Gino Cesaretti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

«..ma vivo rimarrà ǀ in altro luogo ǀ lo splendore ǀ dell’ultima sua foglia ǀ se prima di staccarsi ǀ illumina ǀ quello che non appare ǀ quando è giorno»

Gino Cesaretti

Gino Cesaretti (Lucca, 21 marzo 1917Bobbio, 13 dicembre 2015) è stato un romanziere, poeta e giornalista italiano. Ha ricoperto rilevanti incarichi nell'editoria scientifica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gino Cesaretti nasce a Lucca il 21 marzo 1917. Durante il secondo conflitto mondiale è ufficiale pilota di complemento della Regia Aeronautica. Nel 1946 si laurea in Scienze Agrarie presso l'Università di Pisa. Poco dopo si trasferisce a Milano e nel 1952 sposa la fiumana Iris Spogliarich, dalla quale nel 1957 ha un figlio, Paolo, e nel 1964 una figlia, Cristina[2].

Milano è la sede principale della sua attività; nel 2006 si trasferisce a Bobbio (Pc).

Dagli anni '40 la sua attività si svolge in contatto e in amicizia con gli altri scrittori e giornalisti lucchesi all'avanguardia dell'innovazione giornalistica e letteraria a livello nazionale: Arrigo Benedetti, Romeo Giovannini, Mario Pannunzio, Guglielmo Petroni e Mario Tobino[3]. Sono allora pubblicati i primi articoli su L’Europeo diretto da Arrigo Benedetti, cui segue l'attività di corrispondente del Risorgimento Liberale di Mario Pannunzio. Sempre alla direzione di Mario Pannunzio è affidato Il Mondo, ulteriore testata per la quale Gino Cesaretti redige numerosi contributi, parimenti lavorando a ulteriori approfondimenti per altri periodici e quotidiani, come per esempio Il Giorno.

Nel 1952 entra alla Mondadori con Alberto Mondadori e Remo Cantoni, poi diventa caporedattore del settore dedicato alla Scienza e alla Tecnica (la EST), dove svolge tutta la sua carriera editoriale, curando una fitta e apprezzata attività di pubblicazioni, anche in coedizione internazionale: lavora a collane monografiche, in particolare si segnala la Biblioteca della EST, oltre alle grandi opere enciclopediche, fra le quali l'Enciclopedia della Scienza e della Tecnica[4].

Nel 1967/68 con lo pseudonimo di Dario Varese pubblica interventi legati a temi e pubblicazioni di carattere scientifico e letterario per La fiera letteraria diretta da Manlio Cancogni.

Attività letteraria[modifica | modifica wikitesto]

La sua produzione letteraria ha inizio negli anni del secondo conflitto mondiale, quando i suoi primi racconti appaiono su La Ruota di Mario Alicata e su Maestrale. Rivista mensile di poesia e di cultura[5]. Prosegue pubblicando diverse narrazioni negli anni Cinquanta in Il Mondo, tre saranno poi incluse nella sua raccolta di racconti, Il violino del pilota[6]. La sua produzione attira, fra gli altri, l'attenzione di Elio Vittorini. Sarà proprio quest'ultimo il promotore della pubblicazione nei “Gettoni” einaudiani del primo romanzo di Cesaretti, I pipistrelli, apprezzato anche dal futuro Premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale, che nel 1957 sul Corriere della Sera segnala Cesaretti come un unicum nella produzione letteraria dell'epoca[7]. Vittorini discute di I pipistrelli anche con Italo Calvino, presentando il romanzo come “labirinto” dove “hai tante entrate, tante uscite (un'infinità di porte e di stanze). Non ti stanchi mai di camminare”. Lo stesso Calvino si sofferma più volte per corrispondenza sulle opere di Cesaretti, con l'Autore e di nuovo con Vittorini[8].

In un solo lustro Gino Cesaretti pubblica tre volumi di narrativa.

