Maurizio Tosi

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Maurizio Tosi (Zevio, 31 maggio 1944Ravenna, 24 febbraio 2017) è stato un archeologo e scrittore italiano, che fu professore di paletnologia all'università di Bologna, autore di importanti scavi archeologici nel Vicino Oriente e in Asia. Scopritore di Shahr-i Sokhta, detta anche la "Città Bruciata"[N 1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Formazione e specializzazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Zevio, provincia di Verona, il 31 maggio 1944.[1] A partire dal 1963 compì gli studi universitari presso la facoltà di lettere classiche dell'università La Sapienza di Roma, laureandosi l'11 luglio 1967.[2] Subito dopo frequentò la Scuola di Specializzazione in Archeologia orientale presso l'Università La Sapienza", completando la specializzazione nel 1970.[2] Professore ordinario dal 1981, ha coperto la cattedra di Preistoria e protostoria dell'Asia presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli fino al 1994 e, a partire da quell'anno, la cattedra di Paletnologia presso la Scuola di Conservazione dei Beni culturali dell'università di Bologna.[1] La sua principale specializzazione sono stati i processi formativi delle società complesse e lo sviluppo della ricerca archeologica per la definizione di tali processi.[2] Dal 1967 ha diretto progetti di ricerca sul campo per l'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente (Isiao), spesso in collaborazione con numerosi istituti europei ed americani in Iran, Oman, Pakistan, Turkmenistan, Yemen e nelle regioni asiatiche della Federazione Russa.

Principali scavi[modifica | modifica wikitesto]

Un particolare del sito protourbano dell'età del bronzo di Shahr-e Sukhteh.
Un particolare del sito di Tepe Hissar.

Dopo i primi scavi in Italia, a partire dal 1967, e fino al 1978 effettuò scavi annuali presso il sito protourbano dell'età del bronzo di Shahr-i Sokhta, in Iran, interrotti poi per lo scoppio della rivoluzione.[2] Nel 1967 effettuò scavi sul sito di Cadbury Hill, Gran Bretagna, attivo dal neolitico all'Alto Medioevo.[2] Dal 1968 al 1970 operò a Cajamarquilla, Perù, nel sito dell'Orizzonte Medio nella bassa Valle del Rimac, e nell'aprile 1968 a Chavín de Huantar, Perù, presso il Tempio dell'Orizzonte Antico nella Sierra Huaraz. Nel 1970 eseguì una ricognizione dei siti preistorici dell'area di Damin e Bampur, in Iran.[2] Nel 1974 partecipò a uno scavo della università della Pennsylvania, sotto la direzione di R.H. Dyson jr, a Hasanlu, in Iran, presso un sito dell'età del ferro.[2] Nel 1975 effettuò la prima visita nel Sultanato dell'Oman al fine di identificare siti adatti a futuri scavi.[2] Sempre nel 1975 fu Tepe Yahya, Iran, effettuando lo scavo di sito frequentato dal neolitico condotto dalla Harvard University sotto la direzione di Carl C. Lamberg-Karlovsky, e nel 1976 a Tepe Hissar, Iran in un sito del calcolitico-età del bronzo, dirigendo lo scavo congiuntamente con R.H. Dyson jr. della università della Pennsylvania.[2]

Tra il 1977 e il 1982 operò nel sito pre-proto dinastico di Naqadah, Egitto, in collaborazione con C. Barocas e R. Fattovich del Dipartimento di Studi africani dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli.[2] Tra il 1980 e il 1984 fece viaggi di ricognizione nel Baluchistan settentrionale e alto Sind, in Pakistan, e tra il 1981 e il 2000 scavi e ricognizione per esplorare i siti medio-olocenici dell'area di Qurum, a Ra's al-Hamra, Oman.[3] Tra il 1982 e il 1986 operò nella città dell'età del bronzo di Mohenjo-daro, in Pakistan, in un programma di ricerca di superficie per lo studio dell'attività artigianale, di prospezione geofisica, studi di ecologia e documentazione architettonica, effettuato in co-direzione con M. Jansen del Politecnico di Aachen (Germania).[2] Tra il 1985 e il 1989 operò nella Yemen, eseguendo missioni di ricognizione nella piana della Tihamah, tra Mokha e Selif, centrata nel wadi Surdud e wadi Rimah, e scavi nel sito preistorico di Ash-Shuma.[2] Tra il 1985 e il 2009 operò a Ra's al-Junayz, Oman, per lo studio delle navigazioni preistoriche e gli scambi tra l'India e l'Oman del III millennio a.C del Joint Hadd Project, in co-direzione con Serge Cleuziou del CNRS francese.[2]

