Giacomo Zanussi: differenze tra le versioni

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{{Infobox militare

| Nome =Giacomo Zanussi
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| Didascalia =
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| Data_di_nascita =9 maggio 1894
| Nato_a =Aviano
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==Biografia==
==Biografia==
Nacque ad Aviano il 9 maggio 1894.
Frequentò l'[[Accademia Militare]] di [[Modena]] e partecipò alla [[prima guerra mondiale]], ottenendo una medaglia d'argento e una di bronzo.
Frequentò la [[Accademia Militare|Regia Accademia Militare]] di [[Modena]] e poi partecipò alla [[prima guerra mondiale]], dove fu decorato con una [[Medaglia d'argento al valor militare|Medaglia d’argento]] e una di [[Valor militare|bronzo al valor militare]].


Promosso [[tenente colonnello]],<ref name=C5p453>{{Cita|Coverdale 2015|p. 453}}</ref> nel [[1937]] partì volontario per la [[guerra di Spagna]], dove svolse l’incarico di vicecapo di stato maggiore<ref name=C5p453/> del Corpo Truppe Volontarie, allora e divenne generale [[Mario Roatta]], distinguendosi nel corso della [[battaglia di Guadalajara]].<ref name=C5p215>{{Cita|Coverdale 2015|p. 215}}</ref> Divenuto colonnello assunse il comando dell’88° Reggimento fanteria "Friuli", e durante la [[seconda guerra mondiale]] fu Sottocapo di stato maggiore della 2ª Armata,<ref name=O3p11>{{Cita|Osti Guerrazzi 2013|p. 11}}</ref> partecipando alla [[campagna di Jugoslavia]]<ref name=O3p20>{{Cita|Osti Guerrazzi 2013|p. 20}}</ref> che terminò con l’annessione della [[Slovenia]] al regno d’Italia. Divenuto fu Capo di stato maggiore della 6ª Armata in Sicilia nel [[1943]], fu promosso generale di brigata l’11 giugno 1943, assumendo nel contempo l’incarico di comandante della [[44ª Divisione fanteria "Cremona"]].
Fu volontario in Spagna e divenne generale di brigata nel [[1938|1943]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]] fu sottocapo di Stato Maggiore della Seconda Armata in [[Slovenia]] e nel [[1943]] capo di Stato Maggiore della Sesta Armata in Sicilia. Il 24 agosto 1943 iniziò una missione per prendere contatti con l'ambasciatore inglese Campbell nel quadro delle trattative per l'armistizio italiano. A [[Cassibile]] prese parte al cosiddetto ''[[Armistizio di Cassibile|Armistizio corto]]''.


Il 12 agosto 1943 il generale [[Giuseppe Castellano]],<ref name=Tempo>''Il gran pasticcio dell’armistizio'', in ''Il Tempo'', Roma, 13 agosto 2003.</ref> su incarico del [[Governo Badoglio ICapo del governo, [[Maresciallo d'Italia]] [[Pietro Badoglio]], partì da Roma in treno per raggiungere l’Ambasciata d’Italia a [[Lisbona]], capitale del [[Portogallo]], dove avrebbe dovuto contattare<ref group=N>Castellano non parlava inglese e fu accompagnato nel suo viaggio, con funzione di interprete, dal nipote di Badoglio, il console Franco Montanari.</ref> gli Alleati in vista della stipula di un armistizio.<ref name=Tempo/> Castellano si presentò all'ambasciatore italiano Renato Prunas, tenuto appositamente all’oscuro di tutto, e dopo aver contattato i rappresentanti [[Gran Bretagna|inglesi]] e [[Stati Uniti d'America|americani]], rientrò a Roma in [[treno]], con il testo del documento, conosciuto come "armistizio corto", arrivandovi il 27 agosto.<ref name=Tempo/>
Nel 1945 fu vice comandante del gruppo di combattimento Cremona e partecipò alla liberazione di [[Venezia]].
Nel contempo, posto in allarme dalla mancanza di notizie da parte di Castellano, il [[Capo di stato maggiore]] dell'esercito, [[Mario Roatta]], fece partire<ref name=W1p115>{{Cita|Weber 2011|p. 115}}</ref> alla volta di Lisbona, il giorno il 24 agosto, Zanussi con il compito di contattare<ref name=Group=N>Neanche Zanussi parlava inglese e fu accompagnato, con funzioni di interprete, dal tenente Franco Galvano Lanza di Trabia.</ref> le [[Alleati della seconda guerra mondiale|autorità militari alleate]], ed una volta giunto a Lisbona incontrò l’ambasciatore<ref name=W1p115/> inglese sir Ronald Campbell che, erroneamente, gli consegnò il testo del cosi detto armistizio lungo ricevuto la sera prima, e ben diverso dal precedente.<ref name=Tempo/> Letto il documento Zanussi chiese formalmente che al suo governo fosse dato altro tempo, al fine di valutarne il contenuto, e partì per rientrare in Italia.<ref name=Corbi=>Gianni Corbi, ''La faccia feroce di Badoglio'', in ''La Repubblica'', 21 agosto 1993.</ref>


