Fornjot (astronomia)

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Fornjot
(Saturno XLII)
Satellite diSaturno
Scoperta4 maggio 2005
ScopritoriScott Sheppard
David Jewitt
Jan Kleyna
Brian Marsden
Parametri orbitali
Semiasse maggiore23 609 000 km
Periodo orbitale1354 giorni
(2,38 anni giuliani)
Inclinazione
sull'eclittica
168°
Eccentricità0,186
Dati fisici
Diametro medio6 km
Albedo0,04?
Dati osservativi
Magnitudine app.24,6

Fornjot, o Saturno XLII, è un satellite naturale minore del pianeta Saturno.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La scoperta di Fornjot fu annunciata da una squadra di astronomi dell'Università delle Hawaii composta da Scott Sheppard, David Jewitt, Jan Kleyna e Brian Marsden il 4 maggio 2005, grazie ad osservazioni effettuate fra il 12 dicembre 2004 e l'11 marzo 2005.[1] Ricevette inizialmente la designazione provvisoria S/2004 S 8.

Il satellite ricevette la denominazione ufficiale da parte dell'Unione Astronomica Internazionale il 29 marzo 2007 con il nome di Fornjótr,[2] personaggio della mitologia norrena, padre di Ægir, Kári e Loge.

Caratteristiche fisiche[modifica | modifica wikitesto]

Data la debole magnitudine apparente di 24,6[3] la sua scoperta fu possibile solo attraverso l'utilizzo di alcuni tra i più grandi telescopi del mondo, il Subaru e Gemini entrambi da 8 metri e i telescopi Keck da 10 metri.[1]

Parametri orbitali[modifica | modifica wikitesto]

Fornjot ha un diametro di circa 6 chilometri e orbita intorno a Saturno con un semiasse maggiore di 25,108 milioni di km, in 1490,9 giorni, con un'inclinazione di 170,4° rispetto all'eclittica e un'eccentricità di 0,206.[3]

Il satellite è caratterizzato da un movimento retrogrado, cioè orbita intorno a Saturno in direzione opposta al suo movimento di rotazione e questo fa ritenere che si tratti di un satellite irregolare catturato dal pianeta.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Daniel W. E. Green, IAUC 8523: NEW Sats OF SATURN, su cbat.eps.harvard.edu, International Astronomical Union, 4 maggio 2005.
  2. ^ Daniel W. E. Green, IAUC 8826: Sats OF JUPITER, SATURN, su cbat.eps.harvard.edu, International Astronomical Union, 5 aprile 2007.
  3. ^ a b Scott S. Sheppard, Saturn's Known Satellites, su dtm.ciw.edu, Carnegie Institution (Department of Terrestrial Magnetism). URL consultato l'8 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2011).
  4. ^ David C.Jewitt, Twelve New Moons for Saturn - 2005 May 03, su ifa.hawaii.edu, University of Hawaii (Institute for Astronomy). URL consultato il 30 luglio 2009 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2005).

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