Vic Elford

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Vic Elford
Nazionalità Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Automobilismo
Categoria Rally
Sportprototipi
Formula 1
Termine carriera 1974
Carriera
Carriera in Formula 1
Stagioni 1968-1969, 1971
Scuderie Cooper
McLaren
BRM
Miglior risultato finale 14º (1969)
GP disputati 13 (13 partenze)

8 punti ottenuti

 

Vic Elford, vero nome Victor Henry Elford (Londra, 10 giugno 1935Plantation, 13 marzo 2022[1]), è stato un pilota automobilistico britannico di numerose discipline.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

(EN)

«In 1949 my father took me to see the first British GP after the war. I decided there and then "THAT IS WHAT I AM GOING TO DO!"
I was 13 years old.»

(IT)

«Nel 1949 mio padre mi portò a vedere il primo British Gran Prix del dopoguerra. Fu lì che decisi "QUESTO È CIÒ CHE FARÒ!"
Avevo 13 anni.»

Vic Elford è stato uno dei più veloci piloti degli anni sessanta e settanta, era soprannominato Quick Vic dai suoi colleghi e, visti i suoi risultati sportivi, è stato tra i piloti più versatil di quel periodo.

Elford al volante di una Porsche 908/03 nel 1971

Varrà a titolo di esempio la stagione agonistica 1968 del pilota. A fine gennaio la vittoria del prestigioso Rally di Montecarlo con una Porsche 911, il weekend successivo va a vincere la 24 Ore di Daytona e un mese dopo ottiene il 2º posto a Sebring. A maggio la conquista della Targa Florio in coppia con Umberto Maglioli (sempre su Porsche) (da molti ritenuta la più bella di sempre[senza fonte], una vittoria ottenuta dopo aver recuperato un ritardo di 18 minuti causato da una foratura) e due settimane dopo, Vic domina la 1000 km del Nürburgring. A giugno la 24 Ore di Le Mans gli sfugge a due ore dalla fine per un guasto alla frizione. Infine il suo debutto in Formula Uno a luglio in un Gran Premio di Francia allagato, dove riesce a condurre al 4º posto una Cooper T86B per niente competitiva.

Esordi[modifica | modifica wikitesto]

La carriera del pilota inglese era cominciata come navigatore del rallista David Seigle-Morris su una Triumph TR3A[3], per poi diventare egli stesso pilota nel 1961 alla guida di una Mini come "privato"[3], per poi passare la stagione successiva ad una DKW Junior "ufficiale" con cui ottenne le prime vittorie nel campionato britannico e l'anno dopo alla veloce ma inaffidabile Triumph TR4, per poi approdare alla squadra ufficiale Ford britannica e alla sua Ford Cortina, dove rimase dal 1964 al 1966[3]. Nel 1967 fece suo il titolo di campione europeo rally con una Porsche 911 ufficiale, iniziando un lungo rapporto con la Casa di Stoccarda.

Gli anni con le vetture sport[modifica | modifica wikitesto]

Con la Porsche passò alle vetture sport e alle gare di durata, ottenendo subito una vittoria di classe alla 24 Ore di Le Mans 1967 in coppia con l'olandese Ben Pon sulla Porsche 906 2 litri e salendo il mese successivo sul podio (con vittoria di classe) al Circuito del Mugello con Gijs van Lennep sulla 911 R. Ma la sua carriera decollò nel 1968, con le vittorie di cui si è già parlato precedentemente.

Dopo aver guidato le Porsche 908 e 917 fino alla stagione 1971, per la stagione 1972 fu ingaggiato dall'Autodelta per pilotare le Alfa Romeo Tipo 33 in quella che fu l'ultima stagione completa.

Alla Targa Florio del 1970 pilotò in prova la Porsche 917K lungo le strette strade siciliane, optando poi per guidare in gara la più agile Porsche 908/03.

Il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Dopo una stagione 1973 in cui ha gareggiato in pochi eventi, Vic si è ritirato dalle competizioni alla fine del 1974. Nel settembre 1975 fu ingaggiato dalla società francese Inaltera per creare, organizzare e condurre il team da loro sponsorizzato per partecipare alla 24 Ore di Le Mans 1976. Tale impegno continuò l'anno seguente con risultati ancora migliori e in seguito ha collaborato con altre case costruttrici in vari campionati.

È deceduto il 13 marzo 2022 in seguito a una malattia[1].

