Satelliti naturali di Giove: differenze tra le versioni

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[[Giove (astronomia)|Giove]] possiede un elevato numero di '''[[satellite naturale|satelliti naturali]]''', attualmente quantificato in 63, che lo rendono il [[pianeta]] con il più grande corteo di satelliti con orbite ''ragionevolmente sicure'' del [[sistema solare]].<ref>{{cita web|url=http://ssd.jpl.nasa.gov/?bodies|titolo=Solar System Bodies|editore=JPL/NASA|accesso=09-09-2008}}</ref> I maggiori, i [[satelliti medicei]], sono stati scoperti nel [[1610]] da [[Galileo Galilei]] e furono i primi oggetti individuati in orbita ad un [[oggetto celeste|oggetto]] che non fosse la [[Terra]] o il [[Sole]]. Dalla fine del [[XIX secolo]] sono state scoperte decine di lune di dimensioni minori, che hanno ricevuto i nomi di amanti, conquiste o figlie del [[religione romana|dio romano]] [[Giove (mitologia)|Giove]], o del suo [[religione greca|equivalente greco]], [[Zeus]].
[[Giove (astronomia)|Giove]] possiede un elevato numero di '''[[satellite naturale|satelliti naturali]]''', attualmente quantificato in 63, che lo rendono il [[pianeta]] con il più grande corteo di satelliti con orbite ''ragionevolmente sicure'' del [[sistema solare]].<ref>{{cita web|url=http://ssd.jpl.nasa.gov/?bodies|titolo=Solar System Bodies|editore=JPL/NASA|accesso=09-09-2008}}</ref> I maggiori, i [[satelliti medicei]] (o galileiani), sono stati scoperti nel [[1610]] da [[Galileo Galilei]] e furono i primi oggetti individuati in orbita ad un [[oggetto celeste|oggetto]] che non fosse la [[Terra]] o il [[Sole]]. Dalla fine del [[XIX secolo]] sono state scoperte decine di lune di dimensioni minori, che hanno ricevuto i nomi di amanti, conquiste o figlie del [[religione romana|dio romano]] [[Giove (mitologia)|Giove]], o del suo [[religione greca|equivalente greco]], [[Zeus]].


Otto dei satelliti di Giove sono definiti ''satelliti regolari'', con orbite [[moto progrado|prograde]], quari circolari e poco [[inclinazione orbitale|inclinate]] rispetto al piano equatoriale del pianeta. I satelliti medicei presentano una forma [[sferoide|sferoidale]] e sarebbero considerati dei [[pianeta nano|pianeti nani]] se orbitassero direttamente attorno al Sole; gli altri quattro satelliti regolari sono invece più modesti e più vicini al pianeta e costituiscono la sorgente delle polveri che vanno a formare il [[anelli di Giove|sistema di anelli]] del pianeta.
Otto dei satelliti di Giove sono definiti ''satelliti regolari'', con orbite [[moto progrado|prograde]], quari circolari e poco [[inclinazione orbitale|inclinate]] rispetto al piano equatoriale del pianeta. I satelliti medicei presentano una forma [[sferoide|sferoidale]] e sarebbero considerati dei [[pianeta nano|pianeti nani]] se orbitassero direttamente attorno al Sole; gli altri quattro satelliti regolari sono invece più modesti e più vicini al pianeta e costituiscono la sorgente delle polveri che vanno a formare il [[anelli di Giove|sistema di anelli]] del pianeta.
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Il numero preciso di satelliti non sarà mai quantificato esattamente, perché i frammenti ghiacciati che compongono i suoi anelli possono tecnicamente essere considerati tali; inoltre, a tutt'oggi, l'[[Unione Astronomica Internazionale]] non ha voluto porre con precisione una linea arbitraria di distinzione tra satelliti minori e grandi frammenti ghiacciati.
Il numero preciso di satelliti non sarà mai quantificato esattamente, perché i frammenti ghiacciati che compongono i suoi anelli possono tecnicamente essere considerati tali; inoltre, a tutt'oggi, l'[[Unione Astronomica Internazionale]] non ha voluto porre con precisione una linea arbitraria di distinzione tra satelliti minori e grandi frammenti ghiacciati.


== Cronologia delle scoperte ==
== Storia delle osservazioni ==
{{vedi anche|Cronologia della scoperta di pianeti e satelliti del Sistema solare|Osservazione di Giove|Storia dell'astronomia}}
I primi quattro satelliti gioviani ad essere scoperti furono i [[satelliti medicei|galileiani]], o ''medicei'', che [[Galileo Galilei]] individuò per la prima volta nel [[1610]], sebbene alcuni ipotizzino una precedente scoperta da parte dell'[[astronomo]] [[Cina|cinese]] [[Gan De]], nel [[362 a.C.]]. Nei tre secoli e mezzo compresi fra la scoperta di Galileo e l'inizio dell'[[era spaziale]] vennero progressivamente individuati nove altri satelliti, grazie all'osservazione da [[Terra]].
[[File:Thomas Bresson - Jupiter(2) (by).jpg|thumb|300px|Giove osservato da un telescopio amatoriale. Si notano tre dei quattro satelliti medicei: a destra, [[Io (astronomia)|Io]]; a sinistra, [[Europa (astronomia)|Europa]] (più interno) e [[Ganimede (astronomia)|Ganimede]].]]


