Tantalo (Frinico)

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Tantalo
Tragedia perduta
Tantalo di Bernard Picart
Autore Frinico
Titolo originaleΤάνταλος
Lingua originaleGreco antico
Generetragedia
Prima assolutaVI-V secolo a.C.
 

Tantalo (in greco antico: Τάνταλος?, Tántalos) è una tragedia greca perduta messa in scena tra il VI e il V secolo a.C.[1] da Frinico di Atene, basata sul mito di Tantalo[2]. Di essa è pervenuto un solo frammento, tramandato da Esichio. Pare che le rare rappresentazioni pittoriche di Tantalo nell'antichità derivino soprattutto dalla rappresentazione teatrale di questo dramma.[3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

L'unico frammento pervenuto dell'opera è un lemma:

«ἐφέδρανα»

Esichio riporta questo lemma che, come lui stesso testimonia, sarebbe stato adoperato nel Tantalo di Frinico[4]. Per Joseph Lammers il termine (che indica i posti a sedere) sarebbe un riferimento a un coro i cui membri stavano seduti, il che fa pensare a un coro di danza secondario[5]. Il frammento, pertanto, potrebbe riferirsi a due momenti ben distinti del mito di Tantalo: al furto del nettare e dell'ambrosio nel momento in cui Tantalo partecipò al banchetto celeste; al banchetto in cui Tantalo osò uccidere il figlio Pelope (ipotesi supportata dalla tradizione iconografica).
Il sostantivo sarà successivamente utilizzato da autori posteriori a Frinico ma solo da quest'ultimo fu adoperato all'interno di una tragedia.
Dopo Frinico, il mito di Tantalo è stato ripreso più o meno direttamente da Pratina di Fliunte[6], Eschilo[7], Sofocle[8], Euripide[9] e Aristarco di Tegea[10], oltre che da Pindaro (in ambito lirico corale). Probabilmente si deve a Frinico l'introduzione o la diffusione la variante del mito che metteva in relazione di parentela Tantalo con Zeus: nell'Oreste di Euripide, infatti, si legge

(GRC)

«Διὸς πεφυκώς, ὡς λέγουσι, Τάνταλος.»

(IT)

«Tantalo nato da Zeus, secondo quanto dicono.»

Dal verso euripideo si ricava che l'innovazione appartiene a qualche autore precedente e probabilmente gli stessi Eschilo (fr. 162 della tragedia perduta Niobe) e Pindaro (Olimpiche, I 57) citano la relazione tra Tantalo e Zeus basandosi sul più antico dramma di Frinico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'autore compose tragedie almeno fino al 476 a.C., anno in cui vinse alle Grandi Dionisie con Le fenicie.
  2. ^ Rossi-Nicolai, 2006, 16.
  3. ^ Tantalo, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 31 gennaio 2014.
  4. ^
    (GRC)

    «Έφέδρανα· έφ' ὧν καθῆντο <οἳ> τὰς λύρας ἔχουσι. Φρύνιχος Ταντάλῳ.»

    (IT)

    «Posti a sedere: sopra i quali stanno seduti coloro che reggono le lire.»

  5. ^ Lammers, 1931, 65.
  6. ^ Autore di un'omonima tragedia, Tantalo.
  7. ^ Soprattutto nella tragedia Niobe, incentrata sulla figura della figlia di Tantalo.
  8. ^ Nella sua tragedia perduta Tantalo, ma anche in altre sue opere.
  9. ^ In varie tragedie come Oreste e Ifigenia in Tauride.
  10. ^ Anch'egli autore di un Tantalo tragico.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Joseph Lammers, Die Doppel-und Halbchöre in der antiken Tragödie, Padernborn, Druck von F. Schöningh, 1931.
  • Luigi Enrico Rossi, Roberto Nicolai, Corso integrato di letteratura greca. L'età classica, Le Monnier, 2006, ISBN 978-88-00-20328-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]