Giuseppe Andrea Angeloni

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Giuseppe Andrea Angeloni
Fotografia di Giuseppe Andrea Angeloni

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaIX, X, XI, XII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII[1]
Gruppo
parlamentare
Sinistra storica[2]
CollegioSulmona[3]
Aquila II[4]
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Liberale[3]
Titolo di studioLaurea in economia politica e scienze agronomiche e sociali[5]
UniversitàUniversità di Napoli[5]

Giuseppe Andrea Angeloni (Roccaraso, 25 febbraio 1826Napoli, 31 dicembre 1891) è stato un nobile e politico italiano, barone di Montemiglio e Varavalle, e deputato del Regno d'Italia dopo l'Unità[6].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Roccaraso, comune di nascita di Giuseppe Andrea Angeloni, con in basso un viadotto della ferrovia Sulmona-Isernia, la 2ª a scartamento ordinario più alta della rete ferroviaria italiana e la 3ª tra quelle anche a scartamento ridotto, fatta da lui realizzare nel 1897

Proveniva da una ricca famiglia nobile e armentaria di Roccaraso, dove nacque il 25 febbraio 1826, figlio di Girolamo Angeloni e Diletta Tatozzi, e fratello di Raffaele, di professione giornalista[5]. Si laureò in economia politica e scienze agronomiche e sociali all'Università di Napoli[5].

Durante il Regno delle Due Sicilie, essendo liberale e patriottico, venne perseguitato dai Borbone, quindi arrestato ed esiliato[7]. A Genova fece parte del comitato pro-fondi per la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi[5]. Fu inoltre capitano della guardia nazionale nel 1848[8], spostandosi in corso d'anno a Roma e in Toscana per sostenere i governi[4]. Sebbene inizialmente di idee politiche affini alla Destra storica, dopo il 1861 non si pose tra i "soddisfatti", ritenendo i primi governi assai lenti nel risolvere i problemi che affliggevano Roma, accostandosi così sempre più alla Sinistra storica[2].

Con l'Unità d'Italia, fu dapprima deputato dal 1865 al 1891, rappresentando per nove legislature il collegio di Sulmona, poi dal 23 settembre 1879 al 30 giugno 1881[4] sottosegretario ai lavori pubblici durante il governo di Benedetto Cairoli, ministro Alfredo Baccarini[9]. Occupò alla Camera dei deputati il posto n. 173, riservato agli appartenenti alla sinistra costituzionale[4]. Nel 1877 fu membro della commissione per l'inchiesta agraria aperta da Agostino Bertani, occupandosi delle regioni Abruzzo e Puglia come commissario della circostrizione[10], e con regio decreto del 5 giugno divenne commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia[4]. L'anno seguente, su incarico del governo, partecipò come giurato nazionale all'Esposizione universale di Parigi, valutando i prodotti non alimentari della classe XLVI[11].

Come politico ed esponente della Sinistra storica, s'interessò sin da subito ai problemi affrancativi del Tavoliere delle Puglie, del credito fondiario e dei sistemi di riscatto, oltre che di far sviluppare la rete ferroviaria nel Mezzogiorno, in particolare in Abruzzo, dove potenziò anche la pastorizia[5]. Grazie al suo apporto, Roccaraso, sua città natale, poté sviluppare il turismo: fu infatti uno dei promotori della realizzazione nel 1897 della ferrovia Sulmona-Isernia che l'attraversa, e, in particolar modo, di una sua variante a cremagliera tra Pettorano sul Gizio e Rocca Pia nel 1881, prima dell'inizio dei lavori effettivi[5]. Durante quest'ultimo anno fu nel gabinetto di Agostino Depretis come segretario ai lavori pubblici; sempre nello stesso anno lui e la sua famiglia vennero riconosciuti nel titolo nobiliare di barone di Montemiglio e Varavalle, con possibilità di trasmetterlo in discendenza maschile primogenita[10]. Aveva inoltre fatto realizzare il tronco Roma-Sulmona della ferrovia Roma-Pescara, inaugurato nove anni prima, nel 1888[11].

