Albertosaurus sarcophagus: differenze tra le versioni

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=== Letti d'ossa di Dry Island ===
=== Letti d'ossa di Dry Island ===
[[File:Albertosaurus teeth - Royal Tyrrell Museum.jpg|thumb|upright|Denti ritrovati a Dry Island e Drumheller, al [[Royal Tyrrell Museum]]]]
[[File:Albertosaurus teeth - Royal Tyrrell Museum.jpg|thumb|upright|Denti ritrovati a Dry Island e Drumheller, al [[Royal Tyrrell Museum]]]]
L'11 agosto 1910, il paleontologo americano [[Barnum Brown]] scoprì i resti di un folto gruppo di ''Albertosaurus'' in un'altra [[Cava (miniera)|cava]] lungo il [[Red Deer (fiume)|fiume Red Deer]]. A causa del gran numero di ossa e del tempo limitato a disposizione, il gruppo di Brown non riuscì a raccogliere tutti gli esemplari, ma si assicurò di raccogliere i resti di tutti gli individui che poterono identificare nel [[letto d'ossa]]. Tra le ossa depositate nelle collezioni del [[Museo americano di storia naturale|Museo Americano di Storia Naturale]] di [[New York|New York City]], ci sono sette serie di [[Metatarso|metatarsi]] destri, insieme a due ossa isolate delle dita dei piedi che non corrispondevano a nessuno dei metatarsi in termini di dimensioni. Ciò indicava la presenza di almeno nove individui nella cava. Nel 1997, il paleontologo [[Philip J. Currie]] del [[Royal Tyrrell Museum|Royal Tyrrell Museum of Paleontology]] ritrovò il letto d'ossa e riprese le ricerche sul campo, che ora si trovava all'interno del Dry Island Buffalo Jump Provincial Park.<ref name=currie1998>{{cita pubblicazione|cognome=Currie |nome=Philip J. |wkautore=Philip J. Currie |anno=1998 |titolo=Possible evidence of gregarious behaviour in tyrannosaurids |rivista=Gaia |volume=15 |pp=271–277 |url=http://www.mnhn.ul.pt/geologia/gaia/21.pdf |accesso=3 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090326062833/http://www.mnhn.ul.pt/geologia/gaia/21.pdf |urlmorto=si }} (not printed until 2000)</ref> Ulteriori scavi dal 1997 al 2005 hanno portato alla luce i resti di altri 13 individui di varie età, tra cui un minuscolo esemplare di due anni e un individuo molto anziano, con una lunghezza stimata di oltre 10 metri. Nessuno di questi esemplari è composto da uno scheletro completo e la maggior parte è rappresentata da resti in entrambi i musei.<ref name=ericksonetal2006/><ref name=ericksonetal2004/> Gli scavi continuarono fino al 2008, quando il numero minimo di individui presenti era stato stabilito a 12 (sulla base di elementi conservati che compaiono una sola volta in uno scheletro) e a 26 se si contavano elementi specchianti quando di dimensioni diverse, per via dell'[[ontogenesi]]. In questo sito vennero recuperate un totale di 1.128 ossa di ''Albertosaurus'', la più grande concentrazione di fossili di teropodi di grandi dimensioni conosciuta dal Cretaceo.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1 = Eberth |nome1 = David A. |cognome2 = Currie |nome2 = Philip J. | anno = 2010 | titolo = Stratigraphy, sedimentology, and taphonomy of the ''Albertosaurus'' bonebed (upper Horseshoe Canyon Formation; Maastrichtian), southern Alberta, Canada | rivista = Canadian Journal of Earth Sciences | volume = 47 | numero = 9| pp = 1119–1143 | doi = 10.1139/e10-045 | bibcode = 2010CaJES..47.1119E }}</ref>
L'11 agosto 1910, il paleontologo americano [[Barnum Brown]] scoprì i resti di un folto gruppo di ''Albertosaurus'' in un'altra [[Cava (miniera)|cava]] lungo il [[Red Deer (fiume)|fiume Red Deer]]. A causa del gran numero di ossa e del tempo limitato a disposizione, il gruppo di Brown non riuscì a raccogliere tutti gli esemplari, ma si assicurò di raccogliere i resti di tutti gli individui che poterono identificare nel [[letto d'ossa]]. Tra le ossa depositate nelle collezioni del [[Museo americano di storia naturale|Museo Americano di Storia Naturale]] di [[New York|New York City]], ci sono sette serie di [[Metatarso|metatarsi]] destri, insieme a due ossa isolate delle dita dei piedi che non corrispondevano a nessuno dei metatarsi in termini di dimensioni. Ciò indicava la presenza di almeno nove individui nella cava. Nel 1997, il paleontologo [[Philip J. Currie]] del [[Royal Tyrrell Museum|Royal Tyrrell Museum of Paleontology]] ritrovò il letto d'ossa e riprese le ricerche sul campo, che ora si trovava all'interno del Dry Island Buffalo Jump Provincial Park.<ref name=currie1998>{{cita pubblicazione|cognome=Currie |nome=Philip J. |wkautore=Philip J. Currie |anno=1998 |titolo=Possible evidence of gregarious behaviour in tyrannosaurids |rivista=Gaia |volume=15 |pp=271–277 |url=http://www.mnhn.ul.pt/geologia/gaia/21.pdf |accesso=3 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090326062833/http://www.mnhn.ul.pt/geologia/gaia/21.pdf |urlmorto=si }} (not printed until 2000)</ref> Ulteriori scavi dal 1997 al 2005 hanno portato alla luce i resti di altri 13 individui di varie età, tra cui un minuscolo esemplare di due anni e un individuo molto anziano, con una lunghezza stimata di oltre 10 metri. Nessuno di questi esemplari è composto da uno scheletro completo e la maggior parte è rappresentata da resti in entrambi i musei.<ref name=ericksonetal2006>{{Cita pubblicazione |cognome=Erickson |nome=Gregory M. |coautori= [[Phil Currie|Currie, Philip. J.]]; Inouye, Brian D.; & Wynn, Alice A. |anno=2006 |titolo=Tyrannosaur life tables: an example of nonavian dinosaur population biology |rivista=Science |volume=313 |pp=213–217 |doi=10.1126/science.1125721 |pmid=16840697 }}</ref><ref name=ericksonetal2004/> Gli scavi continuarono fino al 2008, quando il numero minimo di individui presenti era stato stabilito a 12 (sulla base di elementi conservati che compaiono una sola volta in uno scheletro) e a 26 se si contavano elementi specchianti quando di dimensioni diverse, per via dell'[[ontogenesi]]. In questo sito vennero recuperate un totale di 1.128 ossa di ''Albertosaurus'', la più grande concentrazione di fossili di teropodi di grandi dimensioni conosciuta dal Cretaceo.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1 = Eberth |nome1 = David A. |cognome2 = Currie |nome2 = Philip J. | anno = 2010 | titolo = Stratigraphy, sedimentology, and taphonomy of the ''Albertosaurus'' bonebed (upper Horseshoe Canyon Formation; Maastrichtian), southern Alberta, Canada | rivista = Canadian Journal of Earth Sciences | volume = 47 | numero = 9| pp = 1119–1143 | doi = 10.1139/e10-045 | bibcode = 2010CaJES..47.1119E }}</ref>


