Università degli Studi di Messina
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Università degli Studi di Messina | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Città | Messina |
Altre sedi | Noto |
Dati generali | |
Nome latino | Studiorum Universitas Messanae |
Fondazione | 1548 |
Tipo | Statale |
Dipartimenti | 12 |
Rettore | Salvatore Cuzzocrea |
Studenti | 23 167 (2017)[1] |
Affiliazioni | UNIMED |
Sport | CUS Messina |
Mappa di localizzazione | |
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Sito web | |
L'Università degli Studi di Messina è una università statale italiana, istituita nel 1548 da papa Paolo III e rifondata nel 1838 da Ferdinando II.
Storia[modifica | modifica wikitesto]

Quantunque la città di Messina possa vantare un'antica tradizione culturale e d'insegnamento legata all'esistenza, sul finire del XIII secolo di una scuola di diritto e, nel XV secolo, di una rinomata scuola di greco, il locale Studium Generale fu formalmente istituito dal pontefice Paolo III nel novembre 1548.[2] Il regolare funzionamento dell'Ateneo fu, tuttavia, paralizzato dalle controversie nel frattempo sorte con i gesuiti, ai quali non si volle lasciare il controllo dell'istituzione, nonché con la vicina Catania, che rivendicò il monopolio sugli studi universitari nell'isola.
Nel 1565 l'Ateneo operò una migliore articolazione dei corsi accademici con l'arrivo di docenti preparati, coadiuvata dalla presenza di un buon numero di studenti provenienti anche dalla Calabria; ciononostante lo Studium non poté conferire lauree, a causa del contenzioso con il Siculorum Gymnasium di Catania, il quale non le conferì piena autonomia temendo di perdere il proprio ruolo di rilievo nell'ambito isolano. Tra il 1591 e il 1595 con l'intervento del tribunale romano della Sacra Rota la situazione si sbloccò, grazie ad una sentenza definitiva a favore dell'Ateneo messinese. Successivamente, Messina, a fronte di un consistente donativo di circa 200.000 onze, ottenne da Filippo II la rifondazione dell'università con la facoltà di conferire titoli dottorali, cosicché nel 1596 poté concretamente iniziare la sua attività poi conclusasi nel 1678 a causa della rivolta antispagnola.
Dopo un lungo periodo, durante il quale gli studi superiori venivano impartiti nella locale Accademia Carolina, l'Ateneo fu rifondato nel 1838 dal re Ferdinando II. Nel 1847, in seguito alla Rivoluzione siciliana e al conseguente assedio della città, fu nuovamente chiuso, per essere riaperto due anni più tardi con la limitazione, tuttavia, di non potere immatricolare studenti calabresi o provenienti dalle altre province siciliane.
Nel 1862, l'università di Messina subì il declassamento ad ateneo di seconda classe e, solo per mezzo d'una convenzione promossa dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di commercio ed arti, nel 1885 potette assumere la qualifica di "pareggiata di I grado". Gli studenti, in parte provenienti dalla vicina Calabria, non furono molto numerosi e negli anni dal 1890 al 1908 si ebbe una media di iscritti fra le 650 e le 700 unità.
Il sisma del 1908 fece precipitare la situazione: sotto le macerie restano sepolti quattordici dei quarantanove professori, mentre le biblioteche e le attrezzature scientifiche furono in gran parte distrutte. La riapertura della facoltà di giurisprudenza avvenne nell'ottobre del 1909.
Il rettore Giovanni Maria Rizzo, inaugurando l'anno accademico 1911-12, comunicò con "ragione di compiacimento e di legittimo orgoglio" che, nonostante la precarietà delle strutture, i corsi sarebbero stati regolari; risultarono immatricolati duecentodiciannove studenti di cui centonovanta a giurisprudenza e ventinove a lettere. Nel 1914-1915 si riaprono, i bienni delle facoltà di scienze, farmacia e medicina. Nel 1919-1920, grazie a un intervento delle istituzioni locali, che deliberarono la costituzione di un consorzio per la gestione dell'ospedale civico in cui trovano sede provvisoria le cliniche, anche medicina completò i suoi corsi.