Secondo fonti storiche, dei quattro [[satelliti medicei]], [[Ganimede (astronomia)|Ganimede]] sarebbe visibile ad occhio nudo in condizioni osservative ideali e se l'osservatore fosse dotato di una vista acuta; infatti, le sue prime osservazioni potrebbero risalire all'astronomo cinese [[Gan De]], che nel [[364 a.C.]]<ref>{{cita pubblicazione| autore= Xi Zezong| titolo= The Discovery of Jupiter's Satellite Made by Gan De 2000 years Before Galileo| rivista=Acta Astrophysica Sinica| volume=1|numero=2|anno=1981|pagine=87}}</ref> sarebbe riuscito a vedere il satellite schermando la vista di Giove con un albero o qualcosa di analogo. Anche gli altri tre satelliti sarebbero in teoria visibili ad occhio nudo, raggiungendo una [[magnitudine apparente]] inferiore alla 6a - che corrisponde al limite di visibilità - se non fossero nascosti dalla luminosità di Giove.<ref name=Gaspani/> Considerazioni recenti, mirate a valutare il potere risolutivo dell'[[occhio nudo]] sembrerebbero tuttavia indicare che la combinazione della ridotta distanza angolare tra Giove ed ognuno dei suoi satelliti e della luminosità del pianeta (anche valutando le condizioni in cui questa sarebbe minima) renderebbero impossibile per un uomo riuscire ad individuare uno dei satelliti.<ref name=Gaspani>{{cita web|url=http://www.brera.mi.astro.it/~gaspani/gande.htm |titolo=Gan De vide Ganimede? |autore=Adriano Gaspani |accesso=11-02-2009}}</ref>
La missione [[Voyager 1]], nel [[1979]], permise la scoperta di tre ulteriori satelliti interni, portando il totale a 16; in verità era stato osservato un diciassettesimo satellite, [[Temisto (astronomia)|Temisto]], ma i suoi parametri orbitali non poterono essere ricavati e la sua scoperta non venne ufficializzata. Fino al [[1999]] si riteneva così che il sistema di Giove fosse composto da soli 16 satelliti.


