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«Il concetto della Grande Serbia è lo scopo dell'esistenza del Partito Radicale Serbo

Vojislav Šešelj, presidente del Partito Radicale Serbo

Vojislav Šešelj (serbo: Војислав Шешељ) (Sarajevo, 11 ottobre 1954) è un politico serbo, fondatore e presidente del Partito Radicale Serbo.

Per più di dieci anni è stato eletto deputato all'Assemblea Nazionale di Serbia e all'Assemblea Federale della Repubblica Federale di Jugoslavia. È stato Vice Primo Ministro di Serbia (1998-2000), e nel periodo 1996-1998 è stato sindaco di Zemun. Šešelj si è consegnato ed è stato estradato il 24 febbraio 2003 al Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia, all'Aja, dove è sotto processo con l'accusa di crimini contro l'umanità[1] (omicidio, atti inumani, persecuzioni per motivi politici, razziali e religiosi, sterminio e attacchi contro civili) nei territori di Croazia e Bosnia ed Erzegovina[2]. Il 12 ottobre 2014 a causa del suo stato di salute è stato rilasciato temporaneamente dal Tribunale ed è tornato in Serbia per curarsi[3]. Dal maggio 2015 Šešelj è in attesa della sentenza, che dovrebbe essere pronunciata entro marzo 2016.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanza e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Vojislav nasce nel 1954 in una povera famiglia di Sarajevo. La famiglia Šešelj proviene dalla Bassa Erzegovina, dal villaggio di Mareva Ljut nei pressi di Popovo Polje, vicino al villaggio di Zavala, nell'Erzegovina orientale. Suo padre si chiamava Nikola Šešelj (1925–1978) e la madre Danica Misita (1924–2007), mentre Vojislav prende il nome dal nonno. I suoi genitori si sposarono nel 1953 prima di trasferirsi a Sarajevo dove vissero in modeste condizioni in una caso vicino alla vecchia stazione dei treni dato che il padre era impiegato nella compagnia statale jugoslava dei treni ŽTP. La madre stava a casa a prendersi cura dei due figli, Vojislav e la sorella minore Dragica.[4] Un parente da parte di sua madre era stato un comandante cetnico, il tenente colonnello Veselin Misita.[5]

Fu battezzato il 25 novembre 1955 nel monastero di Zavala, secondo il rito serbo-ortodosso. Šešelj iniziò le elementari nel settembre 1961 alla scuola primaria Vladimir Nazor prima che questa fosse trasferita nel nuovo complesso scolastico Bratstvo i Jedinstvo. Studente di successo fino al quarto anno, si disinteressò poi alle valutazioni facendo il minimo sforzo richiesto per raggiungere voti sufficienti. La storia era la sua materia preferita ed in generale privilegiava scienze sociali a quelle naturali.[6]

Vojislav ha completato la scuola elementare nel reparto sperimentale, dopo di che si è iscritto al liceo.[7] Frequentò il ginnasio a Sarajevo, ricevendo buoni voti. Nell'estate del 1971, all'età di 16 anni, accettò di partecipare alla Lega dei Comunisti, proposta che fu fatta a lui e altri due giovani compagni a seguito dell'impegno eccezionale mostrato durante un campo di lavoro a Banja Luka, in seguito al terremoto del 1969. Era attivo nelle organizzazioni studentesche come presidente dell unione degli studenti del ginnasio. Šešelj agiva secondo l'ideologia comunista,[8] visto che la sua visione del mondo era delineata dai testi di Marx, Engels, e Lenin che teorizzavano la giustizia sociale e l'etica comunista. Per un periodo lesse anche gli scritti Trotsky e Mao.[9] Mentre era al ginnasio Šešelj continuò a partecipare ai campi di lavoro per giovani durante l'estate. Nel 1972 e 1973 lavorò come operaio nei dintorni del fiume Morava, costruendo terrapieni.[10]

Dopo il ginnasio, alla fine del 1973, Šešelj si iscrisse alla facoltà di legge dell'Università di Sarajevo. Fu eletto, inoltre, come vice-presidente delle organizzazioni studentesche. Nacquero delle polemiche quando criticò fortemente Fuad Muhić, il candidato rettore, dichiarando pubblicamente che Muhić fosse incapace di ricoprire quella carica.[11] Muhić fu comunque eletto. Dopo essere stato tutor delle matricole, Šešelj divenne assistente del corso, tenendo due lezioni alla settimana ed aiutando il professore durante gli esami orali degli studenti e nella stesura dei paper delle conferenze. Nel 1975, come parte della delegazione dell'università, il 21 enne Šešelj visitò, per due settimane, l'università di Mannheim, nella Germania dell'Est, e questo fu il suo primo viaggio all'estero. Completò il quadriennio di studi universitari in solo due anni e otto mesi nel 1976.[12]

