Judy (film)

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Judy
Renée Zellweger in una scena del film
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneRegno Unito
Anno2019
Durata118 min
Dati tecniciColore
rapporto: 2,35:1
Generebiografico, drammatico, musicale, sentimentale
RegiaRupert Goold
Soggettodall'opera teatrale di Peter Quilter
SceneggiaturaTom Edge
ProduttoreDavid Livingstone
Produttore esecutivoLee Dean, Charles Diamond, Ellis Goodman, Aaron Levene, Cameron McCracken, Andrea Scarso
Casa di produzioneBBC Films, Calamity Films, Pathé UK, 20th Century Fox
Distribuzione in italianoNotorious Pictures
FotografiaOle Bratt Birkeland
MontaggioMelanie Oliver
Effetti specialiChris Reynolds, Paul Round
MusicheGabriel Yared
ScenografiaKave Quinn
CostumiJany Temime
TruccoRobb Crafer, Jeremy Woodhead
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

Judy è un film del 2019 diretto da Rupert Goold.

La pellicola, adattamento cinematografico del dramma teatrale End of the Rainbow di Peter Quilter, narra gli ultimi mesi di vita della cantante e attrice Judy Garland, interpretata da Renée Zellweger,[1] che per il ruolo ha vinto l'Oscar alla miglior attrice.[2]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni '30, la giovanissima Judy Garland inizia una carriera brillante grazie alla sua eccezionale voce. Il suo talento nel canto è tale da superare il successo di un'artista come Shirley Temple e altre star di Hollywood. Il mago di Oz è il film che la consacra e il capo della casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer, Louis B. Mayer, è tra i suoi manager. Questi ultimi, insieme alla madre della ragazza, finiscono per prendere il controllo della sua vita obbligandola a diete stressanti per conformarsi all'aspetto desiderato per il suo personaggio e all'assunzione di medicinali per sostenere gli estenuanti ritmi di lavoro. A Judy viene persino negato di dormire a causa degli impegnativi ritmi di lavoro. Alle sue obiezioni, Mayer risponde con l'intimidazione emotiva e fisica per tenerla in riga. La carriera di Judy è sfolgorante, ma la sua vita infelice e problematica.

Nel 1968 Judy è ormai una donna sfinita, distrutta dall'alcol e dai medicinali, piena di debiti e sempre in conflitto con il suo terzo marito, Sidney Luft, per l'affido di Lorna e Joey, i loro due figli. Un giorno Judy, che porta sempre con sé nelle sue tournée i figli, torna nell'albergo nel quale era solita alloggiare con loro, per scoprire di non essere più accettata come cliente perché insolvente. Per questo motivo, Judy è costretta ad affidare i due ragazzi a Luft, dal quale ha, nel frattempo, divorziato. A una festa organizzata da sua figlia Liza Minnelli, Judy incontra Mickey Deans, proprietario di un nightclub. Tra i due è immediato feeling. Dal momento che l'apprezzamento nei suoi confronti si è raffreddato negli Stati Uniti a causa della sua inaffidabilità e dei sui umori, è costretta, per sostenere i propri debiti, ad accettare un contratto con Bernard Delfont, proprietario del celebre nightclub "The Talk of the Town" di Londra. Lasciare Lorna e Joey è, però, molto difficile per lei e la separazione mette in crisi il già debole equilibrio dell'artista, che precipita ancora di più nell'alcol e nei farmaci. Mentre è in Inghilterra, l'abuso di sostanze impedisce, addirittura, a Judy di esibirsi in modo affidabile. È in ritardo per la sua prima londinese e gli assistenti devono costantemente controllare la sua salute e sistemarle il trucco. Le sue performance, tuttavia, sono in generale eccellenti e i fan sono entusiasti.