Le prime osservazioni registrata dei satelliti di Giove furono tuttavia quelle che [[Galileo Galilei]] compì tra il [[1609]] <ref name=Galileo89>{{cita libro| autore= Galileo Galilei |curatore= Albert Van Helden| titolo=Sidereus Nuncius|città= Chicago & Londra|editore= University of Chicago Press|anno=1989|pagine=14–16|id=ISBN 0226279030}}</ref> e il marzo [[1610]], che gli permisero di individuare i quattro satelliti medicei ([[Io (astronomia)|Io]], [[Europa (astronomia)|Europa]], Ganimede e [[Callisto (astronomia)|Callisto]]) con il suo [[cannocchiale]].<ref>{{cita pubblicazione|autore=Albert Van Helden |titolo=The Telescope in the Seventeenth Century|rivista=Isis|volume=65 |numero=1|mese= marzo|anno=1974 |pagine=38–58|doi=10.1086/351216}}</ref> Non furono scoperti altri satelliti sino a quando [[Edward Emerson Barnard]] osservò [[Amaltea (astronomia)|Amaltea]] nel 1892.<ref name=Barnard1892>{{cita pubblicazione|autore=E. E. Barnard |url= http://adsabs.harvard.edu//full/seri/AJ.../0012//0000081.000.html|titolo=Discovery and Observation of a Fifth Satellite to Jupiter|rivista=[[Astronomical Journal]]|volume=12|anno=1892|pagine=81&ndash;85|doi=10.1086/101715}}</ref> Grazie anche all'aiuto dell'[[astrofotografia]], nel corso del [[XX secolo]] si susseguirono rapidamente numerose scoperte. [[Imalia (astronomia)|Imalia]] fu scoperta nel [[1904]],<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Discovery of a Sixth Satellite of Jupiter|rivista=Astronomical Journal| volume=24|numero=18|data=9 gennaio 1905 | pagine=154B;|doi=10.1086/103654|url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/AJ.../0024//0000154I002.html }}</ref> [[Elara (astronomia)|Elara]] nel [[1905]],<ref name="Perrine 1905">{{cita pubblicazione| autore= C. D. Perrine |titolo=The Seventh Satellite of Jupiter|rivista=Publications of the Astronomical Society of the Pacific| anno=1905| volume=17| numero=101|pagine= 62–63|url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/PASP./0017//0000062.000.html}}</ref> [[Pasifae (astronomia)|Pasifae]] nel [[1908]],<ref name="Melotte 1908">{{cita pubblicazione|autore= P. J. Melotte |titolo=Note on the Newly Discovered Eighth Satellite of Jupiter, Photographed at the Royal Observatory, Greenwich |rivista=[[Monthly Notices of the Royal Astronomical Society]] |url=http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-data_query?bibcode=1908MNRAS..68..456.&db_key=AST&link_type=ABSTRACT&high=40daf3f6f927275 |volume=68 |numero=6 |anno=1908 |pagine=456–457 }}</ref> [[Sinope (astronomia)|Sinope]] nel [[1914]],<ref>{{cita pubblicazione |autore= S. B. Nicholson |titolo=Discovery of the Ninth Satellite of Jupiter |url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/PASP./0026//0000197.000.html |rivista=Publications of the Astronomical Society of the Pacific |volume=26 |anno=1914 |pagine=pp. 197–198 |doi=10.1086/122336 }}</ref> [[Lisitea (astronomia)|Lisitea]] e [[Carme (astronomia)|Carme]] nel [[1938]],<ref name="Nicholson 1938">{{cita pubblicazione |autore= S. B. Nicholson |titolo=Two New Satellites of Jupiter |rivista=Publications of the Astronomical Society of the Pacific |anno=1938 |volume=50 |pagine=292–293 |url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/PASP./0050//0000292.000.html |doi=10.1086/124963}}</ref> [[Ananke (astronomia)|Ananke]] nel [[1951]],<ref name="Nicolson1951">{{cita pubblicazione|autore= S. B. Nicholson | url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/PASP./0063//0000297.000.html|titolo=An unidentified object near Jupiter, probably a new satellite|rivista=Publications of the Astronomical Society of the Pacific|volume=63|numero=375|anno=1951|pagine=297–299|doi=10.1086/126402}}</ref> e [[Leda (astronomia)|Leda]] nel [[1974]].<ref name="Kowal 1974">{{cita pubblicazione |autore= C. T. Kowal, K. Aksnes, B. G. Marsden, E. Römer |titolo=Thirteenth satellite of Jupiter |rivista=Astronomical Journal |anno= 1974 |volume=80 |pagine=pp. 460–464 |url=http://adsabs.harvard.edu//full/seri/AJ.../0080//0000460.000.html |doi=10.1086/111766 }}</ref> Sino a quando le [[programma Voyager|sonde Voyager]] raggiunsero il [[sistema di Giove]], nel [[1979]], il numero di satelliti del gigante gassoso si era quindi stabilito sulle 13 unità; nel [[1975]] fu scoperto un quattordicesimo satellite, [[Temisto (astronomia)|Temisto]],<ref>{{cita pubblicazione|url=http://cfa-www.harvard.edu/iauc/02800/02845.html|rivista = International Astronomical Union Circulars|autore=B. G. Marsden |volume=2845|titolo=Probable New Satellite of Jupiter|data= 3 ottobre 1975 |formato=telegramma inviato all'UAI sulla scoperta |accesso=03-09-2008 }}</ref> ma, a causa della quantità di dati disponibili ancora insufficiente, i suoi parametri orbitali non poterono essere ricavati e la sua scoperta non venne ufficializzata sino al [[2000]]. Le missioni Voyager permisero di scoprire altre tre lune, poste internamente rispetto ai satelliti galileiani e strettamente correlate col [[anelli di Giove|sistema di anelli]] del pianeta: [[Metis (astronomia)|Metis]], [[Adrastea (astronomia)|Adrastea]] e [[Tebe (astronomia)|Tebe]].<ref name=Synnott1980>{{cita pubblicazione| autore= S. P. Synnott |titolo=1979J2: The Discovery of a Previously Unknown Jovian Satellite |rivista=Science |anno=1980 |volume=210 |numero=4471| pagine=786–788| doi=10.1126/science.210.4471.786 |pmid=17739548}}</ref> Fino al [[1999]] si riteneva così che il sistema di Giove fosse composto da soli 16 satelliti.
A partire dall'ultimo biennio del [[XX secolo]] nuove osservazioni da Terra, condotte attraverso strumenti sempre più potenti, hanno permesso la progressiva individuazione di quarantasei nuovi satelliti (oltre alla riconferma di Temisto), dalle dimensioni comprese fra 3 e 9 km; si tratta con ogni probabilità di [[asteroide|asteroidi]] catturati o di [[cometa|corpi cometari]] frammentatisi in seguito ad un sorvolo ravvicinato di Giove. Il numero di satelliti gioviani conosciuti è così giunto a 63.