Risultati in carriera[modifica | modifica wikitesto]

24 Ore di Le Mans[modifica | modifica wikitesto]

Anno Classe Team Compagni
d'equipaggio
Telaio Motore Partenza Arrivo Note
1967 Sport 2.0 37 Bandiera della Germania Porsche System Engineering Bandiera dei Paesi Bassi Ben Pon Porsche 906K Carrera 6 Porsche 2.0L Boxer-6 33º Vittoria di Classe
1968 Prototipi 3.0 32 Bandiera della Germania Ovest Porsche System Engineering Bandiera della Germania Ovest Gerhard Mitter Porsche 908 Porsche 3.0L Boxer-8 33º (rit.) -
1969 Sport 5.0 12 Bandiera della Germania Ovest Porsche System Engineering Bandiera del Regno Unito Richard Attwood Porsche 917L Porsche 4.5L Boxer-12 15º (rit.[4]) GPV
3min 27sec 20
1970 Sport 5.0 25 Bandiera dell'Austria Porsche KG Salzburg Bandiera della Germania Kurt Ahrens, Jr. Porsche 917L Porsche 4.9L Boxer-12 Pole Position
3min 19s 08
18º (rit.) GPV
3min 21s 00
1971 Sport 5.0 21 Bandiera della Germania Ovest Martini Racing Team Bandiera della Francia Gérard Larrousse Porsche 917L Porsche 4.9L Boxer-12 33º (rit.) -
1972 Sport 3.0 17 Bandiera dell'Italia Autodelta SpA Bandiera dell'Austria Helmut Marko Alfa Romeo Tipo 33TT3 Alfa Romeo 3.0L V8 25º (rit.) -
1973 GT 5.0 39 Bandiera della Francia Automobiles Charles Pozzi Bandiera della Francia Claude Ballot-Léna Ferrari 365 GTB/4 Ferrari 4.4L V12 23º Vittoria di Classe
1974 GT 61 Bandiera della Francia Robert Buchet Bandiera della Francia Claude Ballot-Léna Porsche 911 Carrera RSR Porsche 3.0L Boxer-6 18º 31º (rit.) -
1983 Gruppo C 28 Bandiera della Francia Jean Rondeau
Bandiera della Francia Ford France
Bandiera della Francia Joël Gouhier
Bandiera della Francia Anne-Charlotte Verney
Rondeau M379 Ford Cosworth DFV 3.0L V8 32º 33º (rit.) -

Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

1968 Scuderia Vettura Punti Pos.
Cooper-BRM T86B 4 Rit Rit Rit 5 Rit 8 5 18º
1969 Scuderia Vettura Punti Pos.
Cooper-Maserati[5]
McLaren-Ford Cosworth DFV
T86B[5]
M7A
7 10 5 6 Rit 3 14º
1971 Scuderia Vettura Punti Pos.
BRM P160 11 0
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Vic Elford è stato nominato Chevalier de Ordre national du Mérite dal Presidente francese Georges Pompidou per il suo "coraggio ed eroismo"[2] perché durante la 24 Ore di Le Mans 1972, mentre era alla guida di un'Alfa Romeo, dopo essere stato sorpassato alla Curva Mulsanne da Jo Bonnier con la Lola, vide quest'ultimo avere un incidente nel tentativo di sorpassare una Ferrari 365 Daytona e, appena giunto sul luogo dell'incidente, scese dalla sua auto per lanciarsi tra il fumo e le fiamme nel tentativo di salvare i due colleghi, credendoli ancora intrappolati nelle vetture. Con somma sorpresa, aprendo lo sportello della Ferrari trovò l'abitacolo vuoto: non si era accorto che il pilota s'era già rifugiato oltre il guard rail, ma solo allora notò che i rottami della Lola erano tra gli alberi e che Jo Bonnier non s'era salvato.

(EN)

«Regarding the Chevalier de l'Ordre National du Mérite, I was very proud to receive it, but I would rather not have been in the circumstances where it could happen. I didn't feel I had done anything special - if a driver's life was at risk I thought it was absolutely normal to try and save him.»

(IT)

«Per quanto riguarda l'onorificenza di Cavalier dell'Ordine Nazionale del Merito, fui molto fiero di riceverla, ma non mi sarei voluto trovare nelle circostanze in cui l'ho ottenuta. Non credo di aver fatto nulla di speciale - se la vita di un pilota era a rischio, pensai fosse assolutamente normale provare a salvarlo.»

Nei media[modifica | modifica wikitesto]

Vic Elford prese parte nel 1971 alle riprese del film Le 24 Ore di Le Mans di Steve McQueen come controfigura, mentre nel 1972 fu il narratore del docufilm The Speed Merchants di Michael Keyser.

Ha anche scritto tre libri:

  • (FR) "La Victoire ou...rien!" (in collaborazione con Michel Delannoy)
  • (EN) "Porsche High-Performance Driving Handbook"
  • (EN) "Reflections on a Golden Era in Motorsports" (autobiografia)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Lutto nel mondo dei motori: è morto Vic Elford, su formulapassion.it, 13 marzo 2022.
  2. ^ a b c (EN) Intervista a Vic Elford, su classicrallies.com, www.classicrallies.com. URL consultato il 22 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2007).
  3. ^ a b c Graham Robson, Vic Elford profile, in Autocar, 127 (nbr 3731), 17 agosto 1967, pp. 12–13.
  4. ^ causa: rottura della frizione alla 22ª ora (da "I racconti di Pedro"), su gpx.it, www.gpx.it, 5 dicembre 2008. URL consultato il 2 agosto 2009.
  5. ^ a b per il Gran Premio di Monaco

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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