I pipistrelli (1957) è un romanzo che, come scrive Eugenio Montale, “si svolge nell'immaginaria città siciliana di T. e in un vicino aeroporto, pochi giorni prima dello sbarco degli alleati”, narra di “un tenente, Pittetto, che muore, vittima di un'incursione area sulla città. Lascia la moglie, Annina, e i poverissimi genitori di lei. Pittetto, Annina e il sottotenente aviatore Vitte formavano un clan di amici dominati dal malvagio influsso di un sergente, Gualterio, ex prete e spia, il quale professa un misticismo anarchico, a sfondo pansessuale”[9].

Il sole scoppia

Segue Il sole scoppia (1960)[10], altro romanzo in cui lo scenario muta, gli eventi si svolgono a Milano nel 1947. Un ex aviatore, dopo il licenziamento dal giornale nel quale lavora, incontra il sergente istruttore, suo superiore nella scuola piloti. I due compiono stragi, rapine, ricatti, coinvolgendo anche l'ex direttore del giornale che tuttavia sceglie di collaborare con la polizia. I protagonisti risolveranno tra loro in modo sanguinoso una questione che risulta insolubile alle istituzioni.

Il violino del pilota

Il violino del pilota (1962) raccoglie una serie di racconti[11], incentrati su una storia d'amore, sullo sfondo del paesaggio lucchese. Il più sviluppato è Antonia perduta nel quale il protagonista è un giovane incapace di adattarsi all'aspra realtà, che trova appagamento rifugiandosi nei musei d'arte, in particolare presso la Pinacoteca di Brera di Milano (vd. il racconto Ritorno a Brera) dove ammira le immagini di antichi maestri italiani nel rimpianto di Antonia.

In seguito Cesaretti, pur pubblicando racconti su riviste e periodici (per esempio Le Arti e La fiera letteraria[12]), attende, sin dagli anni '60[13], a un corposo romanzo che conosce varie versioni per essere infine pubblicato nella tardissima età dell'autore, Lucido e buio[14], un'opera che copre un arco cronologico che va dagli inizi del secolo XX all'8 settembre 1943.

Il personaggio principale è Filippo Vannucchi, un giovane cresciuto a Lucca prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale. Intorno a lui la vita cittadina è ritratta delineando le vicende delle famiglie e di alcuni singoli, artisti e intellettuali, che affrontano in diverso modo le crescenti difficoltà economiche e politiche. Si legge della vocazione religiosa di Gregorio Del Bianco, delle ambizioni letterarie ed editoriali di Quinto Poccianti, della carriera del medico Digiovanni, oltre che delle riflessioni scientifiche di Adele Lappona, insegnante privata di Filippo, e dell'astronoma romana Evelina Alba. L'Autore si sofferma spesso anche sulla vita dei genitori di Filippo, Virginia e Lorenzo, cui sarà riservata l'ultimissima scena. Dopo la prima delle tre parti che compongono l'opera (I: Fuori dalla città) la narrazione da Lucca si sposta a Roma (II: A Roma! A Roma!) e, con l'arruolamento di Filippo nell'aviazione, lo scenario muta, con riferimento a esperienze belliche soprattutto nei cieli siciliani, da Castelvetrano a Sciacca, fino a sorvolare Malta. Viene approfondita anche la figura del nipote dell'astronoma, Giacinto Alba, capitano della squadra di Filippo. La narrazione si alterna a spunti saggistici e disquisizioni su tematiche scientifiche riguardanti le cariche elettriche e il calore[15], senza tralasciare la descrizione di significative esperienze editoriali proprio a Roma durante il regime.

L'epilogo del libro (III: Un tableau di settembre) dipana definitivamente una serie di vicende esistenziali intricate e il protagonista ritorna, solitario, sulla scena, illuminato da una nuova dimensione identitaria, mentre il piccolo nucleo sopravvissuto a Lucca rimane in attesa.

