Tina Anselmi
Tina Anselmi | |
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Ministro del lavoro e della previdenza sociale | |
Durata mandato | 29 luglio 1976 – 11 marzo 1978 |
Presidente | Giulio Andreotti |
Predecessore | Mario Toros |
Successore | Vincenzo Scotti |
Ministro della sanità | |
Durata mandato | 11 marzo 1978 – 4 agosto 1979 |
Presidente | Giulio Andreotti |
Predecessore | Luciano Dal Falco |
Successore | Renato Altissimo |
Deputata della Repubblica Italiana | |
Legislatura | V, VI, VII, VIII, IX, X |
Gruppo parlamentare | Democrazia Cristiana |
Circoscrizione | Veneto |
Collegio | Venezia-Treviso |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Democrazia Cristiana |
Titolo di studio | laurea in lettere |
Professione | insegnante, sindacalista |
Firma |
Tina Anselmi (Castelfranco Veneto, 25 marzo 1927 – Castelfranco Veneto, 1º novembre 2016[1]) è stata una politica e partigiana italiana. È stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana.[2]
Biografia
Origini e formazione
Tina Anselmi nacque a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927 in una famiglia cattolica: il padre era un aiuto farmacista di idee socialiste e fu per questo perseguitato dai fascisti; la madre gestiva un'osteria assieme alla nonna.[3]
Frequentò il ginnasio nella città natale, quindi l'istituto magistrale a Bassano del Grappa. È qui che il 26 settembre 1944 i nazifascisti costrinsero lei e altri studenti ad assistere all'impiccagione di trentuno prigionieri per rappresaglia: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza. Con il nome di battaglia di "Gabriella" (ispirato all'arcangelo Gabriele) divenne staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, quindi passò al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Frattanto, nel dicembre dello stesso 1944, si iscrisse alla Democrazia Cristiana e partecipò attivamente alla vita del partito.[3]
Dopo la seconda guerra mondiale si laureò in lettere all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, divenendo poi insegnante elementare.
L'impegno politico
Nel secondo dopoguerra si impegnò nell'attività sindacale in seno alla CGIL e poi, dalla sua fondazione nel 1950, alla CISL. Fu dirigente del sindacato dei tessili dal 1945 al 1948 e del sindacato degli insegnanti elementari dal 1948 al 1955.[3] Dal 1958 al 1964 fu incaricata nazionale dei giovani nella Democrazia Cristiana. Nel 1963 venne eletta componente del comitato direttivo dell'Unione europea femminile, della quale divenne vicepresidente nello stesso anno. Nel 1959 entrò nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato. Fu deputata dal 1968 al 1992, eletta sempre nella circoscrizione Venezia-Treviso: nel corso del suo lungo mandato parlamentare fece parte delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupò molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità[4].
Per tre volte sottosegretaria al ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal 29 luglio 1976 fu ministra del lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti III: un fatto storico, perché l'Anselmi divenne la prima donna ministra in Italia. Nel 1975 presiedette la delegazione italiana alla World Conference on Women promossa dall’ONU a Città del Messico, presenziando ai successivi eventi di Nairobi nel 1985 e di Pechino nel 1995. Nel '77 fu tra i primi firmatari della legge italiana che apriva alla parità salariale e di trattamento nei luoghi di lavoro, nell'ottica di abolire le discriminazioni di genere fra uomo e donna.[5]
Dopo l'esperienza al Ministero del Lavoro, fu anche ministra della sanità nei governi Andreotti IV e V. Proprio in questo periodo, nel 1979, quando Tina Anselmi fu ministro della Sanità, con la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (L. 23 dicembre 1978, n. 833) [6] si decise il ritiro dal mercato di migliaia di farmaci che una commissione tecnica aveva appena giudicato inutili o addirittura pericolosi. L'anno successivo, subì anche un attentato in casa propria.[7]
Firmataria della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale[8], fu considerata come una "madre della Repubblica" e la sua candidatura fu proposta più volte durante le elezioni per il Capo dello Stato, prima nel '92 e poi nel 2006.[5]
Il ruolo nella commissione sulla P2
Nel 1981, nel corso della VIII legislatura, venne nominata presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli[9], che terminò i lavori nel 1985[10].
