Antonino Faà di Bruno (attore)

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Antonino Faà di Bruno
Antonino Faà di Bruno in Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno
NascitaLondra, 15 dicembre 1911
MorteAlessandria, 5 maggio 1981
Cause della mortetrauma cranico
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
Esercito Italiano
ArmaFanteria
UnitàGranatieri
Anni di servizio1932 - 1964
GradoGenerale di brigata
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna dell'Africa Orientale Italiana
Decorazionivedi sotto
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Antonino Faà di Bruno (Londra, 15 dicembre 1911[1]Alessandria, 5 maggio 1981) è stato un generale, attore e nobile italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni e la carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente alla nobile dinastia piemontese dei marchesi Faà di Bruno, da cui provenivano anche il beato Francesco Faà di Bruno e il capitano di vascello Emilio Faà di Bruno, eroe deceduto nella battaglia di Lissa del 1866, Antonino era figlio del marchese Alessandro Faà di Bruno (1873-1967), console generale a Londra fra il 1900 ed il 1915, e di sua moglie Fanny Costì (1881-1975), nata a Trieste. Il suo nome era derivato da un antenato omonimo, che nel Settecento era stato vescovo di Asti. Un altro suo antenato, Carlo Luigi Buronzo del Signore, era stato arcivescovo di Torino in epoca napoleonica. Sempre per parte della famiglia di suo padre, era discendente diretto dello scrittore illuminista Pietro Verri e del nobile Giberto Borromeo, conte di Arona. Suo fratello fu lo scrittore e giornalista Gianluigi Faà di Bruno.

Intrapresa la carriera militare, fu membro dell'esercito, tenente dei Granatieri di Sardegna in Africa Orientale Italiana, dove nel 1941 ad Asmara si guadagnò una decorazione.[2] Terminata la guerra, nel 1947 prese in moglie Anna Maria Andreini, vedova di suo cugino Emilio (deceduto nel 1943), dalla quale quest'ultimo aveva avuto due figlie che Antonino adottò.

La carriera cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

Antonino Faà di Bruno nel film Il secondo tragico Fantozzi (1976)

Una volta in pensione, congedato col rango di generale di brigata, intraprese per puro diletto la carriera di attore cinematografico: Carlo Lizzani lo chiamò per interpretare una piccola parte nel film La vita agra, a cui seguirono Porcile (1969), di Pier Paolo Pasolini, Lo chiameremo Andrea (1972), di Vittorio De Sica, Amarcord (1973), di Federico Fellini[3], Il domestico (1974), di Luigi Filippo D'Amico, e Come una rosa al naso (1976), di Franco Rossi.

Tuttavia i ruoli più ricordati furono quello del militare in pensione e golpista Ribaud in Vogliamo i colonnelli (1973), di Mario Monicelli[4], e quello del duca conte Piercarlo ingegner Semenzara ne Il secondo tragico Fantozzi, di Luciano Salce (1976).

Nei periodi di pausa, Faà di Bruno trascorreva la maggior parte del suo tempo nella dimora di campagna di famiglia a Istia d'Ombrone, Grosseto.

Il decesso[modifica | modifica wikitesto]

Morì ad Alessandria il 5 maggio 1981, all'età di 70 anni, per complicazioni dovute a un trauma cranico, che si era procurato venendo investito da un autobus[5] nei pressi della sua abitazione il 16 aprile precedente. La sua ultima apparizione fu nel film Il minestrone (1981) di Sergio Citti. Alla sua morte lasciò la moglie e le due figlie adottive Camilla e Costanza, già sposate all'epoca dei fatti. Il suo nome tornò agli onori della cronaca alcuni mesi dopo la sua scomparsa, quando la moglie Anna Maria denunciò una truffa plurimilionaria di cui il marito sarebbe stato vittima poco tempo prima della morte.[6]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al Valor Civile - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Incaricato di parlamentare con gli inglesi per la resa della città di Asmara, non essendo stato possibile addivenire a precedenti intese, pur di assolvere il compito affidadogli, attraversava le linee sotto l'intenso fuoco delle artiglierie nemiche ed il tiro costante delle mitragliatrici infiltrandosi fra le truppe ancora in violenta offensiva. Col suo tempestivo e solerte ardimento evitava ulteriori bombardamenti sulla città e spargimento di sangue alla popolazione ormai esausta. Valido esempio di ufficiale intelligente ed ardito. - Scacchiere Nord (A.O.I), marzo-aprile 1941.[8]»
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale (ruoli combattenti) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia al merito di lungo comando nell'esercito (20 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'oro per anzianità di servizio (ufficiali e sottufficiali, 25 anni) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.google.it/books/edition/Bollettino_ufficiale_delle_nomine_promoz/eCacQL-Ws9kC?hl=it&gbpv=1&dq=Antonino+Fa%C3%A0+di+Bruno+1911+esercito&pg=PA2102&printsec=frontcover
  2. ^ Pierluigi Romeo di Colloredo Mels, Africa Orientale Italiana 1940-1941, Soldiershop Publishing, 15 giugno 2021, ISBN 978-88-9327-758-7. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  3. ^ (EN) Federico Fellini, Fellini on Fellini, Da Capo Press, 1976, pp. da 174, ISBN 978-0-306-80673-5.
  4. ^ Roberto Chiti, Enrico Lancia e Roberto Poppi, Dizionario del cinema italiano: testi e strumenti per la scuola e l'università. Gli attori dal 1930 ai giorni nostri; Vol. 1. A - L, Gremese Editore, 2003, pp. da 221, ISBN 978-88-8440-213-4.
  5. ^ Generale urtato dal bus cade: muore dopo 19 giorni, su archiviolastampa.it, 6 maggio 1981, p. 24.
  6. ^ Vedova del marchese Faà di Bruno denuncia truffa, su www.archiviolastampa.it. URL consultato il 21 dicembre 2023.
  7. ^ (EN) Gene D. Phillips, Some Like It Wilder: The Life and Controversial Films of Billy Wilder, University Press of Kentucky, 1° luglio 2010, pp. da 554, ISBN 978-0-8131-3951-7.
  8. ^ Medaglia di bronzo al valor militare 1947 (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN110145541821196600473 · ISNI (EN0000 0004 5396 011X · LCCN (ENno2015167161 · WorldCat Identities (ENlccn-no2015167161