Appena dopo essersi laureato, Šešelj ambiva al lavoro di professore alla Facoltà di legge dell'Università di Sarajevo ma in quel momento, non c'erano posizioni aperte per quel ruolo. Šešelj cercò lavoro, allora, presso altre università. Inizialmente decise di fare domanda per la facoltà di legge a Mostar (che da branca dell'Università di Sarajevo si stava trasformando in università indipendente) dove cercavano assistenti per il corso di diritto costituzionale. Poi venne a sapere dell'esistenza di un posto di assistente vacante alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Sarajevo per il corso "Partiti Politici ed Orgnanizzazione" e decise di fare domanda a Sarajevo. Inoltre i suoi amici Zdravko Grebo, Rodoljub Marjanović e Milan Tomić avevano già lavorato li come assistenti e la madre di Grebo era la preside della facoltà.[13] Dopo aver saputo che il corso "Partiti Politici ed Organizzazione" era diretto dal professore Atif Purivatra, amico e compagno politico di Muhić, Šešelj ritirò la domanda credendo che un rifiuto avrebbe danneggiato la sua carriera professionale. Tramite la madre di Grebo, Šešelj apprese che l'università era in procinto di formare il dipartimento per la difesa del popolo per cui sarebbero serviti molti assistenti.[14] Un mese più tardi, fu assunto e divenne professore del corso "Teorie di guerra". Šešelj tenne questi corsi facendo affidamento alla letteratura marxista classica come "La guerra civile in Francia", "Il 18 brumaio di Luigi Napoleone "Anti-Dühring", ma basandosi anche su testi di Lenin come "Stato e Rivoluzione".[15] Šešelj si immerse profondamente nei testi di Trotsky, cosi come nella lettura di quelli di Isaac Deutscher a proposito di Trotsky e Stalin. In parallelo, Šešelj cominciò gli studi post-universitari, iscrivendosi alla Facoltà di Legge all'Università di Belgrado. Ma a causa del lavoro a Sarajevo, non riuscì a trasferirsi a Belgrado, andandoci solamente due/tre volte al mese per frequentare i corsi. Ottenne il master nel giugno 1978 con una tesi intitolata "Il concetto marxista di popolo in armi". Nel 1978 passò due mesi e mezzo alla Grand Valley State Colleges attraverso un programma di scambio con l'università di Sarajevo.[16] Šešelj insegnò anche scienze politiche all'Università del Michigan. Nel 1978, dopo essere rientrato dagli Stati Uniti, iniziò a seguire un dottorato alla Facoltà di legge a Belgrado. Dopo aver consegnato la sua tesi agli inizi del 1979, decise di specializzarsi all'Università di Greifswald della Germania dell'Est.[17] Ottenne il dottorato il 26 novembre del 1979 con la tesi "L'essenza politica del militarismo e del fascismo", facendo di lui, all'età di 25 anni, il più giovane dottore di ricerca della Jugoslavia.[18] Nel dicembre 1979 Šešelj entrò nell'Armata Popolare Jugoslava per svolgere il servizio militare obbligatorio e fu collocato a Belgrado. Completò il servizio militare nel novembre 1980, ma nel frattempo aveva perso il posto alla Facoltà di Scienze Politiche all' Università di Sarajevo.

All'inizio degli anni '80, Šešelj iniziò a frequentare intellettuali di circoli dissidenti che avevano tendenze nazionaliste serbe. Più volte criticò Atif Purivatra, Hasan Sušić e Omer Ibrahimagić per aver danneggiato la sua carriera e gli accusò di panislamismo.[19] Utilizzò il giornale letterario Književna Reč per criticare nuovamente Purivatra, Sušić e Muhamed Filipović per aver preso parte alla conferenza internazionale a Madrid incentrata sul Libro Verde di Muammar al-Gheddafi. Šešelj descrisse il loro contributo alla conferenza come "panislamista" (citazione)

Nel settembre 1981 ritornò alla Facoltà di Scienze Politiche dove chiese di insegnare nel corso di relazioni internazionali. La Facoltà di Scienze Politiche, come luogo di formazione di futuri politici, era controllata da vicino dal Partito Comunista cosi che lo schietto Šešelj attirò subito l'attenzione degli ufficiali di partito. Šešelj supportò apertamente anche un'altro giovane prominente intellettuale, Nenad Kecmanović, che era oggetto di una controversia dopo aver criticato alcuni settori della nomenklatura in Bosnia attraverso i suoi articolo sul giornale NIN. (citazione)

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

La prima moglie fu Vesna Tunić con la quale ebbe un figlio Nikola (1984), mentre era in prigione. Poco dopo il divorzio ha sposato Jadranka attuale moglie, e ha avuto tre figli: Aleksandar (1993), Mihajlo (1996) e Vladimir (1998).

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Inizi[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi degli anni ottanta stabilisce legami con un gruppo di intellettuali serbi di Belgrado di orientamento nazionalista . Egli entrò in conflitto con le autorità comuniste della Repubblica Socialista di Bosnia ed Erzegovina e in particolare con gli allora leader della Lega dei Comunisti della Bosnia ed Erzegovina Branko Mikulić e Hamdija Pozderac. Šešelj lesse la tesi di laurea del collega Brano Miljuš, protetto da Mikulic e Pozderac, e lo accusò di plagio per aver copiato più di 40 pagine dai testi di Marx e Edvard Kardelj.[20][21]  Šešelj criticò anche i ranghi politici più alti, in particolare Pozderac in quanto esaminatore della tesi di Miljuš. Šešelj venne espulso dalla Lega Comunista il 4 dicembre 1981.[22]

Nella primavera del 1982, solo sei mesi dopo essere stato riassunto, il suo posto alla Facoltà di Scienze Politiche era a rischio. Šešelj venne spostato presso l'Istituto per la ricerca sociale (Institut za društvena istraživanja), un istituzione affiliata all'Università. Intellettuali belgradesi, sopratutto scrittori o ricercatori nelle scienze sociali, agirono in sua difesa scrivendo lettere di protesta al governo della Repubblica Socialista della Bosnia Erzegovina, al Consiglio Centrale della Lega dei Comunisti della Bosnia Erzegovina e alla Facoltà di Scienze Politiche. Šešelj era critico verso il modo in cui le questioni nazionali venivano affrontate dalla Jugoslavia: si dichiarò favorevole all'uso della forza contro gli albanesi kosovari e denunciò la passività della leadership serba nella gestione della crisi in Kosovo. Secondo Šešelj i musulmani di Bosnia non erano una nazione ma un gruppo religioso, e si disse preoccupato dal fatto che la Bosnia stesse diventando una repubblica dominata dai Musulmani. Iniziò ad essere spiato da agenti dell'UDBA, Il primo arresto di Šešelj avvenne l' 8 febbraio 1984, il secondo giorno dei Giochi Olimpici a Sarajevo. Si trovava sul treno per Belgrado quando la polizia segreta vi salì nei dintorni della stazione di Podlugovi , e sequestrò alcuni testi che Šešelj teneva nella borsa. Il secondo arrestato della giornata fu Dragan Kijac (più tardi capo della sicurezza nella Republika Srpska).