Nel maggio del 2010 ricevette nella sua villa di Castelfranco Veneto la visita del direttore del giornale Il Piave che su mandato di Licio Gelli le proponeva un incontro chiarificatore a quasi trent'anni dai fatti della P2, in quanto fu presidente della commissione d'inchiesta. L'incontro non avvenne, ufficialmente per motivi di salute[senza fonte].
L'impegno sociale
Fu più volte presa in considerazione da politici e società civile per la carica di Presidente della Repubblica: nel 1992 fu il settimanale Cuore a sostenerne la candidatura e il gruppo parlamentare La Rete a votarla, mentre nel 2006 un gruppo di blogger la sostenne attraverso una campagna mediatica che prendeva le mosse dal blog "Tina Anselmi al Quirinale".
Nel 2004 promosse la pubblicazione di un libro intitolato Tra città di Dio e città dell'uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta, di cui scrisse l'introduzione e un saggio.[11]
Gli ultimi anni e la morte
Morì nella sua abitazione di Castelfranco Veneto poco dopo la mezzanotte del 1º novembre 2016: dal 2001 era affetta dalla malattia di Parkinson e negli ultimi anni un ictus aveva contribuito ad aggravare il suo stato di salute.[12] Le esequie si tennero il 4 novembre nel duomo di Castelfranco Veneto e furono presiedute dal vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin alla presenza dei presidenti delle due Camere[13]. Al termine del rito la salma fu sepolta nella tomba di famiglia nel cimitero cittadino.
Riconoscimenti
- Nel 2009 ricevette il "Premio Articolo 3" per il 2008 come "riconoscimento all'attività svolta durante tutta una vita spesa – anche a rischio della medesima - al servizio della libertà e dei valori di uguaglianza sanciti proprio dall'articolo 3 della nostra Carta Costituzionale. Questo ricordando in particolare l'attività dell'onorevole Anselmi come giovanissima staffetta partigiana, di sindacalista, di madre della legge sulle pari opportunità, di ministro, di principale autrice della riforma che introdusse il Servizio sanitario nazionale e di guida esemplare della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia P2”.
- Nel mese di giugno del 2016, quando dunque era ancora viva, le fu dedicato un francobollo; è a tutt'oggi l'unica persona ad essere stata onorata in questo modo in Italia.[14]
Opere
- Il 1975 anno internazionale della donna : discorso pronunciato a Roma il 27 febbraio 1975 nella sede del Banco di Roma, sotto gli auspici del Centro italiano di studi per la conciliazione internazionale, Roma, Banco di Roma, 1975.
- Un documento storico: il complotto di Licio Gelli, supplemento dell'"Espresso", 1984.
- La rocca del paradiso, illustrazioni di Gianni Peg, Torino, SEI, 1985.
- (con altri) Intorno a Macondo : itinerario per i giovani alla ricerca di un nuovo impegno civile, a cura di Gioventù aclista, Cernusco sul Naviglio, CENS, 1993.
- (con altri) Nonostante donna : storie civili al femminile, Torino, Gruppo Abele, 1996. ISBN 88-7670-263-6
- Zia, cos'è la Resistenza?, San Cesario di Lecce, Manni, 2003. ISBN 88-8176-442-3
- Bella ciao: la resistenza raccontata ai ragazzi, Pordenone, Biblioteca dell'immagine, 2004. ISBN 88-89199-00-8
- (con Anna Vinci) Storia di una passione politica, in copertina: La gioia condivisa dell'impegno, Milano, Sperling & Kupfer, 2006. ISBN 88-200-4051-4
- Alley Oop, Tina Anselmi raccontata da Tina Anselmi, su Sole24ore, 1º novembre 2016.