Durante la sua vita ebbe modo di scrivere diverse opere saggistiche[11]. Nel comune roccolano ricoprì – tra gli altri – i ruoli di socio benemerito, socio perpetuo e presidente onorario nella locale società operaia di mutuo soccorso[11]. Morì a Napoli il 31 dicembre 1891, ore 3 pomeridiane, all'età di 65 anni, a causa dell'aggravarsi di una polmonite contratta tre anni prima, nel 1888, durante l'esposizione regionale tenutasi all'Aquila, dove vi aveva partecipato in qualità di presidente di commissione[5]. Dopo i funerali svoltisi nella città partenopea nel primo pomeriggio del 3 gennaio, il giorno seguente seguirono quelli nella sua città natale, dove, nell'occasione, venne trasferita la sua salma nella cripta della chiesa di San Rocco, dove giace[11]. A Sulmona gli è stata intitolata una strada del centro storico[12]. In città, 15 anni prima, nel 1876, era stato il 1º presidente del Club Alpino Italiano[4].

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º marzo 1852, all'età di 26 anni, aveva sposato a Roccaraso, nella chiesa di Santa Maria Assunta, sua cugina Giacinta Angeloni (Roccaraso, 7 aprile 1830 – Roccaraso, 14 ottobre 1910), di anni 22, figlia del fratello del padre Bartolomeo Angeloni e di Teresa Trilli[11]. Dopo diversi anni trascorsi nel comune roccolano, si trasferirono a Napoli nel numero civico 26 di via Vergini[11]. La coppia ebbe tre figli e una figlia, tre dei quali nativi nel comune roccolano e l'ultimo nella città partenopea[11]:

  1. Girolamo Claudio Gabriele (* 12 novembre 1852), di professione avvocato[11];
  2. Maria Giuseppina (* 19 marzo 1852), sposatasi il 23 marzo 1893 con il napoletano Arcangelo Sica[11];
  3. Emilio Alberto (* 29 febbraio 1856), del quale si hanno scarse notizie[11];
  4. Vittorio, che fu tenente di Stato maggiore[11].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Malatesta (1946), p. 43.
  2. ^ a b Bragi (1889), pp. 239-240.
  3. ^ a b Adamoli (2008-2013), p. 133.
  4. ^ a b c d e f Angeloni, su casadalena.it.
  5. ^ a b c d e f g h Comune.roccaraso.aq.it; Di Giangregorio (2006), pp. 123-126.
  6. ^ Camera.it; Malatesta (1946), p. 43.
  7. ^ Chieracostui.com; Comune.roccaraso.aq.it; Di Giangregorio (2006), pp. 123-126.
  8. ^ Ferrovie dello Stato (1998), p. 25.
  9. ^ Comune.roccaraso.aq.it; Di Giangregorio (2006), pp. 123-126; Ferrovie dello Stato (1998), p. 25.
  10. ^ a b Di Giangregorio (2006), pp. 123-126; Malatesta (1946), p. 43.
  11. ^ a b c d e f g h i j k l Di Giangregorio (2006), pp. 123-126.
  12. ^ Sulmona, su abruzzoturismo.it, vedasi mappa (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2022).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Adamoli (a cura di), L'Ultima Dimora. Gli annunci funebri del Corriere Abruzzese (1876-1928), voll. 1-4, Teramo, Federico Adamoli, 2008-2013, ISBN non esistente. Ospitato su abruzzoinmostra.it.
  • Luigi Bragi, I moribondi di Montecitorio, Roma-Torino-Napoli, Luigi Roux & Company, 1889, ISBN non esistente.
  • Maurilio Di Giangregorio, Angeloni Giuseppe Andrea, in Enrico Di Carlo (a cura di), Gente d'Abruzzo. Dizionario biografico, vol. 1, Castelli, Andromeda Editrice, 2006, ISBN 88-88643-40-0.
  • Ferrovie dello Stato, Cento anni di altitudine. Ferrovia Sulmona-Isernia, Roma, Ferrovie dello Stato, 1998, ISBN non esistente.
  • Alberto Malatesta, Ministri, deputati e senatori d'Italia dal 1848 al 1922, vol. 1, Roma, Tosi, 1946, ISBN non esistente.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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