A Doboj fu fatto scendere dal treno, trasferito in una Mercedes e portato a Belgrado. La polizia lo interrogò per 27 ore e poi lo rilasciò dopo averlo informato che sarebbe stato nuovamente sentito. Tornò a Sarajevo dove Rašid Musić and Milan Krnjajić dell' UDBA lo interrogarono ancora due volte. Secondo Šešelj trascrissero tutte le conversazione che ebbe con gli amici più intimi in cui criticava alcune figure politiche ed il regime comunista in generale. Secondo Šešelj il regime lo aveva implicato in "un processo che ha l'obiettivo di bilanciare i gruppi etnici, perseguitando un gruppo serbo dal momento che Izetbegović', come rappresentante di quello musulmano, era già stato accusato".[23]

Il 20 aprile 1984 Šešelj fu arrestato all'interno del suo appartamento a Belgrado mentre 28 persone erano presenti per seguire una lezione di Milovan Đilas, rappresentante dell'Università Libera, un'organizzazione semi clandestina che univa intellettuali critici verso il regime comunista.[24] Šešelj rimase quattro giorni in carcere prima di essere rilasciato.[23]

Prigione

Šešelj rimase un uomo libero per tre settimane. A metà maggio del 1984 Stane Dolanc (il rappresentante sloveno della Presidenza Jugoslava e onnipotente capo della sicurezza) rilasciò un'intervista a TV Belgrade , in cui citò Šešelj facendo riferimento al manoscritto non pubblicato Odgovori na anketu-intervju: Šta da se radi? in cui auspica "la riorganizzazione del federalismo Jugoslavo. Una Jugoslavia con solo 4 repubbliche costituenti (Serbia, Macedonia,Slovenia e Croazia), abolendo il sistema del singolo partito e cancellando le nazionalità artificiali". Due giorni dopo, Šešelj fu nuovamente arrestato a Sarajevo. Alcuni giorni più tardì, iniziò uno sciopero della fame, per attirare l'attenzione della stampa internazionale. Passò il suo tempo dietro le sbarre leggendo e non impegnandosi più di tanto nel preparare la sua difesa durante il processo. Qualche settimana più tardi sua moglie Vesna Mudreša diede alla luce il loro primo figlio – un bambino che fu chiamato Nikola, come il padre di Šešelj. Si rifiutò comunque di porre fine allo sciopero della fame, anche dopo che li venne data la notizia della nascita del figlio. L'ultimo giorno del processo, debole, fragile, e con la salute che andava via via deteriorandosi, decise di terminare lo sciopero continuato per 48 giorni.[25]

Alcuni giorni più tardi, il 9 luglio 1984, fu condannato ad otto anni di prigione. Il verdetto finale, espresso dal giudice Milorad Potparić concluse che Šešelj "agì dalla piattaforma anaco-liberale e nazionalista compiendo atti criminali di contro rivoluzione mettendo a rischio l'ordine sociale". Il pezzo incriminato citato dalla corte era un manoscritto che la polizia segreta aveva trovato a casa di Šešelj. In appello, la Suprema Corte ridusse la sentenza a sei anni, poi a quattro ed infine a due.

Šešelj scontò i primi otto mesi di prigione a Sarajevo prima di essere trasferito nella prigione di Zenica nel gennaio 1985, dove fu messo in quarantena ed in isolamento dagli altri detenuti per tre settimane durante i quali furono effettuati degli esami medici e delle osservazioni psicologiche per creare un piano di riabilitazione. Šešelj disse subito agli ufficiali giudiziari di non voler svolgere alcun tipo di lavoro giustificandosi che "i comunisti arrestati prima della Seconda Guerra Mondiale nella Jugoslavia capitalista non dovevano svolgere dei lavori, allo stesso modo io che abbraccio una ideologia anti-comunista rifiuto di fare i lavori in una prigione comunista". La sua condotta lo costirinse al confino che inizialmente doveva durare due settimane ma che si potrasse per un mese. Durante il primo confino decise di iniziare un altro sciopero della fame. Durante questo periodo, fu picchiato dagli ufficiali che lo volevano costringere a mangiare. Lui non cedette e continuò lo sciopero per un totale di 16 giorni. In totale, dei 16 mesi passati a Zenica, sei mesi e mezzo li passò in confino.[26] Fu rilasciato nel marzo del 1986, due mesi prima del previsto a causa delle pressioni, proteste e petizioni di intellettuali Jugoslavi e non, alcuni dei quali diverranno in seguito suoi oppositori politici [27]. Dopo essere uscito dal carcere, Šešelj si trasferì a Belgrado dove iniziò a scrivere e pubblicare libri. Diventa così membro dell'Associazione degli scrittori di Serbia. Inizia una stretta collaborazione con l'intelletuale monarchico Vuk Drašković (in seguito suo avversario politico), che gli fece da testimone al battesimo del figlio Nikola.[28]. Secondo John Mueller, Šešelj "sembrò essere mentalmente squilibrato in seguito delle torture e dei pesataggi subuti in prigione". [29] Dopo la sua liberazione venne espulso dalla Società Filosofica Croata[28].