Per due decenni non furono scoperti altri satelliti, ma tra l'ottobre [[1999]] e il febbraio [[2003]] i ricercatori riuscirono ad individuare, mediante strumentazioni da Terra molto sensibili, altre 32 lune;<ref name=discovered>{{cita web|titolo=Gazetteer of Planetary Nomenclature|editore= U.S. Geological Survey, Working Group for Planetary System Nomenclature (WGPSN)|url=http://planetarynames.wr.usgs.gov/append7.html| accesso=02-08-2008}}</ref> si trattava per lo più di oggetti molto deboli, di dimensioni in genere non superiori ai 10 km, posti in orbite molto ampie, [[eccentricità orbitale|eccentriche]] e generalmente retrograde. Si ritiene che tutti questi piccoli satelliti siano in realtà dei corpi di origine [[asteroide|asteroidale]] o addiritura [[cometa]]ria, probabilmente anche frammenti di corpi originariamente ben più grandi, catturati dall'immane gravità del pianeta.<ref name=irreg>{{cita pubblicazione | autore= S. S. Sheppard, D. C. Jewitt| titolo = An abundant population of small irregular satellites around Jupiter | rivista = Nature | volume = 423 | pagine = 261–263 | data = 5 maggo 2003 | doi = 10.1038/nature01584 }}</ref> In seguito sono stati scoperti, ma non ancora confermati, altri 14 satelliti che hanno portato a 63 il numero delle lune osservate;<ref name=shep>{{cita web|url=http://www.dtm.ciw.edu/sheppard/satellites/jupsatdata.html|titolo=Jupiter's Known Satellites|autore=S. S. Sheppard |editore=Departament of Terrestrial Magnetism at Carniege Institution for science|accesso=28-08-2008}}</ref> non si esclude però l'esistenza di altri satelliti, ancora inosservati, in orbita attorno al pianeta.


==Classificazione dei satelliti==
==Classificazione dei satelliti==

Versione delle 16:17, 4 mag 2009

Voce principale: Giove (astronomia).

Fotomontaggio di Giove con i satelliti galileiani.

Giove possiede un elevato numero di satelliti naturali, attualmente quantificato in 63, che lo rendono il pianeta con il più grande corteo di satelliti con orbite ragionevolmente sicure del sistema solare.[1] I maggiori, i satelliti medicei (o galileiani), sono stati scoperti nel 1610 da Galileo Galilei e furono i primi oggetti individuati in orbita ad un oggetto che non fosse la Terra o il Sole. Dalla fine del XIX secolo sono state scoperte decine di lune di dimensioni minori, che hanno ricevuto i nomi di amanti, conquiste o figlie del dio romano Giove, o del suo equivalente greco, Zeus.

Otto dei satelliti di Giove sono definiti satelliti regolari, con orbite prograde, quari circolari e poco inclinate rispetto al piano equatoriale del pianeta. I satelliti medicei presentano una forma sferoidale e sarebbero considerati dei pianeti nani se orbitassero direttamente attorno al Sole; gli altri quattro satelliti regolari sono invece più modesti e più vicini al pianeta e costituiscono la sorgente delle polveri che vanno a formare il sistema di anelli del pianeta.

Le restanti 54-55 lune sono annoverate tra i satelliti irregolari, le cui orbite, sia prograde sia retrograde, sono poste a una maggiore distanza dal pianeta madre e presentano alti valori di inclinazione ed eccentricità orbitale. Questi satelliti sono spesso considerati più che altro degli asteroidi (cui spesso assomigliano per dimensioni e composizione) catturati dalla grande gravità del gigante gassoso; di questi, tredici, scoperti tutti abbastanza recentemente, non hanno ancora ricevuto un nome, mentre altri quattordici attendono che la loro orbita sia precisamente determinata.

Il numero preciso di satelliti non sarà mai quantificato esattamente, perché i frammenti ghiacciati che compongono i suoi anelli possono tecnicamente essere considerati tali; inoltre, a tutt'oggi, l'Unione Astronomica Internazionale non ha voluto porre con precisione una linea arbitraria di distinzione tra satelliti minori e grandi frammenti ghiacciati.

Storia delle osservazioni

Giove osservato da un telescopio amatoriale. Si notano tre dei quattro satelliti medicei: a destra, Io; a sinistra, Europa (più interno) e Ganimede.

Secondo fonti storiche, dei quattro satelliti medicei, Ganimede sarebbe visibile ad occhio nudo in condizioni osservative ideali e se l'osservatore fosse dotato di una vista acuta; infatti, le sue prime osservazioni potrebbero risalire all'astronomo cinese Gan De, che nel 364 a.C.[2] sarebbe riuscito a vedere il satellite schermando la vista di Giove con un albero o qualcosa di analogo. Anche gli altri tre satelliti sarebbero in teoria visibili ad occhio nudo, raggiungendo una magnitudine apparente inferiore alla 6a - che corrisponde al limite di visibilità - se non fossero nascosti dalla luminosità di Giove.[3] Considerazioni recenti, mirate a valutare il potere risolutivo dell'occhio nudo sembrerebbero tuttavia indicare che la combinazione della ridotta distanza angolare tra Giove ed ognuno dei suoi satelliti e della luminosità del pianeta (anche valutando le condizioni in cui questa sarebbe minima) renderebbero impossibile per un uomo riuscire ad individuare uno dei satelliti.[3]