=== Altre scoperte ===
=== Altre scoperte ===
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Nel 1913, il [[Paleontologia|paleontologo]] Charles H. Sternberg recuperò uno scheletro di tyrannosauride dalla Formazione Dinosaur Park in [[Alberta]], formazione leggermente più antica della Horseshoe Canyon. Lawrence Lambe nominò questo dinosauro ''[[Gorgosaurus libratus]]'', nel 1914.<ref name=lambe1914>{{cita pubblicazione|cognome=Lambe |nome=Lawrence M. |wkautore=Lawrence Lambe |anno=1914 |titolo=On a new genus and species of carnivorous dinosaur from the Belly River Formation of Alberta, with a description of the skull of ''Stephanosaurus marginatus'' from the same horizon |rivista=Ottawa Naturalist |volume=28 |pp=13–20}}</ref> Altri esemplari furono successivamente ritrovati in Alberta e nello stato americano del [[Montana]]. Non trovando differenze significative per separare i due taxa (dovute principalmente alla mancanza di buon materiale del cranio di ''Albertosaurus''), [[Dale Russell]] dichiarò il nome ''Gorgosaurus'' un [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimo junior]] di ''Albertosaurus'', siccome quest'ultimo era stato nominato per primo, e ''G. libratus'' fu ribattezzato ''Albertosaurus libratus'', nel 1970. L'erezione di una seconda specie, fu dovuta alla differenza di età tra le due formazioni. L'aggiunta di questa seconda specie estese l'intervallo temporale del genere ''Albertosaurus'' di diversi milioni di anni e la sua estensione geografica verso sud di centinaia di chilometri.<ref name=russell1970/>
Nel 1913, il [[Paleontologia|paleontologo]] Charles H. Sternberg recuperò uno scheletro di tyrannosauride dalla Formazione Dinosaur Park in [[Alberta]], formazione leggermente più antica della Horseshoe Canyon. Lawrence Lambe nominò questo dinosauro ''[[Gorgosaurus libratus]]'', nel 1914.<ref name=lambe1914>{{cita pubblicazione|cognome=Lambe |nome=Lawrence M. |wkautore=Lawrence Lambe |anno=1914 |titolo=On a new genus and species of carnivorous dinosaur from the Belly River Formation of Alberta, with a description of the skull of ''Stephanosaurus marginatus'' from the same horizon |rivista=Ottawa Naturalist |volume=28 |pp=13–20}}</ref> Altri esemplari furono successivamente ritrovati in Alberta e nello stato americano del [[Montana]]. Non trovando differenze significative per separare i due taxa (dovute principalmente alla mancanza di buon materiale del cranio di ''Albertosaurus''), [[Dale Russell]] dichiarò il nome ''Gorgosaurus'' un [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimo junior]] di ''Albertosaurus'', siccome quest'ultimo era stato nominato per primo, e ''G. libratus'' fu ribattezzato ''Albertosaurus libratus'', nel 1970. L'erezione di una seconda specie, fu dovuta alla differenza di età tra le due formazioni. L'aggiunta di questa seconda specie estese l'intervallo temporale del genere ''Albertosaurus'' di diversi milioni di anni e la sua estensione geografica verso sud di centinaia di chilometri.<ref name=russell1970/>


Nel 2003, [[Philip J. Currie]], beneficiando di reperti molto più estesi e di un generale aumento della conoscenza anatomica dei teropodi, confrontò diversi crani di tyrannosauridi e giunse alla conclusione che le due specie sono più distinte di quanto si pensasse in precedenza. Poiché le due specie sono [[sister taxon]], sono più strettamente imparentate tra loro che con qualsiasi altra specie di tyrannosauride. Riconoscendo ciò, Currie raccomandò tuttavia che ''Albertosaurus'' e ''Gorgosaurus'' fossero tenuti come generi separati, poiché concluse che non erano più simili di ''Daspletosaurus'' e ''Tyrannosaurus'', che sono quasi sempre mantenuti come generi separati. Oltre a ciò, diversi esemplari di albertosaurini sono stati recuperati dall'[[Alaska]] e dal [[Nuovo Messico]]. Currie suggerì che la situazione ''Albertosaurus''-''Gorgosaurus'' potrebbe essere chiarita una volta che questi nuovi esemplari saranno completamente descritti.<ref name=currie2003b>{{Cita pubblicazione |cognome=Currie |nome=Philip J. |linkautore=Phil Currie |anno=2003 |titolo=Cranial anatomy of tyrannosaurids from the Late Cretaceous of Alberta |rivista=Acta Palaeontologica Polonica |volume=48 |numero=2 |pp=191–226 |url=http://app.pan.pl/archive/published/app48/app48-191.pdf |formato=PDF}}</ref> La maggior parte degli autori seguì la raccomandazione di Currie,<ref name=ericksonetal2004/><ref name=holtz2004/><ref name=ricklefs2007>{{cita pubblicazione|cognome=Ricklefs |nome=Robert E. |anno=2007 |titolo=Tyrannosaur ageing |rivista=Biology Letters |volume=3 |numero=2 |pp=214–217 |doi=10.1098/rsbl.2006.0597 |pmid=17284406 |pmc=2375931}}</ref> mentre altri considerano ancora i due generi come due specie dello stesso genere.<ref name=carretal2005>{{Cita pubblicazione |cognome=Carr |nome=Thomas D. |coautori=Williamson, Thomas E.; & Schwimmer, David R. |anno=2005 |titolo=A new genus and species of tyrannosauroid from the Late Cretaceous (middle Campanian) Demopolis Formation of Alabama |rivista=Journal of Vertebrate Paleontology |volume=25 |numero=1 |pp=119–143 | doi = 10.1671/0272-4634(2005)025[0119:ANGASO]2.0.CO;2}}</ref>
Nel 2003, [[Philip J. Currie]], beneficiando di reperti molto più estesi e di un generale aumento della conoscenza anatomica dei teropodi, confrontò diversi crani di tyrannosauridi e giunse alla conclusione che le due specie sono più distinte di quanto si pensasse in precedenza. Poiché le due specie sono [[sister taxon]], sono più strettamente imparentate tra loro che con qualsiasi altra specie di tyrannosauride. Riconoscendo ciò, Currie raccomandò tuttavia che ''Albertosaurus'' e ''Gorgosaurus'' fossero tenuti come generi separati, poiché concluse che non erano più simili di ''Daspletosaurus'' e ''Tyrannosaurus'', che sono quasi sempre mantenuti come generi separati. Oltre a ciò, diversi esemplari di albertosaurini sono stati recuperati dall'[[Alaska]] e dal [[Nuovo Messico]]. Currie suggerì che la situazione ''Albertosaurus''-''Gorgosaurus'' potrebbe essere chiarita una volta che questi nuovi esemplari saranno completamente descritti.<ref name=currie2003b>{{Cita pubblicazione |cognome=Currie |nome=Philip J. |linkautore=Phil Currie |anno=2003 |titolo=Cranial anatomy of tyrannosaurids from the Late Cretaceous of Alberta |rivista=Acta Palaeontologica Polonica |volume=48 |numero=2 |pp=191–226 |url=http://app.pan.pl/archive/published/app48/app48-191.pdf |formato=PDF}}</ref> La maggior parte degli autori seguì la raccomandazione di Currie,<ref name=ericksonetal2004>{{Cita pubblicazione |cognome=Erickson, Gregory M. |coautori=Makovicky, Peter J.; [[Phil Currie|Currie, Philip J.]]; Norell, Mark A.; Yerby, Scott A.; & Brochu, Christopher A. |anno=2004 |titolo=Gigantism and comparative life-history parameters of tyrannosaurid dinosaurs |rivista=Nature |volume=430 |pp=772–775 |doi=10.1038/nature02699}}</ref><ref name=holtz2004/><ref name=ricklefs2007>{{cita pubblicazione|cognome=Ricklefs |nome=Robert E. |anno=2007 |titolo=Tyrannosaur ageing |rivista=Biology Letters |volume=3 |numero=2 |pp=214–217 |doi=10.1098/rsbl.2006.0597 |pmid=17284406 |pmc=2375931}}</ref> mentre altri considerano ancora i due generi come due specie dello stesso genere.<ref name=carretal2005>{{Cita pubblicazione |cognome=Carr |nome=Thomas D. |coautori=Williamson, Thomas E.; & Schwimmer, David R. |anno=2005 |titolo=A new genus and species of tyrannosauroid from the Late Cretaceous (middle Campanian) Demopolis Formation of Alabama |rivista=Journal of Vertebrate Paleontology |volume=25 |numero=1 |pp=119–143 | doi = 10.1671/0272-4634(2005)025[0119:ANGASO]2.0.CO;2}}</ref>