Una volta in volo<ref name=W1p115/> il generale [[Dwight D. Eisenhower]] diede ordine<ref name=Corbi=/> che, invece di atterrare il Sicilia, il suo aereo fosse dirottato dapprima a [[Gibilterra]], e poi su [[Algeri]],<ref name=W1p115/> al fine di evitare che gli italiani entrassero in possesso del testo dell'armistizio lungo prima<ref name=Corbi=/> della firma di quello corto, che una volta avvenuta avrebbe di fatto impedito al governo italiano qualsiasi ripensamento.<ref name=Corbi=/>
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Arrivato il giorno 28 ad Algeri,<ref name=DiNolfo>Ennio Di Nolfo, Maurizio Serra, ''La gabbia infranta: Gli Alleati e l'Italia dal 1943 al 1945'', Gius. Laterza e Figli Editore, Bari, 2014.</ref> quando cercò di trasmettere la copia in suo possesso a Roma il generale [[Walter Bedell Smith]] la requisì lasciandogli solo un documento di secondaria importanza.<ref group=N>Il governo italiano doveva essersi reso conto dell’importanza del documento, e mandò appositamente un velivolo pilotato dal maggiore Giovanni Vassallo per trasferire Zanussi a Roma, ma senza successo.</ref> Il documento gli fu poi restituito, e poté rientrare<ref group=N>Sullo stesso aereo viaggiavano i generali [[Harold Alexander]], Walter Bedell Smith, e Strong, e l’ambasciatore britannico ad Algeri, [[Harold Macmillan]].</ref> in Italia solo il 3 settembre, incontrando Castellano presso il [[Quartier generale]] alleato a [[Siracusa]].<ref name=W1p115/> in Sicilia,<ref name=DiNolfo/> Quando i due generali si incontrarono non poterono scambiarsi i testi dei due documenti,<ref name=Tempo/><ref name=DiNolfo/> e in quello stesso giorno a [[Cassibile]] venne firmato il testo dell'[[Armistizio di Cassibile|Armistizio corto]].<ref name=Tempo/> Fu Zanussi poi a trasmettere agli Alleati la richiesta italiana di [[Operazione Giant 2|fare atterrare sugli aeroporti]] dell’aerea della Capitale truppe anglo-americane al fine di contrastare la [[Operazione Achse|prevedibile reazione tedesca]] all’annuncio dell’avvenuto armistizio.<ref name=O1p60>{{Cita|O'Reilly 2001|p. 60}}</ref>
===Opere===


Tornato a Roma, dopo l’entrata in vigore dell'armistizio, avvenuta l'8 settembre, Zanussi prese parte alla fuga del governo dalla Capitale per raggiungere [[Brindisi]], viaggiando su una autoblinda della [[PAI]] alla testa della colonna.
===== Storiche =====
* ''Guerra e catastrofe d'Italia vol.1 Giugno 1940 -Giugno 1943 - Corso Editore 1945''
* ''Guerra e catastrofe d'Italia vol.2 Giugno 1943 -Agosto1945 - Corso Editore 1945''
* Salvare l'esercito - ''Corso Editore 1946''
* Caratteri militari dei confini della patria - Ministero della guerra 1937


