere una corrispondenza epistolare con il cardinale Seripando, che era sotto attacco da parte degli Inquisitori a Roma. Nel 1540 Maria d'Aragona tentò di portare Ochino a Milano. Tuttavia, un anno dopo Ochino fuggì dall'Italia rifugiandosi nella protestante Ginevra.

Maria diede vita ad un cenacolo culturale frequentato da molti poeti. Tra questi Paolo Giovio, Girolamo Muzio, Pietro Aretino, Giulio Camillo e Bernardo Spina, che avevano preso parte al circolo di Costanza d'Avalos ad Ischia. Luca Contile raccontò la vita del marito di Maria e di sua sorella nelle sue Lettere, poi pubblicate a Venezia.

Nel 1544 Alfonso d'Avalos perse dodicimila uomini combattendo i francesi nella battaglia di Ceresole. Era un uomo distrutto che non si era mai ripreso dalle ferite. Morì nel 1546. Dopo la morte del marito, Maria si trasferì con il suo seguito fuori dal palazzo di Milano, con i suoi sette figli e la sorella Giovanna, a Pavia. Lì ristabilì il suo cenacolo e integrò l'accademia letteraria "Chiave d'Oro" con Contile, Aretino e altri della sua cerchia milanese. Nel 1547 tornarono ad Ischia e vi ristabilirono il loro cenacolo.

Nel maggio del 1547 la popolazione di Napoli si ribellò contro il viceré, Pedro Álvarez de Toledo, che aveva manifestato l'intenzione di introdurre l'Inquisizione spagnola nel regno. Tra i provvedimenti repressivi presi dal viceré vi fu la detenzione di diversi accademici e letterati della città, tra i quali, Ferrante Carafa e Angelo di Costanzo. Lasciata Napoli, Maria d'Aragona collaborò con scrittori ben legati agli editori e stampatori veneziani che promossero la pubblicazione di opere in onore suo e della sua sorella per aver sostenuto l'establishment letterario napoletano di fronte alle minacce dell'Inquisizione e ai roghi di libri. Nel 1551 l'Accademia dei Dubbiosi di Venezia varò il progetto di un'opera intitolata "Il Tempio della Divina Signora Giovanna d'Aragona". Un anno dopo, il curatore Girolamo Ruscelli pubblicò un omaggio a Maria d'Aragona dal titolo "Una conferenza… su un sonetto in onore della divina signora Marchesa del Vasto". L'editore veneziano Ludovico Dolce annunciò la pubblicazione della prima di quattro antologie con protagonisti scrittori che avevano partecipato al circolo di Maria d'Aragona.

Maria tornò a Napoli e morì nel 1568. Gli editori veneziani ne lodarono la genialità e la bellezza. Venne sepolta nella chiesa di San Domenico Maggiore di Napoli. Tra il 1984 e il 1987, la sua bara è stata aperta e i suoi resti mummificati sono stati studiati scientificamente dal paleopatologo Gino Fornaciari della Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa.[1]

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Maria e il principe Alfonso III d'Avalos ebbero i seguenti figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
8. Alfons V, re d'Aragona e Napoli 16. Ferran I, re d'Aragona e Sicilia  
 
17. Leonor de Alburquerque  
4. Ferran I, re di Napoli  
9. Gueraldona Carlino 18. Enrico Carlino  
 
19. Isabella Carlino  
2. Ferdinando d'Aragona, duca di Montalto  
 
 
 
 
 
 
 
1. Maria d'Aragona  
12. Antoni de Cardona-Anglesola i Centelles, barone di Bellpuig 24. Ramon de Cardona i de Pinós, barone di Bellpuig  
 
25. Catalina de Centelles y Urrea  
6. Ramon Folc III de Cardona i de Requesens, duca di Somma  
13. Castellana de Requesens i de Soler, baronessa de Liñola 26. Galceran de Requesens i de Santacoloma, I barone di Molins de Rey  
 
27. Isabel Joan de Soler  
3. Catalina Castellana de Cardona i de Requesens  
14. Galceran de Requesens i Joan de Soler, conte di Palamós 28. Galceran de Requesens i de Santacoloma, I barone di Molins de Rey (= 26)  
 
29. Isabel Joan de Soler (= 27)  
7. Isabel de Requesens i Enríquez, contessa di Palamós  
15. Beatriz Enriquez de Velasco 30. Alonso Enriquez de Guzmán, II conte di Alba de Liste  
 
31. Juana Perez de Velasco  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Cockburn, Thomas Aidan; Cockburn, Eve; Reyman, Theodore A. (a cura di) (30 aprile 1998), Mummies, Disease and Ancient Cultures (2nd ed.), Cambridge University Press. p. 280. ISBN 978-0521589543.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Robin, Diana Maury. Publishing Women: Salons, the Presses, and the Counter-Reformation in Sixteenth-century Italy. Chicago: U of Chicago, 2007.
  • Mansueto, Donato, and Elena Laura. Calogero. The Italian Emblem: A Collection of Essays. Glasgow: Glasgow Emblem Studies, 2007.
  • (EN) Jerrold, Maud F. Vittoria Colonna: With Some Account of Her Friends and Her times. London: J.M. Dent, 1906.
  • (EN) Lockwood, Lewis. Music in Renaissance Ferrara, 1400-1505: The Creation of a Musical Center in the Italian Renaissance in the Fifteenth Century. Oxford: Oxford UP, 2009.
  • (EN) Musiol, Maria. Vittoria Colonna: A Female Genius of Italian Renaissance.
  • (EN) Robin, Diana Maury., Anne R. Larsen, and Carole Levin. Encyclopedia of Women in the Renaissance: Italy, France, and England. Santa Barbara, CA: ABC-CLIO, 2007.
  • Francesco Fiorentino, Maria d'Aragona, Marchesa del Vasto in Studi e Ritratti della Rinascenza, pp. 157-191, Bari, Laterza, 1911

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN304914407 · ISNI (EN0000 0004 1627 4030 · BAV 495/141446 · CERL cnp01026569 · GND (DE1050678710 · BNE (ESXX834448 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-304914407