=== Altre specie ===
=== Altre specie ===
Nel 1930, Anatoly Nikolaevich Riabinin eresse la specie ''Albertosaurus pericolosus'' sulla base di un dente proveniente dalla Cina che probabilmente apparteneva a ''[[Tarbosaurus bataar|Tarbosaurus]]''.<ref>{{cita pubblicazione| cognome1 = Riabinin |nome1 = A.N. |anno= 1930 | titolo = [In Russian] "On the age and fauna of the dinosaur beds on the Amur River | rivista = Memoirs of the Russian Mineralogical Society | volume = 59 | numero = 2| pp = 41–51 }}</ref> Nel 1932, [[Friedrich von Huene]] ribattezzò ''[[Dryptosaurus aquilunguis|Dryptosaurus]] incrassatus'', che non considerava un ''[[nomen dubium]]'', in ''Albertosaurus incrassatus''.<ref>Von Huene, F.'', 1932 Die fossile Reptil-Ordnung Saurischia: ihre Entwicklung und Geschichte''. Monographie für Geologie und Palaeontologie, Parts I and II, ser. I, 4: 1–361</ref> Poiché sosteneva la [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimia]] di ''Gorgosaurus'' con ''Albertosaurus'', nel 1970, Russell ribattezzò ''Gorgosaurus sternbergi'' (Matthew & Brown, 1922) in ''Albertosaurus sternbergi'', e ''Gorgosaurus lancensis'' (Gilmore, 1946) in ''Albertosaurus lancensis''.<ref name=russell1970/> La ​​prima specie è oggi vista come una forma giovanile di ''[[Gorgosaurus libratus|Gorgosaurus]] libratus'', mentre la seconda è considerata la forma giovanile di ''[[Tyrannosaurus rex|Tyrannosaurus]]''. Nel 1988, Gregory S. Paul basò la specie ''Albertosaurus megagracilis'' su un piccolo scheletro di tyrannosauride (esemplare LACM 28345), proveniente dalla [[Formazione Hell Creek]] del [[Montana]].<ref name=paul1988>{{cita libro|cognome=Paul |nome=Gregory S. |wkautore=Gregory S. Paul |anno=1988 |titolo=Predatory Dinosaurs of the World |editore=Simon & Schuster |città=New York |isbn=978-0-671-61946-6 |url=https://archive.org/details/predatorydinosau00paul }}</ref> L'esemplare venne ribattezzato ''Dinotyrannus'' nel 1995,<ref name=olshevsky1995>{{cita pubblicazione|cognome=Olshevsky |nome=George. |wkautore=George Olshevsky |anno=1995 |titolo=(The origin and evolution of the tyrannosaurids.) |rivista=Kyoryugaku Saizensen (Dino Frontline) |volume=9 |pp=92–119 |lingua=ja}}</ref> ma da allora è stato identificato come un giovane ''Tyrannosaurus''.<ref name=currie2003a/> Sempre nel 1988, Paul ribattezzò ''[[Alectrosaurus olseni]]'' (Gilmore, 1933) in ''Albertosaurus olseni'',<ref name=paul1988/> ma ciò non trovò seguito nella comunità paleontologica. Nel 1989, ''Gorgosaurus novojilovi'' (Maleev, 1955) fu ribattezzato da Bryn Mader e Robert Bradley come ''Albertosaurus novojilovi''.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1 = Mader |nome1 = B. |cognome2 = Bradley |nome2 = R. |anno= 1989 | titolo = A redescription and revised diagnosis of the syntypes of the Mongolian tyrannosaur ''Alectrosaurus olseni'' | rivista = Journal of Vertebrate Paleontology | volume = 9 | numero = 1| pp = 41–55 | doi=10.1080/02724634.1989.10011737| bibcode = 1989JVPal...9...41M }}</ref>
Nel 1930, Anatoly Nikolaevich Riabinin eresse la specie ''Albertosaurus pericolosus'' sulla base di un dente proveniente dalla Cina che probabilmente apparteneva a ''[[Tarbosaurus bataar|Tarbosaurus]]''.<ref>{{cita pubblicazione| cognome1 = Riabinin |nome1 = A.N. |anno= 1930 | titolo = [In Russian] "On the age and fauna of the dinosaur beds on the Amur River | rivista = Memoirs of the Russian Mineralogical Society | volume = 59 | numero = 2| pp = 41–51 }}</ref> Nel 1932, [[Friedrich von Huene]] ribattezzò ''[[Dryptosaurus aquilunguis|Dryptosaurus]] incrassatus'', che non considerava un ''[[nomen dubium]]'', in ''Albertosaurus incrassatus''.<ref>Von Huene, F.'', 1932 Die fossile Reptil-Ordnung Saurischia: ihre Entwicklung und Geschichte''. Monographie für Geologie und Palaeontologie, Parts I and II, ser. I, 4: 1–361</ref> Poiché sosteneva la [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimia]] di ''Gorgosaurus'' con ''Albertosaurus'', nel 1970, Russell ribattezzò ''Gorgosaurus sternbergi'' (Matthew & Brown, 1922) in ''Albertosaurus sternbergi'', e ''Gorgosaurus lancensis'' (Gilmore, 1946) in ''Albertosaurus lancensis''.<ref name=russell1970/> La ​​prima specie è oggi vista come una forma giovanile di ''[[Gorgosaurus libratus|Gorgosaurus]] libratus'', mentre la seconda è considerata la forma giovanile di ''[[Tyrannosaurus rex|Tyrannosaurus]]''. Nel 1988, Gregory S. Paul basò la specie ''Albertosaurus megagracilis'' su un piccolo scheletro di tyrannosauride (esemplare LACM 28345), proveniente dalla [[Formazione Hell Creek]] del [[Montana]].<ref name=paul1988>{{cita libro|cognome=Paul |nome=Gregory S. |wkautore=Gregory S. Paul |anno=1988 |titolo=Predatory Dinosaurs of the World |editore=Simon & Schuster |città=New York |isbn=978-0-671-61946-6 |url=https://archive.org/details/predatorydinosau00paul }}</ref> L'esemplare venne ribattezzato ''Dinotyrannus'' nel 1995,<ref name=olshevsky1995>{{cita pubblicazione|cognome=Olshevsky |nome=George. |wkautore=George Olshevsky |anno=1995 |titolo=(The origin and evolution of the tyrannosaurids.) |rivista=Kyoryugaku Saizensen (Dino Frontline) |volume=9 |pp=92–119 |lingua=ja}}</ref> ma da allora è stato identificato come un giovane ''Tyrannosaurus''.<ref name=currie2003a>{{Cita pubblicazione|cognome=Currie |nome=Philip J. |linkautore=Phil Currie |anno=2003 |titolo=Allometric growth in tyrannosaurids (Dinosauria: Theropoda) from the Upper Cretaceous of North America and Asia |rivista=Canadian Journal of Earth Sciences |volume=40 |numero=4 |pp=651–665 |url=http://www.ingentaconnect.com/content/nrc/cjes/2003/00000040/00000004/art00014 |doi=10.1139/e02-083}}</ref> Sempre nel 1988, Paul ribattezzò ''[[Alectrosaurus olseni]]'' (Gilmore, 1933) in ''Albertosaurus olseni'',<ref name=paul1988/> ma ciò non trovò seguito nella comunità paleontologica. Nel 1989, ''Gorgosaurus novojilovi'' (Maleev, 1955) fu ribattezzato da Bryn Mader e Robert Bradley come ''Albertosaurus novojilovi''.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1 = Mader |nome1 = B. |cognome2 = Bradley |nome2 = R. |anno= 1989 | titolo = A redescription and revised diagnosis of the syntypes of the Mongolian tyrannosaur ''Alectrosaurus olseni'' | rivista = Journal of Vertebrate Paleontology | volume = 9 | numero = 1| pp = 41–55 | doi=10.1080/02724634.1989.10011737| bibcode = 1989JVPal...9...41M }}</ref>