Durante il 1989, Vojislav Šešelj tenne un totale di 97 lezioni ai serbi nella diaspora, la maggior parte dei quali negli Stati Uniti e in Canada e in piccola parte in Europa Occidentale e Australia. Nello stesso anno, il giorno della festa serba di Vidovdan, fu ordinato vojvoda cetnico per "particolari meriti nella lotta per l'interesse nazionale serbo" dal vojvoda cetnico in esilio Momčilo Đujić..[30]

Dopo il ritorno dagli Stati Uniti, il 23 gennaio 1990 Šešelj fonda il Movimento Libertario Serbo, mentre il 14 marzo dello stesso anno il suo movimento si unisce al Rinnovamento Nazionale Serbo (erede dell'Associazione Sava, prima associazione anticomunista serba). L'unione dei due partiti portò alla creazione del Movimento del Rinnovamento Serbo (SPO). Nonostante ciò nel maggio del 1990, i due leader di SPO Vuk Drašković e Šešelj, si dividono e Šešelj insieme all'ala destra di SPO, abbandona il partito e fonda il Movimento Cetnico Serbo (SČP). (citazione 23 che non riesco ad inserire)

Nell'ottobre del 1990 Šešelj viene arrestato per la seconda volta a causa della tentata distruzione della "Casa dei fiori", tomba di Josip Broz Tito, protestando contro l'insediamento del croato Stjepan Mesić alla presidenza della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e per il raccoglimento di volontari per la difesa della Repubblica Serba di Krajina. Appena uscito dal carcere il 14 novembre si candida a presidente della Serbia. Šešelj alle elezioni del 1990 arriva al quinto posto con 96.277 voti, dopo Slobodan Milošević, Vuk Drašković, Ivan Đurić e Sulejman Ugljanin.

Il 23 febbraio 1991 a Kragujevac, viene fondato il Partito Radicale Serbo,di cui Šešelj è eletto presidente, dall'unione del suo Movimento Cetnico Serbo e dai comitati locali del Partito Radicale Popolare di Tomislav Nikolić.

Nel giugno 1991,nel comune di Rakovica, vengono ripetute le elezioni per un deputato all'Assemblea Nazionale di Serbia, Šešelj si candida e vince sconfiggendo Goran Karaklajić del Partito Socialista di Serbia e Borislav Pekić del Partito Democratico.

Durante le guerre nella ex-Jugoslavia, Šešelj si caratterizza per toni radicalmente nazionalisti, auspicando la creazione della "Grande Serbia", lungo la linea Karlobag-Ogulin-Virovitica-Karlovac. Egli raccolse volontari mandati in guerra sotto il comando dell'Armata Popolare Jugoslava (JNA). Egli visitò vari luoghi del conflitto Plitvice, Vukovar e Erzegovina e Semberija. A Vukovar è stato quasi ucciso da due proiettili[28]. Si adoperò anche sulla questione del Kosovo, chiedendo l'espulsione dei terroristi e degli albanesi giunti dopo la Seconda guerra mondiale[31].

Nel tardo 1991, durante la battaglia di Vukovar, Šešelj andò Borovo Selo , ad incontrare il vescovo della chiesa ortodossa e descrisse pubblicamente i Croati come popolo genocidiario e pervertito.[32]  Il gruppo paramilitare Aquile Bianche, attivo durante le guerre Jugoslave, fu associato alla sua persona, venendo anche chiamato Šešeljevci (gli uomini di Šešelj).[33][34]

In maggio e luglio 1992 Šešelj visitò la il villaggio di Hrtkovci nella Vojvodina e pubblicamente lanciò la campagna di persecuzione della popolazione locale croata..[35][36]  Sempre nel 1992, Šešelj incontrò il falso principe Alexei Dolgorukov e gli offrì la corona serba che Alexei disse di aver accettato. Quando un comunicato dell'Associazione Europea Monarchica annunciò pubblicamente dell'incontro, Šešelj ritirò l'appoggio al monarchismo e tornò al repubblicanesimo.

Nelle elezioni del dicembre 1992, SRS ottenne il 27 % dei voti contro il 40 % vinto dal Partito Socialista del Presidente Slobodan Milošević. La relazione con esso fu amichevole durante il primo anno di guerra.[37] Šešelj insieme al suo partito fu effettivamente uno stretto alleato di Milošević e lo aiutò ad orchestrare il licenziamento di massa dei giornalisti nel 1992. Šešelj diede pubblicamente il suo supporto a Milošević nell'agosto del 1993..[38] Nel settembre 1993 però Šešelj and Milošević entrarono in conflitto quando quest'ultimo revocò il suo sostegno alla Republika Srpska nella guerra in Bosnia. Milošević descrisse in quest'occasione Šešelj come "personificazione della violenza e del primitivismo".[39]

Nel dicembre 1992, Šešelj riuscì a far cadere il governo federale jugoslavo guidato da Milan Panić e poco dopo nel giugno del 1993 a ottenere le dimissioni del presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia.

Nella sfera pubblica diventa famoso come grande oratore, veloce e tagliente, quasi invincibile nei conflitti politici pubblici. Le sue orazioni sono caratterizzate da "grida, urla e pressioni psicologiche in modo che l'avversario non possa riprendere fiato"[31][40] tanto che egli non esita, spesso e volentieri a insultarlo. Šešelj è stato coinvolto in scontri con la sicurezza del Parlamento[41], durante il dibattito nell'Assemblea Federale in occasione della sua espulsione dal Montenegro da parte del regime di Momir Bulatović (dopo il comizio a Herceg-Novi) dopo aver sputato al presidente del Parlamento Radoman Bozovic[41]. Più tardi fu espulso anche dalla Bosnia ed Erzegovina.

Dall'opposizione a Milošević fino alla Bulldozer Revolution[modifica | modifica wikitesto]

Finisce in prigione per la terza volta dal 29 settembre 1994 al 29 settembre 1995. Alle elezioni locali SRS riesce a conquistare il comune di Zemun, di cui Šešelj è eletto sindaco.[42] Nel 1996 gli fanno visita il leader del Partito Liberal-Democratico di Russia Vladimir Žirinovskij e il presidente del Front Natìonal Jean-Marie Le Pen, nominato cittadino onorario di Zemun [43]. Per tutto il periodo 1993-1998 Šešelj, conduce una politica di ferrea opposizione al regime del Partito Socialista di Serbia (SPS) di Slobodan Milošević.

