Siro di Pavia

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San Siro di Pavia
La Sacra Famiglia e San Siro, opera di Bernardino Campi, 1569, Milano, San Marco
 

Protovescovo di Pavia

 
NascitaIV secolo
MortePavia, IV secolo
Venerato daChiesa cattolica
Santuario principaleCattedrale di Santo Stefano e Santa Maria Assunta
Ricorrenza9 dicembre
AttributiCesto con cinque pani e due pesci, bastone pastorale, mitra vescovile, pallio e altri paramenti liturgici.
Patrono diBionzo (Costigliole d'Asti), Borgo San Siro, Castelletto di Branduzzo, Castelletto Monferrato, Castel Mella, Coenzo, Diocesi di Pavia, Godiasco, Grandola ed Uniti, Lomazzo, Lanzo d'Intelvi, Mairengo, Misinto, Montesiro, Pavia, Paruzzaro, San Siro, San Siro (Bagnoli di Sopra), San Siro (Milano), Sospiro, Soresina, Rota d'Imagna, Valle Camonica
Siro di Pavia
vescovo della Chiesa cattolica
San Siro di Pavia sulla parrocchiale di Castelletto Monferrato
 
Incarichi ricopertiProtovescovo di Pavia
 
NatoIV secolo
DecedutoIV secolo a Pavia
 

Siro (IV secoloPavia, IV secolo) è stato, secondo la tradizione, il primo vescovo di Pavia; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Le leggende agiografiche

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La storia di Siro ci è stata tramandata da una fonte agiografica, il manoscritto del XIV secolo De laudibus Papiæ. Secondo questa fonte Siro sarebbe stato il ragazzo che portò le ceste di pani e di pesci che poi Gesù moltiplicò: «Vi è qui un fanciullo con cinque pani d'orzo e due pesci - aveva detto Andrea - che cos'è mai questo per tanta gente?». Sempre secondo questa tradizione Siro avrebbe poi seguito Pietro a Roma e sarebbe stato da lui inviato nella Pianura Padana a predicare e a convertire quelle popolazioni. Divenne quindi il vescovo di Ticinum, il nome latino di Pavia. Sempre secondo questo scritto egli fu molto presente in tutta la regione predicando in tutte le principali città. Questo ne fa un motivo di vanto per i devoti di Pavia che possono dire che il loro primo vescovo sia anteriore al primo vescovo di Milano, da cui Pavia dipende ecclesiasticamente dal 1803, mentre precedentemente (almeno dalla fine del VII secolo fino, appunto, al 1803) la diocesi pavese non fu parte della provincia ecclesiastica di Milano, ma dipendeva direttamente dalla sede romana[1].

Tra il 698 e il 699, per volontà del re Cuniperto, si svolse a Pavia, allora capitale del regno longobardo, un sinodo nel palazzo reale, durante il quale, grazie alla mediazione del vescovo Damiano, fu posto fine allo scisma tricapitolino. L'indipendenza della chiesa di Pavia da quella di Milano fu quindi il dono concesso dal papa a Damiano per aver organizzato il ritorno, dopo quasi un secolo e mezzo, dell'intera Italia centro-settentrionale all'ortodossia romana[2]. Non casualmente, pochi anni dopo, fu redatto nei primi decenni dell'VIII secolo un Ymnus sanctorum Syrii et Iventii (Inno dei santi Siro e Invenzio) nel quale viene elaborato il culto di Siro, retrodatando la fondazione della diocesi di Pavia rispetto a Milano. Nella successiva Cronaca di San Siro, prodotta tra la fine dell'VIII secolo e i primi anni del successivo, l'arrivo di Siro in Italia e la creazione della diocesi di Pavia furono addirittura collocati nel I secolo d.C., trasformando così la diocesi pavese nella più antica, insieme a quella di Aquileia, dell'Italia settentrionale.

Un'altra Vita del santo risalente all'VIII secolo fa risalire il vescovado non a un discepolo di Pietro, ma a Sant'Ermagora, a sua volta discepolo di Marco evangelista e fondatore della diocesi di Aquileia. In tutti questi casi, si trattava sicuramente di ricostruzioni prodotte dalla chiesa pavese per dare prove "storiche" dell'indipendenza della diocesi di Pavia dall'arcidiocesi di Milano e per aumentare il prestigio del vescovo la cui sede fu prima capitale dei longobardi e poi del regno d'Italia[3].

Storicamente, poiché il terzo vescovo di Pavia, Evenzio (o Invenzio), è accertato tra il 381 e il 397, il primo vescovo dovrebbe essere verosimilmente vissuto nel corso del IV secolo. La corretta cronotassi dei vescovi di Pavia sarebbe stata ricostruita dal canonico Beretta della cattedrale di Pavia, sulla base di un vecchio libretto, consentendo una datazione della vita di san Siro non antecedente al IV secolo[4]. In merito alla ricostruzione di questa diatriba storica, rileva dire che la famiglia Beretta è radicata nella storia milanese almeno dal XVII secolo.

Inizialmente sepolto nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Pavia, dov'è conservato tuttora l'avello che ne costituì la prima sepoltura, il corpo del primo vescovo e patrono della città si trova adesso nella cappella a lui intitolata nel duomo di Pavia, opera del Bramante, dove fu portato intorno all'830 mentre in città risiedeva l'imperatore Lotario[2]. Dal 1969 san Siro non è più annoverato nel calendario universale dei santi della Chiesa cattolica. La festa liturgica ricorre il 9 dicembre. A lui fu probabilmente intitolata la chiesa di San Siro alla Vepra, che diede il nome al quartiere milanese di San Siro e allo stadio Giuseppe Meazza.[5]

Galleria d'Immagini

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Quadri e affreschi

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  1. ^ diocesi di Pavia sec. IV - [1989], su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ a b Piero Majocchi, Agiografia e potere: culto dei santi e rivendicazioni politiche a Pavia nel medioevo (secoli VI-XV), in Agiografia e potere: culto dei santi e rivendicazioni politiche a Pavia nel medioevo (secoli VI-XV), in Santi, santità e agiografie nell’Italia settentrionale. Percorsi letterari e storico-artistici tra Medioevo e età moderna, a cura di Simone Albonico e Nicolas Bock, Pisa, Ets, 2017,, pp. 17-36., 1º gennaio 2017. URL consultato il 7 dicembre 2022.
  3. ^ Giorgia Vocino, La leggenda dimenticata dei santi Siro e Ivenzio vescovi di Pavia. L'Ymnus sanctorum Syri et Hiventii (BHL 7977b). URL consultato il 7 dicembre 2022.
  4. ^ Michele Chieppi, San Siro Primo Vescovo e Patrono della Città di Pavia (9 Dicembre), su archive.org, pp. 4-5 (di 13). URL consultato il 5 febbraio 2019 (archiviato il 5 febbraio 2019)., studio preliminare
  5. ^ Ma chi era questo San Siro (prima di essere uno stadio), su Prima Bergamo, 9 dicembre 2014. URL consultato il 18 febbraio 2022.
  • Francesco Ogliari, La vita di San Siro, Selecta Editrice, 2007
  • N. Everett, The earliest recension of the Life of S. Sirus of Pavia in: Studi Medievali 43 (2002), 857-958.

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