Le prime osservazioni registrata dei satelliti di Giove furono tuttavia quelle che Galileo Galilei compì tra il 1609 [4] e il marzo 1610, che gli permisero di individuare i quattro satelliti medicei (Io, Europa, Ganimede e Callisto) con il suo cannocchiale.[5] Non furono scoperti altri satelliti sino a quando Edward Emerson Barnard osservò Amaltea nel 1892.[6] Grazie anche all'aiuto dell'astrofotografia, nel corso del XX secolo si susseguirono rapidamente numerose scoperte. Imalia fu scoperta nel 1904,[7] Elara nel 1905,[8] Pasifae nel 1908,[9] Sinope nel 1914,[10] Lisitea e Carme nel 1938,[11] Ananke nel 1951,[12] e Leda nel 1974.[13] Sino a quando le sonde Voyager raggiunsero il sistema di Giove, nel 1979, il numero di satelliti del gigante gassoso si era quindi stabilito sulle 13 unità; nel 1975 fu scoperto un quattordicesimo satellite, Temisto,[14] ma, a causa della quantità di dati disponibili ancora insufficiente, i suoi parametri orbitali non poterono essere ricavati e la sua scoperta non venne ufficializzata sino al 2000. Le missioni Voyager permisero di scoprire altre tre lune, poste internamente rispetto ai satelliti galileiani e strettamente correlate col sistema di anelli del pianeta: Metis, Adrastea e Tebe.[15] Fino al 1999 si riteneva così che il sistema di Giove fosse composto da soli 16 satelliti.

Per due decenni non furono scoperti altri satelliti, ma tra l'ottobre 1999 e il febbraio 2003 i ricercatori riuscirono ad individuare, mediante strumentazioni da Terra molto sensibili, altre 32 lune;[16] si trattava per lo più di oggetti molto deboli, di dimensioni in genere non superiori ai 10 km, posti in orbite molto ampie, eccentriche e generalmente retrograde. Si ritiene che tutti questi piccoli satelliti siano in realtà dei corpi di origine asteroidale o addiritura cometaria, probabilmente anche frammenti di corpi originariamente ben più grandi, catturati dall'immane gravità del pianeta.[17] In seguito sono stati scoperti, ma non ancora confermati, altri 14 satelliti che hanno portato a 63 il numero delle lune osservate;[18] non si esclude però l'esistenza di altri satelliti, ancora inosservati, in orbita attorno al pianeta.

Classificazione dei satelliti

Benché la distinzione non sia rigorosamente definita, i satelliti di Giove possono essere classificati come segue.

Satelliti interni

Il gruppo di Amaltea e quello dei satelliti galileiani si compongono di satelliti omogenei fra loro per parametri fisici ed orbitali; il primo corpo ad esulare dallo schema è Temisto, che, come Carpo, S/2003 J 12 e S/2003 J 2, esula dalla categorizzazione qui presentata.

Satelliti esterni

I numerosi corpi rimanenti, di dimensioni generalmente contenute, possono essere raggruppati in tre famiglie, che portano il nome del satellite principale appartenente a ciascuna di esse, e condividono parametri o caratteristiche orbitali relativamente simili.

  • I satelliti del gruppo di Carme presentano orbite caratterizzate da un semiasse maggiore prossimo ai 23 404 000 km, un'inclinazione orbitale pari a 165,2±0,3° ed un'eccentricità compresa fra 0,238 e 0,272. Solo S/2003 J 10 si discosta parzialmente da questi parametri, per via dell'elevata eccentricità della sua orbita.
  • I satelliti del gruppo di Ananke orbitano ad una distanza media da Giove prossima ai 21 276 000 km, con inclinazioni pari a 149,0±0,5° ed eccentricità comprese fra 0,216 e 0,244; tuttavia solo gli otto membri principali (S/2003 J 16, Mneme, Euante, Ortosia, Arpalice, Prassidice, Tione, Telsinoe, Ananke e Giocasta) rispettano tutti i parametri, mentre i rimanenti otto corpi se ne discostano parzialmente.
  • Il gruppo di Pasifae raggruppa i satelliti rimanenti; è centrato su di un semiasse maggiore di 23 624 000 km, le inclinazioni orbitali sono nell'ordine dei 151,4±6,9° e le eccentricità sono comprese fra 0,156 e 0,432. Data la sua evidente dispersione, potrebbe trattarsi di un antico gruppo di satelliti in fase di progressiva disgregazione, oppure di un semplice raggruppamento di corpi privi di un'origine comune.

Si ritiene che derivino da asteroidi catturati dal campo gravitazionale di Giove, come pure le famiglie dei gruppi Imalia e Carpo.

Prospetto

Segue un prospetto con i dati dei 63 satelliti di Giove conosciuti, ordinati per periodo di rivoluzione intorno al pianeta. Sono evidenziati in violetto i satelliti abbastanza massicci da possedere una forma sferoidale (ovvero i satelliti galileiani), e in grigio scuro i satelliti irregolari, probabilmente catturati in un secondo momento dalla forza di gravità del pianeta.