Attese disattese

Precedentemente, nel 2006, a 89 anni, Cesaretti aveva pubblicato presso Manni, Attese disattese[16], opera che raccoglie organicamente la “fioritura tardiva” della sua produzione poetica, consolidatasi come parallelo alla narrativa di Lucido e buio[17]. Nel medesimo anno un episodio cardiaco ne limita la possibilità di movimento, non però la vivacità intellettuale.

Lucido e buio

Lucido e buio viene finito di stampare a fine novembre 2015 per i tipi di Bolis Edizioni di Bergamo, con una “Nota introduttiva” di Daniela Marcheschi che sottolinea la “forza sorprendente” dell'opera scritta dal “decano della nostra letteratura”. Marcheschi aggiunge altresì che “Lucido e buio rappresenta una sorta di percorso avventuroso nella stessa letteratura della prima parte del XX secolo, una ‘enciclopedia’ del nostro Novecento”. Nella “Postfazione” il figlio Paolo Cesaretti espone i criteri filologici con i quali ha ricostruito il testo sulla base delle quattro versioni più avanzate lasciate dal padre nel 2006[18]. Il 5 dicembre 2015, in occasione della donazione del Fondo Cesaretti, costituita soprattutto da libri di carattere storico, alla Biblioteca Comunale di Bobbio (Pc), viene data notizia della pubblicazione, dopo che l'autore ne ha ricevuta la prima copia. Il 13 dicembre 2015 Gino Cesaretti si spegne per complicazioni polmonari presso l'Ospedale di Bobbio.