In due occasioni separate, le specie basate su materiale valido di ''Albertosaurus'' furono riassegnate a un genere diverso, ''[[Deinodon horridus|Deinodon]]''. Nel 1922, William Diller Matthew ribattezzò ''A. sarcophagus'' come ''Deinodon sarcophagus''.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1 = Matthew |nome1 = W.D. |cognome2 = Brown |nome2 = B. |anno= 1922 | titolo = The family Deinodontidae, with notice of a new genus from the Cretaceous of Alberta | rivista = Bulletin of the American Museum of Natural History | volume = 46 | numero = 6| pp = 367–385 }}</ref> Nel 1939, il paleontologo tedesco Oskar Kuhn ribattezzò ''A. arctunguis'' come ''Deinodon arctunguis''.<ref>Kuhn, O.'', 1939 Saurischia — Fossilium catalogus I, Animalia, Pars 87''. 's-Gravenhage, W. Junk, 1939, 124 pp</ref>
In due occasioni separate, le specie basate su materiale valido di ''Albertosaurus'' furono riassegnate a un genere diverso, ''[[Deinodon horridus|Deinodon]]''. Nel 1922, William Diller Matthew ribattezzò ''A. sarcophagus'' come ''Deinodon sarcophagus''.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1 = Matthew |nome1 = W.D. |cognome2 = Brown |nome2 = B. |anno= 1922 | titolo = The family Deinodontidae, with notice of a new genus from the Cretaceous of Alberta | rivista = Bulletin of the American Museum of Natural History | volume = 46 | numero = 6| pp = 367–385 }}</ref> Nel 1939, il paleontologo tedesco Oskar Kuhn ribattezzò ''A. arctunguis'' come ''Deinodon arctunguis''.<ref>Kuhn, O.'', 1939 Saurischia — Fossilium catalogus I, Animalia, Pars 87''. 's-Gravenhage, W. Junk, 1939, 124 pp</ref>
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== Descrizione ==
== Descrizione ==
[[File:Albertoscale.svg|thumb|Dimensioni di ''A. sarcophagus'' a confronto con un uomo]]
[[File:Albertoscale.svg|thumb|Dimensioni di ''A. sarcophagus'' a confronto con un uomo]]
''Albertosaurus'' era un [[Predazione|predatore]] [[Bipede|bipede]] di grandi dimensioni, sebbene non raggiungesse le dimensioni di tyrannosauridi giganti come ''[[Tarbosaurus bataar|Tarbosaurus]]'' e ''[[Tyrannosaurus rex|Tyrannosaurus]]''. Un esemplare adulto di ''Albertosaurus'' in media poteva raggiungere fino ai 8–9 metri di lunghezza<ref name=russell1970>{{cita pubblicazione|cognome=Russell |nome=Dale A. |autore-link=Dale Russell |anno=1970 |titolo=Tyrannosaurs from the Late Cretaceous of western Canada |rivista=National Museum of Natural Sciences Publications in Paleontology |volume=1 |pp=1–34}}</ref><ref name=holtz2004>{{cita libro|cognome=Holtz |nome=Thomas R. |autore-link=Thomas R. Holtz Jr. |anno=2004 |capitolo=Tyrannosauroidea |curatore= Weishampel, David B. |curatore-link= David B. Weishampel |curatore2=Dodson, Peter |curatore2-link=Peter Dodson |curatore3=Osmólska, Halszka |titolo=The Dinosauria |edizione=Second |editore=University of California Press |città=Berkeley |pp=111–136 |isbn=978-0-520-24209-8}}</ref><ref name="paul2016"/> per un peso compreso tra le 1,7 e le 2,5 tonnellate in massa corporea.<ref name=christiansenfarina2004>{{cita pubblicazione|cognome=Christiansen |nome=Per |autore2=Fariña, Richard A. |anno=2004 |titolo=Mass prediction in theropod dinosaurs |rivista=Historical Biology |volume=16 |numero=2–4 |pp=85–92 |doi=10.1080/08912960412331284313|s2cid=84322349 }}</ref><ref name="paul2016">{{cita libro|cognome=Paul|nome=G.S.|anno=2016|titolo=The Princeton Field Guide to Dinosaurs|edizione=Second|editore=Princeton University Press|pp=112|isbn=978-0-691-16766-4}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Campione|nome1=N. E.|cognome2=Evans|nome2=D. C.|cognome3=Brown|nome3=C. M.|cognome4=Carrano|nome4=M. T.|data=2014|titolo=Body mass estimation in non‐avian bipeds using a theoretical conversion to quadruped stylopodial proportions|rivista=Methods in Ecology and Evolution|volume=5|numero=9|pp=913−923|doi=10.1111/2041-210X.12226|doi-access=free|hdl=10088/25281}}</ref>
[[File:Albertosaurus Tyrrell.jpg|thumb|upright=1.2|Ricostruzione museale di ''Albertosaurus'' nei suoi vari stadi di crescita|sinistra]]
L{{'}}''Albertosauro'', chiamato così in onore della regione canadese dove furono ritrovati i primi resti di questo esemplare, era un dinosauro bipede e carnivoro; di dimensioni più piccole degli altri [[Tyrannosauridae|Tyrannosauridi]], poteva, infatti, raggiungere mediamente gli 8,5 metri di lunghezza<ref name=russell1970>{{Cita pubblicazione |cognome=Russell |nome=Dale A. |linkautore=Dale Russell |anno=1970 |titolo=Tyrannosaurs from the Late Cretaceous of western Canada |url=https://archive.org/details/biostor-226878 |rivista=National Museum of Natural Sciences Publications in Paleontology |volume=1 |pp=[https://archive.org/details/biostor-226878/page/n6 1]–34 }}</ref><ref name=holtz2004>{{Cita libro |autore-capitolo-cognome=Holtz |autore-capitolo-nome=Thomas R. |wkautore-capitolo=Thomas R. Holtz, Jr. |anno=2004 |capitolo=Tyrannosauroidea |curatore= [[David B. Weishampel|Weishampel, David B.]]; [[Peter Dodson|Dodson, Peter]]; & Osmólska, Halszka (eds.). |titolo=The Dinosauria |edizione=Second Edition |editore=University of California Press |città=Berkeley |pp=111–136 |isbn=0-520-24209-2 }}</ref> per 3 di altezza e un peso tra 2,3 <ref name=ericksonetal2004>{{Cita pubblicazione |cognome=Erickson, Gregory M. |coautori=Makovicky, Peter J.; [[Phil Currie|Currie, Philip J.]]; Norell, Mark A.; Yerby, Scott A.; & Brochu, Christopher A. |anno=2004 |titolo=Gigantism and comparative life-history parameters of tyrannosaurid dinosaurs |rivista=Nature |volume=430 |pp=772–775 |doi=10.1038/nature02699}}</ref> e 3,1 tonnellate<ref name=christiansenfarina2004>{{Cita pubblicazione |cognome=Christiansen |nome=Per |coautori=& Fariña, Richard A. |anno=2004 |titolo=Mass prediction in theropod dinosaurs |rivista=Historical Biology |volume=16 |numero=2-4 |pp=85–92 |doi=10.1080/0891296042331284313}}</ref>; ''Albertosauri'' di grandi dimensioni potevano arrivare anche a 9 metri di lunghezza<ref name=ericksonetal2006>{{Cita pubblicazione |cognome=Erickson |nome=Gregory M. |coautori= [[Phil Currie|Currie, Philip. J.]]; Inouye, Brian D.; & Wynn, Alice A. |anno=2006 |titolo=Tyrannosaur life tables: an example of nonavian dinosaur population biology |rivista=Science |volume=313 |pp=213–217 |doi=10.1126/science.1125721 |pmid=16840697 }}</ref>. L'Albertosaurus condivideva caratteristiche comuni con gli altri esemplari della [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] dei ''Tyrannosauridi'': bipede carnivoro, bilanciava la pesante testa e il possente torso con la lunga coda e aveva solo due dita per ogni arto superiore.[[File:AlbertosaurusSarcophagus-PartialJaws RoyalOntarioMuseum.png|upright|left|thumb|Resti parziali di un cranio di '''Albertosaurus''' conservati al [[Royal Ontario Museum]].]] Il cranio, che negli esemplari adulti raggiungeva il metro di lunghezza<ref name=currie2003a>{{Cita pubblicazione|cognome=Currie |nome=Philip J. |linkautore=Phil Currie |anno=2003 |titolo=Allometric growth in tyrannosaurids (Dinosauria: Theropoda) from the Upper Cretaceous of North America and Asia |rivista=Canadian Journal of Earth Sciences |volume=40 |numero=4 |pp=651–665 |url=http://www.ingentaconnect.com/content/nrc/cjes/2003/00000040/00000004/art00014 |doi=10.1139/e02-083}}</ref>, era munito di 60 affilatissimi denti (gli altri ''Tyrannosauridi'' ne possedevano un numero minore); inoltre, caratteristica di tutti i ''Tyrannosauridi'', l'Albertosaurus era [[eterodonte]]. Sopra entrambi gli occhi vi era una corta cresta ossuta, probabilmente usata nei riti di corteggiamento per attrarre una compagna. Gli arti posteriori erano lunghi e terminavano con una zampa con quattro dita, l'alluce era molto corto, a differenza delle altre tre falangi.
Tutte queste caratteristiche suggeriscono che l'Albertosaurus, oltre ad appartenere alla già citata famiglia dei [[Tyrannosauridae|tirannosauridi]], fosse un ancestrale antenato del famoso ''[[Tyrannosaurus rex]]''.


La corporatura dell'animale era molto simile a quella di altri tyrannosauridi snelli, come ''Gorgosaurus''. Tipico dei teropodi, ''Albertosaurus'' era bipede e bilanciava la grossa testa e il busto con la coda. Tuttavia, come in altri tyrannosauridi, gli arti anteriori erano molto ridotti in relazione alle dimensioni corporee e presentavano solo due dita artigliate funzionali, il secondo più lungo del primo. Gli arti posteriori erano lunghi e terminavano in un piede a quattro dita, il cui primo dito, l'[[alluce]], era molto corto e non toccava terra. Il terzo dito era più lungo degli altri.<ref name=holtz2004/> ''Albertosaurus'' potrebbe essere stato in grado di raggiungere una velocità di camminata di 14-21 km/orari,<ref>{{cita pubblicazione|cognome1= Thulborn |nome1= Richard A. |anno=1982 |titolo= Speeds and gaits of dinosaurs |rivista= Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology | volume=38 |numero= 3–4 |pp=227–256 |doi=10.1016/0031-0182(82)90005-0 |bibcode= 1982PPP....38..227T }}</ref> ed è possibile che almeno gli individui più giovani, potessero raggiungere una velocità più elevata in corsa.<ref name=currie1998/>
L{{'}}''Albertosaurus'' poteva raggiungere la velocità di 40-48&nbsp;km/h.

