Rotocalco televisivo

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Il rotocalco televisivo è un genere della televisione per certi versi assimilabile al cosiddetto infotainment. Ricalca, dal medium del giornalismo, l'omologo rotocalco della carta stampata.

Secondo l'Enciclopedia della televisione[1], è un "programma televisivo periodico di taglio giornalistico che si occupa d'attualità, proponendo servizi filmati realizzati con una particolare cura formale".

Origine del termine[modifica | modifica wikitesto]

A introdurre il termine nel linguaggio giornalistico-televisivo fu, nel 1962, Enzo Biagi, che intendeva così presentare il 'suo' rotocalco (il primo della Rai e della televisione in generale, nel senso etimologico del termine) RT Rotocalco Televisivo.[1]

Evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Nel tempo, se la formula-base del rotocalco televisivo è rimasta la medesima, lo stile e la sua configurazione sono stati aggiornati secondo gli stili più moderni del linguaggio televisivo, fatto di servizi brevi serrati e immagini figurativamente accattivanti.[1]

Rotocalchi televisivi noti[modifica | modifica wikitesto]

Odeon. Tutto quanto fa spettacolo, del 1976, Nonsolomoda, del 1984, Verissimo, del 1996, oltre al rotocalco di genere sportivo La Domenica Sportiva, nata con la stessa televisione italiana e prodotta dalla RAI a partire dal 1954, sono gli esempi di rotocalco televisivo maggiormente conosciuti.

Repertorio[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Rotocalchi televisivi.

Fra gli esempi di rotocalco televisivo si segnalano:

Rotocalchi televisivi di genere sportivo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Fonte: Aldo Grasso (a cura di), Enciclopedia della televisione, Garzanti, 2008, pag. 693, lemma Rotocalco televisivo.

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