Il 28 settembre dello stesso mese gli fu affidato<ref group=N>Prima di lui aveva rifiutato tale incarico il generale [[Umberto Utili]].</ref> il comando<ref name=T2p82>{{Cita|Tedde, Sanna 2012|p. 82}}</ref> del [[Primo Raggruppamento Motorizzato|1° Raggruppamento Motorizzato]]<ref group=N>Questo reparto fu costituito il 27 settembre [[1943]] a San Pietro Vernotico, in [[Puglia]], con una parte della [[58ª Divisione fanteria "Legnano"]], affiancata dall'11° Reggimento artiglieria "Mantova", dal 51° Battaglione bersaglieri d’Istruzione (reparto formato da Allievi Ufficiali), il 5° Battaglione controcarri, una compagnia mista del Genio ed unità di servizi vari, per una forza complessiva di 5.556 uomini, 707 automezzi, 58 pezzi d’artiglieria, 60 [[Mitragliatrice|mitragliatrici]] e 48 [[Mortaio|mortai]].</ref> costituito a [[San Pietro Vernotico]],<ref name=B2p71/> ma il giorno successivo, entrato in contrasto con il Capo di stato maggiore generale [[Vittorio Ambrosio]], fu sostituito dal generale di brigata [[Vincenzo Dapino]], che iniziò l'addestramento a [[Montesarchio]], tra grandi difficoltà, sotto il diretto controllo degli anglo-americani.<ref name=B2p71/> La motivazione ufficiale della sua sostituzione fu che Zanussi intendeva dotare il raggruppamento di muli e carriaggi ritenuti più adatti alla guerra di montagna<ref group=N>Si sarebbe andati ad operare nell’ambiente appenninico e in pieno inverno.</ref> che si sarebbe andati a combattere, mentre Dapino optò per la motorizzazione a tutti i costi, in quanto prevedeva di combattere una guerra di movimento.<ref name=T2p82/> Secondo alcuni autori i rapporti personali tra Zanussi e Ambrosio erano tesi da tempo, in quanto il Capo di stato maggiore generale lo considerava troppo legato a Roatta.<ref name=T2p82/>
===== Per l'infanzia =====
* Ricciolino e la sirenetta - Casa editrice Imperia 1923
* Giro giro tondo vol. IV - Mondadori 1924 (sotto lo pseudonimo di Cobò)


A partire dalla metà del gennaio [[1945]] fu comandante del gruppo da combattimento Cremona<ref name=O1p150>{{Cita|O'Reilly 2001|p. 150}}</ref> alla cui testa partecipò alla liberazione di [[Venezia]]. Lasciato l'esercito dopo la fine della guerra, partecipò attivamente alle attività del [[Rotary International|Rotary]] Club. Autore di alcuni libri di carattere storico, si spense a Roma il 29 gennaio [[1966]].
===== Poesia =====

Cose da nulla - Bazzi Editore 1955
==Onorificenze==
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==Pubblicazioni==
==== Storiche ====
* ''Guerra e catastrofe d'Italia vol.1 Giugno 1940 -Giugno 1943'', Corso Editore, Roma, 1945.<ref name=O1p72>{{Cita|O'Reilly 2001|p. 72}}</ref>
* ''Guerra e catastrofe d'Italia vol.2 Giugno 1943 -Agosto 1945'', Corso Editore, Roma, 1945.<ref name=O1p72/>
*''Salvare l'esercito'', Corso Editore, Roma, 1946.
*''Caratteri militari dei confini della patria'', Ministero della guerra, Roma, 1937.