Sono note due impronte della pelle di ''Albertosaurus'' ed entrambe mostrano la presenza di [[Squama|squame]].<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|cognome1=Bell|nome1=Phil|cognome2=E. Campione|nome2=Nicolás|cognome3=Scott Persons|nome3=W|cognome4=J. Currie|nome4=Philip|cognome5=Larson|nome5=Peter|cognome6=Tanke|nome6=Darren|cognome7=T. Bakker|nome7=Robert|data=1 Giugno 2017|titolo=Tyrannosauroid integument reveals conflicting patterns of gigantism and feather evolution|rivista=Biology Letters|volume=13|numero=6|pp=20170092|doi=10.1098/rsbl.2017.0092|pmid=28592520|pmc=5493735}}</ref> Una due impronte è stata rinvenuta associata ad alcune [[Gastralia|costole gastraliche]] e all'impronta di un osso lungo non identificabile, indicando che l'impronta della pelle proviene dal ventre. Le squame sono ciottolose e diventano gradualmente più grandi e di forma esagonale. Sono conservate anche due squame più grandi, poste a 4,5 centimetri di distanza l'una dall'altra,<ref name=":0" /> rendendo ''Albertosaurus'', insieme a ''[[Carnotaurus sastrei|Carnotaurus]]'', gli unici teropodi conosciuti a mostrare impronte di pelle estese.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Hendrickx |nome1=Christophe |cognome2=Bell |nome2=Phil R. |cognome3=Pittman |nome3=Michael |cognome4=Milner |nome4=Andrew R. C. |cognome5=Cuesta |nome5=Elena |cognome6=O'Connor |nome6=Jingmai |cognome7=Loewen |nome7=Mark |cognome8=Currie |nome8=Philip J. |cognome9=Mateus |nome9=Octávio |cognome10=Kaye |nome10=Thomas G. |cognome11=Delcourt |nome11=Rafael |data=Giugno 2022 |titolo=Morphology and distribution of scales, dermal ossifications, and other non‐feather integumentary structures in non‐avialan theropod dinosaurs |url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/brv.12829 |rivista=Biological Reviews |lingua=en |volume=97 |numero=3 |pp=960–1004 |doi=10.1111/brv.12829 |pmid=34991180 |s2cid=245820672 |issn=1464-7931}}</ref> L'altra impronta cutanea proviene da una parte sconosciuta del corpo. Le squame presenti nella seconda impronta sono piccole a forma di diamante e disposte in file.<ref name=":0" />

===Cranio e denti===
[[File:Albertosaurus skull cast.jpg|thumb|left|Calco del cranio al Museo Geologico di [[Copenaghen]]]]
Il massiccio [[Cranio|cranio]] di ''Albertosaurus'' era sostenuto da un corto collo muscoloso, mantenuto ad S. Il cranio era lungo circa 1 metro negli adulti più grandi.<ref name=currie2003a/> Ampie aperture nel cranio, chiamate finestre, fornivano lo spazio per i siti d'attacco dei [[Muscolo|muscoli]] e gli [[organi sensoriali]] che ne riducevano il peso complessivo. Le sue lunghe mascelle contenevano in totale 58 o più denti a forma di banana, un numero che si avvicina a ''[[Gorgosaurus libratus|Gorgosaurus]]'', che ne aveva 62, ma che differisce dai tyrannosauridi più grandi che ne possedevano di meno. A differenza della maggior parte dei teropodi, ''Albertosaurus'' e altri tyrannosauridi erano [[Eterodonte|eterodonti]], con denti di forme diverse a seconda della loro posizione nelle fauci. I denti [[premascella|premascellari]] sulla punta della mascella, quattro per lato, erano molto più piccoli e ravvicinati e a forma di D in [[Sezione (geometria descrittiva)|sezione trasversale]].<ref name=holtz2004/> Come nel caso di ''Tyrannosaurus'', i denti mascellari erano adatti in forma generale per resistere alle forze laterali esercitate da una preda che si dimena. Tuttavia, La forza del morso di ''Albertosaurus'' non formidabile come quella di ''Tyrannosaurus'', con la forza massima, esercitata dai denti posteriori, che poteva raggiungere i 3.413 Newton.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1 = Reichel |nome1 = Miriam |anno= 2010 | titolo= The heterodonty of ''Albertosaurus sarcophagus'' and ''Tyrannosaurus rex'': biomechanical implications inferred through 3-D models | rivista = Canadian Journal of Earth Sciences | volume = 47 | numero = 9| pp = 1253–1261 | doi = 10.1139/e10-063 | bibcode = 2010CaJES..47.1253R }}</ref> Sopra gli occhi erano presenti delle corte creste ossee, che in vita potrebbero essere state colorate e forse usate, in particolare dai maschi, nel corteggiamento per attirare una compagna.<ref name="ageofdinosaursalbertosaurus">"Albertosaurus." In: Dodson, Peter; Britt, Brooks; Carpenter, Kenneth; Forster, Catherine A.; Gillette, David D.; Norell, Mark A.; Olshevsky, George; Parrish, J. Michael; & Weishampel, David B. ''The Age of Dinosaurs''. Lincolnwood, Illinois: Publications International, Ltd., 1993. pp.&nbsp;106–107. {{ISBN|0-7853-0443-6}}.</ref>

Nel 2001, William Abler osservò che le [[Dente|dentellature dei denti]] di ''Albertosaurus'' assomigliano a una [[Frattura (meccanica)|frattura]] del dente che termina con una rientranza rotonda, chiamata ampolla.<ref name="abler-2001">Abler, W.L. 2001. A kerf-and-drill model of tyrannosaur tooth serrations. p.&nbsp;84–89. In: ''Mesozoic Vertebrate Life''. Ed.s Tanke, D. H., Carpenter, K., Skrepnick, M. W. Indiana University Press.</ref> I denti dei tyrannosauridi venivano usati come punti di presa per staccare la carne dal corpo della preda, quindi quando un tyrannosauro tirava indietro un pezzo di carne, la tensione poteva causare la diffusione di una seghettatura simile a una frattura attraverso il dente.<ref name="abler-2001" /> Tuttavia, la presenza dell'ampolla distribuiva queste forze su una superficie più ampia e diminuiva il rischio di danni al dente sotto sforzo.<ref name="abler-2001" /> La presenza di incisioni che terminano in rientranze ha paralleli nell'ingegneria umana. I [[liutai]] utilizzano incisioni che terminano con delle rientranze per, come descrive Abler, "impartire regioni alternate di flessibilità e rigidità" al legno su cui lavorano.<ref name="abler-2001" /> L'uso di un [[trapano]] per creare una sorta di "ampolla" e prevenire la propagazione di crepe attraverso i materiali viene utilizzato anche per proteggere le superfici degli aerei.<ref name="abler-2001" /> Abler ha dimostrato che una barra di plexiglass con incisioni chiamate "kerfs" e fori praticati era più del 25% più resistente di una con sole incisioni posizionate regolarmente.<ref name="abler-2001" /> A differenza dei tyrannosauri, predatori più antichi, come i [[Phytosauria|fitosauri]] e ''[[Dimetrodon]]'', non avevano adattamenti per impedire che le seghettature simili a fratture dei loro denti si diffondessero quando sottoposti a queste forze durante l'alimentazione.<ref name="abler-2001" />

