S/2016 J 1

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S/2016 J 1
(Giove LIV)
Immagini di Precovery di Giove LIV riprese dal Canada-France-Hawaii Telescope il 26 febbraio 2003.
Satellite diGiove
Scoperta2016
ScopritoreScott S. Sheppard
ClassificazioneGruppo di Ananke
Parametri orbitali
Semiasse maggiore20650845 km
Periodo orbitale602,7 giorni
(1,65 anni)
Inclinazione rispetto
all'equat. di Giove
139,8°
Eccentricità0,141
Longitudine del
nodo ascendente
293,8°
Argom. del perielio328,2°
Anomalia media25,53°
Dati fisici
Diametro medio~1 km
Dati osservativi
Magnitudine app.24,0

S/2016 J 1, o Giove LIV, è un piccolo satellite naturale irregolare del pianeta Giove.

È stato scoperto da Scott S. Sheppard nel 2016. Appartiene al gruppo di Ananke.

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

Il satellite è stato scoperto nel 2016 da Scott S. Sheppard, ma l'annuncio fu dato solo il 2 giugno 2017 con una Minor Planet Electronic Circular del Minor Planet Center e gli fu assegnata la designazione provvisoria S/2016 J 1.[1] Dal momento che sua orbita è stata determinata con precisione, il satellite ha ricevuto l'ordinale: Giove LIV.

Denominazione[modifica | modifica wikitesto]

In attesa della promulgazione della denominazione definitiva da parte dell'Unione Astronomica Internazionale, il satellite è noto mediante la numerazione ufficiale Giove LIV.

Parametri orbitali[modifica | modifica wikitesto]

S/2016 J 1 appartiene al gruppo di Ananke,[2] composto da satelliti retrogradi ed irregolari che orbitano attorno a Giove ad una distanza compresa fra 19,3 e 22,7 milioni di chilometri, con una inclinazione orbitale pari a circa 150°.

S/2016 J 1 ha un diametro di circa 1 km e orbita intorno a Giove con un semiasse maggiore di circa 20650845 km in circa 602,7 giorni, con un'eccentricità di 0,141[3]. L'orbita è retrograda con una inclinazione di circa 140°;[4] di conseguenza, il satellite si muove in direzione opposta alla rotazione del pianeta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ MPEC 2017-L08 : S/2016 J 1, su Minor Planet Center, International Astronomical Union. URL consultato il 2 giugno 2017.
  2. ^ Scott S. Sheppard, MOONS OF JUPITER, su sites.google.com, Carnegie Institution for Science. URL consultato il 18 luglio 2018.
  3. ^ (EN) Scott S. Sheppard - JupiterMoons, su sites.google.com. URL consultato il 23 gennaio 2019.
  4. ^ Archived copy, su home.dtm.ciw.edu. URL consultato il 17 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2017).

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