==== Per l'infanzia ====
*''Ricciolino e la sirenetta'', Casa editrice Imperia 1923
*''Giro giro tondo vol. IV'', A. Mondadori, Milano 1924 (sotto lo pseudonimo di Cobò)

=== Poesia ====
*''Cose da nulla'', Bazzi Editore, 1955.

== Note ==
=== Annotazioni ===
<references group=N/>
=== Fonti ===
<references/>


==Bibliografia==
==Bibliografia==
* B.P. Boschesi, ''Il chi è della Seconda Guerra Mondiale'' - Vol. II, Mondadori Editore, 1975 – pag. 260
* B.P. Boschesi, ''Il chi è della Seconda Guerra Mondiale'' - Vol. II, Mondadori Editore, 1975 – pag. 260
* {{Cita libro|cognome=Coverdale|nome=John F.|coautori=|titolo=Italian Intervention in the Spanish Civil War|editore=Princeton University Press|città=Princeton, New Jersey|anno=2015|lingua=en|isbn=1-40086-790-8|cid=Coverdale 2015}}
* {{Cita libro|cognome=Crosswell |nome=D.K.R.|coautori=|titolo=Beetle: The Life of General Walter Bedell Smith|editore=University Press of Kentucky|città=Lexington, Kentucky|anno=2010|lingua=en|isbn=0-81312-650-9|cid=Crosswell 2010}}
* {{Cita libro|cognome=Di Nolfo|nome=Ennio|coautori= Maurizio Serra|titolo=La gabbia infranta: Gli Alleati e l'Italia dal 1943 al 1945|editore=Gius. Laterza e Figli Editore|città=Bari|anno=2014|isbn=8-85811-359-4|cid=Di Nolfo, Serra 2014}}
* {{Cita libro|cognome=Osti Guerrazzi|nome=Amedeo|coautori=|titolo=The Italian Army in Slovenia: Strategies of Antipartisan Repression, 1941-1943|editore=PallgraveMcMillan|città=New York|anno=2012|lingua=en|isbn= 1-13728-120-0|cid=Osti Guerrazzi 2013}}
* {{Cita libro|cognome=O'Reilly|nome=Ronald|coautori=|titolo=Forgotten Battles: Italy's War of Liberation, 1943-1945|editore=Lexington Books|città=Lanham|anno=2001|lingua=en|isbn= 0-73910-195-1|cid= O'Reilly 2001}}
* {{Cita libro|cognome=Tedde|nome=Antonio|coautori=Daniele Sanna |titolo=Un ufficiale scomodo: dall'armistizio alla guerra di liberazione di liberazione (1943-1945)|editore=Franco Angeli Editore|città=Milano|anno=2012|isbn=8-84643-706-3|cid=Tedde, Sanna 2012}}
* {{Cita libro|cognome=Weber|nome=Ronald|coautori=|titolo=The Lisbon Route: Entry and Escape in Nazi Europe|editore=Ivan R. Dee|città=New York|anno=2011|lingua=en|isbn= 1-56663-892-5 |cid=Weber 2011}}
* {{Cita libro|cognome=Coverdale|nome=John F.|coautori=|titolo=Italian Intervention in the Spanish Civil War|editore=Princeton University Press|città=Princeton, New Jersey|anno=2015|lingua=en|isbn=1-40086-790-8|cid=Coverdale 2015}}

===Periodici===
*C. De Risio, Tutti gli uomini del SIM, in ''Storia Illustrata'', n. 271, giugno 1980
*''The Rotarian'' Vol. 89, Num. 1, july 1956, pagina 5. - Risultati da Google Libri

== Voci correlate ==
* [[Armistizio di Cassibile]]
* [[Corpo Italiano di Liberazione]]
* [[Primo Raggruppamento Motorizzato]]
* [[Resistenza italiana]]

== Collegamenti esterni ==
* {{Cita web|url=http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenza12b.htm|titolo=Storia XXI secolo: - Il contributo dei militari alla Guerra di Liberazione in Italia, del Gen. C.A. Luigi Poli}}
*{{cita web|autore=|url=http://www.generals.dk/general/Zanussi/Giacomo/Italy.html|titolo=Giacomo Zanussi|accesso=18 aprile 2014|lingua=en|editore=http://www.generals.dk/|cid=ar}}