Grazie ai figli di Gino Cesaretti, Paolo e Cristina, il 18 novembre 2019 è stata formalizzata la donazione al Centro Culturale di Studi Europei Sirio Giannini (Cisesg)[19] di una notevole parte del patrimonio letterario raccolto e conservato dal padre nel corso degli anni.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • I pipistrelli, romanzo, Einaudi Editore (I Gettoni), Torino 1957.
  • Il sole scoppia, romanzo, Parenti Editore, Milano 1960.
  • Il violino del pilota, racconti, Parenti Editore, Milano 1962.
  • Attese disattese, poesie, Manni Editori, Lecce 2006.
  • Lucido e buio, romanzo, Bolis Edizioni, Bergamo 2015.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Cesaretti, Lucido e buio 1, in Attese disattese , Lecce 2006, p. 68.
  2. ^ F. Manzoni, Corriere della Sera. Addii, 05 gennaio 2016, p. 11. Descrizione biografica e puntuale analisi della carriera editoriale e letteraria, con commento all'ultima opera di G. Cesaretti, Lucido e buio, Bergamo 2015 in A. Torno, Il Sole 24 ore. Enciclopedia del nostro '900, 07 aprile 2016.
  3. ^ Un intenso sodalizio letterario lo lega a Mario Tobino, come quest’ultimo documenta per esempio nel suo L’asso di picche, raccolta poetica che condividerà molti temi anche con la successiva produzione in versi di Gino Cesaretti: M. Tobino, L’asso di picche. Com’era bello Cesaretti, Firenze 1955, p. 96.
  4. ^ All’interno delle attività della EST Gino Cesaretti fu anche curatore dell'Atlante Mondadori dell’universo, dell’inglese Patrick Moore, che riscosse un notevole successo internazionale (P. Moore, Atlas of the Universe, ed. it. G. Cesaretti (a c. di), Milano 1970).
  5. ^ Silvano, in «La Ruota», II, 4-5, (aprile-maggio 1941) e Ricordo d’estate, in «Maestrale. Rivista mensile di poesia e di cultura», II/11 (nov. 1941).
  6. ^ Da «Il Mondo» I, 27-28, (20-27 agosto 1949): Il pilota triste, poi in G. Cesaretti, Il violino del pilota (infra n. 11); II, 47, (25 novembre 1950): Ordini e contrordini; VI, 39, (28 settembre 1954): Il padre del campione, poi in Il violino del pilota cit.; VII, 13, (29 marzo 1955): Soldati e partigiani; VII, 49, (6 dicembre 1955): Camera d’affitto; VIII, 27-28, (20-27 agosto 1949): Antonia perduta, poi in Il violino del pilota cit.
  7. ^ E. Montale, Corriere della Sera. Letture, 11 aprile 1957, p. 3.
  8. ^ G. Lupo, La storia dei Gettoni di Elio Vittorini, Torino 2007, vol. III, pp. 1463-1489. Per le recensioni di Cesaretti al Barone rampante di Calvino vd. G. Cesaretti, Il Giorno, 27 novembre 1957; 18 dicembre 1957.
  9. ^ Cfr. n. 7. Oltre a Montale le prime recensioni furono di F. Virdia («La fiera letteraria», 7 aprile 1957, p. 4); A. Sala (Corriere d’Informazione, 20 aprile 1957); D. Acconci (Paese Sera, 29 aprile 1957); G.C. Ferretti (l’ Unità, 11 maggio 1957); V. Volpini (Il Popolo, 30 maggio 1957); N. Sabbatucci («Il Ponte», giugno 1957, pp. 963-5); P. Rasulo (Battaglia Calabra, 29 luglio 1957); P. Padovani («L’Italia che scrive», novembre-dicembre 1957, p. 219).
  10. ^ Il titolo che l’Autore aveva originariamente concepito era Looping e tonneau vd. G. Lupo, La storia dei Gettoni, op. cit., p. 1485, n. 46. Il sole scoppia sarà recensito anche da Carlo Salinari, in «Vie Nuove», XV, 21, (21 maggio 1960) che sottolinea la capacità dell’Autore di tradurre descrizioni psicologiche in immagini di straordinaria efficacia espressiva: benché Salinari critichi l’esperimento narrativo, ritenuto anacronistico, riconosce l’ingegno e le qualità del narratore.
  11. ^ Il violino del pilota in una sua prima versione, cui anche Elio Vittorini era interessato, era intitolato Il pilota triste – vd. G. Lupo, La storia dei Gettoni, op. cit., p. 1465, n. 1. I racconti contenuti nella raccolta possiedono i seguenti titoli: Antonia perduta (I-VII, pp. 13-75), Le monache di Lucca (pp. 77-87), Il padre del campione (pp. 89-101), Il capitano (pp. 103-129), Il pilota triste (pp. 131-162), Ritorno a Brera (pp. 165-172).