== Classificazione ==
[[File:Albertosaurus Clean.png|thumb|upright|Scheletro ricostruito al Rocky Mountain Dinosaur Resource Center a [[Woodland Park (Colorado)|Woodland Park]], [[Colorado]]]]
''Albertosaurus'' è un membro della [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] [[Tyrannosauridae]], in particolare della [[sottofamiglia]] [[Albertosaurinae]]. Il suo parente più prossimo è ''[[Gorgosaurus libratus]]'' risalente a strati geologici leggermente più vecchi (a volte [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimizzato]] come ''Albertosaurus libratus'').<ref name=currieetal2003>{{cita pubblicazione|cognome=Currie |nome=Philip J. |autore2=Hurum, Jørn H|autore3=Sabath, Karol |autore-link=Philip J. Currie|anno=2003 |titolo=Skull structure and evolution in tyrannosaurid phylogeny |rivista=Acta Palaeontologica Polonica | volume=48 |numero=2 |pp=227–234 |url=http://app.pan.pl/archive/published/app48/app48-227.pdf|accesso=3 Maggio 2009| archive-url= https://web.archive.org/web/20090326062829/http://app.pan.pl/archive/published/app48/app48-227.pdf| archive-date= March 26, 2009 | urlmorto=no}}</ref> Queste due specie sono gli unici albertosaurini descritti, ma potrebbero esistere altre specie ancora non descritte.<ref name=currie2003b/> Nel 2004, Thomas Holtz identificò ''[[Appalachiosaurus montgomeriensis|Appalachiosaurus]]'' come un albertosaurino,<ref name=holtz2004/> ma il suo studio inedito più recente lo colloca come un [[Eutyrannosauria|eotyrannosauro]] basale appena fuori da Tyrannosauridae,<ref name=holtzdml2005>{{cita web |url=http://dml.cmnh.org/2005Sep/msg00345.html |titolo=RE: Burpee Conference (LONG) |accesso=18 Giugno 2007 |cognome=Holtz |nome=Thomas R. |autore-link=Thomas R. Holtz Jr. |data=20 Settembre 2005}}</ref> in accordo con altri autori.<ref name=carretal2005/>

L'altra principale sottofamiglia di tyrannosauridi è [[Tyrannosaurinae]], che comprende membri come ''[[Daspletosaurus]]'', ''[[Tarbosaurus bataar|Tarbosaurus]]'' e ''[[Tyrannosaurus rex|Tyrannosaurus]]''. Rispetto ai tyrannosaurini più robusti, gli albertosaurini avevano una corporatura più snella, con crani proporzionalmente più piccoli e ossa più lunghe della parte inferiore delle gambe (tibia) e dei piedi (metatarsi e falangi).<ref name=currie2003a/><ref name=currieetal2003/>

Di seguito è riportato il [[cladogramma]] di Tyrannosauridae basato sull'[[filogenetica|analisi filogenetica]] condotta da Loewen ''et al.'' nel 2013.<ref name=Loewen13>{{Cita pubblicazione|cognome1 = Loewen |nome1 = M.A. | autore-link = Mark Loewen|cgognome2 = Irmis |nome2 = R.B. | autore-link2 = Randall B. Irmis|cognome3 = Sertich |nome3 = J.J.W. |autore-link3 = Joseph Sertich|cognome4 = Currie |nome4 = P. J. |autore-link4 = Philip J. Currie|cognome5 = Sampson |nome5 = S. D. | autore-link5 = Scott D. Sampson|anno=2013| titolo = Tyrant Dinosaur Evolution Tracks the Rise and Fall of Late Cretaceous Oceans | curatore-cognome = Evans | curatore-nome = David C| curatore-link = David C. Evans|rivista= [[PLoS ONE]] | volume = 8 |numero = 11 | pp = e79420 | doi = 10.1371/journal.pone.0079420 | pmid = 24223179| pmc = 3819173| bibcode = 2013PLoSO...879420L | ref = {{sfnRef|Loewen ''et al.''|2013}}| doi-access = free }}</ref>
{{clade| style=font-size:100%; line-height:100%
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== Nella cultura di massa ==
== Nella cultura di massa ==

Versione delle 18:10, 7 gen 2024

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Albertosaurus
Scheletro montato, al Museo pubblico di Milwaukee
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SuperordineDinosauria
OrdineSaurischia
SottordineTheropoda
Clade†Eutyrannosauria
Famiglia†Tyrannosauridae
Sottofamiglia†Albertosaurinae
GenereAlbertosaurus
Osborn, 1905
Nomenclatura binomiale
†Albertosaurus sarcophagus
Osborn, 1905
Sinonimi
  • Deinodon sarcophagus
    (Osborn, 1905) Matthew & Brown, 1922
  • Albertosaurus arctunguis
    Parks, 1928
  • Deinodon arctunguis
    (Parks, 1928) Kuhn, 1939

Albertosaurus (il cui nome significa "lucertola dell'Alberta") è un genere estinto di grande dinosauro teropode tyrannosauride vissuto nel Cretaceo superiore, circa 71–68 milioni di anni fa (Maastrichtiano), in quello che oggi è il Nord America nordoccidentale. Il genere contiene una singola specie, la specie tipo A. sarcophagus, la quale aveva un areale apparentemente ristretto all'odierna provincia canadese dell'Alberta, da cui prende il nome il genere, sebbene una specie indeterminata ("cfr. Albertosaurus sp .") sia stata scoperta nelle formazioni Corral de Enmedio e Packard, in Messico.[1] Tuttavia, diversi studiosi sono in disaccordo su quante specie rientrino effettivamente in questo genere, ed alcuni sostengono persino che Gorgosaurus libratus possa rappresentare una seconda specie.[2]

In quanto tyrannosauride, Albertosaurus era un grande predatore bipede dotato di arti anteriori proporzionatamente corti dotati di sole due dita, una testa massiccia armata da dozzine di denti grandi e affilati, un forte senso dell'olfatto, una potente visione binoculare e una forza di morso in grado di rompere le ossa, il che lo rendevano il superpredatore del suo ecosistema. Con i suoi 8-9 metri di lunghezza ed un peso di 1,7-2,5 tonnellate, Albertosaurus era uno dei più grandi vertebrati presenti nel suo ecosistema.

Dalla scoperta del primo esemplare nel 1884, sono stati recuperati ben oltre 30 individui fossili che forniscono agli scienziati una conoscenza più dettagliata dell'anatomia dell'animale rispetto a quella disponibile per la maggior parte degli altri tyrannosauridi. La scoperta di 26 individui in un particolare sito potrebbe fornire la prova di un comportamento sociale tra questi animali, oltre a consentire agli studiosi di analizzare l'ontogenesi e la biologia della popolazione di Albertosaurus. Ciò è quasi impossibili con dinosauri meno conosciuti, poiché i loro resti sono più rari e frammentari rispetto a quelli di Albertosaurus.

Scoperta e denominazione

Etimologia

Esemplare olotipo CMN 5600

Albertosaurus venne nominato da Henry Fairfield Osborn in una nota di una pagina alla fine della sua descrizione di Tyrannosaurus, nel 1905.[3] Il nome del genere Albertosaurus prende il nome dall'Alberta, la provincia canadese istituita lo stesso anno in cui furono rinvenuti i primi resti. Il nome generico incorpora anche la parola greca σαυρος/sauros che significa "lucertola", che è il suffisso più comune nei nomi dei dinosauri. La specie tipo è Albertosaurus sarcophagus, e il nome specifico sarcophagus deriva dal termine greco antico σαρκοφάγος/sarkophagos che significa "mangiatore di carne", e ha la stessa etimologia del contenitore funebre con cui condivide il nome, che è una combinazione delle parole greche σαρξ/sarx ossia "carne", e φαγειν/phagein ossia "mangiare".[4] Dalla sua scoperta originale sono stati scoperti più di 30 esemplari fossili di tutte le età.[5][6]

Prime scoperte

Il fiume Red Deer che scorre vicino a Drumheller, Alberta. Tre quarti dei resti di Albertosaurus sono stati scoperti lungo questo fiume, in affioramenti come quelli su entrambi i lati di questa immagine.

L'esemplare tipo di Albertosaurus è composto da un cranio parziale raccolto il 9 giugno 1884 da un affioramento roccioso della Formazione Horseshoe Canyon lungo il fiume Red Deer in Alberta. L'esemplare fu recuperato da una spedizione del Geological Survey of Canada, guidata dal famoso geologo Joseph Burr Tyrrell. Tuttavia, a causa della mancanza di attrezzature specializzate, solo parte del cranio venne estratto. Nel 1889, un collega di Tyrrell, Thomas Chesmer Weston, trovò un cranio più piccolo e incompleto associato a del materiale scheletrico in un luogo vicino.[7] I due crani furono assegnati alla specie preesistente Laelaps incrassatus da Edward Drinker Cope nel 1892.[8] Sebbene il nome Laelaps fosse già stato dato a un genere di acaro, e fosse stato cambiato in Dryptosaurus nel 1877 da Othniel Charles Marsh, Cope rifiutò ostinatamente di riconoscere il nuovo nome creato dal suo acerrimo rivale. Tuttavia, Lawrence Lambe usò il nome Dryptosaurus incrassatus invece di Laelaps incrassatus quando descrisse i resti in dettaglio nel 1903 e nel 1904,[9][10] nome creato da una combinazione coniata per la prima volta da Oliver Perry Hay, nel 1902.[11]