Alle elezioni presidenziali in Serbia del 21 settembre 1997, Vojislav Šešelj ottiene 1.125.140 voti ed entra nel secondo turno, battendo con il 50,61% dei voti validi il rivale Zoran Lilić (SPS), ma la commissione annulla il risultato poiché l'affluenza è stata del 48,88%, ovvero inferiore al quorum necessario del 50%. L'elezione suppletiva tenutasi il 7 dicembre viene vinta da Milan Milutinović (SPS), che riesce a sconfiggere Šešelj.

Nel luglio 1997 Šešelj apparì come ospite nel programma Tête-à-tête su BKTV insieme all'avvocato Nikola Barović nelle vesti di sfidante. Il duello degenerò quasi subito in uno scambio di accuse verbali ed attacchi personali che culminarono con Barović che tirò un bicchiere d'acqua in faccia a Šešelj. Qualche tempo dopo Barović venne aggredito fisicamente da uomini della sicurezza di Šešelj.[44][45]

Nel settembre 1998 Šešelj rispose ai media stranieri ed organizzazioni per i diritti umani: "Se noi non riusciamo a conquistare tutti i loro (della NATO) aerei, vi arriveremo attraverso ciò che è alla nostra portata: ovvero Helsinki Committees, e i gruppi Quisling . Di quelli che abbiamo le prove che sono al servizio della propaganda estera vi sono Voice of America, Deutsche Welle, Radio Free Europe, Radio France International, and the BBC radio" Se troviamo qualcuno di loro al momento dell'aggressione non dovrebbero aspettarsi nulla di buono.[46]

Human Rights Watch condannò la dichiarazione. (nota 31 che non riesco ad inserire)

Alle elezioni parlamentari del 1997, SPS e SRS fanno una coalizione,creando un "governo di unità nazionale" di cui Šešelj è eletto vicepremier, infatti la posizione della Serbia all'inizio del mandato di questo governo era seria. I rapporti con il governo autonomista del Montenegro, guidato da Milo Djukanović erano estremamente tesi e come se non bastasse la ribellione armata nel Kosovo, sfociò dopo il referendum in cui si respinse la partecipazione di negoziatori internazionali e il collasso dei negoziati a Rambouillet, nell'aggressione della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia iniziata nella primavera del 1999.

L'aggressione del Kosovo fu interrotta con la firma dell'accordo di Kumanovo che ha istituito un protettorato delle Nazioni Unite e di fatto sospeso ogni sovranità serba in Kosovo; Šešelj e il suo partito si opposero a questa soluzione abbandonando il governo nel 2000.

Il Partito Radicale Serbo registrò un pessimo punteggio sia nelle elezioni federali, che nelle elezioni parlamentari del 2000,che segnarono il crollo del regime di Milošević e la Bulldozer Revolution.

In seguito all'arresto di Slobodan Milošević e la sua estradizione all'Aja, Šešelj divenne il punto di riferimento dei nazionalisti serbi tanto che ottenne l'appoggio dello stesso Milošević,in occasione delle elezioni presidenziali del 2002 (anch'esse annullate per via dell'affluenza) dove conquistò ben il 37% dei voti.

L'estradizione al Tribunale dell'Aja[modifica | modifica wikitesto]

Il Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia (ICTY), ha incriminato nel gennaio 2003 Vojislav Šešelj di crimini contro l'umanità e violazioni delle leggi e delle usanze di guerra in Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Vojvodina. E' stato accusato anche per presunta partecipazione ad una "joint criminal entrerprise" ("impresa criminale di gruppo") . È stato accusato di "discorsi e dichiarazioni che hanno contribuito alla decisione di commettere questi crimini". Šešelj si è consegnato volontariamente il 23 febbraio 2003. E' stato detenuto per quattro anni e mezzo in attesa del processp che è iniziato nel novembre 2007. Nel frattempo, nell'autunno del 2005, ha testimoniato nel processo contro Slobodan Milošević .[47]

Tomislav Nikolić, vicepresidente di SRS assunse la leadership del partito dopo l'arresto di Šešelj, formazione politica che continuò ad avere un consenso abbastanza alto (28% dei voti circa). SRS è stata all'opposizione del governo serbo guidato da Vojislav Koštunica, e composto dal Partito Democratico di Serbia, G17 Plus e il Movimento del Rinnovamento Serbo-Nuova Serbia. Nell'autunno del 2006, SRS ha sostenuto l'adozione della nuova Costituzione della Serbia.

Durante le prime fasi del progesso, Šešelj ribadì più volte di non capire appieno le accuse visto che la lingua con cui venivano formulate non era serbo. Oltretutto non si alzò mai all'entrata dei giudici in tribunale e chiese a quest'ultimi di vestire abiti "civili" [48]. Nel 2005, il 19 agosto 2005 passò alla ribalta quando lesse una lettera che precedentemente aveva inviato all' ICTY in cui dichiarava il suo disprezzo verso la corte. La lettera venne letta da Šešelj di fronte alle telecamere e conteneva una serie di insulti ed imprecazioni dirette ai giudici e agli ufficiali del tribunale. In tale lettera, Šešelj scrisse che il giudice che presiedeva la corte era in grado solo compiere sesso orale con lui, e si riferiva a Carla Del Ponte come "la prostituta". In custodia, scrisse "Kriminalac i ratni zločinac Havijer Solana" (Javer Solana criminale di guerra), un testo in cui criticava il segretario generale della NATO (e attualmente Alto Rappresentante degli Affari Esteri e alle Politica di Sicurezza e Segretario Generale del Consiglio dell'Unione Europea e Unione Europea Occidentale) che condusse la guerra in Kosovo nel 1999..[49]