Nome Diametro
medio
Massa Raggio
orbitale
medio
Periodo orbitale  Scoperta  Gruppo
Giove XVI Metis 43 km 120×1015 kg 127 690 km 0,294780 giorni 1979 Gruppo di Amaltea
Giove XV Adrastea 26×20×16 km 7,5×1015 kg 128 694 km 0,29826 giorni 1979 Gruppo di Amaltea
Giove V Amaltea 262×146×134 km 2,1×1018 kg 181 170 km 0,498179 giorni 1892 Gruppo di Amaltea
Giove XIV Tebe 110×90 km 1,5×1018 kg 221 700 km 0,6745 giorni 1979 Gruppo di Amaltea
Giove I Io 3 643 km 89×1021 kg 421 700 km 1,769138 giorni 1610 Satelliti galileiani
Giove II Europa 3 122 km 48×1021 kg 671 034 km 3,551181 giorni 1610 Satelliti galileiani
Giove III Ganimede 5 262 km 150×1021 kg 1 070 412 km 7,154553 giorni 1610 Satelliti galileiani
Giove IV Callisto 4 821 km 110×1021 kg 1 882 709 km 16,689018 giorni 1610 Satelliti galileiani
Giove XVIII Temisto 8 km 0,69×1015 kg 7 391 645 km 129,8276 giorni 1975
Giove XIII Leda 20 km 11×1015 kg 11 097 245 km 238,8242 giorni 1974 Gruppo di Imalia
Giove VI Imalia 170 km 6,7×1018 kg 11 432 435 km 249,7263 giorni 1904 Gruppo di Imalia
Giove X Lisitea 36 km 63×1015 kg 11 653 225 km 256,9954 giorni 1938 Gruppo di Imalia
Giove VII Elara 86 km 870×1015 kg 11 683 115 km 257,9849 giorni 1905 Gruppo di Imalia
S/2000 J 11 4 km 90×1012 kg 12 570 575 km 287,9310 giorni 2000 Gruppo di Imalia
Giove XLVI Carpo 3 km 45×1012 kg 17 144 875 km 1,2556 anni 2003
S/2003 J 12 1 km 1,5×1012 kg 17 739 540 km 1,3215 anni 2000
Giove XXXIV Euporia 2 km 15×1012 kg 19 088 435 km 1,4751 anni 2001 Gruppo di Ananke?
S/2003 J 3 2 km 15×1012 kg 19 621 780 km 1,5374 anni 2003 Gruppo di Ananke
S/2003 J 18 2 km 15×1012 kg 19 812 575 km 1,5598 anni 2003 Gruppo di Ananke
Giove XLII Telsinoe 2 km 15×1012 kg 20 453 755 km 1,6362 anni 2003 Gruppo di Ananke
Giove XXXIII Euante 3 km 45×1012 kg 20 464 855 km 1,6375 anni 2001 Gruppo di Ananke
Giove XLV Elice 4 km 90×1012 kg 20 540 265 km 1,6465 anni 2003 Gruppo di Ananke?
Giove XXXV Ortosia 2 km 15×1012 kg 20 567 970 km 1,6499 anni 2001 Gruppo di Ananke?
Giove XXIV Giocasta 5 km 190×1012 kg 20 722 565 km 1,6685 anni 2000 Gruppo di Ananke
S/2003 J 16 2 km 15×1012 kg 20 743 780 km 1,6711 anni 2003 Gruppo di Ananke
Giove XII Ananke 28 km 30×1015 kg 20 815 225 km 1,6797 anni 1951 Gruppo di Ananke
Giove XXVII Prassidice 7 km 430×1012 kg 20 823 950 km 1,6808 anni 2000 Gruppo di Ananke
Giove XXII Arpalice 4 km 120×1012 kg 21 063 815 km 1,7099 anni 2000 Gruppo di Ananke
Giove XXX Ermippe 4 km 90×1012 kg 21 182 085 km 1,7243 anni 2001 Gruppo di Ananke?
Giove XXIX Tione 4 km 90×1012 kg 21 405 570 km 1,7517 anni 2001 Gruppo di Ananke
Giove XL Mneme 2 km 15×1012 kg 21 427 110 km 1,7543 anni 2003 Gruppo di Ananke