Tra il 1989 e il 1995 ebbe la direzione del Progetto di ricerche italo-russo-turkmeno "Carta Archeologica del Delta del Murghab" in collaborazione con l'Istituto di archeologia dell'Accademia russa delle scienze e l'Università Statale del Turkmenistan.[2] Nel 1992 effettuò un viaggio di studio in Vietnam e Cambogia come esperto nel Ministero degli Affari Esteri per la preparazione di progetti di conservazione a Hanoi e Angkor Wat.[2] Nel 1993 operò a Voronež, Russia, effettuando la ricognizione e lo scavo del sito scitico nell'area di Ostrogožsk sul medio Don.[2]

Tra il 1999 e il 2009 condusse un programma archeologico a Samarcanda e nella media valle dello Zeravshan, Uzbekistan,[4] per la ricostruzione della città al tempo di Tamerlano e Uluğ Bek (1400-50 AD), e l'esplorazione della regione, in collaborazione con l'Istituto di Archeologico dell'Accademia delle scienze dell'Uzbekistan.[4]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Si spense a Ravenna il 24 febbraio 2017.[2]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Ceramica rinvenuta durante gli scavi di Shahr-i Sokhta.
  • Iran, l'alba della civilta, A. Provinciali Spotorno, Milano, 1972
  • Prehistoric Sïstān 1, IsMEO, Roma, 1983.
  • Oman studies: papers on the archaeology and history of Oman, con Paolo Costa, Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente, Roma, 1989.
  • The Prehistory of Asia and Oceania (Volume 16), con Gennadii E. Afanas'ev, Serge Cleuziou e John R. Lukacs, International Union of Prehistoric and Protohistoric Science (UISPP), Forlì, 1996.
  • The Archaeological Map of Murghab Delta, con Annageldy Gubaev e Gennady A. Koshelenko, Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente, Roma 1998.
  • Papers from the EAA Third Annual Meeting at Ravenna 1997. Vol. I, Pre- and Protohistory, con Mark Pierce, BAR International Series 717, Oxford, 1998.
  • Papers from the EAA Third Annual Meeting at Ravenna 1997. Vol. II, Classical and Medieval, con Mark Pierce, BAR International Series 718, Oxford, 1998.
  • Papers from the EAA Third Annual Meeting at Ravenna 1997. Vol. III, Sardinia, con Mark Pierce, BAR International Series 719, Oxford, 1998.
  • Bruce Chatwin: viaggio in Afghanistan, con Franco La Cecla, Bruno Mondadori, Torino 2000.
  • Essays on the late prehistory of the Arabian peninsula, con Serge Cleuziou e Juris Zarins. Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente, Roma, 2002.
  • Le frontiere dell'Afghanistan, con Franco La Cecla, Bononia University Press, Bologna, 2005.
  • In the Shadow of the Ancestors: The Prehistoric Foundations of the Early Arabian Civilization in Oman, con Serge Cleuziou, Ministry of Heritage & Culture, Muscat, Sultanate of Oman, 2007.
  • The Bronze Age and Early Iron Age in the Margiana Lowlands. Facts and Methodological Proposal for a Redifinition of the Research Strategies. The Archaeological Map of the Murghab Delta. Studies and Reports, III, con Sandro Salvadori, Barbara Cerasetti, British Archaeological Reports. International Series, Oxford. 2008.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nell'accezione locale il significato di bruciato è sinonimo di purificazione, quindi la Città Bruciata indica la città purificata.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Oman Culture.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Minerva Archeologia.
  3. ^ Tosi 1997, p. 231.
  4. ^ a b Ismeo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcello Barbanera, Storia dell'archeologia classica in Italia: Dal 1764 ai giorni nostri, Bari, Editori Laterza, 2015.
  • Viviano Domenici, Contro la bellezza, Roma, Sperling & Kupfer, 2015.
  • (EN) Carl C. Lambert-Karlovsky, B. Genito e Barbara Cerasetti, 'My Life is like the Summer Rose', Maurizio Tosi e l'Archeologia come modo di vivere Papers in honour of Maurizio Tosi for his 70th birthday, Oxford, BAR International Series 718, 2014.
  • Roberto Marcucci (a cura di) e Maria Rosaria Belgiorno, Missioni archeologiche italiane: la ricerca archeologica, antropologica, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1997.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Video
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