Aquarium Mondo Marino

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Aquarium Mondo Marino
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMassa Marittima
IndirizzoVia della Cava
Coordinate43°00′11.52″N 10°51′19.44″E / 43.0032°N 10.8554°E43.0032; 10.8554
Caratteristiche
TipoAcquario
Istituzione2009
FondatoriPrimo Micarelli
Apertura13 dicembre 2009
DirettorePrimo Micarelli
Sito web

L'Aquarium Mondo Marino[1] è un acquario situato a Valpiana, frazione di Massa Marittima (GR).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ideato dal professor Primo Micarelli, docente di Acquariologia all'Università di Siena, con la collaborazione del Comune di Massa Marittima, senza ricevere nessun finanziamento pubblico e realizzato con mutui bancari, l'acquario viene inaugurato il 13 dicembre 2009.[2] La struttura è gestita dall'associazione no-profit Posidonia e la Società Aquarium consulting s.r.l. e collabora con numerosi atenei italiani (Messina, Cosenza, Ancona, Pisa, Siena, Trieste).

Sale espositive[modifica | modifica wikitesto]

Il museo marino è composto da sette sale espositive per un totale di trentotto vasche nelle quali sono esposti esemplari di flora e fauna marina suddivisi geograficamente.

Sono presenti all'interno anche una sala video conferenze, un'aula didattica di biologia marina con pannelli espositivi e una mostra permanente sugli squali con finestra sul laboratorio di acquariologia e la Nursery degli Squali del Centro Studi Squali ospitato nella struttura. Sono conservate anche collezioni di fossili come denti di megalodonte (Carcharocles megalodon), mandibole di squalo mako (Isurus oxyrinchus), denti di Otodus del Pliocene provenienti dal Marocco, ed una mandibola di squalo toro (Carcharias taurus), una collezione di uova di squali bentonici, una raccolta di denti di squali africani, ed un'altra sempre di denti ritrovati nei giacimenti di fosfato di Khouribga in Marocco, databili tra i 45 e i 70 milioni di anni fa. È presente anche la Sezione esterna in 4000mq, dedicata ai Dinosauri "Dal Mondo Marino alle terre emerse" con 20 riproduzioni in scala reale tra cui T-rex, Spinosauro, Velociraptor, Brachiosauro, Dilophosaurus etc.

In Acquario

Il Mediterraneo[modifica | modifica wikitesto]

La prima sezione con nove vasche è dedicata alla popolazione marina del Mediterraneo. La prima vasca, posta all'ingresso, contiene un esemplare di bavosa ruggine (Parablennius gattorugine), mentre nella seconda si possono ammirare gli abitatori del posidonieto, come la pinna comune, o nacchera (Pinna nobilis), lo sciarrano (Serranus scriba), il sarago comune (Diplodus sargus sargus), il pomodoro di mare (Actinia equina), il sarago fasciato (Diplodus vulgaris), la donzella mediterranea (Coris julis), la castagnola (Chromis chromis) e la perchia (Serranus cabrilla).

La terza vasca espone la popolazione dell'infralitorale sabbioso (10 metri di profondità) come lo scorfano (Helicolenus dactylopterus), l'occhiata (Oblada melanurus), il muggine gargia d'oro (Liza aurata), il sarago sparaglione (Diplodus annularis), la lattuga di mare (Ulva lactuca), la Chaetamorpha linum, il sarago pizzuto (Diplodus puntazzo) e il tordo (Labrus merula); mentre altre due la popolazione dell'infralitorale roccioso (20 metri) come lo scorfano rosso (Scorpaena scrofa), la gorgonia bianca (Eunicella singularis), la murena (Muraena helena) ed il pesce balestra (Balistes capriscus), la stella serpente (Ophidiaster ophidianus), la cernia comune (Epinephelus marginatus), il gattuccio (Scyliorhinus canicula), il gattopardo (Scyliorhinus stellaris) e l'anemone di mare (Actiniaria). Un'altra vasca ospita invece un esemplare di granchio melograno (Calappa granulata).

La visita alla scoperta degli abitatori del mar Mediterraneo continua con quelli che vivono sul fondo sabbioso, con esemplari di sarago pizzuto (Diplodus puntazzo), orata (Sparus aurata), sugarello (Trachurus trachurus), ombrina (Umbrina cirrosa), sarago fasciato (Diplodus vulgaris) e aragosta (Palinurus elephas); nel circalitorale roccioso (tra i 30 ed i 40 metri), con esemplari di madrepora a cuscino (Cladocora caespitosa), pagro (Pagrus pagrus), alga Valonia, gorgonia gialla (Eunicella cavolinii), re di triglie (Apogon imberbis), tanuta (Spondyliosoma cantharus) e menola (Spicara maena), castagnola rossa (Anthias anthias), magnosa (Scyllarides latus) e gorgonia rossa (Paramuricea clavata).

