Joe Dallesandro

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Dallesandro nel 2009 al Seattle International Film Festival

Joe Dallesandro, all'anagrafe Joseph Angelo Dallesandro III (Pensacola, 31 dicembre 1948), è un attore e modello statunitense di origini italiane.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del marine Joseph Angelo D'Allesandro II e di Thelma Testman, che lo ebbe all'età di diciassette anni, Joe Dallesandro fu scoperto da Andy Warhol, che lo rese protagonista di molti suoi film e servizi fotografici. Divenne inizialmente celebre al grande pubblico per la sua avvenenza, per le sue apparizioni di nudo nei film e per la sua bisessualità apertamente dichiarata.[1] Ebbe una gioventù difficile, a cinque anni, con la madre in carcere per truffa, entrò in orfanotrofio ad Harlem dove, come avrebbe detto lui stesso, "svolse il suo primo lavoro d'attore"; doveva infatti avvicinarsi al vetro che divideva la stanza dei giochi dal resto dell'edificio e dire alle donne venute per adottare un bambino: "Vuoi essere la mia mamma?".

Durante l'adolescenza fu internato in riformatorio minorile. Durante il tentato furto di un'auto fu anche ferito con un colpo d'arma da fuoco, episodio che lo convinse a procurarsi i soldi diversamente. Ebbe cadute nella droga che lo portarono a procurarsi il denaro posando per foto di nudo (celebri quelle di Bruce of Los Angeles[2] e quelle della Athletic Model Guild, per la quale girò anche un filmino), facendo il prostituto e lavorando in film pornografici gay.

Intervistato nel film Beefcake, ha dichiarato che sentiva che coloro che lo fotografavano nudo gli stessero "rubando l'anima", sebbene - ha aggiunto - oggi sia contento di avere foto che lo ritraggono al culmine della bellezza fisica. Ha inoltre affermato che lavorare con Andy Warhol non fosse questione d'arte (definisce infatti "ridicola" l'arte di Warhol), ma un modo per imparare, e per essere più sicuro davanti alla telecamera: una specie di scuola di recitazione gratuita.

Questi aspetti della sua biografia all'epoca furono funzionali alla creazione del suo personaggio cinematografico bello e dannato e del mito che ne derivò. Da questo punto di vista, Dallesandro è anzi incarnazione dello slogan su cui si basava la filosofia della Factory warholiana: "Chiunque può diventare una superstar". Successivamente Dallesandro si disintossicò da alcool e droga verso la fine degli anni ottanta.

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1967, seguendo il consiglio del suo pusher, Joe Dallesandro si recò nell'appartamento in cui Andy Warhol e Paul Morrissey stavano girando il film The Loves of Ondine. Fu inserito subito nel cast, secondo la leggenda fatta circolare ad arte dalla Factory, dopo che Joe avrebbe dato un pugno a Morrissey che aveva allungato troppo le mani, e dopo che quest'ultimo lo avrebbe presentato a Warhol con la frase: "Ti presento il solo fottuto maschio di tutto l'appartamento". In ogni caso, Dallesandro fu scelto per la parte del giovane prostituto protagonista del film Flesh, nel quale apparve in numerose scene di nudo. Fu in gran parte per la bellezza statuaria di Dallesandro che un film underground come Flesh divenne inaspettatamente un film di cassetta in tutto il mondo (in Italia i dialoghi furono tradotti da Alberto Arbasino), e Dallesandro divenne una delle più note star della factory di Andy Warhol.

Raggiunta la celebrità si disintossicò dalle droghe e riuscì a diventare un attore che, benché apprezzato per la bellezza, riuscì a farsi notare anche per le sue qualità recitative. Ebbe così una lunga carriera, apparendo in un numero ragguardevole di film, a iniziare da quelli di Warhol Cowboy solitari, Trash - I rifiuti di New York, Calore, Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! e Il mostro è in tavola... barone Frankenstein, di Warhol, anch'essi diretti da Morrissey. Gli ultimi due furono girati in Europa e, dopo il completamento di queste pellicole, Dallesandro decise di non fare ritorno negli Stati Uniti e continuò a interpretare film in Francia e in Italia per il resto del decennio, vivendo anche a Roma, e tornando negli Usa solo negli anni ottanta, a causa della morte del fratello. Fra le sue interpretazioni successive, quella di Lucky Luciano nel film Cotton Club di Francis Ford Coppola. È apparso anche in Cry Baby di John Waters.

Considerato un'icona dalla comunità gay, Dallesandro è stato sposato tre volte e ha due figli.

Fotografi che lo hanno ritratto[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Influenze sulla cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

  • La copertina del primo album degli Smiths, un ragazzo a torso nudo col viso chinato, è un fotogramma da Flesh, che riproduce Joe Dallesandro.
  • Il cantante Lou Reed allude a Dallesandro (chiamandolo col soprannome "Little Joe", che appare anche nel tatuaggio sulla spalla) nella celeberrima canzone Walk on the Wild Side, nei versi che dicono:
(EN)

«Little Joe never once gave it away
Everybody had to pay and pay
A hustle here and a hustle there
New York City is the place where.»

(IT)

«Little Joe non lo ha mai dato via gratis
tutti hanno dovuto pagare, e pagare:
una marchetta qua e una marchetta là,
New York City è la città.»

  • La band norvegese Briskeby ha incluso nel suo secondo album Jumping on Cars (2006) un brano intitolato Joe Dallesandro.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Warholstars : Flesh (1968), su warholstars.org. URL consultato il 31 dicembre 2010.
  2. ^ (EN) Undress Rehearsal : The Nudes, su joedallesandro.com. URL consultato il 31 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2011).
  3. ^ (EN) Joe Dallesandro, su robinsonarchive.com (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2006).
  4. ^ (EN) Baby and Joe, su joedallesandro.com (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2006).
  5. ^ (EN) Calvin Klein Jeans, su joedallesandro.com (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2006).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Michael Ferguson, Little Joe, Superstar: the films of Joe Dallesandro, Companion Press, 1998, pp. 216, ISBN 1-889138-09-6

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