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{{Portale|Biografie|Seconda guerra mondiale}}
{{Portale|Biografie|guerra|Seconda guerra mondiale}}

[[Categoria:Ufficiali del Regio Esercito]]
[[Categoria:Corpo italiano di liberazione]]
[[Categoria:Militari nella Resistenza italiana]]
[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie di bronzo al valor militare]]

Versione delle 20:21, 20 set 2017

Giacomo Zanussi
NascitaAviano, 9 maggio 1894
MorteMilano, 29 agosto 1966
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Esercito Cobelligerante Italiano
CorpoPrimo Raggruppamento Motorizzato
Anni di servizio1912-1945
GradoGenerale di brigata
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Campagna d'Italia
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Gli Ordini militari di Savoia e d'Italia dell'Associazione Nazionale Alpini[1]
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Giacomo Zanussi (Aviano, 9 maggio 1894Milano, 29 agosto 1966) è stato un generale italiano.

Biografia

Nacque ad Aviano il 9 maggio 1894. Frequentò la Regia Accademia Militare di Modena e poi partecipò alla prima guerra mondiale, dove fu decorato con una Medaglia d’argento e una di bronzo al valor militare.

Promosso tenente colonnello,[2] nel 1937 partì volontario per la guerra di Spagna, dove svolse l’incarico di vicecapo di stato maggiore[2] del Corpo Truppe Volontarie, allora e divenne generale Mario Roatta, distinguendosi nel corso della battaglia di Guadalajara.[3] Divenuto colonnello assunse il comando dell’88° Reggimento fanteria "Friuli", e durante la seconda guerra mondiale fu Sottocapo di stato maggiore della 2ª Armata,[4] partecipando alla campagna di Jugoslavia[5] che terminò con l’annessione della Slovenia al regno d’Italia. Divenuto fu Capo di stato maggiore della 6ª Armata in Sicilia nel 1943, fu promosso generale di brigata l’11 giugno 1943, assumendo nel contempo l’incarico di comandante della 44ª Divisione fanteria "Cremona".

Il 12 agosto 1943 il generale Giuseppe Castellano,[6] su incarico del [[Governo Badoglio ICapo del governo, Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio, partì da Roma in treno per raggiungere l’Ambasciata d’Italia a Lisbona, capitale del Portogallo, dove avrebbe dovuto contattare[N 1] gli Alleati in vista della stipula di un armistizio.[6] Castellano si presentò all'ambasciatore italiano Renato Prunas, tenuto appositamente all’oscuro di tutto, e dopo aver contattato i rappresentanti inglesi e americani, rientrò a Roma in treno, con il testo del documento, conosciuto come "armistizio corto", arrivandovi il 27 agosto.[6] Nel contempo, posto in allarme dalla mancanza di notizie da parte di Castellano, il Capo di stato maggiore dell'esercito, Mario Roatta, fece partire[7] alla volta di Lisbona, il giorno il 24 agosto, Zanussi con il compito di contattare[8] le autorità militari alleate, ed una volta giunto a Lisbona incontrò l’ambasciatore[7] inglese sir Ronald Campbell che, erroneamente, gli consegnò il testo del cosi detto armistizio lungo ricevuto la sera prima, e ben diverso dal precedente.[6] Letto il documento Zanussi chiese formalmente che al suo governo fosse dato altro tempo, al fine di valutarne il contenuto, e partì per rientrare in Italia.[9]

Una volta in volo[7] il generale Dwight D. Eisenhower diede ordine[9] che, invece di atterrare il Sicilia, il suo aereo fosse dirottato dapprima a Gibilterra, e poi su Algeri,[7] al fine di evitare che gli italiani entrassero in possesso del testo dell'armistizio lungo prima[9] della firma di quello corto, che una volta avvenuta avrebbe di fatto impedito al governo italiano qualsiasi ripensamento.[9]