Il 2 dicembre 2006, 40.000 persone marciarono nelle strade di Belgrado in sostegno a Šešelj che stava conducendo uno sciopero della fame all'Aja dopo che ICTY gli aveva negato la possibilità di difendersi da solo. A seguito della manifestazione, il segretario del Partito Radicale Aleksandar Vučić dichiarò "Non sta combattendo solo per la sua vita, ma sta combattendo per la vita di tutti noi che stiamo manifestando qui oggi. Vojislav Šešelj sta combattendo per la Serbia ""[50]. Šešelj terminò lo sciopero della fame l'otto dicembre quando la corte ha accettato che si difendesse da solo.[51] Mentre era in custodia all'Aja, Šešelj ideò la lista di candidati del suo partito che sarebbe stata presentata alle elezioni politiche del gennaio 2007.[52]

Nel febbraio 2008 la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo, causò la caduta del secondo governo di Koštunica e vennero indette nuove elezioni per l' 11 maggio. A queste elezioni, SRS è arrivato al secondo posto con 78 deputati, rimanendo all'opposizione durante il governo di Mirko Cvetković.

Nel settembre 2008 però Šešelj e Tomislav Nikolić, presidente dell'SRS dopo l'arresto di Šešelj, si scontrano riguardo all'entrata nell'UE. Ciò causò l'abbandono di SRS da parte di Nikolić, che insieme a 20 deputati ha formato il Partito Progressista Serbo (SNS). Šešelj accusò Nikolić di essere stato "spinto dai servizi segreti stranieri" a causare la scissione in SRS.

Šešelj fu accusato dal tribunale ICTY di 15 crimini contro l'umanità e violazioni di leggi e costumi di guerra. La prima di queste accuse era la persecuzione di croati, musulmani e altri non-serbi in Vukovar, Šamac, Zvornik and Vojvodina . Altre accuse includevano omicidio, deportazione forzata, imprigionamento illegale, tortura e distruzione di proprietà durante le guerre jugoslave.[53] . L'assistente di Šešelj, Ljubiša Petković, fu dichiarato colpevole di oltraggio da parte del tribunale ICTY dopo essersi rifiutato di testimoniare nel processo a Šešelj. Petković è stato condannato a quattro mesi di prigione. Fu messo il libertà il 26 settembre dalle unità di detenzione del tribunale.[54][55][56]

L'11 febbraio 2009, dopo che 71 testimoni sono stati ascoltati, sette ore prima della presunta conclusione il giudice ha sospeso il processo a tempo indefinito in base alle richieste del pubblico ministero. Quest'ultimo sosteneva che i testimoni fossero oggetto di intimidazione. Šešelj dichiarò che il vero motivo della sospensione era il fatto che i pubblici ministeri stavano perdendo il caso. Accusò la corte di aver costretto alcuni a testimoniare il falso per evitare che lo proscioglierreso e chiese che gli venissero pagati i danni "per le sofferenze e i sei anni passati in prigione". Uno dei tre giudici fu contrario alla sospensione del processo dicendo che era "ingiusto interrompere il processo verso qualcuno che era già detenuto da sei anni". Un processo fu aperto contro Šešelj, dal momento che aveva rivelato in un suo libro l'identità di tre testimoni i cui nomi erano stati occultati dal tribunale. Fu condannato dall'ICTY a 15 mesi di reclusione. .[57][58]

Il 25 novembre 2009 venne annunciato che il processo a Šešelj sarebbe ripreso il 12 gennaio 2010. Il processo ricominciò e continuò fino al 17 marzo 2010. Il 10 marzo 2010 il comunicato stampa dell'ICTY annunciò che era in programma che Šešelj sarebbe riapparso davanti alla corte il 20 aprile per la nuova accusa di aver rivelato informazioni riservate rispetto ad 11 testimoni. Questa era la seconda volta che veniva condannato per lo stesso motivo. Il 17 marzo 2010 il comunicato stampa settimanale dell' ICTY annunciò che "Il processo contro Vojislav Šešelj, è stato aggiornato fino a quando non si avranno ulteriori notizie sullo stato di salute dei rimanenti quattro testimoni. Nel comunicato del 24 marzo si legge "il processo a Vojislav Šešelj, continuerà giovedi alle 14.15 nella prima stanza della corte e verrà ascoltato un testimone dei quattro dei restanti". Il 14 aprile 2010 l'ITCY dichiarò che era rimasto solamente un testimone da sentire e che il 30 marzo il processo era stato aggiornato e ripreso presumibilmente nel maggio del 2010, dopo che il secondo processo iniziato contro di lui dall'ITCY sarebbe terminato..[59]

I pubblici ministeri chiesero di condannare Šešelj a 28 anni di prigione, per presunto reclutamento di gruppi paramilitari e incitamento a commettere atrocità durante le guerre balcaniche. Nelle osservazioni finali del processo per crimini di guerra del 14 marzo 2012, Šešelj disse che il tribunale autorizzato dal consiglio dell'ONU era una creazione delle agenzie di intelligence occidentali e non aveva giurisdizione sul suo caso. Fù riportato che giurò di "deridere questo processo".[60]

Nel settembre 2011 il tribunale ICTY rifiutò la richiesta di Šešelj di concludere il suo processo dato che durava da tempo.[61] Nella sua domanda alla corte, Šešelj dichiarò che il diritto ad essere giudicato in un tempo ragionevole gli era stato violato, dicendo che la situazione era "incomprensibile, scandalosa ed inappropriata". In ogni caso il giudice deliberò che "non c'è un limite predeterminato rispetto al tempo oltre al quale un processo viene considerato ingiusto o cancellato " e che Šešelj "non aveva portato prove concrete di abuso durante il processo". Di tutte le persone incriminate dall'ICTY Šešelj è quello che ha aspettato più a lungo di tutti il verdetto.