S/2003 J 17 2 km 15×1012 kg 22 134 305 km 1,8419 anni 2003 Gruppo di Carme
Giove XXXI Aitne 3 km 45×1012 kg 22 285 160 km 1,8608 anni 2001 Gruppo di Carme
Giove XXXVII Cale 2 km 15×1012 kg 22 409 210 km 1,8763 anni 2001 Gruppo di Carme
Giove XX Taigete 5 km 160×1012 kg 22 438 650 km 1,8800 anni 2000 Gruppo di Carme
S/2003 J 19 2 km 15×1012 kg 22 709 060 km 1,9141 anni 2003 Gruppo di Carme
Giove XXI Caldene 4 km 75×1012 kg 22 713 445 km 1,9147 anni 2000 Gruppo di Carme
S/2003 J 15 2 km 15×1012 kg 22 721 000 km 1,9156 anni 2003 Gruppo di Ananke?
S/2003 J 10 2 km 15×1012 kg 22 730 815 km 1,9168 anni 2003 Gruppo di Carme?
S/2003 J 23 2 km 15×1012 kg 22 739 655 km 1,9180 anni 2003 Gruppo di Pasifae
Giove XXV Erinome 3 km 45×1012 kg 22 986 265 km 1,9493 anni 2000 Gruppo di Carme
Giove XLI Aede 4 km 90×1012 kg 23 044 175 km 1,9566 anni 2003 Gruppo di Pasifae
Giove XLIV Callicore 2 km 15×1012 kg 23 111 825 km 1,9652 anni 2003 Gruppo di Carme?
Giove XXIII Calice 5 km 190×1012 kg 23 180 775 km 1,9740 anni 2000 Gruppo di Carme
Giove XXXII Euridome 3 km 45×1012 kg 23 230 860 km 1,9804 anni 2001 Gruppo di Pasifae?
Giove XLIX Core 2 km 15×1012 kg 23 238 595 km 1,9814 anni 2003 Gruppo di Pasifae
Giove XXXVIII Pasitea 2 km 15×1012 kg 23 307 320 km 1,9902 anni 2001 Gruppo di Carme
Giove XLVIII Cillene 2 km 15×1012 kg 23 396 270 km 2,0016 anni 2003 Gruppo di Pasifae
Giove XLVII Eucelade 4 km 90×1012 kg 23 483 695 km 2,0129 anni 2003 Gruppo di Carme
S/2003 J 4 2 km 15×1012 kg 23 570 790 km 2,0241 anni 2003 Gruppo di Pasifae
Giove XXXIX Egemone 3 km 45×1012 kg 23 702 510 km 2,0411 anni 2003 Gruppo di Pasifae
Giove XLIII Arche 3 km 45×1012 kg 23 717 050 km 2,0429 anni 2002 Gruppo di Carme
Giove XI Carme 46 km 0,13×1018 kg 23 734 465 km 2,0452 anni 1938 Gruppo di Carme
Giove XXVI Isonoe 4 km 75×1012 kg 23 832 630 km 2,0579 anni 2000 Gruppo di Carme
S/2003 J 9 1 km 1,5×1012 kg 23 857 810 km 2,0612 anni 2003 Gruppo di Carme
S/2003 J 5 4 km 90×1012 kg 23 973 925 km 2,0762 anni 2003 Gruppo di Carme
Giove VIII Pasifae 60 km 300×1015 kg 24 094 770 km 2,0919 anni 1908 Gruppo di Pasifae
Giove IX Sinope 38 km 75×1015 kg 24 214 390 km 2,1075 anni 1908 Gruppo di Pasifae
Giove XXXVI Sponde 2 km 15×1012 kg 24 252 625 km 2,1125 anni 2001 Gruppo di Pasifae
Giove XXVIII Autonoe 4 km 90×1012 kg 24 264 445 km 2,1141 anni 2001 Gruppo di Pasifae
Giove XVII Calliroe 9 km 870×1012 kg 24 356 030 km 2,1261 anni 1999 Gruppo di Pasifae
Giove XIX Megaclite 5 km 210×1012 kg 24 687 240 km 2,1696 anni 2000 Gruppo di Pasifae
S/2003 J 2 2 km 15×1012 kg 30 290 845 km 2,9487 anni 2003