Arrivato il giorno 28 ad Algeri,[10] quando cercò di trasmettere la copia in suo possesso a Roma il generale Walter Bedell Smith la requisì lasciandogli solo un documento di secondaria importanza.[N 2] Il documento gli fu poi restituito, e poté rientrare[N 3] in Italia solo il 3 settembre, incontrando Castellano presso il Quartier generale alleato a Siracusa.[7] in Sicilia,[10] Quando i due generali si incontrarono non poterono scambiarsi i testi dei due documenti,[6][10] e in quello stesso giorno a Cassibile venne firmato il testo dell'Armistizio corto.[6] Fu Zanussi poi a trasmettere agli Alleati la richiesta italiana di fare atterrare sugli aeroporti dell’aerea della Capitale truppe anglo-americane al fine di contrastare la prevedibile reazione tedesca all’annuncio dell’avvenuto armistizio.[11]

Tornato a Roma, dopo l’entrata in vigore dell'armistizio, avvenuta l'8 settembre, Zanussi prese parte alla fuga del governo dalla Capitale per raggiungere Brindisi, viaggiando su una autoblinda della PAI alla testa della colonna.

Il 28 settembre dello stesso mese gli fu affidato[N 4] il comando[12] del 1° Raggruppamento Motorizzato[N 5] costituito a San Pietro Vernotico,[1] ma il giorno successivo, entrato in contrasto con il Capo di stato maggiore generale Vittorio Ambrosio, fu sostituito dal generale di brigata Vincenzo Dapino, che iniziò l'addestramento a Montesarchio, tra grandi difficoltà, sotto il diretto controllo degli anglo-americani.[1] La motivazione ufficiale della sua sostituzione fu che Zanussi intendeva dotare il raggruppamento di muli e carriaggi ritenuti più adatti alla guerra di montagna[N 6] che si sarebbe andati a combattere, mentre Dapino optò per la motorizzazione a tutti i costi, in quanto prevedeva di combattere una guerra di movimento.[12] Secondo alcuni autori i rapporti personali tra Zanussi e Ambrosio erano tesi da tempo, in quanto il Capo di stato maggiore generale lo considerava troppo legato a Roatta.[12]

A partire dalla metà del gennaio 1945 fu comandante del gruppo da combattimento Cremona[13] alla cui testa partecipò alla liberazione di Venezia. Lasciato l'esercito dopo la fine della guerra, partecipò attivamente alle attività del Rotary Club. Autore di alcuni libri di carattere storico, si spense a Roma il 29 gennaio 1966.

Onorificenze

Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Pubblicazioni

Storiche

  • Guerra e catastrofe d'Italia vol.1 Giugno 1940 -Giugno 1943, Corso Editore, Roma, 1945.[14]
  • Guerra e catastrofe d'Italia vol.2 Giugno 1943 -Agosto 1945, Corso Editore, Roma, 1945.[14]
  • Salvare l'esercito, Corso Editore, Roma, 1946.
  • Caratteri militari dei confini della patria, Ministero della guerra, Roma, 1937.

Per l'infanzia

  • Ricciolino e la sirenetta, Casa editrice Imperia 1923
  • Giro giro tondo vol. IV, A. Mondadori, Milano 1924 (sotto lo pseudonimo di Cobò)

Poesia =

  • Cose da nulla, Bazzi Editore, 1955.