Il 6 novembre 2014, l'ITCY rilasciò provvisoriamente Šešelj. .[62]Tornò a Belgrado dopo 11 anni di quello che considerò un processo inconcluedente all'Aja. Il suo rilascio provvisorio fu permesso a seguito della diagnosi di metastasi e del deterioramento della sua salute.[63] Furono centinaia le persone che lo accolsero all'aereoporto. Da lì si spostò poi alla sede dell' SRS di Belgrado dove tenne un discorso pieno d'odio verso le popolazioni non-serbe e ripropose l'ideale della "Grande Serbia".[64] Il Parlamento europeo condannò immediatamente tale dichiarazione e chiese alle autorità serbe di fare lo stesso. Da quando è tornato in Serbia Šešelj ha ripreso l'attività politica[3].

La controversa scrittrice ed ex portavoce dell'ICTY Florence Hartmann, lei stessa accusata e condannata per oltraggio dal tribunale[65], si oppose con forza al rilascio di Šešelj che considerò inammissibile dal momento che un presunto verdetto era già stato ottenuto e scritto ma non divulgato..[66]

Salute

A Šešelj fu diagnosticato un cancro al colon, operato il 18 dicembre 2013. Fu sottoposto a chemioterapia.[67]

Libri

Šešelj è autore di più di 200 libri, la maggior parte nella forma di documenti e trascrizioni di interviste o comparse pubbliche. Alcuni titoli dei suoi libri sono formulati come insulti ai suoi nemici, giudici e pubblici ministeri dell'ITCY e a figure politiche estere.[68]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ordine della Stella dei Karađorđević di primo grado con fusciacca - nastrino per uniforme ordinaria
immagine del nastrino non ancora presente

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. Il concetto marxista del popolo armato (Марксистички концепт наоружаног народа), 1983.
  2. Accusa contro Josip Broz Tito (Оптужница против Јосипа Броза Тита), 1990.
  3. La fenomenologia del dispotismo balcanico (Феноменологија балканског деспотизма), 1992.
  4. Milošević arresta i radicali (Милошевић хапси радикале), 1994.
  5. Il popolo serbo e il nuovo ordine mondiale (Српски народ и нови светски поредак), 1999.
  6. Un controrivoluzionario nella Bulldozer Revolution (Контрареволуционар у булдожер револуцији), 2001.
  7. L'ideologia del nazionalismo serbo (Идеологија српског национализма), 2002.
  8. L'affare Hrtkovci e la puttana ustascia Nataša Kandić (Афера Хртковци и усташка курва Наташа Кандић), 2003.
  9. Saddam Hussein contro l'aggressione globalista (Садам Хусеин против агресивног глобализма), 2003.
  10. Nelle fauci della puttana Del Ponte (У чељустима курве Дел Понте), 2004.
  11. L'aiutante del diavolo il papa criminale Giovanni Paolo II (Ђаволов шегрт злочиначки римски папа Јован Павле Други), 2005.
  12. L'Unione europea creazione satanista (Европска унија сатанистичка творевина), 2006.