Onorificenze
Note
- ^ E' morta Tina Anselmi, prima donna ministro italiana, su mattinopadova.gelocal.it. URL consultato il 2 novembre 2016.
- ^ www.repubblica.it
- ^ a b c Tina Anselmi morta: è stata la prima donna ministro in Italia. Aveva 89 anni, su ilfattoquotidiano.it, il Fatto Quotidiano, 1º novembre 2016. URL consultato il 1º novembre 2016.
- ^ Legge del 9 dicembre 1977, n. 903, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 17 dicembre 1977, n. 343.
- ^ a b Alessandro Barbieri, Luca Bufarale e Mirella D’Ascenzo, Ricordando Tina Anselmi: la legge sulla parità di trattamento nel Lavoro del 1977 tra il contesto internazionale e la sua soggettività (PDF), in Alessandro Barbieri (a cura di), Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, vol. 10, n. 2, 29 giugno 2018, p. 5, DOI:10.4000/diacronie.8542, ISSN 2038-0925 , OCLC 8081160841. URL consultato il 12 febbraio 2020 (archiviato l'8 novembre 2018). Ospitato su archive.is.
- ^ Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale - Ministero della Salute (TXT), su salute.gov.it. URL consultato il 13 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2017).
- ^ Maicolengel Butac, L’attentato a Tina Anselmi, su butac.it, Butac, 11 luglio 2018.
- ^ Legge del 23 dicembre 1978, n. 833, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 1978, n. 360.
- ^ La Commissione, formata da 36 componenti tra deputati e senatori compreso il presidente, venne istituita con legge del 23 settembre 1981, n. 527.
- ^ La relazione finale viene approvata dalla stessa Commissione il 3 luglio 1984, mentre la Camera la approvò il 6 marzo 1986.
- ^ Luisa Bellina, Maria Teresa Sega (a cura di), Tra la città di Dio e la città dell'uomo: donne cattoliche nella Resistenza veneta, Treviso, Istresco, 2004. ISBN 88-88880-07-0.
- ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/11/02/tina-anselmi18.html
- ^ È morta Tina Anselmi, prima donna ministro italiana: venerdì il funerale, su tribunatreviso.gelocal.it, La Tribuna di Treviso, 1º novembre 2016. URL consultato il 2 novembre 2016.
- ^ Un francobollo per Tina Anselmi, la donna che è stata prima in tutto su La Repubblica
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Bibliografia
- Sito 9colonne, Tina Anselmi, vita di un ministro al femminile. URL visitato il 18 marzo 2013
- Tina Anselmi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 25 luglio 2012.
- Francesca Tosi, Tina Anselmi, su enciclopediadelledonne.it. URL consultato il 26 luglio 2012.
Voci correlate
- Commissione P2
- Democrazia Cristiana
- Legge Anselmi
- Pari opportunità
- Servizio Sanitario Nazionale (Italia)
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Tina Anselmi
- Wikiquote contiene citazioni di o su Tina Anselmi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tina Anselmi
Collegamenti esterni
- Anselmi, Tina, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ansèlmi, Tina, su sapere.it, De Agostini.
- Tiziana Noce, ANSELMI, Tina, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2020.
- Tina Anselmi, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- Tina Anselmi, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- Tina Anselmi, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Tina Anselmi, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro testo della legge in formato pdf, dal sito secola.org. URL visitato il 26 luglio 2012
- Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2. Relazione di maggioranza della parlamentare Tina Anselmi testo in formato pdf, dal sito La privata Repubblica. URL visitato il 25 luglio 2012
- Tina Anselmi: cado insieme con la DC articolo di Cesare Martinetti, La Stampa, 8 aprile 1992, p. 9, Archivio storico. URL visitato il 26 luglio 2012
Controllo di autorità | VIAF (EN) 67614198 · ISNI (EN) 0000 0000 7878 1952 · SBN RAVV008337 · LCCN (EN) n97120013 · GND (DE) 131963872 · BNF (FR) cb13601757r (data) · J9U (EN, HE) 987011415968705171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n971276442 |
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