In seguito, Osborn notò come D. incrassatus si basasse su dei denti generici di tyrannosauride, quindi i due crani della Horseshoe Canyon non potevano essere riferiti con sicurezza a quella specie. I crani della Horseshoe Canyon differivano notevolmente anche dai resti di D. aquilunguis, specie tipo di Dryptosaurus, perciò Osborn diede loro il nuovo nome Albertosaurus sarcophagus, nel 1905. Osborn non descrisse i resti in grande dettaglio, citando solamente la descrizione completa di Lambe dell'anno prima.[4] Entrambi gli esemplari, l'olotipo CMN 5600 e il paratipo CMN 5601, sono conservati presso il Canadian Museum of Nature di Ottawa. All'inizio del ventunesimo secolo, erano sorte alcune preoccupazioni sul fatto che, a causa dello stato danneggiato dell'olotipo, Albertosaurus potesse essere un nomen dubium che poteva essere utilizzato solo per l'esemplare tipo stesso perché altri fossili non potevano essere assegnati in modo affidabile al genere. Tuttavia, nel 2010, Thomas Carr stabilì che l'olotipo, il paratipo e il resto dei ritrovamenti successivi comparabili condividevano tutti un unico tratto unico comune, o autapomorfia: la presenza di un'apertura pneumatica allargata nel bordo posteriore del lato dell'osso palatino, che dimostrava che Albertosaurus fosse un taxon valido.[12]

Letti d'ossa di Dry Island

Denti ritrovati a Dry Island e Drumheller, al Royal Tyrrell Museum

L'11 agosto 1910, il paleontologo americano Barnum Brown scoprì i resti di un folto gruppo di Albertosaurus in un'altra cava lungo il fiume Red Deer. A causa del gran numero di ossa e del tempo limitato a disposizione, il gruppo di Brown non riuscì a raccogliere tutti gli esemplari, ma si assicurò di raccogliere i resti di tutti gli individui che poterono identificare nel letto d'ossa. Tra le ossa depositate nelle collezioni del Museo Americano di Storia Naturale di New York City, ci sono sette serie di metatarsi destri, insieme a due ossa isolate delle dita dei piedi che non corrispondevano a nessuno dei metatarsi in termini di dimensioni. Ciò indicava la presenza di almeno nove individui nella cava. Nel 1997, il paleontologo Philip J. Currie del Royal Tyrrell Museum of Paleontology ritrovò il letto d'ossa e riprese le ricerche sul campo, che ora si trovava all'interno del Dry Island Buffalo Jump Provincial Park.[13] Ulteriori scavi dal 1997 al 2005 hanno portato alla luce i resti di altri 13 individui di varie età, tra cui un minuscolo esemplare di due anni e un individuo molto anziano, con una lunghezza stimata di oltre 10 metri. Nessuno di questi esemplari è composto da uno scheletro completo e la maggior parte è rappresentata da resti in entrambi i musei.[5][14] Gli scavi continuarono fino al 2008, quando il numero minimo di individui presenti era stato stabilito a 12 (sulla base di elementi conservati che compaiono una sola volta in uno scheletro) e a 26 se si contavano elementi specchianti quando di dimensioni diverse, per via dell'ontogenesi. In questo sito vennero recuperate un totale di 1.128 ossa di Albertosaurus, la più grande concentrazione di fossili di teropodi di grandi dimensioni conosciuta dal Cretaceo.[15]

Altre scoperte

Cranio TMP 1985 098 0001

Nel 1911, Barnum Brown, durante il secondo anno di attività presso l'American Museum of Natural History in Alberta, scoprì un cranio frammentario di Albertosaurus presso il fiume Red Deer vicino al ponte Tolman (esemplare AMNH 5222).[16]

William Parks descrisse una nuova specie nel 1928, Albertosaurus arctunguis, basata su uno scheletro parziale privo di cranio rinvenuto da Gus Lindblad e Ralph Hornell vicino al fiume Red Deer, nel 1923,[17] ma questa specie è stata considerata identica ad A. sarcophagus, pertanto venne sinonimizzata con la specie tipo nel 1970.[2] L'esemplare di Parks (ROM 807) è ospitato presso il Royal Ontario Museum di Toronto.[7]

Tra il 1926 ed il 1972, non furono rinvenuti altri resti di Albertosaurus, ma da allora ci fu un aumento dei ritrovamenti. Oltre al letto di ossa di Dry Island, da allora sono stati scoperti altri sei crani e scheletri in Alberta, ora ospitati in vari musei canadesi. L'esemplare RTMP 81.010.001 venne ritrovato nel 1978 dal paleontologo dilettante Maurice Stefanuk. L'esemplare RTMP 85.098.001 venne ritrovato da Stefanuk il 16 giugno 1985. L'esemplare RTMP 86.64.001 venne rinvenuto nel Dicembre 1985. RTMP 86.205.001 venne ritrovato nel 1986. RTMP 97.058.0001 venne ritrovato nel 1996, seguito da CMN 11315. Sfortunatamente, nessuno di questi scheletri era provvisto di crani completi.[7] Alcuni esemplari sono stati rinvenuti anche negli stati americani del Montana, Nuovo Messico, Wyoming e Missouri, ma si dubita che appartengano alla specie A. sarcophagus, tantomeno al genere Albertosaurus.[6][18]

Due esemplari di "cf Albertosaurus sp." sono stati ritrovati in Messico all'interno delle formazioni Packard e Corral de Enmedio.[1]

Gorgosaurus libratus

Gorgosaurus è stato descritto come una seconda specie di Albertosaurus, A. libratus, da Dale Russell

Nel 1913, il paleontologo Charles H. Sternberg recuperò uno scheletro di tyrannosauride dalla Formazione Dinosaur Park in Alberta, formazione leggermente più antica della Horseshoe Canyon. Lawrence Lambe nominò questo dinosauro Gorgosaurus libratus, nel 1914.[19] Altri esemplari furono successivamente ritrovati in Alberta e nello stato americano del Montana. Non trovando differenze significative per separare i due taxa (dovute principalmente alla mancanza di buon materiale del cranio di Albertosaurus), Dale Russell dichiarò il nome Gorgosaurus un sinonimo junior di Albertosaurus, siccome quest'ultimo era stato nominato per primo, e G. libratus fu ribattezzato Albertosaurus libratus, nel 1970. L'erezione di una seconda specie, fu dovuta alla differenza di età tra le due formazioni. L'aggiunta di questa seconda specie estese l'intervallo temporale del genere Albertosaurus di diversi milioni di anni e la sua estensione geografica verso sud di centinaia di chilometri.[2]

Nel 2003, Philip J. Currie, beneficiando di reperti molto più estesi e di un generale aumento della conoscenza anatomica dei teropodi, confrontò diversi crani di tyrannosauridi e giunse alla conclusione che le due specie sono più distinte di quanto si pensasse in precedenza. Poiché le due specie sono sister taxon, sono più strettamente imparentate tra loro che con qualsiasi altra specie di tyrannosauride. Riconoscendo ciò, Currie raccomandò tuttavia che Albertosaurus e Gorgosaurus fossero tenuti come generi separati, poiché concluse che non erano più simili di Daspletosaurus e Tyrannosaurus, che sono quasi sempre mantenuti come generi separati. Oltre a ciò, diversi esemplari di albertosaurini sono stati recuperati dall'Alaska e dal Nuovo Messico. Currie suggerì che la situazione Albertosaurus-Gorgosaurus potrebbe essere chiarita una volta che questi nuovi esemplari saranno completamente descritti.[6] La maggior parte degli autori seguì la raccomandazione di Currie,[14][18][20] mentre altri considerano ancora i due generi come due specie dello stesso genere.[21]

Altre specie

Nel 1930, Anatoly Nikolaevich Riabinin eresse la specie Albertosaurus pericolosus sulla base di un dente proveniente dalla Cina che probabilmente apparteneva a Tarbosaurus.[22] Nel 1932, Friedrich von Huene ribattezzò Dryptosaurus incrassatus, che non considerava un nomen dubium, in Albertosaurus incrassatus.[23] Poiché sosteneva la sinonimia di Gorgosaurus con Albertosaurus, nel 1970, Russell ribattezzò Gorgosaurus sternbergi (Matthew & Brown, 1922) in Albertosaurus sternbergi, e Gorgosaurus lancensis (Gilmore, 1946) in Albertosaurus lancensis.[2] La ​​prima specie è oggi vista come una forma giovanile di Gorgosaurus libratus, mentre la seconda è considerata la forma giovanile di Tyrannosaurus. Nel 1988, Gregory S. Paul basò la specie Albertosaurus megagracilis su un piccolo scheletro di tyrannosauride (esemplare LACM 28345), proveniente dalla Formazione Hell Creek del Montana.[24] L'esemplare venne ribattezzato Dinotyrannus nel 1995,[25] ma da allora è stato identificato come un giovane Tyrannosaurus.[26] Sempre nel 1988, Paul ribattezzò Alectrosaurus olseni (Gilmore, 1933) in Albertosaurus olseni,[24] ma ciò non trovò seguito nella comunità paleontologica. Nel 1989, Gorgosaurus novojilovi (Maleev, 1955) fu ribattezzato da Bryn Mader e Robert Bradley come Albertosaurus novojilovi.[27]