Al termine di uno spettacolo, in preda a una crisi di solitudine, Judy esce dal teatro alla ricerca di qualcuno che le conceda un po' di tempo e di compagnia disinteressata. Incontra due fan gay che la stimano e adorano e si unisce a loro per uno spuntino a tarda notte nel loro appartamento. Qui condividono le loro difficoltà e dispiaceri e mentre lei canta Get Happy uno dei fan suona il piano. Nel frattempo Deans arriva a Londra per una visita a sorpresa, cosa che la rallegra molto. Le difficoltà di Judy non cessano e soprattutto alcuni problemi alla voce spingono l'agente britannico che la segue a farla visitare da un medico specialista al quale l'artista dice di aver subito, due anni prima, una tracheotomia che le ha indebolito la voce. Il medico le diagnostica un esaurimento fisico e mentale che richiede riposo per il recupero. La relazione con Deans è un grande sostegno e conforto per Judy, che gli propone di sposarsi. L'uomo accetta e diventa il suo quinto marito. Il dolore per la separazione dai figli Lorna e Joey, però, la tormenta molto e la fa soffrire. Un giorno, Deans le comunica circa il fallimento di un affare e il conseguente mancato introito di denaro. Ciò la costringe a restare in Inghilterra per sbarcare il lunario e a rinunciare al ricorso alle vie legali per ottenere la custodia dei figli, che, tuttavia, sembrano aver accolto con piacere la stabilità che hanno trovato con il padre in California. Durante un'esibizione, la donna si comporta in modo strano, parla a sproposito e in seguito sviene sul palco. La sua carriera è ormai distrutta e i suoi spettacoli annullati. Una notte, tuttavia, grazie alla disponibilità di un collega, riesce a tornare sul palco dove canta in modo sublime una prima canzone, ottenendo grande apprezzamento da parte del pubblico. Quando tuttavia tenta di cantare un secondo brano, il suo grande successo Over the Rainbow, si deve interrompere a causa della mancanza di voce; uno dei due amici gay che si trova tra il pubblico, però, si alza e continua a cantare il brano coinvolgendo i presenti. Judy chiede, allora, al pubblico che la applaude: "Non mi dimenticherai, vero?", "Prometti che non lo farai". La cartolina finale del film informa che sarebbe morta sei mesi dopo, nell'estate del 1969.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Le riprese del film sono iniziate il 19 marzo 2018 a Londra.[3]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Le canzoni della colonna sonora del film, eseguite da Renée Zellweger, sono state pubblicate dalla Decca Records nell'album Judy.[4]

Promozione[modifica | modifica wikitesto]