Note sui nomi

Molti asteroidi hanno nomi simili o identici ad alcuni satelliti di Giove: si tratta di 9 Metis, 24 Themis, 38 Leda, 52 Europa, 85 Io, 113 Amalthea, 204 Kallisto, 239 Adrastea e 1036 Ganymed. In questi casi la presenza del numero aiuta a capire che si tratta di un asteroide e non di un satellite naturale di Giove.

Note

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  2. ^ Xi Zezong, The Discovery of Jupiter's Satellite Made by Gan De 2000 years Before Galileo, in Acta Astrophysica Sinica, vol. 1, n. 2, 1981, p. 87.
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  5. ^ Albert Van Helden, The Telescope in the Seventeenth Century, in Isis, vol. 65, n. 1, marzo 1974, pp. 38–58, DOI:10.1086/351216.
  6. ^ E. E. Barnard, Discovery and Observation of a Fifth Satellite to Jupiter, in Astronomical Journal, vol. 12, 1892, pp. 81–85, DOI:10.1086/101715.
  7. ^ Discovery of a Sixth Satellite of Jupiter, in Astronomical Journal, vol. 24, n. 18, 9 gennaio 1905, pp. 154B;, DOI:10.1086/103654.
  8. ^ C. D. Perrine, The Seventh Satellite of Jupiter, in Publications of the Astronomical Society of the Pacific, vol. 17, n. 101, 1905, pp. 62–63.
  9. ^ P. J. Melotte, Note on the Newly Discovered Eighth Satellite of Jupiter, Photographed at the Royal Observatory, Greenwich, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 68, n. 6, 1908, pp. 456–457.
  10. ^ S. B. Nicholson, Discovery of the Ninth Satellite of Jupiter, in Publications of the Astronomical Society of the Pacific, vol. 26, 1914, pp. pp. 197–198, DOI:10.1086/122336.
  11. ^ S. B. Nicholson, Two New Satellites of Jupiter, in Publications of the Astronomical Society of the Pacific, vol. 50, 1938, pp. 292–293, DOI:10.1086/124963.
  12. ^ S. B. Nicholson, An unidentified object near Jupiter, probably a new satellite, in Publications of the Astronomical Society of the Pacific, vol. 63, n. 375, 1951, pp. 297–299, DOI:10.1086/126402.
  13. ^ C. T. Kowal, K. Aksnes, B. G. Marsden, E. Römer, Thirteenth satellite of Jupiter, in Astronomical Journal, vol. 80, 1974, pp. pp. 460–464, DOI:10.1086/111766.
  14. ^ B. G. Marsden, Probable New Satellite of Jupiter (telegramma inviato all'UAI sulla scoperta), in International Astronomical Union Circulars, vol. 2845, 3 ottobre 1975. URL consultato il 03-09-2008. Formato sconosciuto: telegramma inviato all'UAI sulla scoperta (aiuto)
  15. ^ S. P. Synnott, 1979J2: The Discovery of a Previously Unknown Jovian Satellite, in Science, vol. 210, n. 4471, 1980, pp. 786–788, DOI:10.1126/science.210.4471.786, PMID 17739548.
  16. ^ Gazetteer of Planetary Nomenclature, su planetarynames.wr.usgs.gov, U.S. Geological Survey, Working Group for Planetary System Nomenclature (WGPSN). URL consultato il 02-08-2008.
  17. ^ S. S. Sheppard, D. C. Jewitt, An abundant population of small irregular satellites around Jupiter, in Nature, vol. 423, 5 maggo 2003, pp. 261–263, DOI:10.1038/nature01584.
  18. ^ S. S. Sheppard, Jupiter's Known Satellites, su dtm.ciw.edu, Departament of Terrestrial Magnetism at Carniege Institution for science. URL consultato il 28-08-2008.

Bibliografia

Titoli generali

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  • (EN) Stephen Hawking, A Brief History of Time, Bantam Books, 1988, ISBN 0-553-17521-1.
  • H. Reeves, L'evoluzione cosmica, Milano, Rizzoli–BUR, 2000, ISBN 88-17-25907-1.
  • AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia, Novara, De Agostini, 2002.
  • J. Gribbin, Enciclopedia di astronomia e cosmologia, Milano, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50517-8.
  • W. Owen, et al, Atlante illustrato dell'Universo, Milano, Il Viaggiatore, 2006, ISBN 88-365-3679-4.
  • M. Rees, Universo. Dal big bang alla nascita dei pianeti. Dal sistema solare alle galassie più remote, Milano, Mondadori Electa, 2006, p. 512.

Titoli specifici

Sul sistema solare

  • M. Hack, Alla scoperta del sistema solare, Milano, Mondadori Electa, 2003, p. 264.
  • F. Biafore, In viaggio nel sistema solare. Un percorso nello spazio e nel tempo alla luce delle ultime scoperte, Gruppo B, 2008, p. 146.
  • (EN) Vari, Encyclopedia of the Solar System, Gruppo B, 2006, p. 412, ISBN 0120885891.

Sul pianeta

  • (EN) Bertrand M. Peek, The Planet Jupiter: The Observer's Handbook, Londra, Faber and Faber Limited, 1981, ISBN 0571180264, OCLC 8318939.
  • (EN) Eric Burgess, By Jupiter: Odysseys to a Giant, New York, Columbia University Press, 1982, ISBN 023105176X.
  • (EN) John H. Rogers, The Giant Planet Jupiter, Cambridge, Cambridge University Press, 1995, ISBN 0521410088, OCLC 219591510.
  • (EN) Reta Beebe, Jupiter: The Giant Planet, 2°, Washington, Smithsonian Institute Press, 1996, ISBN 1560986859.
  • (EN) AA.VV., The New Solar System, a cura di Kelly J. Beatty; Carolyn Collins Peterson; Andrew Chaiki, 4ª ed., Massachusetts, Sky Publishing Corporation, 1999, ISBN 0933346867, OCLC 39464951.
  • (EN) D. C. Jewitt; S. Sheppard ; C. Porco, F. Bagenal; T. Dowling; W. McKinnon, Jupiter: The Planet, Satellites and Magnetosphere (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2004, ISBN 0521818087.
  • (EN) Linda T. Elkins-Tanton, Jupiter and Saturn, New York, Chelsea House, 2006, ISBN 0-8160-5196-8.

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