  12. ^ Tra i racconti si ricordano: La pittura e il quinto postulato di Euclide, in Le Arti, XVII, 3, (marzo 1967) nel quale si legge una riflessione che confronta l’evoluzione dell’umanità e della scienza e il progresso nelle arti figurative, da forme geometriche fino all’astrazione (l’uomo è condannato a muoversi in eterno sul proprio cerchio, ora è al punto di partenza ora è al centro del percorso ora rié da capo. E qua e là contemporaneamente. Così come era esistito un periodo di splendori rinascimentali, ora era la volta del Cerchio e dei suoi derivati: ellissi parabole e altre figurazioni geometriche) e il racconto Tre vite, in «La fiera letteraria. Settimanale di lettere, scienze, arti e spettacoli», XLIII, 32, (8 agosto 1968) che presenta tre ritratti di vicende esistenziali complesse, ambientate a Milano e tratteggiate con attenti dettagli all’interiorità.
  13. ^ Nel risvolto di copertina della raccolta Il violino del pilota si trova già anticipazione del successivo impegno dell’Autore: […] egli pensa di avere sinora presentato soltanto una serie di saggi di quella che sarà la sostanza principale della sua operosità futura: un grosso libro, di mole eccezionale, al quale sta ora lavorando e che ritiene la sua vera “opera prima”.
  14. ^ Recensioni di A. Anelli (il Cittadino, 21 gennaio 2016), A. Caserini («Forme ’70. Periodico d’arti figurative e di cultura varia», 8 febbraio 2016), M.P. Frigerio (Avvenire, 26 febbraio 2016), A. Caserini (il Cittadino, 29 febbraio 2016), M. Ostoni (Corriere della Sera. La Lettura, 06 marzo 2016), F. Piccinni (Il Tirreno, 03 aprile 2016), B. Di Monaco («Rivista d'arte Parliamone», 24 maggio 2016), V. Pardini (Quotidiano nazionale. Il piacere della lettura, 31 dicembre 2016).
  15. ^ Gino Cesaretti, Lucido e buio, Bergamo 2015, p. 86: Riflettiamo un istante su noi stessi. Che cos’è che ci distingue e che ci è proprio? La voce? Le impronte digitali? Il colore degli occhi? Anche queste particolarità ci sono proprie e ci distinguono. Ma c’è un elemento che è comune a tutti noi e tutti unifica e apparenta, il calore». Vd. D. Marcheschi, Nota introduttiva, in G. Cesaretti, Lucido e buio, Bergamo 2015, p. 7.
  16. ^ La raccolta poetica è preceduta da prefazione del poeta Fabio Pusterla (Attese disattese, pp. 5-10) che in particolare scrive: la poesia di Gino Cesaretti non dialoga necessariamente con la stretta contemporaneità letteraria, e forse neppure con quella degli ultimi decenni; non perché le ignori o voglia ignorarle, ma perché proviene da una dimensione diversa, dalla lunga elaborazione di un percorso esistenziale le cui radici affondano molto lontano (p. 5).
  17. ^ All’interno di Attese disattese si trovano già due componimenti intitolati Lucido e buio 1 (p. 68) e Lucido e buio 2 – La ruota (p. 80).
  18. ^ D. Marcheschi, Nota introduttiva, in G. Cesaretti, Lucido e buio cit, pp. 5-8; P. Cesaretti, Postfazione, in G. Cesaretti, Lucido e buio cit., pp. 269-272.
  19. ^ Nel 2014 il Cisesg aveva già curato anche la pubblicazione della Bibliografia degli scrittori della Provincia di Lucca. Gli anni di Giannini 1925-1960, contribuendo anche a riportare attenzione sulla carriera di Gino Cesaretti, sulla sua opera e sulle sue relazioni con altri scrittori, lucchesi e non. A Lucido e buio e all'attività complessiva di Gino Cesaretti sono stati dedicati due incontri di riflessione e lettura nella sua città natale, Lucca, i giorni 8 (presentazione del romanzo e sua contestualizzazione storico-letteraria) e 9 aprile 2016 (lettura sperimentale e intertestuale da parte di studenti del Liceo Classico N. Machiavelli).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Tesio, Italo Calvino. I libri degli altri. Lettere 1947-1981, ed. Einaudi, Torino 1991, pp. 170, 180, 189, 318 s.
  • Giuseppe Lupo, La storia dei Gettoni di Elio Vittorini, III voll., ed. Aragno, Torino 2007, vol. III, pp. 1463–89
  • Carla Sodini, Amici per sempre. Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti tra Lucca e Roma, ed. Pacini Fazzi, Lucca 2011, passim, specie pp. 178–204
  • Bartolomeo di Monaco, Scrittori lucchesi, ed. Di Monaco, Lucca 2012, pp. 50–61
  • Giuseppe Lupo, Atlante immaginario: Nomi e luoghi di una geografia fantasma, ed. Marsilio (e-book), Venezia 2014, cap. 30
  • Valeria Biagi, Alessandro Viti, Bibliografia degli scrittori della Provincia di Lucca - Gli anni di Giannini 1925-1960, ed. Zona Franca, Roma 2014, pp. 26 s.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN288834188 · SBN RAVV038513 · WorldCat Identities (ENviaf-288834188