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Gli spettatori o atleti ai giochi istmici

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Gli spettatori o atleti ai giochi istmici
Dramma satiresco perduto
Figura di un satiro barbuto e calvo su un vaso attico per il vino a figure rosse, ca. 500-490 a.C.
AutoreEschilo
Titolo originaleΘεωροὶ ἢ Ἰσθμιασταί
Lingua originale
AmbientazioneDavanti al tempio di Poseidone a Corinto ?
Composto nel480-456 a.C.?
Personaggi
 

Gli spettatori o atleti ai giochi istmici (in greco antico: Θεωροὶ ἢ Ἰσθμιασταί?, Theōroì è Isthmiastaì) è un dramma satiresco perduto[1], scritto da Eschilo nel V secolo a.C.

L'opera era incentrata sulla figura dei satiri che partecipavano ad una serie di giochi solenni che comprendevano gare di corsa, di nuoto e di palestra, ossia i giochi istmici.
Nel frammento più esteso, di circa cento versi, i satiri offrono ritratti di se stessi sotto forma di antefisse votive sul tempio di Poseidone: Dioniso appare, allora, lamentandosi che i satiri lo stanno abbandonando per l'atletica.
Un altro personaggio entra, poi, portando "nuovi giocattoli freschi usciti dall'ascia e l'incudine" (probabilmente attrezzi atletici). Sembrerebbe che questi, dunque, stia incoraggiando i satiri a intraprendere l'attività atletica (abbandonando di conseguenza Dioniso). Si è ipotizzato che questo personaggio sia Eracle, che ha modellato i "nuovi giocattoli" in questione e che spinge i satiri a partecipare, proprio in quanto protettore dei giochi istmici.[2]

  1. ^ Un notevole frammento in P.Oxy. XVIII 2162 = fr.17 Mette; gli altri in TrGF, vol. 3, frr. 78a-82, pp. 195-205.
  2. ^ D. F. Sutton, Aeschylus' Theoroi or Isthmiastae: A Reconsideration, pp. 335-336.
  • Eschilo-Sofocle-Euripide, Drammi satireschi, a cura di Orietta Pozzoli, BUR, Milano, 2004, ISBN 978-88-17-00267-7.