Il piccolo diavolo

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Paese di produzioneItalia
Durata106 min
Generecommedia
RegiaRoberto Benigni
SoggettoRoberto Benigni, Vincenzo Cerami, Giuseppe Bertolucci
SceneggiaturaRoberto Benigni, Vincenzo Cerami
ProduttoreMario Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori, Mauro Berardi
FotografiaRobby Müller
MontaggioNino Baragli
MusicheEvan Lurie
Interpreti e personaggi

Il piccolo diavolo è un film comico del 1988 diretto da Roberto Benigni, ed interpretato dallo stesso attore toscano insieme a Walter Matthau.

Fu presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 1989.[1]

Trama

Padre Maurizio (Walter Matthau) viene chiamato a compiere un esorcismo. Riesce a liberare così una donna dall'essere che la stava possedendo, ma questo prende vita con un corpo autonomo (Roberto Benigni). Questo diavolo, che afferma di chiamarsi Giuditta, pare essere scappato dall'aldilà per scoprire il mondo. Egli ricorda un po' un bambino: è curioso e non ha idea di come funzioni la società dei viventi. Scopre subito una passione per la zuppa inglese. Non è cattivo, semmai un po' narcisista. Giuditta stravolge completamente la vita del povero Maurizio, che si trova sull'orlo di una crisi di nervi a dover arginare le sue stravaganze.

Più avanti, Giuditta incontra una donna, Nina (Nicoletta Braschi) e ne rimane stregato, specie dopo aver scoperto che sotto alla gonna ha qualcosa di misterioso, diverso da quello che vede su se stesso. Si scoprirà poi che questa donna è in realtà una "diavolessa" mandata dall'aldilà per riprenderlo e riportarlo a casa, e che riesce ad entrare nel suo corpo per poterlo controllare. Il film si chiude con Giuditta che saluta Maurizio e poi si allontana, canticchiando.

Il successo del film

Il piccolo diavolo è stato campione d'incassi della stagione cinematografica 1988-89 e, fra i lungometraggi del regista toscano, tra quelli che hanno maggiormente incontrato i favori del pubblico. Lo conferma l'utenza dell'Internet Movie Database, che a settembre del 2006 gli preferisce solo La vita è bella (1997), Non ci resta che piangere (1984, in cui però "pesa" anche la fondamentale presenza del compianto Massimo Troisi) e, di pochissimo, Il mostro (1994).

Tullio Kezich, critico cinematografico, quando la pellicola uscì nelle sale lo definì il migliore film di Benigni, perché i primi due erano stati a suo giudizio piuttosto deludenti. Aggiunse anche che con esso si comincia a capire la bravura di Benigni il quale, a suo modo di vedere, qui si esprime al massimo delle potenzialità.

Produzione

Una parte del film è stata girata a Taormina e la stazione ferroviaria che vediamo nel film è la stazione di Taormina-Giardini.

Il film è dedicato a Donato Sannini e Andrea Pazienza, due amici del regista scomparsi nel periodo di realizzazione del film.

Note

  1. ^ (FR) Quinzaine 1989, su quinzaine-realisateurs.com. URL consultato il 26 giugno 2011.

Voci correlate

Collegamenti esterni