King Kong Bundy

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King Kong Bundy
Bundy nel 1985
NomeChristopher Alan Pallies
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Luogo nascitaAtlantic City, New Jersey
7 novembre 1955
MorteGlassboro, New Jersey
4 marzo 2019
Ring nameBig Daddy Bundy[1]
Boom Boom Bundy[1]
Chris Cannon[1]
Chris Canyon[1]
Crippler Cannon[1]
King Kong Bundy[1]
Man Mountain Cannon, Jr
Residenza dichiarataGlassboro, New Jersey, Stati Uniti
Altezza dichiarata196 cm
Peso dichiarato212 kg
AllenatoreLarry Sharpe[2]
Debutto7 marzo 1981[1]
Ritiromaggio 2007
Progetto Wrestling

Christopher Alan Pallies (Atlantic City, 7 novembre 1955Glassboro, 4 marzo 2019) è stato un wrestler statunitense meglio conosciuto come King Kong Bundy.

È ricordato principalmente per aver lottato nella World Wrestling Federation. È stato inoltre per due volte WCWA World Heavyweight Champion e una volta AWA Southern Heavyweight Champion. Bundy ha vinto anche altri numerosi titoli minori.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Pesando 212 kg, King Kong Bundy si presentò nel mondo del wrestling come una presenza imponente, quasi grottesca. Di colorito perennemente pallido e con un corpo completamente glabro, veniva spesso paragonato all'omino della Michelin, in aperto contrasto con il suo costume da lotta nero. L'annunciatore Gorilla Monsoon descriveva Bundy come «un condominio che cammina». Alla cerimonia d'inaugurazione della prima edizione di WrestleMania nel 1985, il commentatore Jesse Ventura sottolineò il fatto che «la schiena di Bundy era talmente grossa che poteva essere usata come schermo per proiettarci i film nei drive-in».

Pallies prese il nome d'arte di King Kong Bundy durante lo svolgimento di una storyline mentre lavorava nella World Class Championship Wrestling. Fu scoperto, allenato e lanciato sulle scene con il nome di Big Daddy Bundy dalla famiglia Von Erich. Portava blue-jeans legati con una corda ed era un face. Dopo una disputa con i Von Erich, Chris Pallies venne reclutato dal manager Gary Hart e il suo personaggio fu totalmente rimodellato diventando il terribile King Kong Bundy, mostro senza cuore e pietà per gli avversari sul ring. Durante il feud con i Von Erich, perse i capelli diventando completamente calvo, tratto che lo contraddistinguerà per tutto il prosieguo della carriera.

World Wrestling Federation (1985-1988)[modifica | modifica wikitesto]

Bundy e Big John Studd contro André the Giant e Hillbilly Jim.

Sebbene abbia combattuto in svariate federazioni come la American Wrestling Association e la National Wrestling Alliance, Bundy è principalmente conosciuto per il periodo passato nella World Wrestling Federation tra il 1985 e il 1988, quando ebbe celebri rivalità con André the Giant e con il Campione WWF Hulk Hogan.

Bundy è celebre anche per la sua abitudine di chiedere all'arbitro di contare fino a cinque durante lo schienamento del suo avversario al posto del solito conteggio di tre, per sottolineare il suo completo dominio sul malcapitato di turno. Viene anche ricordato per la seconda vittoria più veloce nella storia di WrestleMania, quando schienò S.D. Jones a WrestleMania I nel 1985. Il match durò in tutto 23 secondi.

Nel 1985 Bundy si scontrò diverse volte con André the Giant, un feud che iniziò quando Bundy interferì in un match di André e lo attaccò brutalmente provocandogli (nella storyline) un serio infortunio allo sterno. Si scontrarono per diversi mesi, i match più interessanti furono un paio di incontri di coppia al Saturday Night's Main Event di fine 1985, dove Bundy e l'altra nemesi di André, Big John Studd, combatterono prima contro André e Tony Atlas e dopo con André e Hulk Hogan.

Faida con Hulk Hogan[modifica | modifica wikitesto]