Gli abissi tropicali[modifica | modifica wikitesto]

Un'altra sezione dell'acquario è dedicata agli abitatori degli abissi tropicali. Una vasca contiene esemplari di pesce farfalla dal rostro (Chelmon rostratus), mentre un'altra un vasto assortimento di pesci come il sergente maggiore (Abudefduf saxatilis), il carangide dorato (Elegatis bipinnulata) e il barracuda (Sphyraena barracuda), oltre che una collezione di squali come lo squalo pinnanera (Carcharhinus melanopterus), lo squalo volpe (Alopias vulpinus) e lo squalo bambù grigio (Chiloscyllium griseum).

I mari tropicali[modifica | modifica wikitesto]

Nella sezione dedicata ai mari tropicali dell'Oceano Indo-Pacifico e dell'Atlantico si trovano una vasca con esemplari di cernia pavone (Cephalopholis argus) e pesce balestra nero (Melichthys niger); un'altra contenente il Dascyillus trimaculatus, noto anche come domino, il pesce imperatore (Luvarus imperialis), la Chrysiptera cyanea o damigella blu, la damigella verde (Chromis viridis) e la damigella fasciata (Dascyllus aruanus); ed una che espone esemplari di pesce palla maculato (Arothron nigropunctatus), murena leopardo (Gymnothorax favagineus), gattuccio dei coralli (Atelomycterus marmoratus) e murena zebra (Gymnomuraena zebra).

Altre vasche sono disposte e suddivise per ambiti. La popolazione del reef tropicale: pesce zebra (Danio rerio), Pararacanturus hepatus, pesce farfalla di Klein (Chaetodon kleinii), pesce liocorno (Lophotus lacepede), damigella codagialla (Chrysiptera hemicyanea), labride verde e blu (Thalassoma lunare), pesce accetta argento (Argyropelecus hemigymnus). La popolazione dell'ambito roccioso sciafilo (zone d'ombra): pesce pipistrello della famiglia degli Ephippidae, riccio globo (Mespilia globulus), pesce balestra picasso (Rhinecanthus aculeatus), pesce scorpione (Pterois volitans). La popolazione del fondale roccioso (30-60 m) circalitorale: murena, spigola (Dicentrarchus labrax), patata di mare (Halocynthia papillosa) e alga Laminaria.

Interessanti anche un insieme di vasche tematiche che propongono una collezione di pesci pagliaccio (Amphiprioninae) di varie specie.

Centro studi squali[modifica | modifica wikitesto]

All'interno dell'Aquarium Mondo Marino è ospitato il Centro studi squali, struttura nata nel 2009 che ha come finalità contribuire alla conoscenza degli squali e diffondere la consapevolezza dei rischi che questi animali corrono a livello ambientale. Il centro studi è suddiviso attualmente in tre unità: l'Unità di Studio e Ricerca sugli squali bianchi; l'Unità di Studio e Ricerca sugli squali bentonici mediterranei e tropicali; l'Unità didattica. La struttura è convenzionata con le università di Ancona, Cosenza, Messina, Pisa, Siena e Trieste per attività di stage e tirocini in biologia marina.[3] Il centro organizza inoltre annualmente spedizioni in Sudafrica per lo studio diretto dei grandi predatori marini e Madagascar.[4] Da aprile 2011 il centro studi squali è entrato a far parte della Shark Alliance, una coalizione di organizzazioni non governative operanti nella conservazione degli squali, dal 2017 è Membro dell'Osservatorio Toscano per la Biodiversità.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'Aquarium Mondo Marino sul sito di Musei di Maremma
  2. ^ La fauna acquatica locale "nuota" a Valpiana. Inaugurato "Aquarium Mondo Marino", in collaborazione con l'università, Il Tirreno, 14 dicembre 2009.
  3. ^ Centro studi squali Archiviato il 12 novembre 2013 in Internet Archive. sul sito ufficiale.
  4. ^ Spedizioni in Sudafrica e Madagascar Archiviato il 12 novembre 2013 in Internet Archive. sul sito ufficiale.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Semplici, La Maremma dei musei. Viaggio emozionale nell'arte, la storia, la natura, le tradizioni del territorio grossetano, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2012, pp. 32-33.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]