In due occasioni separate, le specie basate su materiale valido di Albertosaurus furono riassegnate a un genere diverso, Deinodon. Nel 1922, William Diller Matthew ribattezzò A. sarcophagus come Deinodon sarcophagus.[28] Nel 1939, il paleontologo tedesco Oskar Kuhn ribattezzò A. arctunguis come Deinodon arctunguis.[29]

Descrizione

Dimensioni di A. sarcophagus a confronto con un uomo

Albertosaurus era un predatore bipede di grandi dimensioni, sebbene non raggiungesse le dimensioni di tyrannosauridi giganti come Tarbosaurus e Tyrannosaurus. Un esemplare adulto di Albertosaurus in media poteva raggiungere fino ai 8–9 metri di lunghezza[2][18][30] per un peso compreso tra le 1,7 e le 2,5 tonnellate in massa corporea.[31][30][32]

La corporatura dell'animale era molto simile a quella di altri tyrannosauridi snelli, come Gorgosaurus. Tipico dei teropodi, Albertosaurus era bipede e bilanciava la grossa testa e il busto con la coda. Tuttavia, come in altri tyrannosauridi, gli arti anteriori erano molto ridotti in relazione alle dimensioni corporee e presentavano solo due dita artigliate funzionali, il secondo più lungo del primo. Gli arti posteriori erano lunghi e terminavano in un piede a quattro dita, il cui primo dito, l'alluce, era molto corto e non toccava terra. Il terzo dito era più lungo degli altri.[18] Albertosaurus potrebbe essere stato in grado di raggiungere una velocità di camminata di 14-21 km/orari,[33] ed è possibile che almeno gli individui più giovani, potessero raggiungere una velocità più elevata in corsa.[13]

Sono note due impronte della pelle di Albertosaurus ed entrambe mostrano la presenza di squame.[34] Una due impronte è stata rinvenuta associata ad alcune costole gastraliche e all'impronta di un osso lungo non identificabile, indicando che l'impronta della pelle proviene dal ventre. Le squame sono ciottolose e diventano gradualmente più grandi e di forma esagonale. Sono conservate anche due squame più grandi, poste a 4,5 centimetri di distanza l'una dall'altra,[34] rendendo Albertosaurus, insieme a Carnotaurus, gli unici teropodi conosciuti a mostrare impronte di pelle estese.[35] L'altra impronta cutanea proviene da una parte sconosciuta del corpo. Le squame presenti nella seconda impronta sono piccole a forma di diamante e disposte in file.[34]

Cranio e denti

Calco del cranio al Museo Geologico di Copenaghen

Il massiccio cranio di Albertosaurus era sostenuto da un corto collo muscoloso, mantenuto ad S. Il cranio era lungo circa 1 metro negli adulti più grandi.[26] Ampie aperture nel cranio, chiamate finestre, fornivano lo spazio per i siti d'attacco dei muscoli e gli organi sensoriali che ne riducevano il peso complessivo. Le sue lunghe mascelle contenevano in totale 58 o più denti a forma di banana, un numero che si avvicina a Gorgosaurus, che ne aveva 62, ma che differisce dai tyrannosauridi più grandi che ne possedevano di meno. A differenza della maggior parte dei teropodi, Albertosaurus e altri tyrannosauridi erano eterodonti, con denti di forme diverse a seconda della loro posizione nelle fauci. I denti premascellari sulla punta della mascella, quattro per lato, erano molto più piccoli e ravvicinati e a forma di D in sezione trasversale.[18] Come nel caso di Tyrannosaurus, i denti mascellari erano adatti in forma generale per resistere alle forze laterali esercitate da una preda che si dimena. Tuttavia, La forza del morso di Albertosaurus non formidabile come quella di Tyrannosaurus, con la forza massima, esercitata dai denti posteriori, che poteva raggiungere i 3.413 Newton.[36] Sopra gli occhi erano presenti delle corte creste ossee, che in vita potrebbero essere state colorate e forse usate, in particolare dai maschi, nel corteggiamento per attirare una compagna.[37]

Nel 2001, William Abler osservò che le dentellature dei denti di Albertosaurus assomigliano a una frattura del dente che termina con una rientranza rotonda, chiamata ampolla.[38] I denti dei tyrannosauridi venivano usati come punti di presa per staccare la carne dal corpo della preda, quindi quando un tyrannosauro tirava indietro un pezzo di carne, la tensione poteva causare la diffusione di una seghettatura simile a una frattura attraverso il dente.[38] Tuttavia, la presenza dell'ampolla distribuiva queste forze su una superficie più ampia e diminuiva il rischio di danni al dente sotto sforzo.[38] La presenza di incisioni che terminano in rientranze ha paralleli nell'ingegneria umana. I liutai utilizzano incisioni che terminano con delle rientranze per, come descrive Abler, "impartire regioni alternate di flessibilità e rigidità" al legno su cui lavorano.[38] L'uso di un trapano per creare una sorta di "ampolla" e prevenire la propagazione di crepe attraverso i materiali viene utilizzato anche per proteggere le superfici degli aerei.[38] Abler ha dimostrato che una barra di plexiglass con incisioni chiamate "kerfs" e fori praticati era più del 25% più resistente di una con sole incisioni posizionate regolarmente.[38] A differenza dei tyrannosauri, predatori più antichi, come i fitosauri e Dimetrodon, non avevano adattamenti per impedire che le seghettature simili a fratture dei loro denti si diffondessero quando sottoposti a queste forze durante l'alimentazione.[38]

Classificazione

Scheletro ricostruito al Rocky Mountain Dinosaur Resource Center a Woodland Park, Colorado

Albertosaurus è un membro della famiglia Tyrannosauridae, in particolare della sottofamiglia Albertosaurinae. Il suo parente più prossimo è Gorgosaurus libratus risalente a strati geologici leggermente più vecchi (a volte sinonimizzato come Albertosaurus libratus).[39] Queste due specie sono gli unici albertosaurini descritti, ma potrebbero esistere altre specie ancora non descritte.[6] Nel 2004, Thomas Holtz identificò Appalachiosaurus come un albertosaurino,[18] ma il suo studio inedito più recente lo colloca come un eotyrannosauro basale appena fuori da Tyrannosauridae,[40] in accordo con altri autori.[21]

L'altra principale sottofamiglia di tyrannosauridi è Tyrannosaurinae, che comprende membri come Daspletosaurus, Tarbosaurus e Tyrannosaurus. Rispetto ai tyrannosaurini più robusti, gli albertosaurini avevano una corporatura più snella, con crani proporzionalmente più piccoli e ossa più lunghe della parte inferiore delle gambe (tibia) e dei piedi (metatarsi e falangi).[26][39]

Di seguito è riportato il cladogramma di Tyrannosauridae basato sull'analisi filogenetica condotta da Loewen et al. nel 2013.[41]

Tyrannosauridae

Gorgosaurus libratus

Albertosaurus sarcophagus

Tyrannosaurinae

Tyrannosauride della Formazione Dinosaur Park

Daspletosaurus torosus

Daspletosaurus horneri

Teratophoneus curriei

Bistahieversor sealeyi

Lythronax argestes

Tyrannosaurus rex

Tarbosaurus bataar

Zhuchengtyrannus magnus

Nella cultura di massa

Un francobollo azero del 1994 raffigurante un Albertosaurus che attacca un Corythosaurus.

L'Albertosaurus è conosciuto presso il pubblico per essere "l'antenato del T.rex".

Compare nel film Alla ricerca della Valle Incantata 8 - Avventura tra i ghiacci come antagonista principale, nella serie TV Primeval: New World e nell'anime Dinosaur King.

Compare nell’ultima puntata del documentario Prehistoric Park, in Jurassic Fight Club dove in una puntata un branco di questi dinosauri attaccano dei Pachyrhinosauri, e ne La marcia dei dinosauri.

Nei videogiochi è presente in Ark: Survival Evolved, Jurassic Park: Operation Genesis, Jurassic Park: Builder, Jurassic World: The game, Jurassic World Evolution, Jurassic World Evolution 2 e in Jurassic World Alive.

Note

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