In un match al Saturday Night's Main Event, Hogan stava combattendo contro Don Muraco quando fu assalito da Bundy e dal suo manager di allora, Bobby “The Brain” Heenan, ciò diede origine ad un feud tra Hogan e Bundy. Secondo l'autobiografia di Hulk Hogan, Hollywood Hulk Hogan, sebbene l'infortunio riportato a causa dell'assalto di Bundy non fosse della gravità di quello presentato sulla scena, e servisse a pubblicizzare la carriera da monster-heel di Bundy, Hogan si fece male realmente, perché Bundy lo aveva dovuto colpire con tutta la forza per far sembrare vero il tutto, e perché Muraco, tenendogli immobilizzate le braccia, non gli permise di proteggersi adeguatamente e quindi lui poté solo trattenere il fiato e contrarre tutti i muscoli cercando di assorbire l'impatto. Come risultato, Hogan disse che sentì scricchiolare tutte le sue costole, e che il dolore lo fece svenire realmente. (Hogan racconta anche che in ospedale gli vennero diagnosticate solo fratture superficiali ad alcune costole). Il feud culminò in uno Steel Cage Match con in palio il titolo di campione del mondo a WrestleMania II a Los Angeles, che fu vinto da Hogan. Nel DVD, Hollywood Hulk Hogan: Hulk Still Rules, Hogan definisce Bundy: «Un bravo ragazzo, ma forte come un diavolo!» Durante il loro feud, Bundy frequentemente si riferì ad una fantomatica "Bundymania" per prendere in giro la famosa "Hulkamania" di Hogan.

Un anno più tardi, a WrestleMania III, Bundy schiacciò al tappeto il lottatore nano Little Beaver (Lionel Giroux), ed infierì su di lui venendo squalificato. In una intervista del 1998, King Kong Bundy disse che sperava di non essere stato responsabile della prematura morte di Giroux, dicendo che non voleva averlo sulla coscienza.[3][4] Nel novembre 1987, Bundy sconfisse Hulk Hogan per conteggio fuori dal ring in una puntata di Saturday Night's Main Event. Bundy lasciò la WWF nel 1988 dopo una sconfitta contro Hogan nel rematch dello stesso incontro.

Ritorno in WWF (1994-1995)[modifica | modifica wikitesto]

Faida con The Undertaker[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1994, King Kong Bundy fece il suo ritorno nella WWF come membro della Million Dollar Corporation capeggiata da Ted DiBiase. Durante le annuali Survivor Series, fu uno dei due sopravvissuti (insieme a Bam Bam Bigelow, altro membro della Corporation) del match che vedeva il suo team contrapposto alla squadra "Guts and Glory" di Lex Luger. Bundy venne quindi accreditato come favorito nella Royal Rumble 1995, ma in essa resistette solo tre minuti prima di venire eliminato da Mabel, altro peso massimo. Nonostante un feud con The Undertaker che culminò in un match a WrestleMania XI (vinto dal becchino), Bundy non riscosse lo stesso successo di un tempo.

Circuito indipendente (1995-2007)[modifica | modifica wikitesto]

King Kong Bundy ha continuato negli anni, a combattere in svariate federazioni indipendenti degli Stati Uniti. Le rivalità più importanti sono state quelle con "Superfly" Jimmy Snuka, Doink the Clown, e Tom Brandi. Nel 1999, ha vinto il titolo AWA Superstars of Wrestling Heavyweight Championship battendo Jon A. Stewart alias Jonnie Stewart, in un match che Stewart definì: «La punizione più brutale che abbia mai subito».[5]

Ha combattuto il suo ultimo match nel 2007, dove ha vinto contro Richard Byrne.

Carriera attoriale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver partecipato in un piccolo ruolo al film Un folle trasloco con Richard Pryor nel 1988, Bundy intraprese la carriera di attore comico. Il 24 aprile 2008, partecipò a un programma della televisione norvegese intitolato Golden GOAL!.[6]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Pallies era sposato, e aveva un figlio di nome David.[7][8]

Nel luglio 2016, Pallies fece causa alla WWE affermando che molti wrestler avevano subito "danni neurologici permanenti" a seguito della negligenza della compagnia nell'assicurare la sicurezza dei propri dipendenti e per "aver sminuito e nascosto la reale gravità di tali infortuni". La causa venne discussa dall'avvocato Konstantine Kyros, coinvolto in passato in numerose altre cause legali contro la WWE.[9] Il procedimento è stato archiviato dal giudice Vanessa Lynne Bryant nel settembre 2018.[10]

Pallies era un amante dei gatti, e all'epoca della sua morte ne possedeva circa 10.[11]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 marzo 2019, David Herro, suo amico di lunga data, ha diffuso su Facebook[12] la notizia del decesso di Pallies per complicazioni dovute al diabete.[13] Aveva 64 anni.[14]

Nei momenti immediatamente successivi alla diffusione della notizia, Mick Foley lo ha ricordato in un tweet: «Sono dispiaciuto per la scomparsa di King Kong Bundy. Era così incredibile per me quando lo vidì per la prima volta nello spogliatoio nel 1986, quando non ero ancora nessuno».[15] Pallies è sepolto nel cimitero Hillcrest Memorial Park di Hurffville, New Jersey.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il nome sul ring di Pallies ha ispirato il cognome della famiglia della sitcom della FOX Sposati... con figli (Married... with Children), e Bundy ha fatto anche due apparizioni nello show. Quando fu chiesto loro se il nome della famiglia fosse stato tratto dal cognome del serial killer Ted Bundy, i produttori risposero che il nome l'avevano preso da un altro Bundy, "quello buono".