Note

Annotazioni

  1. ^ Castellano non parlava inglese e fu accompagnato nel suo viaggio, con funzione di interprete, dal nipote di Badoglio, il console Franco Montanari.
  2. ^ Il governo italiano doveva essersi reso conto dell’importanza del documento, e mandò appositamente un velivolo pilotato dal maggiore Giovanni Vassallo per trasferire Zanussi a Roma, ma senza successo.
  3. ^ Sullo stesso aereo viaggiavano i generali Harold Alexander, Walter Bedell Smith, e Strong, e l’ambasciatore britannico ad Algeri, Harold Macmillan.
  4. ^ Prima di lui aveva rifiutato tale incarico il generale Umberto Utili.
  5. ^ Questo reparto fu costituito il 27 settembre 1943 a San Pietro Vernotico, in Puglia, con una parte della 58ª Divisione fanteria "Legnano", affiancata dall'11° Reggimento artiglieria "Mantova", dal 51° Battaglione bersaglieri d’Istruzione (reparto formato da Allievi Ufficiali), il 5° Battaglione controcarri, una compagnia mista del Genio ed unità di servizi vari, per una forza complessiva di 5.556 uomini, 707 automezzi, 58 pezzi d’artiglieria, 60 mitragliatrici e 48 mortai.
  6. ^ Si sarebbe andati ad operare nell’ambiente appenninico e in pieno inverno.

Fonti

  1. ^ a b c Bianchi 2012, p. 71
  2. ^ a b Coverdale 2015, p. 453
  3. ^ Coverdale 2015, p. 215
  4. ^ Osti Guerrazzi 2013, p. 11
  5. ^ Osti Guerrazzi 2013, p. 20
  6. ^ a b c d e f Il gran pasticcio dell’armistizio, in Il Tempo, Roma, 13 agosto 2003.
  7. ^ a b c d e Weber 2011, p. 115
  8. ^ Neanche Zanussi parlava inglese e fu accompagnato, con funzioni di interprete, dal tenente Franco Galvano Lanza di Trabia.
  9. ^ a b c d Gianni Corbi, La faccia feroce di Badoglio, in La Repubblica, 21 agosto 1993.
  10. ^ a b c Ennio Di Nolfo, Maurizio Serra, La gabbia infranta: Gli Alleati e l'Italia dal 1943 al 1945, Gius. Laterza e Figli Editore, Bari, 2014.
  11. ^ O'Reilly 2001, p. 60
  12. ^ a b c Tedde, Sanna 2012, p. 82
  13. ^ O'Reilly 2001, p. 150
  14. ^ a b O'Reilly 2001, p. 72

Bibliografia

  • B.P. Boschesi, Il chi è della Seconda Guerra Mondiale - Vol. II, Mondadori Editore, 1975 – pag. 260
  • (EN) John F. Coverdale, Italian Intervention in the Spanish Civil War, Princeton, New Jersey, Princeton University Press, 2015, ISBN 1-40086-790-8.
  • (EN) D.K.R. Crosswell, Beetle: The Life of General Walter Bedell Smith, Lexington, Kentucky, University Press of Kentucky, 2010, ISBN 0-81312-650-9.
  • Ennio Di Nolfo, Maurizio Serra, La gabbia infranta: Gli Alleati e l'Italia dal 1943 al 1945, Bari, Gius. Laterza e Figli Editore, 2014, ISBN 8-85811-359-4.
  • (EN) Amedeo Osti Guerrazzi, The Italian Army in Slovenia: Strategies of Antipartisan Repression, 1941-1943, New York, PallgraveMcMillan, 2012, ISBN 1-13728-120-0.
  • (EN) Ronald O'Reilly, Forgotten Battles: Italy's War of Liberation, 1943-1945, Lanham, Lexington Books, 2001, ISBN 0-73910-195-1.
  • Antonio Tedde, Daniele Sanna, Un ufficiale scomodo: dall'armistizio alla guerra di liberazione di liberazione (1943-1945), Milano, Franco Angeli Editore, 2012, ISBN 8-84643-706-3.
  • (EN) Ronald Weber, The Lisbon Route: Entry and Escape in Nazi Europe, New York, Ivan R. Dee, 2011, ISBN 1-56663-892-5.
  • (EN) John F. Coverdale, Italian Intervention in the Spanish Civil War, Princeton, New Jersey, Princeton University Press, 2015, ISBN 1-40086-790-8.

Periodici

  • C. De Risio, Tutti gli uomini del SIM, in Storia Illustrata, n. 271, giugno 1980
  • The Rotarian Vol. 89, Num. 1, july 1956, pagina 5. - Risultati da Google Libri

Voci correlate

Collegamenti esterni

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