Il primo trailer del film viene diffuso il 10 maggio 2019.[5]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola è stata presentata al Toronto International Film Festival l'11 settembre[6] e distribuita nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 27 settembre,[1] in quelle britanniche dal 4 ottobre[5] ed in quelle italiane dal 30 gennaio 2020.[7]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la proiezione al Toronto International Film Festival, la performance di Renée Zellweger ha ricevuto una standing ovation senza paragoni, come dichiarato dai presenti in sala, fermata solamente dall'attrice stessa che era in lacrime.[6]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Matteo Tosini, Judy: Renee Zellweger è Judy Garland nel primo trailer del biopic, su badtaste.it, 10 maggio 2019. URL consultato il 10 maggio 2019.
  2. ^ a b Cristiano Ogrisi, OSCAR 2020: TUTTI I VINCITORI DI QUESTA EDIZIONE, su Movieplayer.it, 10 febbraio 2020. URL consultato il 10 febbraio 2020.
  3. ^ (EN) Stewart Clarke, First Look: Renee Zellweger as Judy Garland in ‘Judy’ Biopic, su Variety, 19 marzo 2018. URL consultato il 10 maggio 2019.
  4. ^ Renée Zellweger – Judy, su discogs.com.
  5. ^ a b Filmato audio RoadsideFlix, JUDY - Official Teaser Trailer - Roadside Attractions, su YouTube, 10 maggio 2019. URL consultato il 10 maggio 2019.
  6. ^ a b Beatrice Pagan, JUDY: STANDING OVATION PER RENÉE ZELLWEGER A TORONTO, SEMPRE PIÙ VICINA LA NOMINATION AGLI OSCAR?, su Movieplayer.it, 11 settembre 2019. URL consultato l'11 settembre 2019.
  7. ^ Filmato audio Notorious Pictures, JUDY Trailer Ufficiale - Dal 30 Gennaio al cinema, su YouTube, 15 gennaio 2020. URL consultato il 15 gennaio 2020.
  8. ^ (EN) Patrick Hipes, Oscar Nominations: ‘Joker’ Tops List With 11 Noms; ‘1917’, ‘Irishman’, ‘Hollywood’ Nab 10 Apiece, su deadline.com, 13 gennaio 2020. URL consultato il 13 gennaio 2020.
  9. ^ Davide Stanzione, Golden Globes 2020, tutti i vincitori: trionfano 1917 e C’era una volta a… Hollywood, su Best Movie, 6 gennaio 2020. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  10. ^ (EN) Alex Ritman, Armando Iannucci's 'David Copperfield' Leads 2019 British Independent Film Awards Nominations, su The Hollywood Reporter, 30 ottobre 2019. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  11. ^ (EN) Alex Ritman, British Independent Film Awards: 'For Sama' Wins Top Prize, su The Hollywood Reporter, 1º dicembre 2019. URL consultato il 2 dicembre 2019.
  12. ^ (EN) Once Upon A Time...In Hollywood Leads Chicago Film Critics Association 2019 Nominations, su chicagofilmcritics.org, 12 dicembre 2019. URL consultato il 12 dicembre 2019.
  13. ^ (EN) Patrick Hipes, Hollywood Film Awards 2019 Winners List (So Far): Antonio Banderas, Renée Zellweger, Al Pacino, Laura Dern,’Endgame’, More – Update, su deadline.com, 22 ottobre 2019. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  14. ^ Andrea Francesco Berni, Independent Spirit Awards 2020: miglior film The Farewell, Diamanti Grezzi miglior regia – tutti i vincitori!, su badtaste.it, 9 febbraio 2020.
  15. ^ (EN) Anthony D'Alessandro, ‘The Irishman’ Named Best Film By National Board Of Review, Quentin Tarantino Wins Best Director, su deadline.com, 3 dicembre 2019. URL consultato il 3 dicembre 2019.
  16. ^ (EN) 2019 San Diego Film Critics Society’s Award Nominations, su sdfcs.org, 6 dicembre 2019. URL consultato il 9 dicembre 2019.
  17. ^ (EN) 2019 San Diego Film Critics Society’s Awards, su sdfcs.org, 9 dicembre 2019. URL consultato il 9 dicembre 2019.
  18. ^ (EN) 2019 NOMINEES (PDF), su Satellite Awards, 2 dicembre 2019. URL consultato il 3 dicembre 2019.
  19. ^ Andrea Francesco Berni, BAFTA 2020: Joker guida le nomination con 11 candidature!, su badtaste.it, 7 gennaio 2020. URL consultato il 7 gennaio 2020.
  20. ^ Beatrice Pagan, BAFTA 2020: 1917 È IL MIGLIOR FILM, PHOENIX E ZELLWEGGER NON HANNO RIVALI TRA GLI ATTORI, su movieplayer.it, Movieplayer.it, 3 febbraio 2020. URL consultato il 3 febbraio 2020.
  21. ^ Beatrice Pagan, CAPRI, HOLLYWOOD: THE IRISHMAN CONQUISTA IL PREMIO COME MIGLIOR FILM, su Movieplayer.it, 2 gennaio 2020. URL consultato il 3 gennaio 2020.
  22. ^ (EN) Critics' Choice Awards: 'The Irishman' Leads With 14 Nominations, su The Hollywood Reporter, 8 dicembre 2019. URL consultato l'8 dicembre 2019.
  23. ^ Andrea Francesco Berni, Critics’ Choice Awards 2020: il miglior film è C’era una volta a… Hollywood, su badtaste.it, 12 gennaio 2020. URL consultato il 13 gennaio 2020.
  24. ^ (EN) THURSDAY, JANUARY 2, 2020, su Palm Springs International Film Festival, 2 gennaio 2020. URL consultato il 3 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2020).
  25. ^ Valentna D'Amico, SAG AWARDS 2020: PARASITE, THE CROWN E JOAQUIN PHOENIX TRA I VINCITORI, su Movieplayer.it, 20 gennaio 2020. URL consultato il 20 gennaio 2020.

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