Personaggio[modifica | modifica wikitesto]

Mosse finali[modifica | modifica wikitesto]

  • Condominium Crash (Running corner body splash)
  • Big Splash (Bundy diceva sempre all'arbitro di contare fino a "5" invece del consueto "3" quando schienava il suo avversario, così da rendere palese la sua totale superiorità)

Soprannomi[modifica | modifica wikitesto]

  • "The Walking Condominium"

Manager[modifica | modifica wikitesto]

Musiche d'ingresso[modifica | modifica wikitesto]

  • Love and Marriage di Frank Sinatra (NWA Jersey)
  • Fat di Weird Al Yankovic (Juggalo Championship Wrestling)
  • Walking Condominium di Gabriel Shadid (WWF)
  • King Kong di Jim Johnston (WWF)

Titoli e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Pro Wrestling Illustrated

  • 124º tra i 500 migliori wrestler singoli nella "PWI Years" (2003)

AWA Superstars of Wrestling

  • AWA Heavyweight Championship (1)

Continental Wrestling Association

  • AWA Southern Heavyweight Championship (1)
  • AWA Southern Tag Team Championship (1) - in coppia con Rick Rude

Georgia Championship Wrestling

Maryland Championship Wrestling

  • MCW Heavyweight Championship (1)

NWA New York

  • NWA New York Heavyweight Championship (1)

Richmond Championship Wrestling

  • RCW Heavyweight Championship (1)

Top Rope Wrestling

  • TRW Heavyweight Championship (1)

World Class Championship Wrestling

  • NWA American Heavyweight Championship (2)
  • NWA American Tag Team Championship (2) - con Bill Irwin (1) e con Bugsy McGraw (1)

World Wide Wrestling Alliance

  • WWWA Heavyweight Championship (1)[16]

World Wrestling Federation

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (EN) King Kong Bundy, su cagematch.net, Cagematch. URL consultato il 6 aprile 2016.
  2. ^ John Grasso, Historical Dictionary of Wrestling, Scarecrow Press, 2014, pp. 55-56, ISBN 978-0-8108-7926-3.
  3. ^ Bundy-mania runs wild
  4. ^ Per la cronaca, Giroux morì a causa di un enfisema polmonare.
  5. ^ awastars.com interview.
  6. ^ (EN) Peter Bothum, King Kong Bundy puts comedy on the mat tonight at the Colosseum, su delawareonline.com, delawareonline - The News Journal, 18 gennaio 2007. URL consultato il 10 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2007).
  7. ^ https://www.washingtonpost.com/local/obituaries/king-kong-bundy-man-mountain-villain-of-pro-wrestling-dies-at-61/2019/03/05/061dc0dc-3f6a-11e9-a0d3-1210e58a94cf_story.html%3foutputType=amp
  8. ^ https://www.nytimes.com/2019/03/05/obituaries/king-kong-bundy-dead.html
  9. ^ Des Bieler, Dozens of wrestlers sue WWE over CTE, effects of traumatic brain injuries, in Chicago Tribune, 19 luglio 2016. URL consultato il 20 luglio 2016.
  10. ^ Dave Collins, Judge throws out lawsuit against WWE by ex-pro wrestlers over concussions, in The Denver Post, 19 settembre 2018. URL consultato il 22 ottobre 2018.
  11. ^ Romalino, Carly Q. “Wrestler King Kong Bundy's cats need new homes”, The Cherry Hill Courier-Post, 22 marzo 2019.
  12. ^ (EN) Ryan Satin, Wrestling Legend King Kong Bundy Passes Away at 61-Years-Old, su Pro Wrestling Sheet | Insider Wrestling News and Reports, 5 marzo 2019. URL consultato il 5 marzo 2019.
  13. ^ Morto King Kong Bundy, il rivale storico di Hulk Hogan, su video.repubblica.it. URL consultato il 6 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2019).
  14. ^ Wrestling: morto King Kong Bundy, addio a un'altra leggenda, su gazzetta.it, www.gazzetta.it. URL consultato il 5 marzo 2019.
  15. ^ Wrestling, addio a King Kong Bundy, su sport.virgilio.it. URL consultato il 5 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2019).
  16. ^ Royal Duncan & Gary Will, Wrestling Title Histories, 4th, Archeus Communications, 2000, ISBN 0-9698161-5-4.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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