Struttura[modifica | modifica wikitesto]
In seguito alla riforma dello schema organizzativo dell'università del 2010, l'ateneo è suddiviso in dodici dipartimenti[3]:
- Civiltà antiche e moderne
- Economia
- Giurisprudenza
- Ingegneria
- Medicina clinica e sperimentale
- Patologia umana dell'adulto e dell'età evolutiva
- Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali
- Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche ed ambientali
- Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali
- Scienze matematiche e informatiche, scienze fisiche e scienze della terra
- Scienze politiche e giuridiche
- Scienze veterinarie
L'Ateneo è formato da quattro poli collocati in diverse aree della città:
- Polo "Annunziata" (zona nord)
- Polo "Centrale" (centro storico)
- Polo "Papardo" (zona nord)
- Polo "Policlinico" (zona sud)
La cittadella sportiva[modifica | modifica wikitesto]
Gli impianti sportivi dell'ateneo sono concentrati in due siti, nella parte nord della città ed offrono la possibilità di svolgere molteplici discipline sportive. La cittadella sportiva comprende: un campo di baseball in erba naturale, un campo da calcio, rugby ed hockey in erba sintetica, tre campi da tennis coperti, due campi polivalenti da tennis o calcetto, tre palestre polifunzionali e due piscine, di cui una coperta.
Rettori[modifica | modifica wikitesto]
Elenco cronologico dei rettori:[4]
- Giuseppe Oliva (1884-1891)
- Gian Antonio Maggi (1891-1893)
- Giuseppe Fraccaroli (1893-1894)
- Ettore Stampini (1895-1896)
- Giacomo Macrì (1896-1897)
- Vittorio Martinetti (1900-1908)
- Giuseppe Oliva (1909-1911)
- Giovanni Battista Rizzo (1911-1928)
- Gaetano Vinci (1928-1932)
- Emanuele Oliveri (1932-1935)
- Gaetano Vinci (1935-1939)
- Salvatore Maggiore (1939-1940)
- Salvatore Sgrosso (1940-1943)
- Gaetano Martino (1943-1954)
- Salvatore Pugliatti (1957-1975)
- Gaetano Livrea (1975-1983)
- Guglielmo Stagno d'Alcontres (1983-1995)
- Diego Cuzzocrea (1995-1998)
- Gaetano Silvestri (1998-2004)
- Francesco Tomasello (2004-2013)
- Pietro Navarra (2013-2018)
- Salvatore Cuzzocrea (dal 2018)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ MIUR Anagrafe Nazionale Studenti, su anagrafe.miur.it. URL consultato il 1º novembre 2019.
- ^ Presentazione, su unime.it. URL consultato il 1º novembre 2019.
- ^ Dipartimenti, su unime.it. URL consultato il 5 novembre 2018.
- ^ Rettori, su unime.it. URL consultato il 5 novembre 2018.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Università degli studi di Messina
Wikinotizie contiene l'articolo Università di Messina: avrebbero pilotato un concorso per ricercatore, due docenti agli arresti domiciliari, 30 settembre 2013
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (IT, EN) Sito ufficiale, su unime.it.
- Eventi organizzati da Università degli Studi di Messina, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Portale interamente dedicato agli studenti UniME , universitariomessinese.it
- Sito degli Studenti dell'Università di Messina, su unime.eu (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2012).
- Annali di Storia delle Università italiane - Volume 2 (1998), dedicato all'Università degli Studi di Messina
- Storia dell'Università degli Studi di Messina, su unime.it.
- C.L.A.M., su clam.unime.it. URL consultato l'8 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2011).
- E.R.S.U. Messina - Ente Regionale per il diritto allo Studio, su ersu.me.it.
- Facoltà di Medicina e Chirurgia, su poli.unime.it.
- Policlinico Universitario G. Martino, su polime.it.
- UniMeSport, su unimesport.unime.it (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2012).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 146144972 · ISNI (EN) 0000 0001 2178 8421 · BAV 494/20811 · LCCN (EN) n79120813 · GND (DE) 1011200-5 · BNF (FR) cb118679452 (data) · J9U (EN, HE) 987007269229505171 (topic) · WorldCat Identities (EN) lccn-n79120813 |
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