Aulo Giulio Pompilio Tito Vivio Levillo Pisone Bereniciano

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Aulo Giulio Pompilio Tito Vivio Levillo Pisone Bereniciano
Consul designatus dell'impero romano
Dettaglio della parte centrale del sarcofago di Portonaccio, dove si vede il defunto (Aulo Giulio Pompilio Bereniciano?) combattere contro i barbari
Nome originaleAulus Iulius Pompilius Titus Vivius Laevillus Piso Berenicianus
Nascita140 d.C. circa
provincia d'Asia (?)[1]
Morte180 d.C. circa[2]
ConsorteGiulia Celsinae[3][4]
FigliGiulia Pisonianae[5] e Aulo Giulio Celso[6]
GensIulia
PadreAulo
Questuraurbana, 169 circa[7]
Vigintivirato157-161 d.C.?[4]
Pretura161-169?[4]
Legatus legionisdella legio XIII Gemina e della IV Flavia Felix (169-172 d.C.)[4]
Consolatosuffectus nel 180 d.C. circa[4]
Legatus Augusti pro praetorein Numidia (Africa proconsolare) nel 176 d.C.[4][8]

Aulo Giulio Pompilio Tito Vivio Levillo Pisone Bereniciano (latino: Aulus Iulius Pompilius Titus Vivius Laevillus Piso Berenicianus; 140 circa – 180 circa[2]) è stato un politico e militare romano, che combatté durante le guerre marcomanniche a fianco dell'imperatore Marco Aurelio.[9].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Aulo Giulio Popilio Pisone Tito Vibio Levillo Quadrato Bereniciano, era figlio di Aulo, appartenente alla tribù Cornelia. Era probabilmente originario della provincia d'Asia, di Efeso secondo quanto sostiene Guido Migliorati.[1]

Fu decemviro per il giudizio delle controversie (stlitibus iudicandis), tribuno laticlavio della legio XII Fulminata e della XV Apollinaris durante le campagne partiche di Lucio Vero (162-165/166 d.C.);[4] in seguito questore urbano, cooptato in senato con la dignità tribunicia (169 d.C. circa);[7] candidato pretore per volere degli Augusti (Marco Aurelio e del fratello Lucio Vero oppure del figlio di Marco, Commodo); legatus legionis della legio XIII Gemina e della IV Flavia Felix (negli anni tra il 169 ed il 172 d.C.);[4] fu quindi posto a capo della legioni I Italica e IV Flavia con tutte le relativa truppe ausiliarie, con diritto di combattere (dato iure gladii legatus), da collocare secondo il Migliorati in un periodo compreso tra il 173 ed il 175 d.C. in relazione con le campagne di Marco Aurelio per l'occupazione della piana del Tibisco e la creazione della nuova provincia di Sarmatia;[4][10][11] in seguito legatus Augustorum pro praetore della legio III Augusta in Africa proconsolare (dal 176 d.C.[8]), e quindi candidato al consolato.[4][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Migliorati 2011, p. 296; IK 14 (Efeso); AE 1967, 482.
  2. ^ a b Guida a Palazzo Massimo alle Terme, 1998, Elena Calandra, Sarcofago del Portonaccio, pp. 162-163.
  3. ^ AE 1911, 103.
  4. ^ a b c d e f g h i j Migliorati 2011, p. 297.
  5. ^ AE 1916, 30
  6. ^ AE 1916, 31.
  7. ^ a b c CIL VIII, 2582.
  8. ^ a b CIL VIII, 2488
  9. ^ Guida al Museo Nazionale Romano, 2005, Matteo Cadario, Palazzo Massimo alle Terme, p. 44.
  10. ^ Birley 1990, pp. 259-261.
  11. ^ Historia AugustaVita di Marco Aurelio, 24.5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti antiche
Fonti storiografiche moderne