Gorgona (goletta)

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Gorgona
Una goletta non identificata appartenente alla classe Ischia
Descrizione generale
Tipogoletta ad elica
ClasseIschia
Proprietà Regia Marina
CostruttoriRegio Cantiere, Castellammare di Stabia
Impostazione1866
Varo8 giugno 1867
Entrata in servizio1868
Radiazione30 agosto 1903
Destino finaleusata come pontone guardaporto, demolita
Caratteristiche generali
Dislocamento190-195[1]
Lunghezza32 m
Larghezza6,04[1] m m
Altezza2,00 m (solo scafo)[1] m
Propulsione2 caldaie parallelepipede a ritorno di fiamma
1 macchina alternativa a vapore
potenza 188 HP (138 kW)[1]
1 elica
armamento velico a goletta
Velocitàmassima 8 nodi
Equipaggio37 tra ufficiali, sottufficiali e marinai
Armamento
Armamentoalla costruzione: non noto

Dal 1883:

  • attrezzature per il trasporto e la posa di 30 mine

Dal 1887:

  • 2 cannoni da 80 mm
  • attrezzature per il trasporto e la posa di 30 mine
dati presi da Navi a vela e navi miste italiane, Sito della Marina Militare e Navyworld
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La Gorgona è stata una goletta ad elica[2] della Regia Marina.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Scafo in legno con carena ricoperta di rame, la nave apparteneva ad una classe di cinque unità, costruite tra il 1866 ed il 1869[3] in seguito ad uno stanziamento straordinario votato nel 1864[4]. Progettate come piccole ed economiche unità per compiti di guardia costiera – necessità sentita soprattutto nel Sud Italia, per contrastare il brigantaggio, la pesca abusiva, la guerriglia filoborbonica, la fuga in Africa dei renitenti alla leva, l'emigrazione clandestina, lo sviluppo della criminalità organizzata ed il contrabbando –, le golette della classe Ischia erano navi di modeste prestazioni, destinate inizialmente alla vigilanza doganale per conto dell'Amministrazione Finanziaria[3]. Mediante tali unità venne costituito un servizio permanente di sorveglianza delle coste da Venezia a Porto Empedocle[4].

L'apparato propulsivo, prodotto dalla Ditta Ansaldo di Genova Sampierdarena, consisteva in una macchina alternativa a vapore di scarsa potenza (la macchina della Gorgona, in particolare, sviluppava 188 hp o 138 kW) che, alimentata da due caldaie parallelepipede a ritorno di fiamma (che scaricavano i loro fumi di combustione mediante un alto fumaiolo sistemato subito a proravia dell'albero maestro), azionava una singola elica, permettendo il raggiungimento di una velocità massima di otto nodi[3]. Le unità della classe Ischia avevano inoltre una ridotta velatura, costituita da due alberi (trinchetto e maestra) attrezzati a vele auriche (armamento velico a goletta)[3].

Le golette della classe Ischia disponevano anche di un limitato armamento, la cui entità iniziale non è nota, ma che nel 1887 venne sostituito da due cannoni da 80 mm[3]. Nel 1883 la Gorgona, a scopo sperimentale, venne sottoposta a lavori nell'Arsenale di La Spezia ed imbarcò le attrezzature per il trasporto e la posa di 30 mine elettriche del peso di 745 kg ciascuna[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Impostata nei cantieri di Castellammare di Stabia nel 1866, la Gorgona venne varata nel giugno 1867 ed ultimata nel 1868[3]. Nei primi anni di servizio la goletta, al pari delle unità gemelle, operò per conto dell'Amministrazione delle Finanze, svolgendo servizio di guardia costiera in Sud Italia, a contrasto del brigantaggio e della piccola pirateria e con ispezioni delle navi in navigazione alla volta di Tunisi, e più generalmente dell'Africa Settentrionale, per accertare che non avessero a bordo disertori o renitenti alla leva[3].

Passata sotto il completo controllo da parte della Regia Marina nel 1870, la Gorgona rimase disarmata sino al 1875, quando, riportata in armamento, fu assegnata alla Squadra Permanente, in seno alla quale venne adibita a compiti ausiliari (nel 1876 facevano parte della Squadra, oltre alla Gorgona, le gemelle Tino, Marettimo e Tremiti, un'altra unità minore, la Calatafimi, l'avviso Authion e le pirofregate corazzate Ancona, Venezia, Castelfidardo, Conte Verde, Palestro e Regina Maria Pia[5])[3].

Nel 1879 la goletta venne dislocata a La Spezia, permanendovi sino al 1883, dapprima adibita alla sorveglianza sanitaria del Lazzaretto del Varignano e successivamente alla vigilanza della Polveriera di Panigaglia[3][6].

Trasferita nel 1888 a La Maddalena, la Gorgona vi permase sino al 1890, per poi essere disarmata a La Spezia[3]. Radiata il 30 agosto 1903 insieme alle gemelle Marettimo, Tino e Tremiti, la nave venne ancora impiegata a La Spezia come pontone guardaporto[3] prima della demolizione[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Il sito ufficiale della Marina Militare riporta un dislocamento in carico normale (specificazione invece non fatta da Navi a vela e navi miste italiane) di t 190. Altre differenze riportate, probabilmente erronee: potenza dell’apparato motore di 175 HP, composizione dell’apparato motore di una caldaia e due macchine alternative a vapore, larghezza 6,40 m (quest’ultima frutto probabilmente di un refuso). Il sito parla inoltre di due metri di pescaggio (sotto la linea di galleggiamento), mentre Navi a vela e navi miste italiane riporta due metri di altezza dello scafo (sopra la linea di galleggiamento).
  2. ^ In diverse fonti si fa tuttavia riferimento alle navi della classe Ischia come piroscafi.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l Franco Bargoni, Franco Gay, Valerio Manlio Gay, Navi a vela e navi miste italiane, pp. da 353 a 356
  4. ^ a b Il naviglio dei finanzieri nella storia, su gdf.it. URL consultato l'11 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  5. ^ La Stampa – 16 febbraio 1876
  6. ^ Il 1º gennaio 1881 la nave risultava in disarmo a La Spezia.
  7. ^ Navyworld
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