Vie della Seta: la rete di percorsi del corridoio Chang'an-Tianshan

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 Bene protetto dall'UNESCO
Vie della Seta: la rete di percorsi del corridoio Chang'an-Tianshan
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturale
Criterio(ii) (iii) (vi)
PericoloNo
Riconosciuto dal2014
Scheda UNESCO(EN) Silk Roads: the Routes Network of Chang'an-Tianshan Corridor
(FR) Routes de la soie : le réseau de routes du corridor de Chang’an-Tian-shan

Vie della Seta: la rete di percorsi del corridoio Chang'an-Tianshan è un sito patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, designato il 22 giugno 2014, che ricalca un tratto di circa 5 000 km dell'antica via della seta, da Chang'an, antica capitale cinese, alla catena montuosa di Tien Shan, attraversando Cina, Kazakistan e Kirghizistan: comprende trentatré siti alcuni dei quali già precedentemente designati.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Uno studio per la promozione culturale della via della seta venne avviato dall'UNESCO nel 1988. Nell'agosto 2014, in cooperazione con l'amministrazione nazionale dei beni culturali cinese, si è tenuta una conferenza a Turfan, sul coordinamento delle domande per la designazione della via della seta come sito del patrimonio mondiale: durante la conferenza, la Cina e cinque stati dell'Asia centrale, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan, concordarono di presentare una domanda congiunta entro il 2010[1].

Il 28 marzo 2008 la Cina presentò all'UNESCO un elenco provvisorio di quarantotto siti: questi vennero divisi in terrestri, ubicati nelle provincie di Henan, Shaanxi, Qinghai e Gansu, e nelle regioni autonome di Ningxia e dello Xinjiang, e marittimi, ubicati Ningbo e Quanzhou[2]. L'Iran presentò il suo elenco il 2 maggio 2008. Nel 2010 presentano la domanda il Turkmenistan, precisamente il 3 gennaio, proponendo ventinove siti[3], il 20 gennaio fu il turno dell'India che ne propose dodici[4], e infine, il 19 febbraio, il Kirghizistan e l'Uzbekistan presentarono rispettivamente sei[5] e diciotto siti[6]. L'elenco provvisorio del Kazakistan venne presentato il 3 maggio 2012.

Alla fine del 2011, a causa dell'elevato numero di siti proposti, l'UNESCO decise di suddividere il progetto della via della seta in corridoi: nel dicembre dello stesso anno, Cina, Kazakistan e Kirghizistan concordarono di proseguire congiuntamente nella presentazione della domanda: ogni paese nominò un funzionario governativo, un archeologo e un comitato nazionale per le domande[1]. Potendo ogni paese presentare una sola domanda all'anno e avendo la Cina già presentata quella per il Gran Canale, nel 2013 fu il Kirghizistan a finalizzare la richiesta per il corridoio Chang'an - Tian Shan: questa conteneva ventidue siti in Cina, otto in Kazakistan e tre in Kirghizistan[1]. I siti della Cina furono rivisti: vennero eliminati quelli della regione di Ningxia e tutti quelli marittimi. Il 22 giugno 2014, durante la XXXVIII riunione del comitato a Doha, la domanda è stata approvata[1].

Siti[modifica | modifica wikitesto]

Cina centrale[modifica | modifica wikitesto]

Corridoio di Hexi[modifica | modifica wikitesto]

Tien Shan[modifica | modifica wikitesto]

Semireč'e[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (ZH) 丝路入遗33遗迹22处在中国, su finance.people.com.cn. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  2. ^ (EN) Chinese Section of the Silk Road: Land routes in Henan Province, Shaanxi Province, Gansu Province, Qinghai Province, Ningxia Hui Autonomous Region, and Xinjiang Uygur Autonomous Region; Sea Routes in Ningbo City, Zhejiang Province and Quanzhou City, Fujian Province - from Western-Han Dynasty to Qing Dynasty, su whc.unesco.org. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  3. ^ (EN) Silk Roads Sites in Turkmenistan, su whc.unesco.org. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  4. ^ (EN) Silk Road Sites in India, su whc.unesco.org. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  5. ^ (EN) Silk Roads Sites in Kyrgyzstan, su whc.unesco.org. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  6. ^ (EN) Silk Roads Sites in Uzbekistan, su whc.unesco.org. URL consultato il 17 gennaio 2023.

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