Le altre sono disponibili su www.vseselj.com.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ICTY, Vojislav Seselj indictment, 15 January 2003.
  2. ^ Accusa dell'ONU, 26 febbraio 2008.
  3. ^ a b Šešelj pušten iz pritvora Haškog Tribunala | N1 Srbija
  4. ^ Војислав Шешељ, su vseselj.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  5. ^ (rs) Priča Vojislava Šešelja (9): Ceo život u dva kofera, in vesti-online.com, 4 April 2012. URL consultato il 25 November 2012. Lingua sconosciuta: rs (aiuto)
  6. ^ Војислав Шешељ, su vseselj.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  7. ^ Детињство
  8. ^ Greška 404 - Dani, su bhdani.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  9. ^ Војислав Шешељ, su vseselj.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  10. ^ Војислав Шешељ, su vseselj.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  11. ^ Greška 404 - Dani, su bhdani.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  12. ^ Greška 404 - Dani, su bhdani.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  13. ^ Nada Bojić, Између науке, сукоба и сумње, April 1992. URL consultato il 2 August 2015.
  14. ^ Nada Bojić, Између науке, сукоба и сумње, April 1992. URL consultato il 2 August 2015.
  15. ^ Nada Bojić, Између науке, сукоба и сумње, April 1992. URL consultato il 2 August 2015.
  16. ^ Pravnici su pravi ljudi, in Biografija :: "Ko ste Vi, VŠ?", Vojislav Šešelj official website, April 1992. URL consultato il 21 December 2012.
    «Proveo sam dva i po meseca 1978. u asocijaciji Državnih koledža Velike Doline u Mičigenu [...] međuuniverzitetska razmena. Jedne godine bi deset asistenata Univerziteta u Sarajevu išlo u Mičigen, a naredne godine bi dolazili iz Mičigena u Sarajevo.»
  17. ^ Filmato audio Davide Denti (OBC)/Sandbox, su YouTube. ;RTS, fall 1997
  18. ^ Шешељев профил на БиБиСију
  19. ^ Vojislav ŠEŠELJ, Hajka na jeretika/Campaign against a Heretic (Beograd: ABC Glas, 1991), p. 12.
  20. ^ BRANO S ONOGA SVETA Ko je novi mandatar vlade u Banjaluci i da li ce nekadasnji prepisivac Karla Marksa uspeti da napravi politicki kapital?, NIN 1 January 1999.
  21. ^ Novi mandatar u RS – Viša dedinjska matematika, Vreme.com, 9 January 1999.
  22. ^ Yves Tomic, The Ideology of a Greater Serbia in the Nineteenth and Twentieth Centuries: political ideas of Vojislav ŠEŠELJ (PDF), p. 68. URL consultato il 15 June 2012.
  23. ^ a b NIN / Svi moji zatvori, su nin.co.rs, 27 febbraio 2003. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  24. ^ La Repubblica, RETATA NELLA NOTTE A BELGRADO FERMATI I MASSIMI OPPOSITORI, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 22/04/84.
  25. ^ Војислав Шешељ, su vseselj.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  26. ^ Војислав Шешељ, su vseselj.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  27. ^ BalcaniCaucaso, Si muore una sola volta, su balcanicaucaso.org.
  28. ^ a b c Чланак Милоша Васића у Времену, 23.05.1994.
  29. ^ Mueller,  p. 50: "20. One of the most fanatical of Serb nationalists, the political scientist Šešelj, who spent a year teaching at the University of Michigan in his younger years, later seems to have become mentally unbalanced as the result of the torture and beatings he endured while in prison in Yugoslavia for counterrevolutionary activities. One academic colleague described him as 'disturbed, totally lost, and out of his mind.'" See UN Experts, Final Report, par. 107-08; see also Judah, The Serbs, p. 187"
  30. ^ [1] Archiviato il 20110606115201 su www.b92.net URL di servizio di archiviazione sconosciuto.
  31. ^ a b „Шешељ: Каријера претњи и увреда“ Недељник „Време“, број 476, 19. фебруар 2000.
  32. ^ Renaud de la Brosse, Political Propaganda and the Plan to Create a "State for all Serbs" – Consequences of Using the Media for Ultra-Nationalist Ends – Part 3 (PDF), su hague.bard.edu, Office of the Prosecutor of the International Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia, 4 February 2003. URL consultato il 16 April 2012.
  33. ^ ICTY, Vojislav Seselj indictment, 15 January 2003.
  34. ^ United Nations Commission of Experts established pursuant to the United Nations Security Council Resolution 780 (1992), Annex IV: The policy of ethnic cleansing, in Final report, 28 December 1994. URL consultato il 28 October 2010.
  35. ^ Marcus Tanner, 'Cleansing' row prompts crisis in Vojvodina, The Independent, August 1992. URL consultato il 19 January 2011.
  36. ^ Chuck Sudetic, Serbs Force An Exodus From Plain, su query.nytimes.com, New York Times, 26 July 1992. URL consultato il 19 January 2011.
  37. ^ Europe | Profile: Vojislav Seselj, BBC News, 7 novembre 2007. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  38. ^ Renaud de la Brosse, Political Propaganda and the Plan to Create a "State for all Serbs" – Consequences of Using the Media for Ultra-Nationalist Ends – Part 4 (PDF), su hague.bard.edu, Office of the Prosecutor of the International Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia, 4 February 2003. URL consultato il 16 April 2012.
  39. ^ Europe | Profile: Vojislav Seselj, BBC News, 7 novembre 2007. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  40. ^ "Nasa Borba" - Dr Slobodan Antonic o TV duelu Draskovic - Seselj, su yurope.com. URL consultato il 24. 06. 2010..
  41. ^ a b http://www.nin.co.yu/arhiva/2407/3.html
  42. ^ The New York Times, New Small-Town Mayor Is a Man for All Serbs, su nytimes.com, 20/12/1996.
  43. ^ La Croix, LA VIE COMME ELLE VA, su la-croix.com, 20/10/2000.
  44. ^ Robert Thomas, Serbia under Milošević: politics in the 1990s, p. 330. URL consultato il 15 June 2012.
  45. ^ Filmato audio Davide Denti (OBC)/Sandbox, su YouTube.
  46. ^ Serbian Deputy Prime Minister Seselj Threatens Journalists and Human Rights Organizations, su Human Rights Watch. URL consultato il 26 febbraio 2016.
  47. ^ BalcaniCaucaso, Seselj e Milosevic al TPI : l'ultima linea di difesa ita, su balcanicaucaso.org, 5/10/2005.
  48. ^ BalcaniCaucaso, Vojislav Seselj a L'Aja ita, su balcanicaucaso.org, 4/03/2003.
  49. ^ "There is no peace with Solana and NATO" – Serbian Radicals' deputy head, csees.net; accessed 15 April 2015.
  50. ^ "Serbs march in support of Šešelj", BBC News, 2 December 2006.
  51. ^ "Serb suspect ends hunger strike", BBC News, 8 December 2006.
  52. ^ "Serbian suspect to stand in poll", BBC News, 21 November 2006.
  53. ^ ICTY, Vojislav Seselj indictment, 15 January 2003.
  54. ^ [2] [collegamento interrotto]
  55. ^ Petkovic On Trial For Contempt | Sense Agency | News, su sense-agency.com, SENSE Agency. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  56. ^ The ICTY Digest (PDF), su icty.org, 13 October 2008. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  57. ^ [3][collegamento interrotto]
  58. ^ Serbia: Ultranationalist war crimes supect's trial suspended - Adnkronos Politics, su adnkronos.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  59. ^ TPIY : Press, su icty.org, ICTY. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  60. ^ Serbian war crimes suspect Seselj says his trial was political, 14 March 2012. URL consultato il 28 March 2012. [collegamento interrotto]
  61. ^ Rachel Irwin, Seselj Bid to Discontinue Trial Rejected, su iwpr.net, IWPR. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  62. ^ Nations Unies (PDF), su icr.icty.org, 6 November 2014. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  63. ^ Hague Releases Seselj on Health Grounds, su balkaninsight.com, Balkan Insight. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  64. ^ BalcaniCaucaso, Šešelj: il vendicatore torna dall’Aja, su balcanicaucaso.org, 11/11/2014.
  65. ^ ICTY Judgement, In the case against Florence Hartmann (PDF), su icty.org, ICTY, 19 July 2011.
  66. ^ Hartmann: Puštanje Šešelja na slobodu je nedopustivo, presuda je već napisana - Vijesti, su index.hr, 22 novembre 2014. URL consultato il 25 ottobre 2015.
  67. ^ Šešelj diagnosed with metastatic cancer, inserbia.info; accessed 15 April 2015.
  68. ^ Војислав Шешељ, su vseselj.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.

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